Zona arancione: “più responsabilità e rispetto delle regole

Dalla prossima settimana qualche regione passerà in zona arancione. Visto l'aumentare dei casi, è opportuno chiamare alla responsabilità di tutti i cittadini.

Due anni fa, l’umanità già era venuta a conoscenza del Covid-19. Il numero stesso nel suo nome, infatti, sta ad indicare l’anno in cui il ceppo è stato per la prima volta identificato. 

La malattia si è diffusa dalla Cina ed in particolare dalla megalopoli Wuhan, “piccola” (per gli standard cinesi) città da 6 milioni di abitanti che ospita sia un enorme mercato di animali vivi sia un laboratorio in cui si studiano i Coronavirus. Ancora non è chiaro come e quando la malattia sia uscita, se per errore umano o per scherzo della natura, sta di fatto che da Dicembre 2019 a Gennaio 2020 tutti ne avevano sentito parlare

Il nostro caro paese, l’Italia, è stato il primo vero e proprio focolaio in Europa. Da Febbraio 2020 i casi si sono moltiplicati a dismisura, costringendo Giuseppe Conte, allora Presidente del Consiglio, ad indire un lockdown nazionale

Nessuno poteva uscire da casa se non per motivi di stretta necessità. La paura regnava ed i morti erano molti, moltissimi. Emblematica la foto dei camion dell’esercito usati per trasportare i morti a Bergamo, centro particolarmente colpito dalla malattia.

Due anni dopo, e non sembra che la situazione sia tanto migliorata. In effetti, nonostante l’uscita dei vaccini e la loro distribuzione sul mercato globale i casi continuano a rompere ogni record. Complice la nuova variante, Omicron, particolarmente contagiosa ed in grado di raggirare l’immunità di alcuni vaccini.  

Tuttavia, i vaccini servono in quanto aumentano comunque moltissimo l’immunità del paziente. Questo significa che se anche vi dovesse prendere, Omicron non dovrebbe fare tanti danni in caso di vaccino. 

Per questo motivo, infatti, i casi rimangono alti ma morti e posti in terapia intensiva continuano ad essere relativamente bassi rispetto ad uno o due anni fa. 

Secondo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’Ospedale di Genova, infatti:

Nel Regno Unito vedono una luce forte in fondo al tunnel e non uno spiraglio. I dati delle ospedalizzazioni e dei pazienti intubati per Covid sono con il segno meno da diversi giorni. C’è poi un calo dei contagi, una riduzione della circolazione del virus e anche della gravità della malattia che ci aspettavamo con Omicron, e lo vedremo prestissimo anche in Italia.

Già siamo arrivati al picco, la prova sono i ricoveri in terapia intensiva che sono stabili da una settimana.

Insomma, potrebbe essere che fra qualche settimana tireremo un sospiro di sollievo e la quarta ondata sarà alle nostre spalle. 

Fino a quel momento, tuttavia, i casi sono alti e le terapie intensive in pericolo. Già durante gennaio, infatti, alcune regioni sono rientrate in zona gialla e molte altre attendono l’esito per vedere se entreranno in zona arancione. Nei casi peggiori, si potrebbe persino entrare in zona rossa, ovvero lockdown per tutti.

Vediamo insomma cosa accadrebbe per le regioni in zona arancione e qual è esattamente la differenza fra zone.

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Differenze fra zona bianca, zona gialla, zona arancione e zona rossa

La differenza di colore fra le regioni era stata implementata da Governo Conte per evitare di istituire nuovamente un lockdown nazionale quando alcune zone del paese erano molto meno contagiate di altre. 

Le altre nazioni europee sembravano persino ammirate da questo tipo di misura, la quale insieme alla campagna vaccinale estremamente efficace ci ha aiutati a rallentare l’arrivo della quarta ondata (anche se poi è arrivata lo stesso, ma era quasi impossibile evitarla).

In sostanza, esistono quattro livelli di “zone”, denominate a seconda dei colori: bianca (la più sicura), gialla, arancione e rossa (la meno sicura).

Il cambiamento di colore dipendeva, prima, solamente dal numero dei casi. Con i vaccini e la diminuzione della gravità della malattia, tuttavia, si è pensato di cambiare i parametri associando il cambiamento di colore alle terapie intensive

Al momento, infatti, i seguenti sono i parametri per cambiare da un colore all’altro:

  • Si passa da Zona Bianca a Zona Gialla quando l’incidenza è superiore ai 50 casi su 100.000, la percentuale di ricoveri è più del 15% e le terapie intensive occupate sono oltre il 10%;
  • Si passa da Zona Gialla a Zona Arancione quando l’incidenza è superiore ai 150 casi su 100.000, la percentuale di ricoveri è più del 30% e le terapie intensive occupate sono oltre il 20%;
  • Infine, si passa da Zona Arancione a Zona Rossa quando l’incidenza è superiore ai 150 casi su 100.000, la percentuale di ricoveri è più del 40% e le terapie intensive occupate sono oltre il 30%.

In precedenza, il passaggio in zona gialla prevedeva un coprifuoco ed alcuni locali chiusi. Ad oggi, le regole sono cambiate e riguardano per lo più lo status di vaccinazione

In effetti, per i possessori di Super Green Pass cambia davvero poco fra zona bianca, gialla e arancione, in quanto saranno ancora in grado di frequentare locali di intrattenimento, ristoranti al chiuso ed uscire dalla propria regione. 

Il Super Green Pass viene concesso a coloro che hanno completato il ciclo di vaccinazione (per ora anche senza booster) da almeno 9 mesi. La terza dose, o booster, rinnova la validità del Super Green Pass, e lo stesso vale per la guarigione dalla malattia in tempi recenti. 

Il Green Pass normale, invece, viene concesso dopo essere risultati negativi ad un test molecolare (per 72 ore) o a ad un test rapido (per 48 ore). Con il Green Pass normale, tuttavia, sarà possibile entrare in molti meno luoghi. Vediamolo meglio nel prossimo paragrafo.

Green Pass e Super Green Pass: qual è la differenza?

Dal primo febbraio, servirà almeno il Green Pass per entrare praticamente ovunque. Infatti, se fino ad ora si poteva ancora entrare nei negozi di generi alimentari e negli uffici pubblici senza nessuna delle due certificazioni, dal primo febbraio questi ultimi saranno esclusi dalle esenzioni, e servirà almeno il Green Pass base per entrarvi. 

Solamente gli ingressi negli alimentari, nei supermercati e nelle farmacie saranno esentati da entrambe le certificazioni

In zona arancione, poi, per accedere alle attività ricreative come cinema, palestre ed impianti sciistici sarà necessario il Super Green Pass. Ovvero sarà necessario essere completamente vaccinati o essere guariti dal virus

Il Green Pass normale sarà comunque necessario, in zona arancione, per accedere in tutto il resto. Dal luogo di lavoro ai mezzi pubblici sarà necessario come minimo essere risultati negativi nelle ultime 48 ore per potervi accedere. 

I lavoratori dipendenti senza Green Pass base non potranno accedere nel loro luogo di lavoro e risulteranno come assenti ingiustificati, perdendo il diritto allo stipendio. 

Dal 20 gennaio, inoltre, sarà necessario mostrare il Green Pass base per parrucchieriestetistitatuatori ed altre attività estetiche e sulla figura del corpo.

Insomma, dal 1o febbraio in poi verrà implementata una sorta di lockdown per i non-vaccinati in caso la regione entri in zona gialla o arancione. 

Ricordiamo, inoltre, che in zona rossa il lockdown è generalizzato, senza distinzione tra il numero di vaccini fatti o la guarigione dalla malattia: tutti siamo chiusi in casa fino a quando non viene rimosso lo status di zona rossa. 

Semplici misure per non finire in zona arancione: responsabilità e regole

In molti potrebbero ritenere che l’implementazione di tali misure sia una violenza da parte del governo, poiché vuole tenerci sotto scacco o sotto controllo dentro casa o attraverso il vaccino. 

La verità è che è molto facile pensarci quando ciò che stiamo affrontando non si può controllare facilmente. Il virus non si vede, è invisibile, ed i numeri del bollettino, dopo due anni, tendono ad essere sempre meno impressionanti. 

Ma i bollettini rappresentano famiglie vere, veri individui che hanno e stanno davvero soffrendo per la malattia. Con il riempirsi delle terapie intensive, inoltre, rimane sempre meno spazio per gli altri pazienti

Non c’è più spazio per gli altri pazienti, ed il governo deve intervenire per la salute di tutti

Alla fine dei conti, per quanto si possa incolpare (anche a ragione a volte) il governo, la malattia è qualcosa che colpisce noi cittadini

Per questo motivo, anche dopo due anni, è comunque sempre bene prendere le giuste misure per combattere il virus. 

Misure che avrete sentito ripetere chissà quante volte, come lavarsi le mani evitare assembramenti in luoghi chiusi hanno un vero effetto sulla pandemia. I contagi si riducono e, in fin dei conti, siamo noi a non prendercelo

Come aveva spiegato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, infatti:

Bisogna attenersi ai dati e alle prescrizioni degli organi sanitari competenti. Tutto questo, come ripeto da giorni, dev’essere accompagnato dal comportamento responsabile di ognuno attraverso l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale.

Non bisogna lasciare che minoranze di incivili vanifichino gli sforzi del personale sanitario, delle forze dell’ordine e dei tanti cittadini che con grande senso civico rispettano le regole.

Mettersi una mascherina, misura che comunque ormai è obbligatoria anche in zona bianca, è un atto semplice e senza sforzi che aiuta l’intera comunità. Il governo non avrebbe ragione di obbligare l’uso della mascherina se non avesse un funzionamento concreto contro la pandemia. 

Insomma, cerchiamo di essere tutti più responsabili così che, un giorno, potremo dire di essere usciti insieme dalla pandemia

Un approfondimento sulla responsabilità ed il rischio clinico è stato realizzato da Sanità Informazione, di cui vi linkiamo il video:

Zona arancione: le regioni a rischio

Al momento, le regioni che hanno superato le soglie per entrare in zona arancione sono il Piemonte, il Friuli Venezia-Giulia, la Sicilia e l’Abruzzo. 

Anche la Calabria è pericolosamente vicina al numero di terapie intensive e contagi per entrare in zona arancione. Stessa sorte potrebbe toccare alle Marche, il cui presidente Francesco Acquaroli ha spiegato che:

Ormai il margine è molto ristretto. Se non avremo i numeri per la zona arancione questa settimana (lunedì 24 gennaio, ndr), molto probabilmente, quasi certamente, li avremo la settimana prossima (lunedì 31 gennaio, ndr).

Infine, la Valle d’Aosta è per ora l’unica regione che rischia di passare in zona rossa.

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