BTP e Spread bene dopo nuovo Patto di Stabilità. E ora?

Spread e BTP sotto la lente dopo le novità dal fronte politico: quali scenari ora?

Ancora segnali positivi dal mercato obbligazionario italiano, che continua a vivere un buon momento, dopo l’ultima spinta ricevuta dal recente verdetto delle Banche Centrali, Fed e BCE.

Spread in calo, giù anche i tassi dei BTP

Quest’oggi lo Spread BTP-Bund si restringe e scende dell’1,46% a 160,42 punti base, mentre gli acquisti sui BTP favoriscono un calo dei tassi, tanto che il rendimento del titolo a 10 anni scende dello 0,81% al 3,553%.

Spread e BTP viaggiano con il vento a favore dopo che l’Europa ha raggiunto un accordo unanime sul nuovo Patto di Stabilità.

Nuovo Patto di Stabilità: cosa prevede?

Il compromesso prevede un periodo transitorio, compreso tra il 2025 e il 2027, in cui circostanze attenuanti, quali il costo degli interessi passivi, permetteranno di limitare l’onere di aggiustamento richiesto ai Paesi.

Il piano dura 4 anni, ma in caso di riforme e investimenti, può essere esteso a 7 anni, tenendo in considerazione anche il PNRR.

Nel dettaglio, l’accordo sul nuovo Patto di Stabilità prevede che il rapporto deficit/PIL non deve superare il 3% e il rapporto debito pubblico/PIL deve essere al di sotto del 60%.

Prevista la riduzione media annua dell’1% del rapporto debito/PIL per i Paesi dove questa soglia è superiore al 90%, come Italia e Francia, dello 0.5% all’anno per quelli dove l’indebitamento è compreso tra il 60 e il 90% del PIL.

Se il deficit/PIL supera il 3% del PIL, il Paese deve ridurlo dello 0.5% del PIL all’anno.

Una volta che il deficit scende al di sotto del 3%, l’entità del miglioramento annuale sarà delloù 0.4% se il Paese ha 4 anni di tempo, dello 0.25% se ne ha 7, fino a raggiungere il deficit dell’1.5% del PIL.

Ai Paesi con deficit/PIL superiore al 3% annuo e debito/PIL sopra il 60%, si chiederà di contenere il deficit all’1.5%

I Paesi che non rispettano i limiti saranno soggetti a sanzioni e saranno obbligati a ridurre le spese dello 0.5% del PIL all’anno.

La regola che prevedeva una riduzione annuale di 1/20 all’anno del rapporto debito/PIL in eccesso rispetto al 60% è stata eliminata.

Di fatto, il nuovo obiettivo è un deficit/PIL dell’1.5%, rispetto allo 0.5% precedente.

Per l’approvazione definitiva, servirà anche la posizione del Parlamento europeo, che

probabilmente si esprimerà tra la fine dell’anno e l’inizio di gennaio.

Patto di Stabilità: il commento di Giorgietti e Meloni

Partiranno poi i negoziati tra Consiglio europeo e Parlamento europeo, che dovrebbero risolversi in poche settimane.

L’obiettivo dichiarato è che il nuovo Patto di stabilità entri in vigore nella primavera del 2024, e in ogni caso prima delle elezioni europee di giugno.

Il Ministro Giorgetti ha commentato che l’intesa raggiunta è stata ispirata dallo “spirito del compromesso”, mentre il Primo Ministro Meloni ha sottolineato che il nuovo Patto contempla “meccanismi innovativi” per tener conto anche di “eventi esterni e straordinari”, ma resta il “rammarico per il no alla richiesta italiana di escludere automaticamente dall’equilibrio di deficit e debito da rispettare le spese per investimenti strategici per transizione verde e digitale”.

Spread e BTP: le attese di Equita SIM

Gli analisti di Equita SIM non si aspettano grossi impatti per lo Spread e per i BTP dall’accordo.

Le nuove regole rimangono sfidanti per un Paese come l’Italia considerando il contesto macro, ma la possibilità di guardare al deficit strutturale permette all’Italia di essere già sostanzialmente allineata al target.

Davide Pantaleo
Davide Pantaleo
Davide Pantaleo da quasi un ventennio si occupa di Borsa e Finanza. Dopo aver svolto per diversi anni l'attività di promotore finanziario in Italia e all'estero, nel 2005 entra nel team di Trend-online con l'incarico di redattore.
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