Lagarde: il 2023 sarà un anno difficile, in arrivo nuovi aumenti dei tassi della BCE

Per Lagarde il 2023 sarà un anno difficile, con possibili nuovi aumenti dei tassi della BCE, ma anche la possibilità di una nuova emissione di eurobond.

Per Christine Lagarde, presidentessa della Banca Centrale Europea, in questo periodo di crisi, con aria da recessione, l’obiettivo principale della BCE è quello di tutelare la stabilità dei prezzi e contenere il più possibile l’inflazione, e, in un’intervista per la CNBS si lascia scappare un possibile l’auspicio alla creazione di Eurobond in vista di un anno difficile, in cui dovranno essere prese decisioni altrettanto difficili.

Eurobond

Avere gli Eurobond ci aiuterebbe ad affrontare la crisi economica globale che sta colpendo indistintamente tutte le economie mondiali. Ne è certa Christine Lagarde, presidentessa della BCE che in un’intervista alla CNBS, parlando dei possibili strumenti per conseguire efficientemente gli obiettivi della banca centrale, ha espressamente dichiarato che “avere eurobond ci aiuterebbe”.

Il richiamo agli Eurobond è stato ricorrente in questi ultimi anni, più volte sono stati chiamati in causa come possibile strumento per far fronte ad emergenze comuni a tutti i paesi dell’unione, dalla Pandemia alla crisi energetica, e prima ancora sono entrati nel dibattito economico dell’eurozona fin dai primissimi anni dell’adozione dell’euro.

Tuttavia, l’emissione di un debito comune, non è mai stata vista di buon occhio dai paesi più rigoristi, almeno fino a Maggio 2020 quando il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel si espressero in favore dell’emissione di un debito comune che avrebbe finanziato con 500 miliardi, il fondo Next Generation EU.

Uno strumento simile al fondo NGEU potrebbe essere dunque finanziato con nuovo debito comunitario ed utilizzato per far fronte alla crisi energetica, ridurre la dipendenza energetica dell’Unione dalla Russia e da paesi extraeuropei, e, allo stesso tempo, rafforzerebbe il controllo della BCE sulle politiche monetarie dei singoli paesi membri. Come per il NGEU infatti, verrebbero predisposti una serie di parametri, il cui rispetto sarebbe necessario e vincolante per accedere ai fondi comunitari finanziati dall’emissione di debito comunitario.

Aumentare l’emissione di Eurobond, di titoli di debito comune sarebbe un passo in avanti verso un’unione finanziaria dell’eurozona.

Nuovi aumenti di tassi in arrivo

Durante un dibattito a Francoforte, Christine Lagarde ha sottolineato che il 60% dell’inflazione in area euro è causata da strozzature all’offerta e dalla crisi energetica, due elementi che non possono essere contrastati da una banca centrale.

La BCE detto più semplicemente, non ha gli strumenti per intervenire direttamente sulle cause dell’inflazione.

L’unico strumento che la BCE possiede concretamente, per far fronte all’inflazione, sono i tassi di interesse, grazie a questi, al loro incremento, la BCE può rendere più costoso il denaro.

In tale senso sono già state attivate diverse manovre che, tra agosto e settembre hanno significativamente aumentato i tassi di interesse della BCE e proprio sul modello di questi incrementi già avvenuti, la BCE sta lavorando ad un nuovo incremento, da tre quarti di punto, 0,75 punti, che potrebbe essere attuato entro la fine di ottobre. 

Aumentare i tassi di interesse però ha come effetto collaterale una fisiologica diminuzione sia le richieste di prestiti e finanziamenti da parte di privati ed imprese, sia l’emissione stessa di prestiti e finanziamenti da parte delle banche, più restie a concedere prestiti a soggetti a rischio. 

La diminuzione della crescita e potenzialmente anche la decrescita, sono rischi preventivati che la BCE ha preso in considerazione ed ha ritenuto accettabili al fine di contenere l’inflazione.

Olli Rehn consigliere finlandese della BCE ha tuttavia espresso preoccupazione per i prossimi incrementi di tassi di interesse. Se si dovesse superare il margine del 2% si entrerebbe in un terreno restrittivo, ed i successivi aumenti di tassi, se l’inflazione non dovesse mollare la presa, potrebbero diventare estremamente onerosi e deleterei.

Antonio Coppola
Antonio Coppola
Copywriter, classe 1989. Sono nato a Napoli. Laureato in Storia Contemporanea e specializzato in geopolitica e relazioni internazionali presso l'Università di Pisa, nella vita mi occupo di divulgazione, marketing e comunicazione. Scrivo sul web da oltre 10 anni. Appassionato di scrittura e tecnologia, ho collaborato con diversi portali e riviste di settore nel mio campo e nel 2012 ho avviato un mio progetto di divulgazione storico culturale ed un podcast, grazie ai quali ho avuto modo di stringere collaborazioni con aziende, enti e riviste di settore ed ho avuto modo di esplorare e approfondire il mondo della SEO e del Web Marketing.
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