TPI, dubbi e perplessità dei mercati sullo scudo anti spread

L'annuncio del TPI, il piano della BCE per proteggere l'eurozona dall'inflazione, desta più preoccupazioni che rassicurazioni

Fin dai primi istanti dopo il suo annuncio, lo scudo anti spread della BCE, denominato Transmission Protection Instrument o più semplicemente TPI, ha destato i primi dubbi e sospetti e, nei giorni a seguire, questi dubbi si sono moltiplicando, spingendo alcuni analisti ad intravedere nelle condizioni di accesso agli aiuti della BCE, lo spettro di una nuova Troika.

Come funziona il TPI

Il funzionamento del TPI, di base, è molto semplice, si tratta di un piano che prevede l’acquisizione, in misura variabile, di titoli di stato dei paesi fragili, all’interno dell’eurozona, da parte della BCE, e, per finanziare queste acquisizioni, la stessa BCE ha incrementato i propri tassi di interesse dello 0,5% per quanto riguarda il tasso principale e dello 0,75% per il tasso sui prestiti marginali. Questo incremento, si è detto fin dalle prime ore, avrebbe avuto effetti diretti sull’economia reale.

Sulla carta il piano è semplice, un lieve incremento dei tassi di interesse per finanziare l’acquisizione massiccia di titoli di stato. Tuttavia, nelle note a margine del TPI, sono presenti le condizioni sine qua non, affinché la banca centrale possa investire sui titoli di stato di un dato paese e per determinare la misura degli investimenti.

In linea generale le condizioni per accedere al programma di protezione sono tre, e sono il rispetto del quadro di bilancio comunitario, ovvero, l’assenza di gravi squilibri macroeconomici, in altri termini, affinché i paesi dell’eurozona possano accedere al programma di acquisizioni dell banca centrale, devono avere i conti in regola.

La seconda condizione prevede l’attivazione, da parte del paese in difficoltà, di un programma di contenimento della spesa pubblica. Programma di difficile attuazione soprattutto in una fase di transizione post pandemia, in cui le aziende hanno ancora difficoltà a rimettersi in pari, mentre fronteggiano gli effetti indiretti della guerra in Ucraina, tra aumenti generali di materie prime e costo dell’energia. Difficoltà che interessano i paesi più fragili tanto quanto i paesi più virtuosi dell’eurozona.

Infine, terza ed ultima condizione, il rispetto degli impegni sottoscritti dai singoli Paesi per quanto riguarda il Recovery Plan, nel caso specifico dell’Italia, il rispetto degli impegni presi dal paese per quanto riguarda il Programma nazionale di ripresa e resilienza.

Detto più semplicemente, la BCE si impegna ad acquistare titoli di stato a condizione che i singoli paesi mantengano i conti in regola, limitino gli sprechi e rispettino gli accordi presi nel 2021 sulla ripresa europea. 

Queste condizioni che, agli occhi del direttivo della banca centrale, risuonano come le condizioni basilari per una cooperazione economica, per molti risuonano invece come oppressive e già qualcuno intravede in esse lo spettro di una nuova Troika.

Le principali preoccupazioni dei mercati

La principale preoccupazione connessa al TPI è che per le sue condizioni d’accesso particolarmente rigide, in particolare la necessità di una politica di contenimento della spesa pubblica, in un momento di difficoltà come questo, possa essere d’intralcio a molti paesi e possa de facto tenere fuori dal TPI proprio quei paesi che più ne hanno bisogno.

Si guarda in particolare all’Italia, e il suo essere contemporaneamente una delle economie più grandi d’Europa, ma anche una delle più fragili. 

L’applicazione rigida e meccanica delle condizioni d’accesso, potrebbe, per molti, essere un problema per l’Italia, soprattutto in vista di una fragorosa campagna elettorale dominata potenzialmente incentrata sull’incremento della spesa pubblica attraverso l’erogazione di aiuti alle varie categorie.

A questo si aggiunga che, l’incremento dei tassi di interesse, potenzialmente possono avere un effetto deleterio sull’economia reale, rallentando la già precaria crescita dei paesi più fragili, nei prossimi mesi.

Di fronte a queste preoccupazioni, è intervenuta la presidentessa della Banca Centrale Christine Lagarde

Le rassicurazioni “poco rassicuranti” di Lagarde

Non è ben chiaro se l’intento di Lagarde fosse quello di produrre maggiore chiarezza in materia di TPI o fornire alcune rassicurazioni, fatto sta che le sue parole hanno incrementato i dubbi di molti sul programma.

Stando a quanto dichiarato da Lagarde, le condizioni di accesso al programma, sono sì importanti, ma non vincolanti, in altri termini, sarà la stessa banca centrale a scegliere con discrezionalità, e in completa autonomia, vale a dire senza tener conto del rating o di altri parametri esterni, se, come e in che misura intervenire con le acquisizioni di titoli di debito pluriennali da uno a dieci anni.

Insomma, la BCE sceglierà in maniera arbitraria, a suo dire, basandosi principalmente sulla gravità e i rischi che incombono sulla trasmissione della politica monetaria, a condizione che i paesi siano impegnati in politiche di bilancio “sane e sostenibili”.

Queste parole hanno avuto un doppio effetto, perché se da un lato l’assenza di condizioni ferree di accesso rende apparentemente più elastica la possibilità di ottenere gli aiuti, dall’altro, proprio la discrezionalità e arbitrarietà della BCE nel decidere dove e in che misura intervenire, spalanca la porta allo spettro della Troika, agli aiuti condizionati e subordinati a determinate decisioni volte a tutelare la politica monetaria a discapito dell’economia reale.

Antonio Coppola
Antonio Coppola
Copywriter, classe 1989. Sono nato a Napoli. Laureato in Storia Contemporanea e specializzato in geopolitica e relazioni internazionali presso l'Università di Pisa, nella vita mi occupo di divulgazione, marketing e comunicazione. Scrivo sul web da oltre 10 anni. Appassionato di scrittura e tecnologia, ho collaborato con diversi portali e riviste di settore nel mio campo e nel 2012 ho avviato un mio progetto di divulgazione storico culturale ed un podcast, grazie ai quali ho avuto modo di stringere collaborazioni con aziende, enti e riviste di settore ed ho avuto modo di esplorare e approfondire il mondo della SEO e del Web Marketing.
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