Elezione Presidente Repubblica: ecco chi scende e chi sale!

Elezione Presidente della Repubblica, ci siamo quasi. Esattamente manca una settimana alla convocazione del Parlamento. Analisi, nomi e candidati.

Elezione Presidente della Repubblica, ci siamo quasi. Esattamente manca una settimana alla convocazione del Parlamento in seduta comune aperto anche ai delegati rappresentanti delle Regioni per andare a eleggere il successore di Sergio Mattarella. Mattarella che ha fatto capire a più riprese di non essere disponibile per una eventuale rielezione.

Lunedì 24 gennaio alle 15 è convocato infatti il Parlamento per la prima seduta che porterà all’elezione del Presidente della Repubblica. Vediamo a una settimana dalla prima votazione chi è in lizza, i nomi consolidati, i nomi nuovi e chi potrebbe spuntare a sorpresa nella corsa al Quirinale.

Elezione Presidente della Repubblica, il primo nome è il premier Mario Draghi

E’ chiaro ed evidente che il primo nome da fare in questa lista è quello di Mario Draghi. Se tra tutte le forze politiche si creassero le condizioni per un’intesa si potrebbe arrivare ad un’elezione con un’ampia maggioranza dell’attuale Presidente del Consiglio già alla prima votazione.

Un po’ come avvenne nel 1999 con l’elezione di Carlo Azeglio Ciampi. La maggioranza parlamentare che sostiene Draghi al Governo è molto ampia. Se le forze politiche dovessero trovare un accordo sul suo nome potrebbe essere eletto anche alla prima votazione.

Ma c’è un però. Anzi ci sono alcuni però sulla sua candidatura. Innnanzitutto c’è il grosso timore da parte di molti parlamentari che se Draghi venisse eletto presidente della Repubblica la legislatura potrebbe avere una brusca interruzione. Non è detto che si potrebbe riuscire a dare vita ad un altro Governo in questa  legislatura con un’altra figura (il ministro dell’Economia Daniele Franco?) a fare da collante.

Questa possibile interruzione precoce della legislatura con la perdita prematura dello status di Parlamentare e annessi privilegi preoccupa non poco deputati e senatori che temono molto la sua ascesa al Colle. 

Altro fattore che al momento frena la sua candidatura è legato al no di Forza Italia e all’attivismo di Silvio Berlusconi che gioca una battaglia in “proprio”.

Con il centrodestra che al momento non si esprime su Draghi ma per fedeltà di coalizione rimane sulla posizione di fare verificare in maniera molto certa a Berlusconi i numeri

Elezione Presidente della Repubblica: la candidatura di Silvio Berlusconi

Per chi ha il cuore a sinistra la candidatura di Silvio Berlusconi da parte del centrodestra viene percepita alla stregua di una provocazione. Il personaggio più discusso e divisivo dell’ultimo periodo della politica italiana proposto per il Quirinale.

Per chi ha il cuore che batte a destra sarebbe il giusto coronamento di un percorso prima imprenditoriale e poi politico con pochi eguali. E come recita il comunicato ufficiale:

figura adatta a ricoprire in questo frangente difficile l’Alta Carica con l’autorevolezza e l’esperienza che il Paese merita e che gli italiani si attendono”.

L’elezione del Presidente della Repubblica nell’ordinamento politico italiano è sempre una partita a scacchi. Per diverse ragioni, in primis il voto segreto. E nel segreto dell’urna si sa che molti parlamentari fanno scelte diverse rispetto a quanto magari viene deciso a livello di partito.

Se alle prime tre votazioni la Costituzione prevede un’elezione con la maggioranza dei due terzi dell’assemblea, ovvero almeno 673 voti, dalla quarta votazione ne bastano 505 ovvero la maggioranza assoluta.

Al momento Berlusconi a quella quota non arriva. Presupponendo anche una adesione totale alla linea Berlusconi di tutti gli esponenti di Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e forze minori riconducibili  al centrodestra si sarebbe lontani da quota 505. 

Berlusconi è determinato, alla quarta votazione punta ad avere quei 50-60 voti fuori dalla coalizione che gli servono per essere eletto al Quirinale.

Berlusconi punta al Gruppo Misto anche se, da esperto della politica, conosce che fare il pieno della propria parte politica non è una cosa scontata.

Al momento tutti gli hanno garantito appoggio anche se da più parti anche nell’ambito del centrodestra c’è scetticismo per la buona riuscita di questa candidatura.

Da valutare che cosa farà Berlusconi nei prossimi giorni: ha sostanzialmente due possibilità.

Andare fino alla fine, arrivare alla quarta votazione e giocarsi tutto in Parlamento con la speranza di essere eletto. Oppure fermarsi prima se i numeri non gli daranno certezze e avere un ruolo predominante nella scelta del nuovo presidente della Repubblica.

Una sorta di ruolo di kingmaker, di promotore di una candidatura alternativa alla sua.

Elezione Presidente della Repubblica: l’opzione Berlusconi e le conseguenze

Fino qui abbiamo analizzato la candidatura di Silvio Berlusconi.

C’è anche da aggiungere che anche l’elezione eventuale di Silvio Berlusconi potrebbe essere la pietra tombale di questa legislatura. Difficile immaginare un governo Draghi che possa proseguire senza nessuno scossone come nulla fosse in presenza di un evento tanto dirompente.

Quindi nel segreto dell’urna molti parlamentari potranno fare di certo anche questa valutazione. Perchè molti deputati e senatori, stante la Riforma che riduce il numero dei Parlamentari dalla prossima legislatura, sanno che difficilmente saranno rieletti. Aspetti tutti da tenere in considerazione.

Inoltre in molti ambienti di centrodestra si ha la consapevolezza che in questa situazione si può arrivare davvero ad un’elezione di una personalità di centrodestra magari anche concordata con parte del centrosinistra. Ma è chiaro che questo accordo non potrà mai essere sul nome di Silvio Berlusconi.

Elezione Presidente della Repubblica: gli altri nomi di centrodestra

Ed ecco che puntualmente si arrivano a fare altri nomi di centrodestra che potrebbero avere maggiori possibilità in caso di intesa allargata.

Se rimangono stabili le quotazioni della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e sullo sfondo rimangono sempre due figure come quelle di Letizia Moratti e dell’ex presidente del Senato Marcello Pera, ecco che si fa largo un’ipotesi che sembra in crescita nelle ultime ore.

Ed è quella che porta allo storico ex ministro dell’Economia del centrodestra Giulio Tremonti. Da vedere anche in questo caso come si potranno costruire intese che vadano al di là del centrodestra ma è già figura meno divisiva del leader di Forza Italia.

Da tenere monitorato in questo discorso anche il nome dell’ex ministro e commissario europeo Franco Frattini.

Elezione Presidente della Repubblica: Partito Democratico e Movimento 5 Stelle in attesa

Al momento il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle non hanno espresso nomi. Formalmente per non bruciarli, come si usa dire in queste situazioni.

L’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte nonché leader del Movimento 5 Stelle e il segretario del Partito Democratico Enrico Letta ritengono irricevibile il nome di Berlusconi e al momento sembrano essere in una fase di attesa per capire se il centrodestra andrà dritto sul nome di Berlusconi o ci può essere la possibilità di arrivare ad un nome che sia condiviso.

Movimento 5 Stelle, Leu e Pd stanno valutando nel caso rimanga in piedi la candidatura di Berlusconi di presentare una candidatura forte da subito. 

Elezione Presidente della Repubblica: i nomi di mediazione

Ci sono poi nomi cosiddetti di mediazione. Nomi che potrebbero andare bene per tante forze politiche. E sono i nomi di Giuliano Amato e Pierferdinando Casini.

Amato da diverse elezioni presidenziali è sempre tra i papabili, curriculum di lunga esperienza, ruoli di primo piano occupati e solide relazioni internazionali. 

Pier Ferdinando Casini potrebbe essere la figura attorno alla quale trovare la quadra. Lunga storia nella Democrazia Cristiana, consensi trasversali essendo stato presidente della Camera con il centrodestra ma eletto nelle ultime elezioni come indipendente nel Partito Democratico.

Potrebbe essere il candidato che risolve la partita se il gioco va alla lunga. 

Altro nome che potrebbe essere della partita è quello dell’attuale ministra della Giustizia Marta Cartabia per la quale si parla anche del ruolo di presidente del Consiglio in caso di ascesa al Quirinale di Mario Draghi.

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