Ftse Mib: occhio a nuovi ribassi. Unicredit e Intesa buy?

Il Ftse Mib è troppo esposto al settore bancario, motivo per cui è bene monitorare con attenzione i supporti.

Di seguito riportiamo l’intervista realizzata a Filippo Diodovich, strategist di IG, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull’attuale situazione dei mercati e sulle prospettive nel breve.

I mercati azionari sono stati scossi dalla crisi finanziaria negli Stati Uniti e dal crollo di Credit Suisse. Quali implicazioni si potranno ancora avere nel breve?

Nel breve crediamo che sia necessario avere un atteggiamento di forte cautela in vista della riunione della Federal Reserve della settimana prossima.

Focus sul prossimo meeting della FED

Al momento il mercato sconta che la commissione operativa della Federal Reserve, il FOMC (Federal Open Market Committee), possa rialzare i tassi di interesse di 25 punti base, continuando con le strategie monetarie restrittive, nonostante le forti tensioni sul sistema bancario.

Questo soprattutto delle banche regionali dopo i crolli di Silicon Valley Bank e Signature Bank (chiuse e messe in amministrazione controllata dalla FDIC, Federal Deposit Insurance Corporation) e il recente salvataggio di First Republic Bank (30 miliardi di aiuti da parte di un consorzio di banche statunitensi).

Fino alla riunione della FED, la cui decisione è attesa mercoledì 22 marzo, possiamo attenderci un rimbalzo dei listini azionari, dopo i marcati ribassi delle sessioni precedenti.

Tuttavia il settore finanziario anche in Europa è in fermento e saranno da monitorare con particolare attenzione le banche che più rischiano di essere attaccate (come Credit Suisse, Commerzbank, Banca Mps, Caixabank e Banco Santander).

Ftse Mib: quali scenari?

Il Ftse Mib è precipitato oltre 2.000 punti più in basso rispetto ai recenti top. C’è il rischio di nuovi cali nel breve?

Il Ftse Mib è un indice troppo legato al settore bancario. Le crisi delle banche regionali negli Stati Uniti e i rischi di un possibile contagio del collasso di Credit Suisse creano forti tensioni tra gli investitori su possibili nuove ricadute.

La tanto temuta riunione della BCE non ha avuto le ripercussioni negative sui mercati che molti prospettavano.

Ricordiamo che il Governing Council ha deciso di alzare i tre tassi di interesse di riferimento di 50 punti base, portando i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principale al 3,50%, sottolineando che esistono altri strumenti per assicurare la stabilità finanziaria dell’eurozona soprattutto del settore bancario.

Al momento le tensioni sembrano dietro l’angolo, anche se abbiamo dubbi che alcune banche in difficoltà come Credit Suisse possano riprendersi solamente con un prestito temporaneo come quello fornito dalla Banca Nazionale Svizzera.

Il Ftse Mib, da un punto di vista grafico, per tornare a inviare concreti segnali di ripresa dovrà oltrepassare la resistenza posizionata a 26.860 punti. Attenzione a possibili nuovi ribassi.

L’eventuale cedimento del supporto a 25.500 punti potrebbe creare i presupposti per una discesa in direzione dei 25.285 e dei 24.900 punti.

L’analisi di Unicredit e Intesa Sanpaolo

I titoli bancari del Ftse Mib sono stati colpiti da forti vendite nelle scorse sedute. Questo affondo ha creato opportunità buy? A quali titoli guarderebbe ora?

In questo momento di forti tensioni sul settore bancario guardiamo solamente le banche a nostro avviso più resilienti, con i migliori ratio patrimoniali e quelle che più di altre hanno fatto un enorme sforzo per sanare i propri bilanci.

Crediamo che Unicredit e Intesa Sanpaolo possano evidenziare delle performance migliori rispetto agli altri competitor del settore.

Per Unicredit interessanti opportunità di acquisto nel caso di una perentoria vittoria della resistenza a 17,25 euro, per Intesa Sanpaolo abbiamo individuato il livello di 2,35 euro, il cui superamento potrebbe dare la spinta ai corsi per risalire a 2,46 e 2,52 euro.

L’analisi dell’euro-dollaro

L’euro-dollaro è salito un po’ sulle montagne russe nelle ultime sedute: quali i possibili scenari ora?

L’euro-dollaro non riesce a trovare una direzione perchè entrambe le economie, quella statunitense e quella europea, segnalano un allarme sulla tenuta finanziaria del comparto bancario e le rispettive banche centrali non hanno espresso indicazioni sulle prossime mosse in politica monetaria.

Nella conferenza stampa successiva alla decisione sui tassi d’interesse, il governatore della BCE, Christine Lagarde, è stato molto più chiaro rispetto alle precedenti press conference.

Il messaggio di Lagarde è stato cristallino, nessuna forward guidance, impossibile prevedere il futuro sentiero dei tassi di interesse perchè le decisioni saranno prese meeting by meeting, valutando i principali dati macroeconomici e osservando le dinamiche sulla stabilità finanziaria dell’Eurozona.

Lo stesso potrebbe essere annunciato dal presidente del Federal Reserve System, Jerome Powell, nel meeting del FOMC di settimana prossima.

A livello fondamentale è difficile quindi capire quale sarà la prossima direzione del cambio euro-dollaro.

A livello grafico, invece, sembra che sia fondamentale la tenuta dei supporti in area 1,05.

Il mantenimento al di sopra di 1,05 e la conseguente vittoria al di sopra dei picchi a 1,0760 potrebbero gettare le basi per un allungo verso obiettivi a 1,08, 1,0940 e 1,1033.

Discorso ben diverso in caso di cedimento di area 1,05, segnale di debolezza e preludio a un possibile calo in direzione di 1,03.

Davide Pantaleo
Davide Pantaleo
Davide Pantaleo da quasi un ventennio si occupa di Borsa e Finanza. Dopo aver svolto per diversi anni l'attività di promotore finanziario in Italia e all'estero, nel 2005 entra nel team di Trend-online con l'incarico di redattore.
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