Ecco l’arsenale nucleare di Putin: la NATO come risponde?

Link alla simulazione dell'Università di Princeton sui danni reali dell'uso di armi nucleari da parte di USA e Russia, la mortalità, le strategie d'attacco.

L’essere umano ha costruito la bomba atomica, ma i topi non potrebbero mai concepire una trappola per sè stessi.

Frase di Albert Einstein.

Speravamo di non arrivare a questo punto, ma per quanto anche il grandissimo Albert Einstein si oppose all’uso del nucleare per scopi bellici, la sua formula fu la base con cui furono già creati danni irreparabili, per le persone, per l’ecosistema.

Stiamo nuovamente sfiorando la possibilità di questa follia.

Abbiamo calcolato che già nella prima ora di guerra nucleare il risultato sarebbero più di novanta milioni, tra decessi e persone gravemente danneggiate.

Questi sono gli esiti della simulazione riportata dal sito dell’Università di Princeton, progetto Science e Global Security.

Per arrivare a formulare queste ipotesi SGS ha esaminato i dati di un possibile utilizzo del nucleare tra USA e Russia, tenendo conto di calcoli di mortalità realistici riconducibile alla potenza delle armi attualmente disponibili.

L’analisi ha il proposito di mettere al corrente gli accademici e tutti quanti sulle conseguenze inenarrabili e altamente pericolose degli attuali piani di guerra tra States e Russia, piani che non sono stati concepiti oggi, in occasione dell’invasione russa su territorio ucraino ma che perdurano da almeno due anni.

Russia e USA hanno sancito lo scadere dei vecchi negoziati che avevano il pregio di mantenere monitorata ogni intenzione bellica che potesse sfociare in un attacco nucleare: non solo, hanno iniziato a progettare nuovi prototipi bellici e hanno dilatato le possibilità in cui, secondo loro, sarebbe legittimo usarle. 

Nelle circostanze attuali, la Russia potrebbe trovare il suo primo (e forse unico) obiettivo nella città di Kiev, mentre gli USA risponderebbero andando a colpire  Kaliningrad.

La videosimulazione dell’Università di Princeton.

In questi quattro minuti di video/simulazione su YouTube è spiegato tutto ciò che forse non avremmo mai voluto sapere in merito alla ferocia dell’uomo e alla potenza delle armi di distruzione di massa.

Cliccate sul link er visualizzare il video e rendervi conto quanto potrebbe essere catastrofico e distruttivo per per il pianeta un intervento di questo tipo, avvalendovi di una delle più avanzate e verosimili simulazioni mai concepite prima.

Un attacco simile dalla Russia non è dato per scontato, ma purtroppo è un’eventualità possibile.

Prendiamo anche in esame l’attuale sparizione del presidente Putin, ritiratosi chissà dove, segnale che certo non fa sperare in meglio, ma che invece fa presagire il peggio.

Stando alla simulazione, tutto accadrebbe con una rapidità sconcertante, ma ciò che incute più terrore è la possibilità di rendersi perfettamente conto di ciò che sta accadendo e avere il tempo di andare nel panico.

Vogliano le potenze mondiali ragionare e preservarci da quello che potrebbe essere uno degli ultimi atti della specie umana, per come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi.

La dottrina nucleare russa

La minaccia di attacco nucleare da parte della Russia ha creato il panico. Gli USA sono pronti a rispondere. Dobbiamo essere pronti.

da repubblica.it

L’equilibrio riconducibile alla stategia bellica europea subì un rovesciamento al temine della Guerra Fredda. Nel 1991 l’operazione “Desert Storm” tolse ogni dubbio sulla insuperata capacità bellica degli States

Ciò che contribuì a far tremare letteralmente le fondamenta del Cremlino fu l’attacco NATO sulla Serbia, avvenuto nel 1999 in occasione della conflitto del Kosovo.

La NATO comprese definitivamente la propria manifesta supremazia in termini di equipaggiamento bellico sull’allora Unione Sovietica, e per quarant’anni mantenne la certezza di avere un controllo assoluto sulla situazione.

Mosca prese atto del suo deficit strategico/militare e mise a punto una dottrina, mai resa ufficialmente nota nè precisata, che doveva servire a creare un contrappeso rispetto alla propria inferiorità.

L’occidente volle denominare questa compensazione sovietica con il termine di “Escalate-to-Deescalate. Oggi di questa dottrina sappiamo che è il principale oggetto delle esercitazioni russe.

Questo protocollo vorrebbe l’utilizzo di ordigni nucleari per mettere fine immediatamente a un conflitto che in condizioni tradizionali, quindi con l’uso di assetti già ampiamente sperimentati, avrebbe visto la sconfitta di Mosca.

Anche evitando accuratamente l’utilizzo dell’acronimo ETD, riferimento prettamente targato USA, la dottrina venne ammessa in uno scritto risalente al 1999 e pubblicato su un giornale di specifica trattazione bellica, filrmato dal generale V. I. Levšin e dai colonnelli A. V. Nedelin e M. E. Sosnovskij.

Adducendo come prime ragioni la recessione e il fatto che il paese dalla Guerra Fredda era uscito praticamente inginocchiato, l’articolo anticipava il protocollo ETD come soluzione definitiva, e di conseguenza l’attacco nucleare come via maestra da percorrere nel caso in cui la Russia fosse stata nuovamente messa alle strette. 

Una volta riabilitati gli strumenti reattivi della Russia, si è espressa poi la volontà di utilizzare il guanto di velluto iniziando un’ipotetica azione di difesa del Cremlino con armi di basso impatto, definiti “low-yield”, che avevano il vantaggio di poter piegare la NATO costringendola a sostenere delle spese fuori portata e dunque al ritiro.

Il che, detto in un altro modo, può significare il fatto di costringere il nemico a prendere atto della sconvenienza in termini di costi e dissuaderlo dal continuare la guerra onde evitare di rimetterci troppo, anche di fronte alla possibilità di una vittoria che comunque non avrebbe coperto il gap.

Come risponde la NATO alla deterrenza non nucleare

La Dottrina Militare Russa del 2010 aveva già ridimensionato il ricorso al nucleare.

Nel 2014 venne ampliata la definizione di “deterrenza non nucleare”, rievocata da Vladimir Putin in occasione di alcune sue ultime affermazioni, dove si lamentava in merito al fatto che:

L’occidente ci aggredisce con sanzioni severe e la NATO sta insultando la Russia.

come riportato da fanpage.it

Ma cos’è, in pratica, la deterrenza non nucleare?

Si tratta di un costrutto di provvedimenti di carattere tecnico-militare, volto a boicottare ogni attacco, senza ricorrere alle armi nucleari.

Almeno, questa fu la definizione data all’apice della sofferenza ucraina che forniva al mondo la visione di una Russia crudele e senza scrupoli.

Ma in caso di attacco nucleare a Kiev, come reagirebbe la NATO?

Mentre il più affezionato alleato di Putin,Lukashenko afferma che i provvedimenti punitivi dell’occidente costringeranno Mosca alla Terza Guerra Mondiale, la NATO si mantiene su toni più pacati e si dice capacissima di ripondere.

Kiev è ormai svuotata, preda della propria desolazione. I suoi edifici fatiscenti sembrano parlare. Folle di profughi stanno trovando accoglienza in Europa. Berlino scalda gli arsenali e la Svizzera rinuncia alla sua secolare neutralità a favore della NATO.

Tutti auspicano di poter risolvere la diatriba con un’azione diplomatica e di evitare la catastrofe.

Le minacce provenienti dall’est devono cessare al più presto, perchè la Russia con il suo contegno sta aggravando la situazione e la tensione ormai è insostenibile.

La Nato definisce inammissibili i messaggi provenienti dal Cremlino, mentre il Pentagono avverte semplicemente che disponde di tutti gli strumenti per difendere Washington e gli alleati nel caso il conflitto mondiale dovesse esplodere mandando all’aria ogni negoziazione.

Di che armi dispone la NATO?

Il missile russo da quindici testate, battezzato con il nome eleoquente di Satan 2, mette paura.

Ma le basi NATO sono a loro volta colme di testate nucleari. In italia le sorti si stanno configurando principalmente nella nota base di Aviano, in prossimità del nostro confine Nord Est.

Uno studio del nostro Ministero della Difesa di qualche anno fa ha provato a quantificare i danni di un’ipotetica aggressione verso i nostri bunker atomici.

I risultati dello studio furono poi pubblicati su un fascicolo di Greenpeace.

Stando a questo dossier, lo scenario più pernicioso cui andremmo incontro è lìesplosione di un fungo radioattivo che avrebbe potuto falciare sul colpo dai due ai dieci milioni di vite, parametri resi instabili da fattori ambientali come la forza e la direzione del vento piuttosto che le tempistiche con cui si intraprenderebbe un salvataggio.

Si tratta di un’ipotesi mai condivisa, per non scatenare il panico dei civili, tenuta secretata e nota solo ai vertici militari e alle figure professionali di Stato che si occupano del comparto nucleare.

La NATO ha quindi il potere di rispondere con forza a e con fragore, sacrificando vite umane, biodiversità, riempiendo l’atmosfera di scorie delle quali (ammesso di sopravvivere) non avremmo mai contezza.

Come non abbiamo mai avuto completamente chiari gli esiti finali degli incidenti nucleari precedenti, in termini di variazione del suolo, dell’ossigeno, dell’incidenza del cancro e di altre patologie mortali.

Il panorama che si staglia davanti ai nostri occhi è nero.

Resta solo da sperare nella ragionevolezza dei nostri leader politici, nelle loro capacità diplomatiche e nella possibilità che questo scenario distopico non si concretizzi, poichè frutto di follia umana.

Un folle che vuole governare il mondo, a costo di sacrificare tutto e non avere più un mondo su cui porre il proprio predominio.

Redazione Trend-online.com
Redazione Trend-online.com
Di seguito gli articoli pubblicati dalla Redazione di Trend-online. Per conoscere i singoli autori visita la pagina Redazione Trend-online.com
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
785FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate