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Come ottimizzare le tue campagne PPC?

Cos’è il PPC?

La pubblicità PPC (Pay-Per-Click) è una piattaforma pubblicitaria che ti consente di promuovere la tua attività tramite i risultati di ricerca online. Invece di pubblicare annunci su riviste o giornali, ad esempio, puoi pagare per visualizzare annunci pertinenti nelle pagine dei risultati dei motori di ricerca e in altri siti Web quando le persone digitano parole chiave correlate a ciò che offri. 

Poiché gli annunci PPC sono in genere più visibili dei tradizionali tipi di annunci pubblicitari, attirano molta attenzione e attirano più traffico da potenziali clienti rispetto alle loro controparti tradizionali. In effetti, alcuni inserzionisti PPC spendono centinaia o addirittura migliaia di dollari per ogni clic sul loro annuncio! 

Il prezzo di questi clic mirati dipende dalla competitività del settore in cui ti trovi e dalla domanda di clic su determinate parole chiave. 

Ecco dove entra in gioco l’ottimizzazione: Con il marketing PPC, non miri solo a creare annunci; piuttosto, vuoi anche testarli e modificarli regolarmente in modo che funzionino meglio nel tempo.

In che modo le campagne pubblicitarie a pagamento possono aiutare la tua attività?

Gli annunci pay-per-click (PPC) sono uno dei modi, se non I modi, più efficaci per ottenere lead. 

È tramite PPC che puoi ottenere clienti pronti e disposti ad acquistare. La chiave sta nel modo in cui imposti la tua campagna e con quale offerta la presenti. 

In questo post, ti insegnerò tutto ciò che devi sapere sull’ottimizzazione di una campagna PPC. 

Hai deciso di sfruttare la pubblicità di Facebook: congratulazioni! Che si tratti di social media o Google AdWords, è importante entrare in qualsiasi tipo di pubblicità online con una parvenza di strategia. 

Alcune persone pensano che il PPC dovrebbe basarsi esclusivamente su sensazioni viscerali o su un’ipotesi plausibile. Nulla potrebbe essere più lontano dalla verità; Ci sono molti fattori coinvolti nell’impostazione e nella gestione di campagne PPC di successo, ma se lo fai nel modo giusto, ripaga alla grande.  

Obiettivi di targeting del pubblico per una corretta ottimizzazione delle campagne a pagamento

Non esiste necessariamente un tipo di offerta che funzioni meglio per tutti i segmenti di pubblico, quindi è meglio iniziare sempre calcolando i tuoi obiettivi generali per la campagna. 

Una volta stabiliti gli obiettivi, è il momento di capire esattamente chi è il tuo pubblico di destinazione in modo da raggiungere efficacemente quegli individui quando lanciano i loro set di inserzioni. 

Questo include domande come chi costituisce la base di clienti ideale? 

In quale fascia demografica rientrano i tuoi clienti? 

Quali dispositivi stanno utilizzando? 

Alcuni utenti preferiscono le app desktop rispetto a quelle mobili? 

Capire tutte queste variabili può aiutarti a capire a chi vuoi rivolgerti attraverso gli sforzi di marketing PPC.

Come iniziare a ottimizzare le tue campagne?

Il primo passo per ottimizzare una campagna è determinarne lo scopo. 

Ad esempio, se stai pubblicando una campagna display per un negozio online, ci sono tre principali KPI che vorresti monitorare:

Percentuale di clic (CTR), costo per acquisizione (CPA) e ritorno sulla spesa pubblicitaria (ROAS). 

Inizia creando un foglio di calcolo di obiettivi e KPI con cui misurare le prestazioni. Quindi inizia a testare diverse creatività, righe di testo e pagine di destinazione tenendo presenti questi obiettivi.

Identifica obiettivi e KPI

I KPI, o indicatori chiave di prestazione, sono indicatori di successo che speri di ottenere con un determinato progetto. Assicurati di sapere quali metriche ti aiuteranno a misurare il successo. 

Non ha senso ottimizzare una campagna AdWords per ottenere più clic se la maggior parte di questi clic porta a utenti che non sono interessati ad acquistare ciò che vendi dal tuo sito. 

Prima di iniziare qualsiasi tipo di ottimizzazione della ricerca a pagamento, assicurati che il tuo obiettivo sia chiaro e realistico. Tieni un elenco a portata di mano in modo che quando emergono domande (e lo faranno), puoi ricontrollare e assicurarti che tutto sia a posto. 

Quando si tratta di gestione PPC, ogni piccola parte aiuta!

Definisci il tuo pubblico di destinazione

Scopri quali dati demografici sono più propensi ad acquistare ciò che offri. 

Ad esempio, se vendi un corso di formazione online su come parlare spagnolo, la maggior parte del tuo traffico dovrebbe provenire da coloro che imparano lo spagnolo come seconda lingua (L2). 

Se la maggior parte dei visitatori del tuo sito web sono nativi americani che non stanno imparando lo spagnolo, allora avrebbe senso destinare meno budget per raggiungere le persone in quel gruppo demografico. 

Può sembrare controintuitivo spendere soldi in gruppi di targeting in cui sembra che non sarebbero interessati a ciò che hai da offrire, ma ricorda: Google Ads è intelligente quanto lo è il loro targeting.

L’utilizzo di segmenti di pubblico simili avanzati può anche aiutare a migliorare il rendimento se la tua pagina non genera molta copertura organica o conversioni.

Impostazione di un budget

Uno dei passaggi più importanti nell’ottimizzazione di una campagna è l’impostazione di un budget. Puoi controllare molti aspetti della tua campagna pay-per-click, ma non puoi controllare i costi. 

Prima di iniziare a pubblicare annunci, assicurati di sapere quanti soldi sei disposto a spendere e di impostare un limite giornaliero per ciascuna campagna. Come per qualsiasi strategia di marketing, è importante porre un limite alla spesa in modo che una spesa eccessiva non rovini tutto. 

Ad esempio, Google consiglia di impostare limiti di budget giornaliero per gli annunci CPC perché spendere troppo in un giorno non aiuta i giorni futuri. Tieni presente quanto budget hai a disposizione in un determinato periodo di tempo. 

Conoscere questi limiti è importante perché sapere quanti soldi devi spendere ti consente di allocare fondi sufficienti per conversioni di qualità senza bruciare denaro troppo rapidamente non tenendo conto di lead che potrebbero costare più di altri.

Detto questo, in genere consiglio di impostare inizialmente un budget giornaliero ridotto e poi di aumentarlo dopo un po’, purché i tassi di conversione siano elevati. In definitiva, tutto dipende dal tipo di budget che hai stanziato per PPC o se c’è del budget!

Crea una pagina di destinazione

Quando crei una pagina di destinazione, dovresti prima definire cosa stai cercando di offrire. 

Offri un ebook? Un software? Qualche tipo di corso di formazione video? Cosa possono aspettarsi le persone quando fanno clic sul tuo link e arrivano alla tua pagina di destinazione? 

Prenditi un po’ di tempo per pensare a cosa stai effettivamente vendendo. Questo non solo ti aiuterà a creare un’offerta interessante per i visitatori, ma influirà anche sull’efficacia con cui gli annunci a pagamento li indirizzano. 

Ad esempio, se stai promuovendo un ebook scaricabile che aiuta a risolvere un problema comune affrontato da molte persone, i visitatori potrebbero essere più inclini a convertirsi dopo aver letto solo una o due righe di testo rispetto a se stessi promuovendo l’accesso a un corso di formazione online che potrebbe potenzialmente insegnare a chiunque abbia abbastanza pazienza come risolvere problemi simili nella propria attività o professione. 

Ciò non significa che un approccio sia migliore di un altro, ma piuttosto evidenzia quanto sia importante sapere esattamente cosa stai promuovendo prima di impostare iniziative pubblicitarie a pagamento.

L’obiettivo di una pagina di destinazione è convertire un potenziale cliente in un cliente reale. Perché? 

Beh, per cominciare, aiuta a massimizzare il tuo tasso di conversione; quando disponi di una campagna che genera conversioni del 20% o meno, puoi migliorare il rendimento solo mediante l’ottimizzazione. 

In secondo luogo, è una prova positiva che le persone vogliono davvero ciò che stai offrendo loro; se non disponi di dati che mostrano così tanto (come invii di moduli o vendite), gli scettici possono chiedersi se c’è davvero una richiesta per ciò che stai offrendo, anche se non hanno letto una parola a riguardo . 

Nel peggiore dei casi, gli scettici presumono che non ci sia interesse per qualunque cosa tu stia vendendo e respingono del tutto il tuo prodotto a causa delle loro ipotesi errate.

Analizza i tuoi dati

Una volta eseguita una campagna, devi analizzarne il rendimento e confrontarlo con i tuoi obiettivi. Desideri misurare elementi come il costo per acquisizione (CPA), il costo per clic (CPC) e costo per visualizzazione (CPV). 

Questo ti aiuterà a determinare se dovresti modificare alcuni elementi della tua prossima campagna o anche se hai bisogno di più dati prima di decidere quali elementi devono essere modificati. Ancora una volta, Google Analytics è un ottimo strumento per monitorare questi tipi di KPI. 

Con GA è facile confrontare diversi canali di marketing in base alle metriche più importanti per i tuoi obiettivi di business.

Inoltre, Google Analytics dispone di canalizzazioni di conversione integrate che puoi utilizzare per capire se aspetti specifici della tua offerta o del tuo targeting stanno aumentando le conversioni in tutte le fasi di interesse. 

Ecco una semplice configurazione della canalizzazione: 

ricevere traffico -> convertire quei visitatori in visitatori del sito -> convertire i visitatori del sito in invii di lead -> convertire quei lead in clienti. 

Una volta raccolti dati sufficienti e analizzato ciò che sta accadendo nella tua attività, puoi intraprendere azioni concrete per migliorare i tuoi sforzi di marketing.

In definitiva, ciò che conta è se hai raggiunto i tuoi obiettivi generali—aumento delle entrate/lead/clienti—e lo sviluppo di un buon processo per ottimizzare i tuoi annunci può garantire che raggiungano questi obiettivi ogni volta che vengono lanciati.

Conclusione

Prima di iniziare l’ottimizzazione, è importante capire che tipo di offerta stai promuovendo. Sapere esattamente cosa stai promuovendo ti aiuterà a indirizzare i tuoi sforzi durante l’ottimizzazione, in quanto ti darà un’idea chiara di cosa deve essere testato e quando. 

L’obiettivo della campagna, la selezione del pubblico e la strategia di offerta devono corrispondere tra loro; se non lo fanno, allora potrebbe essere il momento di cambiare.

Impostare obiettivi tenendo a mente queste cose contribuirà a garantire che l’ottimizzazione non solo abbia successo, ma anche un’esperienza piacevole. Sebbene i test a volte possano comportare la disapprovazione degli annunci o pause che influiscono negativamente sui tuoi KPI, è fondamentale per il successo nelle campagne pubblicitarie a pagamento.

Servizio Civile: come fare soldi ed esperienza!

Spesso, soprattutto tra i ragazzi più giovani ma non solo, si parla di attività che possano non solo arricchire il curriculum vitae ma arricchire come persone, venendo in contatto con le realtà della società, piccole o grandi realtà che hanno bisogno di una mano, sia in Italia ma anche all’estero.

Se sei alla ricerca di un’esperienza che possa arricchirti culturalmente e che possa darti la possibilità di aiutare la tua comunità, esiste il Servizio Civile universale!

Anche quest’anno è uscito il bando per il Servizio Civile ed è possibile fare domanda per uno dei 2.818 progetti che si realizzeranno tra il 2022 e il 2023,in Italia e all’Estero ma anche su base sperimentale digitalmente!

Affrettati però, la scadenza è vicina e i progetti a cui prender parte sono tantissimi tra cui scegliere!

Il Servizio Civile: un’occasione da non perdere

Il Servizio Civile Nazionale viene introdotto alla fine del 1972 con la legge n. 772 come alternativa all’allora obbligatorio servizio di leva.

La scelta di istituire il Servizio Civile era destinata a tutti coloro che si definivano obiettori di coscienza e cioè tutti coloro i quali, per un qualsiasi motivo etico, religioso o affine, non volevano prestare il servizio militare.

Se prima il Servizio Civile non era visto come un’opportunità formativa ma solo come un’alternativa alla leva, è solo nel 2001 che venne istituito il Servizio Civile Nazionale: non più un’alternativa ma una vera e propria scelta, anche perchè la leva obbligatoria decadde nel 2005.

Nel 2017, con il decreto legislativo n.40, il Servizio Civile da nazionale diventa universale, con l’obiettivo di rendere questa un’esperienza ancora più formativa.

Lo scopo principale del Servizio Civile è quello di incentivare attività di solidarietà, inclusione sociale, tutela del patrimonio culturale ed ambientale.

Le alternative  dei progetti presenti nei bandi del servizio civile, quindi, vertono su diversi settori:

  • ambiente,
  • assistenza,
  • educazione, 
  • promozione culturale
  • protezione civile,
  • servizio civile all’estero,
  • patrimonio artistico e culturale.

Come tutte le iniziative statali, esistono dei requisiti che generalmente sono comuni nei bandi ogni anni.

Tra questi troviamo che al Servizio Civile possono accedere giovani compresi tra i 18 e i 28 anni, di cittadinanza italiana, che godano di tutti i diritti civili e politici.

Coloro i quali intendono presentare domanda per il Servizio Civile non devono riportare condanne con sentenze di primo gradi per delitti non colposi, legati a violenza contro persone o partecipazione a gruppi eversivi e di criminalità organizzata.

Altri requisiti sono spesso legati al progetto stesso, quindi, sono a discrezione degli entri che erogano il bando, soprattutto in base alla tipologia di attività che si andrà a promuovere.

L’esclusione dalla possibilità di poter fare domanda per il Servizio Civile è generalmente legata a:

  • rapporti superiori a 3 mesi con l’ente per cui si sceglie di fare domanda;
  • abbandono del Servizio Civile o partecipazione passata a uno dei progetti proposti;
  • appartenenza alle forze armate e di polizia;
  • condanne di primo grado per delitti colposi.

Servizio Civile: Bando 2021

Il 14 dicembre 2021 è stato pubblicato il bando, presente anche sul sito del Dipartimento per le Politiche Giovanili.

Il bando del Servizio Civile universale ha predisposto circa 56.200 posti disponibili per giovani tra i 18 e 28 anni che intendono diventare operatori volontari di Servizio Civile.

In particolare, per questo bando, i posti sono così suddivisi:

  • 54.181 sono i posti disponibili per i progetti da realizzarsi in Italia, per un totale di 2.541 progetti
  • 980 posti per i 170 progetti all’estero.

A questi sono inoltre stati predisposti: 

Questi progetti specifici sono previsti come interamente dedicati a giovani disoccupati, residenti in Basilicata, Puglia, Sicilia, Calabria, Campania, Abruzzo, Molise e Sardegna. Per questi posti in particolare è necessaria, oltre la residenza in una delle regioni sopracitate, essere disoccupato e in possesso della DID, la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro e la presa in carico con la stipula del “patto di servizio” presso un Centro per l’impiego.

  • 1.007 posti nei 103 progetti sperimentali dedicati al Servizio Civile digitale.

In particolare, questi progetti sperimentali di Servizio Civile digitale hanno lo scopo e l’obiettivo di superare l’attuale gap sulle competenze digitali, in linea con quelle che sono le Strategie nazionali per le competenze digitali. 

Anche quest’anno, tutti i progetti fanno parte di una programmazione più ampia di intervento legata a uno o più obiettivo dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

In alcuni progetti, inoltre, sono stati riservati dei posti per giovani con minori opportunità, legate a disabilità, bassa scolarizzazione, difficoltà economiche, care leavers e giovani con temporanea fragilità personale e sociale.

Per aver accesso a questi posti specifici sarà dunque necessario possedere lo specifico requisito richiesto nel bando.

A questo link è disponibile il bando completo per poter prendere visione di tutti i progetti che saranno avviati e per cui è possibile candidarsi.

Il Dipartimento delle Politiche giovanili e Servizio Civile ha predisposto uno spot della campagna istituzionale per la promozione del Servizio Civile universale 2021 qui visionabile:

Bando Servizio Civile 2021: Come fare domanda e scadenza

Se leggendo il bando hai selezionato il progetto a cui vorresti prender parte, non ti resta che far domanda e attendere la selezione.

Gli aspiranti giovani operatori volontari devono obbligatoriamente presentare la domanda telematicamente, attraverso la piattaforma Domanda on Line (DOL) raggiungibile all’indirizzo domandaonline.serviziocivile dove tramite un sistema di ricerca dotato di utilissimi filtri, sia per i progetti in Italia che all’estero, è possibile trovare il progetto scelto e finalizzare la domanda con i propri dati personali. Necessario ai fini della compilazione della domanda è possedere lo SPID con livello 2 di sicurezza.

Oltre ovviamente all’arricchimento sociale e alla possibilità di inserire un’ottima esperienza nel proprio curriculum vitae, è riconosciuto a coloro i quali prendono servizio nei progetti, un assegno mensile pari a 444,30 euro, con un’ulteriore indennità per i candidati che prenderanno parte ai progetti all’estero, oltre il pagamento di vitto e alloggio.

Per rendere l’accesso ai progetti del Servizio Civile più semplice e intuitivo, è stato creato un sito internet dedicato, che grazie ad un linguaggio semplice e diretto, orienta meglio ogni giovane verso quella che può essere l’opportunità più indicata. 

La scadenza della domanda è prevista per il 26 gennaio 2022 alle ore 14:00.

La durata dei progetti varia dagli 8 ai 12 mesi.

L’orario di servizio previsto è pari a 25 ore settimanali; il monte ore annuale, a seconda dello specifico progetto, può variare tra le 765 e le 1.145 ore.

La selezione dei candidati è portata avanti dagli enti scelti dal richiedente. Non è quindi una commissione esterna ma è lo stesso ente ideatore del progetto a predisporre un colloquio, che vista anche la situazione epidemiologica potrà avvenire a distanza in remoto.

In generale 

le procedure di selezione devono rispettare, tra gli altri, i principi di trasparenza e pubblicità. L’ente di riferimento dovrà pubblicare sul suo sito un calendario di convocazione per i colloqui almeno 10 giorni prima del loro inizio. In caso di inadempienza, può scattare l’annullamento della selezione.

Capiamo quindi come sia fondamentale scegliere un progetto che ci sia particolarmente affine, poichè ciò potrebbe facilitare l’iter di selezione, ma che è anche necessario seguire attentamente gli aggiornamenti sul sito dell’ente scelto poichè la selezione è totalmente demandata all’ente stesso.

Servizio Civile 2021: perchè prenderne parte

Come abbiamo visto, i progetti proposti spaziano in una moltitudine di campi che vanno dall’ambiente alle politiche sociali alla tutela dei beni culturali.

Soprattutto per i ragazzi che attualmente non hanno un lavoro, questa opportunità può rappresentare un ottimo modo per mettere a frutto il proprio tempo, prestando un servizio utile alla società e sviluppando delle capacità che saranno poi fondamentali nel mondo del lavoro. 

Le testimonianze di ragazzi che in passato hanno preso parte ai progetti sono molteplici e la validità delle collaborazioni è indubbia.

Se prendiamo ad esempio il sito della Caritas Diocesana di Faenza- Modigliana, possiamo leggere

“Servizio Civile è rimboccarsi le maniche, fare un bel respiro e scoprire che ce la possiamo fare. È  scoprire che “non puoi cambiare il mondo da sola” è la verità, ma non è una scusa. È scoprire che hai un senso, un’utilità: quello che fai, le tue energie e il tuo tempo, servono a qualcosa – magari a qualcuno che domani starà un po’ meglio di oggi – e, contro ogni brutto luogo comune, non è solo una frase fatta.” (Silvia- Centro di Ascolto)

“Grazie a questo progetto ho instaurato relazioni che all’inizio pensavo impossibili e ogni volta torno a casa sapendo di aver lasciato, anche solo con piccoli gesti, un sorriso sulle labbra di persone che ne avevano davvero bisogno.”(Ylenia- Ufficio Educazione alla Mondialità)

In particolare, soprattutto per quanto riguarda i progetti all’estero, essi si presentano come un’ottima prospettiva di crescita personale poichè, con vitto e alloggio pagati, danno la possibilità di vivere nuove realtà, imparare nuove lingue e allargare i propri confini.

Un esempio è la testimonianza di Annalisa, volontaria di ENGIM nel progetto del “Centro Preventivo Ubaldo Bonucelli” in Ecuador che si occupa di lavorare con bambini dai 6 ani 12 anni.

Come tutte le esperienze all’estero, tanti dubbi e paure vengono poi sostituite dalla soddisfazione e dalla crescita personale che la vita in un paese così diverso dal nostro può insegnare.

Brunello Cucinelli sull’ottovolante dopo i conti. Che fare?

Seduta da dimenticare per Brunello Cucinelli che dopo il rally di oltre il 4% messo a segno martedì, è crollato pesantemente ieri.

Brunello Cucinelli a picco dopo il rally della vigilia

Il titolo, che è stato il peggiore del Ftse Italia Mid Cap, ha terminato le contrattazioni a 57,2 euro, con un affondo del 5,45% e oltre 160mila azioni scambiate, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a quasi 80mila.

Brunello Cucinelli da inizio settimana è finito sotto la lente del mercato, dopo che il gruppo lunedì a mercati chiusi ha diffuso i dati preliminari dei ricavi e del debito 2021.

Brunello Cucinelli: i dati preliminari su ricavi e debito 2021

Nel dettaglio, i ricavi netti sono stati pari a 712 milioni di euro, in rialzo del 30,9% rispetto al 2020, mentre l’indebitamento finanziario netto è pari a circa 23 milioni di euro, con un rilevante miglioramento rispetto ai 93,5 milioni di euro al 31 dicembre 2020, grazie alla forti vendite a un miglioramento degli incassi.

Brunello Cucinelli ha confermato la guidance recente di 10% di crescita annua del fatturato 2022-2023, con progressiva normalizzazione dei margini sui livelli pre-pandemia.

Brunello Cucinelli: Equita SIM alza stime e target price

Gli analisti di Equita SIM evidenziano però che il tono del comunicato stampa appare piuttosto ottimista sulla visibilità di queste aspettative grazie alla forte raccolta ordini, alle aperture/ampliamenti di negozi previsti, al forte sell-out delle collezioni invernali.

La SIM milanese ha alzato le stime di Ebitda e util 2021 rispettivamente del 4% e del 7%, con EBITDA margin 2021 del 14,6%, leggermente al di sopra del 14% indicato dalla società a metà dicembre.

Gli analisti applicano variazioni simili anche sul 2022-2023, dove comunque già incorporavano un riavvicinamento ai margini 2019.

Nonostante il newsflow positivo nel breve, l’upside sembra limitato ad Equita SIM, date le valutazioni già elevate. La view su Brunello Cucinelli resta cauta, con una raccomandazione “hold” e un prezzo obiettivo alzato del 6% a 57,5 euro.

Brunello Cucinelli: la view di Banca Akros e di Jefferies

A rivedere la valutazione del titolo è stata anche Banca Akros che da una parte ha reiterato il rating “neutral”, con un target price aumentato da 56 a 57 euro, dopo i dati preliminari leggermente migliori delle attese.

Cauti anche i colleghi di Jefferies che su Brunello Cucinelli hanno una raccomandazione “hold” e un fair value a 55 euro.

Gli analisti evidenziano che tutti i canali e le aree geografiche hanno accelerato nel quarto trimestre rispetto al terzo, segnalando che la ripresa in Europa è stata particolarmente impressionante.

Brunello Cucinelli sotto la lente di Kepler Cheuvreux

Prudente Kepler Cheuvreux che due giorni ha ribadito il rating “hold” su Brunello Cucinelli, con un prezzo obiettivo a 53 euro.

Il broker segnala che i ricavi del 2021 registrati dal gruppo sono stati superiori alla guidance, accompagnati da un debito netto migliore delle attese.

Gli analisti hanno alzato nuovamente le stime del gruppo, seguendo l’analoga mossa fatta a dicembre, ma mantengono una view cauta visto ch il titolo scambia a multipli elevati.

Social network, obbligo di rimborso per gli account sospesi!

Poniamo il caso di un utente di un social network, precisamente Facebook (oggi Meta, ma all’epoca dei fatti il rebranding ancora non era stato effettuato), il quale posti ripetutamente sul proprio profilo foto di Mussolini, condite da commenti, anche boriosi, per mettere in mostra la propria appartenenza ad un determinato schieramento politico.

Il social network decide perciò, in diverse occasioni in cui ritiene siano stati violati i propri community standard, di bloccare temporaneamente l’account dell’utente in questione. Il quale, però, non esita a ricorrere al Tribunale, e riesce a vincere il ricorso, ottenendo la condanna di Facebook a pagare 15mila euro di danni morali.

A questo punto è lo stesso colosso social ad impugnare la sentenza di primo grado, che tuttavia viene confermata lo scorso novembre dalla Corte d’appello dell’Aquila (con riduzione della somma dovuta a soli 3mila Euro), la cui pronuncia permette di tirare le somme e di comprendere meglio le dinamiche che stanno dietro al rapporto tra utenti e social network.

Cominciamo dunque cercando di capire come funziona e quando si rischia di trovarsi bannati, anche solo temporaneamente, non solo da Facebook ma da un social network in generale (a tal proposito può essere utile il video sottostante, molto preciso e attuale pur risalendo al marzo 2021, tratto dal canale YouTube di Giusy Sutera).

Vedremo poi come funziona il rapporto contrattuale tra le parti (i social ed i loro utenti), cosa sono i community standard, alcuni esempi di risarcimenti ottenuti da chi è stato sospeso ingiustamente e quali conseguenze avranno queste sentenze sul futuro dei social network.

Social network, quando si rischia la sospensione dell’account?

Sono numerose le fattispecie previste per la sospensione, temporanea oppure definitiva, dell’account di un utente.

In primo luogo possiamo senza dubbio citare la violazione dei termini di servizio o degli “standard della community”. Parliamo dunque, ad esempio, di post che potrebbero essere minacciosi e intimidatori, o essere lesivi della dignità altrui.

Ma per essere bannati può bastare anche molto meno: su Facebook potrebbe essere sufficiente il solo mandare troppi messaggi promozionali ad utenti che non fanno parte della propria schiera di amicizie, ed in tal caso il giudizio sul blocco o meno di un account spetterebbe all’algoritmo antispam.

C’è poi la possibilità di venire segnalati dagli altri utenti del social network in questione.

Sempre su Facebook, basta che gli utenti segnalino ripetutamente uno o più annunci provenienti da uno specifico account, magari perché risultano di bassa qualità, troppo invadenti o addirittura offensivi, per far sì che, dopo un certo numero di queste segnalazioni, l’account in questione venga bloccato, o quantomeno gli venga impedito di pubblicare ulteriori annunci a pagamento.

Ci sono poi altre situazioni che possono causare una sospensione dell’account. Su Instagram si può venire bannati se si cerca di incrementare il numero dei propri follower o dei commenti con l’aiuto di servizi di bot

Bisogna inoltre fare attenzione a non violare i diritti d’autore sui contenuti postati, ed in effetti questa tipologia di infrazione è tra quelle che, sempre su Instagram, risultano tra le maggiori cause di blocco degli utenti.

Infine, anche se può sembrare un paradosso e non capita certamente a tutti, esiste il rischio di venire bannati per via di una pubblicazione troppo frequente. Si parla in questo caso di essere sospesi per avere “spammato nel feed”.

Quest’ultima circostanza non è certo molto democratica, nel senso che ci sono persone che postano tantissimi contenuti e magari non vengono sanzionate, mentre altre che propongono un numero di post inferiore nello stesso lasso di tempo si ritrovano momentaneamente chiuso il proprio account. Non ci sono in questo senso delle linee guida particolarmente esplicative.

Il rapporto contrattuale tra utente e social network

In generale bisogna sempre tenere nella giusta considerazione il fatto che il rapporto tra gli utenti e i social network è regolato da un contratto stipulato al momento dell’iscrizione.

Il fatto stesso che tale contratto esista mette chiaramente in luce come vi siano determinate regole da rispettare, nonché vantaggi e svantaggi, sia per una parte che per l’altra.

I social network mettono a disposizione una serie di servizi di cui gli iscritti possono usufruire. Ma, d’altro canto, non lo fanno certo gratis.

Gli utenti che si registrano sui social network, infatti, offrono a questi ultimi i propri dati personali, i quali poi verranno sfruttati dalle varie piattaforme a fini commerciali.

I social network sono dunque, a conti fatti, dei soggetti privati che propongono un servizio considerato non essenziale. Ciò permette loro di potersi attribuire effettivamente la possibilità di rimuovere post o finanche di sospendere e bannare gli utenti che vadano contro i famigerati “standard della community”.

Prima di farlo, però (e questa è la considerazione fondamentale emersa dalla giurisprudenza che si è espressa a riguardo), devono valutare in modo preciso e attento se davvero i contenuti degli utenti stessi risultino offensivi o lesivi di tali standard.

Nell’esempio da cui siamo partiti, la Corte d’appello dell’Aquila ha ridotto la somma del risarcimento per la persona che era stata sospesa da Facebook: perché?

Per il semplice motivo che alcuni contenuti postati da questo utente sono stati effettivamente considerati lesivi della reputazione di altre persone, e dunque non in linea con i community standard di Facebook.

Le foto legate alla manifestazione del proprio pensiero politico, invece, sono state bloccate in modo illegittimo, ed è per questo motivo che Facebook è stata condannata al risarcimento.

La morale di tutto ciò è che i social network, per fare rispettare le proprie linee guida e i propri standard, devono valutare attentamente caso per caso, e non possono o non dovrebbero avvalersi, come invece succede, di algoritmi generici che rischiano di causare un danno sociale sospendendo l’account anche a persone che non fanno altro che esercitare i propri diritti.

In cosa consistono gli “standard” della comunità dei social?

Possiamo prendere in considerazione i community standard proposti da Facebook sul proprio sito come esempio per capire meglio ciò che questo insieme di regole, o meglio di linee guida, rappresenta, e quello che vuole andare a preservare nei rapporti tra gli iscritti e la piattaforma social, nonché in quelli tra gli stessi utenti.

Leggiamo infatti:

L’obiettivo dei nostri Standard della community è sempre stato quello di creare un luogo in cui le persone possano esprimersi. […] Vogliamo che le persone possano esprimersi liberamente sui temi che hanno a cuore, anche se alcune persone potrebbero non essere d’accordo o trovarli discutibili.

Il nostro impegno verso la libertà di espressione è essenziale, ma siamo consapevoli che internet crea nuove e maggiori opportunità di usi impropri. Per questo motivo, limitiamo la libertà di espressione per tutelare uno o più dei seguenti valori.

Tra i valori presi come stella polare dagli Standard della community di Facebook troviamo l’autenticità dei contenuti, la sicurezza intesa come il diritto a poter esprimere la propria opinione senza subire intimidazioni e minacce, la privacy delle informazioni e la dignità ed il rispetto delle persone che di questa comunità fanno parte.

È evidente come questa serie di virtù costituisca un elenco piuttosto astratto, e questa è la ragione per cui a volte risulta difficile capire quale sia il confine tra il bloccare i contenuti di un utente perché effettivamente sono contrari a queste linee guida, e invece andare oltre e sfociare nella sospensione senza una giusta causa.

Social network e utenti bannati, le condanne contro Facebook

L’episodio descritto all’inizio, con la conferma della condanna di Facebook da parte del Tribunale d’appello dell’Aquila, non è il primo caso in Italia in cui il colosso di Menlo Park è stato costretto a rimborsare un utente per la sospensione del suo account.

Sempre nel 2021 era capitato a marzo, quando il Tribunale di Bologna aveva ordinato un risarcimento di 14mila euro per un utente il cui account era stato bloccato e che addirittura aveva anche subìto la cancellazione dei propri dati senza spiegazioni di sorta.

Ancora prima, nel 2018, era stato il Tribunale di Pordenone ad ordinare a Facebook di riattivare un altro profilo che era stato chiuso perché aveva pubblicato il video di una parte di una partita di tennis, peraltro cancellato immediatamente.

Un comportamento, quest’ultimo, giudicato non così grave da giustificare soluzioni tanto drastiche come la sospensione dell’account, motivo per cui l’utente in questione ebbe diritto a 150 Euro di rimborso per ogni giorno di ritardo nel riattivare il profilo.

In futuro più attenzione alle segnalazioni degli utenti

Gli effetti di queste sentenze, soprattutto delle ultime in ordine temporale, si faranno certamente sentire nel mondo social dei prossimi mesi.

Quali saranno le conseguenze per i social network e per gli Standard della community? Certamente occorrerà mostrare più attenzione sulle segnalazioni degli utenti, in particolar modo sarà necessario ampliare le verifiche sui singoli casi, in quanto, come già abbiamo detto, affidarsi ad un mero algoritmo potrebbe portare ad altre sospensioni ingiustificate e, di conseguenza, al pagamento di ulteriori rimborsi.

Anche perché la questione del superamento o meno dei limiti imposti ai contenuti pubblicati dagli utenti è molto complessa, ed è davvero sottile il confine tra ciò che può essere ritenuto offensivo piuttosto che una semplice espressione del proprio pensiero, magari in ambito politico.

Invece, per il ruolo che ormai i social network hanno assunto nel mondo dell’informazione contemporanea, è fondamentale che venga trovato il giusto equilibrio, in modo che il mondo virtuale che essi rappresentano non costituisca un universo dominato da toni minacciosi o discriminatori, ma neppure un luogo dove a farla da padrone è la censura preventiva.

Bollo auto 2022: proroghe ed esenzioni. Le ultime novità!

La fine dell’emergenza per Covid 19 è stata fissata al 31 marzo 2022. Di solito l’emergenza ci ha fatto conoscere il termine proroghe per pagare tasse, multe, cartelle esattoriali. La domanda è quindi quasi dovuta e voluta? Ma cosa accade al bollo auto? Quello in scadenza entro il 31 marzo 2022 si deve pagare oppure è stato prorogato? Un dubbio che attanaglia diversi automobilisti, considerando che invece le date di scadenza delle patenti o dei fogli rosa sono stati tutti prorogati di 90 giorni successivi alla fine dell’emergenza, quindi entro il 29 giugno 2022. 

Sarebbe quindi naturale che anche il bollo auto in scadenza entro il 31 marzo 2022, possa essere prorogato. Ma così non è. Al momento nè a livello nazionale nè a livello regionale, ricordando che il bollo auto è pagato alle casse della regione in cui è registrato il veicolo, sono previste delle proroghe sulle scadenze di pagamento.

Quindi tocca pagare.

Ma sulla scadenza della patente, invece, la buona notizia è che si potrà usarla anche se scaduta entro il 31 marzo, fino al 29 giugno 2022. Ma solo sul territorio italiano, e solo come documento per circolare con l’auto. Invece la patente scaduta non può essere usata come documento d’identità.

Ma attenzione, perchè la proroga dello stato di emergenza fissata al 31 marzo 2022 dal DL221/2021 ha solamente posticipato la validità delle patenti ed altre autorizzazioni alla guida.

Bollo auto 2022: le scadenze

Nel 2020 e 2021 le regioni in ordine sparso hanno posticipato i pagamenti del bollo auto, ma questa volta invece sia l’Agenzia delle Entrate che le Regioni non hanno previsto alcuna proroga o spostamento della scadenza dei pagamenti.

Per il bollo auto scaduto il 31 dicembre 2021, quindi si deve pagare entro la fine di gennaio 2022. Come la regola del pagamento del bollo richiede, si ha tempo fino all’ultimo giorno del mese successivo a quello di scadenza per mettersi in regola.

Non ci sono date predeterminate in cui pagare ma tutto dipende dal mese in cui l’auto è stata immatricolata. Il pagamento andrà fatto sempre entro la fine del mese successivo.

E cosi per i mesi successivi. La scadenza del bollo auto per l’annualità comporta l’obbligo del pagamento entro l’ultimo giorno del mese successivo alla scadenza.

Pertanto ogni proprietario di automobile deve provvedere al pagamento del bollo auto perchè, nonostante il protrarsi dello stato di emergenza, ad eccezione delle proroghe sulle date di scadenza delle patenti e delle autorizzazioni alla guida, il bollo non è stato sospeso.

Bollo auto: le esenzioni per il 2022

Nel nuovo anno si riconfermano le esenzioni dal pagamento del bollo auto già in essere nel 2021. Quindi non ci sono novità, neanche legate ad eventuali stati di emergenza economica delle famiglie. Il bollo auto deve essere pagato. 

Sono invece esenti dal pagamento del bollo auto diverse categorie di automobilisti.

Partiamo dalle novità più o meno recenti e che riguardano i proprietari di auto elettriche ed ibride. Per i proprietari di auto elettriche in tutte le regioni l’esenzione del pagamento del bollo è di cinque anni. Per le auto ibride invece le regioni vanno in ordine sparso. Da un’esenzione totale per un numero di tre anni massimo, ad un’esenzione parziale come in Emilia Romagna. In questa regione, per i proprietari di auto ibride il bollo è pagato in misura fissa di 191 euro per tre anni.

Ritornando alle auto elettriche invece, dopo il quinto anno, si ritorna a pagare il bollo auto ma con notevoli sconti.

Si riconferma l’esenzione dal pagamento del bollo auto per le persone che hanno un certificato Inps che ne attesti una grave disabilità ai sensi della legge 104/1992. L’esenzione dal pagamento del bollo auto scatta all’atto dell’immatricolazione del veicolo e se lo stesso è intestato alla persona cui è riconosciuta lo stato di grave disabilità. Tuttavia, anche il coniuge che ha fiscalmente a carico la persona titolare dei diritti della legge 104, potrà sfruttare l’esenzione dal pagamento del bollo auto.

Infine si ricordano le esenzioni del bollo auto per le auto appartenenti alla Presidenza della repubblica, alla presidenza della regione Lazio, e per i veicoli destinati al soccorso.

Superbollo auto: cosa succede nel 2022

La legge di bilancio 2022 non ha confermato la tanta attesa cancellazione del superbollo auto. Si era parlato nel 2021 di una possibilità in questo senso, dopo che il governo, guidato da Mario Draghi, aveva cercato di mettere mano alle micro-tasse, ovvero quelle tasse che sono marginali per le casse dello Stato e che in caso di mancato pagamento, determinano un costo del recupero maggiore del beneficio dell’incasso.

Invece il superbollo auto va pagato. A doverlo pagare sono i proprietari di auto con una potenza fiscale superiore a 185 kw. Il superbollo, diversamente dal bollo auto, va versato direttamente all’Agenzia delle Entrate con il modello F24

Il pagamento è sulla parte eccedente i 185 kw, applicando per ogni kw una tariffa pari a 20 euro per ogni kw. 

Chi è esentato dal pagamento del bollo auto standard non deve versare il superbollo auto.

Invece l‘importo del superbollo auto decresce con l’aumentare dell’età dell’auto. La riduzione del superbollo è al 15, 30 e 60 per cento se l’auto ha un’anzianità dalla data di immatricolazione di rispettivamente 15, 10 e 5 anni. Dopo 20 anni dalla prima immatricolazione, il pagamento del superbollo non è più dovuto. 

La scadenza del pagamento del superbollo auto segue quella del bollo auto. 

Patente auto: prorogate le scadenze

Ci sono invece novità importanti per i titolari di patente auto e foglio rosa. Per effetto dello spostamento dello stato di emergenza al 31 marzo 2022, tutte le patenti e fogli rosa in scadenza fino a quella data restano di fatto valide per 90 giorni dalla fine dello stato di emergenza. Quindi fino al 29 giugno 2022 i titolari di patenti di guida o foglio rosa potranno circolare sul territorio italiano senza preoccuparsi di rinnovare il titolo per guidare.

A confermarlo è la Circolare del 27 dicembre 2021 prot.39841 del Ministero dei Trasporti che sposta la data di validità delle patenti e fogli rosa in scadenza al 31 marzo 2022 fino al 29 giugno. Essendo una proroga di ulteriori precedenti provvedimenti, in pratica tutte le patenti e fogli rosa scaduti dal 31 gennaio 2020 o in scadenza entro il 31 marzo 2022, resteranno valide fino al 29 giugno 2022. 

Dopo quella data tuttavia, a meno di altre proroghe dello stato di emergenza, si deve essere in possesso di una patenti o foglio rosa rinnovati. 

Diversamente, per circolare all’estero, all’interno dell’Unione Europea, invece intervengono altre proroghe.

I documenti scaduti o in scadenza:

tra il 1/02/2020 e il 31/05/2020 dovevano essere rinnovati entro giugno 2021;

tra il 1/06/2020 e il 31/08/2020 erano valide per guidare all’estero fino al 1 luglio 2021;

tra il 1/09/2020 e il 30/06/2021 hanno validità fino alla fine di aprile 2022.

Bonus patente auto: 1000 euro

Altra importante novità sul fronte auto è l’attivazione del bonus patente di guida, da 1.000 euro.

Il bonus patente è destinato agli automobilisti che di età non superiore a 35 anni anche se sono beneficiari di misure assistenziali come la NASpI o il reddito di cittadinanza. 

Il bonus da 1.000 euro è concesso per poter conseguire sia la patente di guida che per poter superare l’esame da autotrasportatori. 

Si tratta di un bonus sotto forma di credito d’imposta del 50% sulle spese sostenute per poter conseguire al patente fino ad un massimo di 1.000 euro a beneficiario. Ma quali sono i requisiti?

  • avere un età non superiore a 35 anni di età;
  • entro tre mesi dal conseguimento della patente di guida e/o l’abilitazione per diventare autotrasportatori, si deve firmare un contratto di lavoro che abbia una durata minima di sei mesi.

A concorrere al tetto di spesa tutti costi sostenuti entro il 30 giugno 2022.

Per poter avere il credito d’imposta si dovranno s dovranno inserire le spese nella dichiarazione dei redditi e quindi è importante che le spese siano documentate ed il pagamento effettuato con mezzi tracciati. 

INPS: il calendario completo dei pagamenti di Gennaio 2022!

Finalmente è arrivato il nuovo anno. E ora, dopo i festeggiamenti, è tempo anche dei nuovi pagamenti INPS. Gran parte delle prestazioni sociali previste dallo Stato sono infatti erogate dall’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale.

All’INPS spetta infatti non soltanto l’erogazione delle pensioni, ma anche l’accredito di un elevato numero di indennità e sussidi alle famiglie, nonché ai soggetti in condizione di particolare difficoltà economica.

A gennaio 2022, dunque, sono in arrivo il Reddito e la Pensione di Cittadinanza, le indennità di disoccupazione per i soggetti che hanno visto terminare il proprio rapporto come lavoratori dipendenti (la NASpI) o parasubordinati (la Dis-Coll), il Bonus Irpef, l’Assegno Unico, la Carta Acquisti e la Cassa Integrazione.

Nell’articolo provvederemo dunque a elencare quali sono le prestazioni INPS che saranno soggette ad accredito per il mese di gennaio 2022, quali sono le loro caratteristiche, le date dell’erogazione e i relativi importi (per quei casi in cui è effettivamente possibile stabilirlo).

Pagamenti INPS gennaio 2022: il Reddito di Cittadinanza

Come ormai molti sanno, il Reddito di Cittadinanza si presenta come una indennità rivolta ai soggetti più fragili. Istituito dal gennaio 2019, questo sussidio consente infatti a molti nuclei familiari che si trovano in una condizione di particolare disagio economico a causa di un prolungato stato di disoccupazione, o il cui reddito non consente comunque di soddisfare le più fondamentali esigenze di sussistenza, di ottenere una somma mensile tale da consentirne il sostentamento.

Inoltre, coloro i quali percepiscono effettivamente il Reddito di Cittadinanza, il quale viene accreditato sulla relativa tessera, dovranno sottoscrivere il cosiddetto Patto per il Lavoro, grazie al quale poter avviare il proprio percorso di reinserimento nel mondo del lavoro. Questo piano è in realtà quello che ha funzionato con minore efficacia, e a tal proposito il Governo ha previsto una serie di misure correttive che potrebbero potenziare l’attività e le prerogative dei centri per l’impiego, in modo da consentire a un sempre maggior numero di percettori del RdC di liberarsi dallo stato di disoccupazione.

Il Reddito di Cittadinanza verrà accreditato dall’INPS, sulla relativa tessera, il 27 gennaio 2022.

Diversamente, per i nuovi percettori, che hanno appena vista approvata la propria domanda per ottenere tale indennità, il giorno dell’accredito sarà il 15 gennaio 2022.

Pagamenti INPS gennaio 2022: la Pensione di Cittadinanza

Accanto al Reddito di Cittadinanza, il quale è rivolto a tutti coloro la cui età consente il reinserimento nel mondo del lavoro, vi è però anche una specifica indennità che si rivolge a quanti abbiano già maturato i requisiti per il pensionamento. E che dunque non hanno la possibilità di poter essere avviati a un percorso di reinserimento.

Tale indennità viene pertanto chiamata Pensione di Cittadinanza. La differenza è che in questo non occorrerà sottoscrivere alcun Patto per il Lavoro, non essendo prevista alcuna attività da parte dei centri per l’impiego.

Le date degli accrediti da parte dell’INPS rimangono comunque le medesime. E dunque: 27 gennaio 2022 per coloro che già percepiscono la Pensione di Cittadinanza, 15 gennaio 2022 per i nuovi percettori.

Pagamenti INPS gennaio 2022: la NASpI

La NASpI è anch’essa una indennità rivolta a coloro che si trovano in uno stato di disoccupazione, ma viene corrisposta soltanto a coloro che abbiano di recente e involontariamente visto cessare il proprio contratto lavorativo come dipendenti.

A differenza del RdC, la NASpI può essere richiesta infatti soltanto da coloro che possano dimostrare di avere esercitato la propria attività lavorativa (con contratto di lavoro subordinato) per almeno 13 settimane nei 4 anni che hanno preceduto l’ingresso nello stato di disoccupazione. Inoltre, la durata della NASpI sarà calcolata suddividendo per due il numero di settimane lavorate, e il suo importo sarà inizialmente pari al 75% del reddito medio percepito, e decrescerà via via del 3% ogni mese.

La NASpI viene accreditata dall’INPS, normalmente, durante le prime due settimane del mese. Considerata la presenza delle feste natalizie, è comunque possibile che la somma sia resa disponibile con qualche giorno di ritardo rispetto al normale. Basti pensare che l’anno passato i pagamenti della NASpI cominciarono a essere erogati a partire dal 18 gennaio.

In ogni caso, accedendo all’area riservata del portale INPS è possibile consultare il proprio fascicolo previdenziale e verificare la data e l’importo esatto dell’accredito.

Pagamenti INPS gennaio 2022: l’Assegno Unico

Nonostante il progetto del Governo fosse quello di avviare l’erogazione dell’Assegno Unico già a partire dal gennaio 2022, alcuni ritardi hanno fatto prolungare ancora per qualche mese la misura provvisoria che dovrebbe traghettare le famiglie verso la nuova indennità. Almeno fino a febbraio, infatti, le famiglie con figli minori a carico riceveranno ancora l’Assegno Unico Temporaneo.

Ciò, in termini pratici, significa che le famiglie vedranno accreditato l’Assegno Unico, ancora per i mesi di gennaio e febbraio 2022 assieme alla propria busta paga, oppure contestualmente all’accredito del Reddito di Cittadinanza. Riceveranno invece la somma direttamente sul conto corrente soltanto i lavoratori autonomi e coloro che trovandosi in stato di disoccupazione non percepiscono reddito.

A partire da marzo, però, e solo successivamente alla circolare INPS che definirà le modalità di erogazione, sarà possibile ottenere l’Assegno Unico nella sua configurazione definitiva. Il che, in altri termini, significa che esso sarà accreditato, per tutti, direttamente sul conto corrente delle famiglie che potranno beneficiarne.

Naturalmente, è bene ricordare che occorrerà presentare un modello ISEE in corso di validità e dunque, di fatto, inoltrare una nuova domanda.

Pagamenti INPS gennaio 2022: la Carta Acquisti

Un’altra misura rivolta a cittadini in particolare condizione di disagio economico è la cosiddetta Carta Acquisti. Tale sussidio, erogato e coloro che abbiano già compiuti i 65 anni di età oppure per tutti i minori di età inferiore ai 3 anni, e si trovino in condizione tale da non poter provvedere al proprio sostentamento, viene erogato a cadenza bimestrale.

Di norma, la Carta Acquisti viene ricaricata i primi giorni del mese. Motivo per il quale è bene verificare se sia stata accreditata la somma entro il 10 di gennaio.

Pagamenti INPS gennaio 2022: il Bonus Irpef

Una ulteriore prestazione la cui gestione è affidata all’INPS è il cosiddetto Bonus Irpef (o Trattamento Integrativo). Questa indennità fu introdotta dal Governo Renzi e aveva inizialmente un valore di 80 euro.

Essa era rivolta a tutti i percettori di reddito mensile, il cui importo non fosse superiore a una determinata soglia (pari a circa 28 mila euro l’anno). Di recente, la misura è stata rivista, correggendo il valore del Bonus da 80 a 100 euro al mese.

Come detto, per poter ottenere il Bonus Irpef è necessario essere titolare di un contratto di lavoro subordinato, di un sussidio di disoccupazione, della cassa integrazione oppure ancora di un assegno di maternità.

La data dell’accredito, pertanto, è direttamente legata a quella della prestazione che dà diritto, sia esso il proprio stipendio, l’indennità di disoccupazione, la cassa integrazione e via dicendo.

Pagamenti INPS gennaio 2022: la Cassa Integrazione

Anche la gestione della Cassa Integrazione in deroga, così come il Fondo per l’Artigianato e più in generale qualsiasi altra prestazione di sostegno al reddito per i lavoratori, è affidata all’INPS.

Per conoscere la data precisa degli accrediti, in questo caso, è però necessario accedere all’area riservata sul portale INPS, e consultare il proprio fascicolo previdenziale. Per farlo è sufficiente disporre di uno SPID, di una Carta d’Identità Elettronica (CIE) o di una Carta Nazionale dei Servizi (CNS), oppure delle credenziali INPS.

Pagamenti INPS gennaio 2022: la pensione anticipata di febbraio 2022

Così come accade dall’inizio della pandemia da Covid-19, è verosimile pensare che anche per il mese di febbraio 2022 sarà possibile ritirare in anticipo il proprio trattamento pensionistico per quei soggetti che lo ritirano in contanti presso gli sportelli di Poste Italiane.

La misura si è infatti resa necessaria a causa del dilagare della pandemia, e dall’esigenza di limitare il rischio di contagio per i soggetti più fragili, evitanti che si formino lunghe code o peggio pericolosi assembramenti dinanzi agli sportelli delle poste. A tal proposito, la Protezione Civile ogni mese dirama una ordinanza (l’ultima è l’Ocdpc n. 816 del 17 dicembre 2021) che definisce il lasso di tempo nel quale è possibile ritirare il proprio trattamento pensionistico in contanti presso gli uffici postali.

Nella settimana che verrà stabilita (normalmente l’ultima del mese precedente, e dunque in questo caso probabilmente quella che va da lunedì 24 a venerdì 28 gennaio) il ritiro della somma prevista sarà scaglionato sulla base dell’iniziale del proprio cognome. Così da evitare l’affollarsi dei pensionati, soggetti particolarmente fragili rispetto al rischio pandemico, dinanzi agli sportelli delle Poste.

Diversamente, coloro che ricevono la pensione direttamente sul proprio conto corrente non saranno coinvolti da tale misura, e vedranno accreditato l’importo spettante martedì 1° febbraio 2022.

Si ricorda che, grazie a una convenzione stipulata tra Poste Italiane e l’Arma dei Carabinieri, rimane comunque in vigore la possibilità di ricevere il proprio trattamento pensionistico direttamente presso la propria abitazione. Per poter beneficiare di questa opzione occorre però avere già compiuti i 75 anni di età e inoltrare una specifica richiesta alla più vicina caserma dei carabinieri.

Oppure, è possibile contattare il numero verde (800 55 66 70) e richiedere questo particolare beneficio.

Inps: andare in pensione con Quota 102, come fare?

La Manovra finanziaria è stata approvata ed è diventata Legge di Bilancio 2022, essendo approvata dalla Camera dei Deputati con 335 sì e 45 No.

La Legge di bilancio 2022 ha riportato importanti novità come la proroga della maggior parte dei bonus edilizi, l’introduzione di un nuovo bonus destinato ad eliminare le barriere architettoniche e l’inserimento di un nuovo capitolo riguardante un argomento molto importante e delicato per gli italiani: le pensioni e gli scivoli pensionistici, uno di questo è la nuova Quota 102.

Prima di continuare ad esaminare la nuova Quota 102, ricordiamo che Quota 100 è scaduta a fine 2021. Questo ha lasciato tantissime domande aperte: si sarebbe tornati alla Fornero, che ne sarà delle pensioni di coloro che speravano in uno scivolo pensionistico anticipato?  Ci saranno altre possibilità visto che il Governo non ha ancora legiferato una seria e strutturale riforma pensionistica?

Tra un po’ vedremo quali provvedimenti il governo ha adottato per quanto concerne le pensioni e gli scivoli pensionistici, prima però vediamo un aspetto che farà piacere ai lavoratori dipendenti, ovvero sapere che c’è una novità che li riguarda e della quale potranno beneficiare soprattutto coloro che percepiscono un reddito medio-basso.

Pensioni 2022: novità per alcuni contributi previdenziali, sottoposti a sgravi fiscali

La nuova legge di bilancio 2022 ha deciso uno sgravio fiscale aggiuntivo dello 0,8% sui contributi previdenziali versati nel 2022 a carico dei lavoratori subordinati che hanno un reddito imponibile non superiore ai 35 mila euro.

Questo permetterà a molti cittadini italiani che non percepiscono un reddito molto alto, di ritrovarsi un risparmio e quindi un tesoretto da parte che può arrivare a sfiorare anche i 400 euro annui. Una cifra non da poco, che probabilmente andrà spesa per il caro bollette di cui più volte abbiamo parlato nei nostri articoli.

Sulle pensioni vere e proprie, benché effettivamente il Governo non abbia portato a casa una riforma pensionistica come molti auspicavano, seria, completa e strutturale (soprattutto), la legge di bilancio 2022 contiene comunque delle novità importanti, soprattutto su alcuni ambiti che abbiamo già imparato a conoscere in passato ed è un’anticipazione della riforma pensionistica che dovrebbe vedere la luce a partire dal 2023. Vediamole.

Inps: novità sulle pensioni nella legge di bilancio 2022

Purtroppo anche per questo anno l’età anagrafica “secondo la legge” per andare in pensione è di 67 anni. Questo perché vale l’età stabilita dalla legge Fornero, non essendoci stata alcuna riforma pensionistica seria e strutturale.  

Ecco perché molti guardano con speranza agli scivoli di pre-pensionamento che potranno essere utilizzati in tre modi, a partire da questo mese. Vediamo nello specifico come funziona.

Inps e pensione anticipata? Come funzionerà Quota 102 in questo nuovo anno?

Il 31 dicembre 2021, come abbiamo ribadito più volte, è scaduta Quota 100. Quota 100, fortemente voluta dalla Lega, permetteva ai lavoratori di andare in pensione una volta compiuti 62 anni di età e con il versamento di 38 anni di contributi previdenziali. Questa misura di pensione anticipata, molto molto costosa per il Governo, è stata però apprezzata tantissimo da chi ha deciso di andare in pensione prima del tempo stabilito dalla Fornero.

Da questo gennaio appena partito, 2022, il Governo ha legiferato la cosiddetta Quota 102. L’età anagrafica minima per andare in pensione viene aumentata dai 62 anni di Quota 100 ai 64 anni di Quota 102. I contributi restano intatti a 38 anni

Questo scivolo pensionistico anticipato darà la possibilità a chi ha compiuto 64 anni di età e ha versato 38 anni di contributi di andare in pensione. Quota 102 sarà valida solo per il 2022, ma se qualcuno matura il diritto in questo anno e non va in pensione, potrà farlo valere anche negli anni successivi, come è accaduto anche con Quota 100

Inps: quanto costerà al Governo Quota 102?

Secondo una relazione del MEF,  Quota 102 costerà al Governo 1,6 miliardi di euro e permetterà a circa 60 mila lavoratori di accedere al pensionamento anticipato nei prossimi quattro anni.

Quota 102 avrà comunque un costo inferiore rispetto a Quota 100 che è stata invece molto costosa: nel solo anno 2019 ci sono voluti ben 2,18 miliardi di euro, e nel 2020 addirittura ci sono voluti 3,53 miliardi.  

Inps: un’altra possibilità per andare in pensione anticipata nel 2022 resta Opzione Donna

Anche in questo 2022 ci sarà uno scivolo pensionistico dedicato alle donne: Opzione Donna. Questa opzione permetterà  alle donne lavoratrici subordinate di 58 anni di età, se lavoratrici autonome di 59 anni di età, di andare in pensione se hanno versato 35 anni di contributi.

L’assegno pensionistico che queste donne riceveranno se dovessero scegliere Opzione Donna, però, sarà calcolato in modo esclusivamente contributivo e dunque sensibilmente inferiore rispetto all’assegno che si riceverebbe con la pensione normale, stabilita dalla Legge Fornero che calcola l’assegno con metodo misto, retributivo e contributivo.  

Con Opzione Donna l’assegno pensionistico sarà calcolato solo sui contributi effettivamente versati, non tenendo affatto conto del reddito ricevuto durante gli ultimi anni di lavoro. 

Nel 2019 e nel 2020 solo 33 mila donne hanno deciso di usufruire di questo scivolo. Perché? Perché scegliere Opzione Donna sarebbe significato perdere il 20% e il 25% dell’assegno mensile che si maturerebbe, invece, con la classica pensione di anzianità. Ed è una percentuale un po’ troppo alta che ha scoraggiato tantissime donne dallo scegliere quest’opzione.

Inps: come si può fare domanda di Quota 102?

La Quota 102 è partita in questo 2022, dal giorno 7 gennaio. La domanda si può fare telematicamente attraverso il portale ufficiale INPS, se si hanno 64 anni di età anagrafica e si sono versati già 38 anni di contributi previdenziali.

La domanda può essere presentata solo online, attraverso le seguenti modalità:

Con il proprio Spid o Carta d’identità Elettronica si deve entrare nel portale ufficiale inps, dopo di che ci si deve recare nella sezione “Domanda Pensione, Ricostituzione, Ratei, ECOCERT, APE Sociale e Beneficio precoci”, dopo di che bisogna cliccare su “nuova prestazione pensionistica” e poi “Anzianità/Anticipata/Vecchiaia” > “Pensione di anzianità/anticipata” > “Requisito quota 102”.

Infine, bisogna selezionare il Fondo e la Gestione di liquidazione.

Chi può richiedere Quota 102?

Quota 102 può essere richiesta dai lavoratori iscritti alle Gestioni private, alla Gestione pubblica e alla Gestione spettacolo e sport. Si possono accumulare anche i periodi assicurativi. 

La domanda può essere presentata, sempre online, anche tramite Patronati e Caf. Il Messaggio 97/2022 dell’INPS comunica le modalità di presentazione della domanda di pensione con la Quota 102, recependo tutte le istruzioni della legge di Bilancio 2022.

Tutti coloro che sono iscritti all’Inps, alle Gestioni private, alla Gestione pubblica e alla Gestione spettacolo e sport, possono fare domanda di Quota 102.

Yield oggi: inflazione Usa al 7%. Il punto sui relativi Etf

Come definirla? Inflazione? Iper inflazione? Quella Usa ha raggiunto livelli record su base annua, attestandosi al 7%, quota mai toccata dal 1982. Molti analisti ritengono che sia stato ormai raggiunto il picco ma da tempo lo si dice e di massimo in massimo si è arrivati a cime tempestose che rappresentano un rischio non solo per il mondo finanziario ma soprattutto per la tenuta dei bilanci familiari d’oltre Oceano. L’asset più adeguato in un simile contesto è naturalmente quello dei bond “inflation linked” riferiti all’emittente Usa, i classici Tips, che in Italia si possono contrattare solo tramite Etf. Facciamo allora il punto su questa tipologia di replicanti, molto popolari nei portafogli dei piccoli e medi investitori.

Il Lyxor Core Us Tips (Isin LU1452600270), che copre tutta la curva delle diverse scadenze, su un anno ha messo a segno il +10,9% ma da inizio 2022 è arretrato del 2,6%, complice il fardello – non sempre facile da valutare – della relativa duration, attestata a 8,4, che per obbligazioni di questo tipo risulta abbastanza elevata. Il rendimento distribuito si colloca sullo 0,56% ma riferendosi a una cedola pagata a luglio non ha ancora usufruito degli effetti positivi dall’incremento inflattivo.

Le versioni di Etf riferite invece alla parte corta della curva, quale l’Ubs Tips 1-10 years (Isin LU1459801434), si sono dimostrate meno reattive sia nella fase rialzista sia in quella ribassista più recente: lo confermano le performance dell’Ubs a un anno (+8,3%) e da inizio 2022 (-1,8%) ma in questo caso il rendimento distributivo è risultato più elevato, salendo al 2,8%, sebbene non abbia anch’esso goduto ancora della spinta inflattiva degli ultimi mesi. La prossima cedola è prevista per febbraio.

Numeri più significativi per il Lyxor Us 10 years inflation expectations (Isin LU1390062831), la cui particolare struttura cosiddetta di replica dell’inflazione di equilibrio, dovuta alla combinazione “long” di Tips a 10 anni e “short” di Treasuries a tasso fisso su scadenze equivalenti, con cui si intende ammortizzare appunto l’effetto duration, protegge meglio in situazioni particolari quale quella in corso. A un anno ha messo a segno un +15,5%, mentre da inizio 2022 ha sofferto meno (-1,3%). Non prevedendo cedole lo specifico Etf è stato favorito da questo punto di vista in termini di capitalizzazione.

L’analisi potrebbe proseguire, data la vastità di prodotti quotati su Borsa Italiana, ma la valutazione complessiva può portare ad alcune conclusioni basate su quanto avvenuto nell’ultimo anno alla categoria dei replicanti:

  • i migliori in assoluto sono stati quelli sul cosiddetto breakeven di inflazione, cioè con posizioni lunghe sui Tips e corte su equivalenti tassi fissi, che hanno decisamente distanziato i cloni classici, cioè solo “inflation”;
  • nella graduatoria seguono i “linked” a replica dell’intera curva delle scadenze. Fra i precedenti e questi ultimi il distacco di prestazioni a un anno si colloca tuttavia su circa il 3%, valore tutt’altro che marginale;
  • perdenti infine gli hedgiati sul cambio €/$, effetto inevitabile del rafforzamento del dollaro.

Inesorabile una considerazione conclusiva: chi avesse puntato – pur fra non poche difficoltà – a mettere in portafoglio singoli Tips e non i relativi Etf cavalcherebbe oggi certamente meglio la folle corsa dell’inflazione d’oltre Oceano.   

Danieli brilla con nuovo contratto. Analisti tutti bullish

Ancora una seduta in progresso per Danieli & C. che, dopo aver guadagnato lo 0,39% martedì, ha messo a segno un bel rally ieri.

Danieli in forte rialzo ieri

Il titolo ha terminato le contrattazioni a 26,6 euro, con un rialzo del 3,1% e quasi 80mila azioni scambiate, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 50mila.

Danieli: nuovo contratto con la russa Balakovo

Danieli è scattato in avanti dopo che il gruppo ha annunciato di aver sottoscritto con la società siderurgica russa Balakovo un contratto per un nuovo impianto siderurgico minimill di ultima generazione per acciaio green.

In particolare, il nuovo impianto destinato alla produzione di prodotti lunghi di medie e grandi dimensione (rotaie, travi e trafilati) è costituito da un’innovativa acciaieria con colata continua con una capacità produttiva di 1,46 milioni di tonnellate all’anno.

Nel nuovo impianto c’è anche un laminatoio a bassissime emissioni, progettato per funzionare con un mix di gas naturale ed idrogeno, per rotaie e profilati di medie e grande dimensione con una capacità produttiva di 1 milione di tonnellate l’anno.

Il valore della commessa è di 250 milioni di euro pari a circa il 10% della raccolta ordini 2022. L’impianto è atteso essere avviato entro la fine del 2023.

Dopo l’ordine da 200 milioni di dollari siglato a dicembre per una delle prime conversioni in Nord America di impianti ad altoforno a impianti a forno arco elettrico, Danieli ottiene un’altra commessa rilevante, confermando l’ottimo posizionamento della società nelle tecnologie green per la produzione dell’acciaio.

Danieli sotto la lente di Equita SIM

Gli analisti di Equita SIM si aspettano che il newsflow positivo per la divisione plant-making continui nel corso del 2022, supportato dal mega trend della transizione green nel settore siderurgico, con Danieli ottimamente posizionata per essere tra i principali beneficiari.

La SIM milanese conferma una view positiva sul titolo e continua a ritenere che le attuali valutazioni non scontino correttamente il positivo momentum della divisione steel-making e le crescenti opportunità della divisione plant-making.

Gli analisti hanno reiterato la raccomandazione “buy” su Danieli, con un prezzo obiettivo a 36 euro.

Danieli: anche Kepler Cheuvreux dice buy

A puntare sul titolo è anche Kepler Cheuvreux, con un rating “buy” e un target price a 35 euro. Il broker evidenzia che il momentum degli ordini continua a essere forte, confermando al contempo che la valutazione del titolo resta bassa.

Danieli al vaglio di Mediobanca e di Banca Akros

Buone notizie anche da Mediobanca Securities che su Danieli ha una raccomandazione “outperform”, con un fair value a 31,5 euro.

Per gli analisti il nuovo ordine è una notizia positiva per la divisione impianti e a loro dire la Russia resta un mercato chiave per il gruppo.    

Bullish anche la view di Banca Akros che copre il titolo con un rating “accumulate” e un prezzo obiettivo a 33 euro. Secondo gli analisti l’ultimo contratto conferma il forte posizionamento di Danieli per gli impianti green a basse emissioni per modernizzare l’industria dell’acciaio.

Pagamento NASpI gennaio 2022: ecco data e ultime novità!

La NASpI, così come tante altre misure, ha vissuto un periodo piuttosto travagliato nell’intero 2021, andando incontro a novità e modifiche rispetto a quanto previsto in precedenza. Alcune di queste novità sono state poi incluse in Legge di Bilancio 2022, divenendo effettive a partire dallo scorso 1° gennaio. Ecco quindi le date di pagamento e le novità.

La NASpI, o indennità di disoccupazione, non è altro che una misura che fornisce un aiuto economico ai soggetti che sono rimasti disoccupati e che rispettano alcuni requisiti. Una misura ormai nota e che negli ultimi anni è stata preziosa per permettere a tanti soggetti di superare la fine di un rapporto lavorativo.

Infatti, la NASpI dura fino a 24 mensilità e permette al disoccupato di ritrovare un’occupazione lavorativa con relativa calma, avendo comunque un’entrata (seppur decrescente nel tempo). Inutile dire che la misura è stata particolarmente utile nel 2020 e 2021, a seguito della crisi dovuta alla pandemia.

Una crisi che ha messo in difficoltà tantissimi settori e che, nel complesso, ha creato una grande quantità di nuovi disoccupati, più di quanti se ne siano visti in qualsiasi altro periodo recente. Tra contratti non rinnovati, licenziamenti per ridimensionamento attività o chiusura dell’impresa, i soggetti interessati sono stati davvero tanti.

Per questo motivo, la NASpI è attualmente una misura intoccabile che il Governo sa essere fondamentale per superare un periodo così complesso. Ecco allora quali modifiche sono state pensate negli ultimi mesi.

Se fossi interessato o interessata ad approfondire questo genere di tematiche, ti suggeriamo il canale YouTube “Redazione The Wam” che pubblica ogni giorno un nuovo video in cui approfondisce tutto ciò che riguarda bonus, sussidi e lavoro. In questo video in particolare si parla di pagamenti del prossimo futuro, tra cui anche la NASpI:

Pagamento NASpI gennaio 2022: ecco le date!

Partiamo ora con l’argomento più semplice ed immediato da esporre ai lettori: le date di pagamento.

Bisogna fare una doverosa premessa e ricordare che non tutti i beneficiari di NASpI ricevono il pagamento nello stesso giorno e che effettivamente ciò dipende da elementi che non sono così semplici da riscontrare.

Infatti, a far cambiare il giorno del pagamento sono le seguenti variabili: importo dovuto, periodo di presentazione della domanda, sede provinciale INPS di competenza, mensilità e molte altre. Insomma, fare una previsione esatta sul giorno è praticamente impossibile per chiunque.

I pagamenti vengono in genere gestiti nella prima settimana, massimo dieci giorni, del mese. Ciò però non accade a gennaio, quando la situazione è parecchio più confusa tra festività natalizie e nuove misure approvate in Legge di Bilancio.

Per questo motivo, i pagamenti slittano in avanti di qualche giorno. In questo caso, i pagamenti sono partiti dal 10 del mese e dovrebbero terminare entro venerdì 14, o comunque entro pochi giorni. Una settimana infatti in genere basta per erogare tutti i pagamenti.

Pagamento NASpI gennaio 2022: come controllare lo stato del pagamento

Se da un lato è vero che sapere la data esatta di pagamento con largo anticipo è praticamente impossibile (ma lo è anche per tante altre misure…), è altrettanto vero che c’è uno strumento che comunque i beneficiari possono sfruttare a proprio favore per avere quanto meno un’idea.

Si tratta del fascicolo previdenziale, ovvero quell’apposita sezione della propria area personale in cui è possibile vedere i pagamenti di cui sia già stata fornita la disposizione, vale a dire l’ordine di pagamento. Per entrare è necessario lo Spid, oppure la CNS o CIE. 

Una volta entrati, è sufficiente trovare il fascicolo previdenziale e vedere se ci sono misure in fase di erogazione: in tal caso, si troveranno data, importo e altre info circa la misura.

In generale le disposizioni compaiono 4/5 giorni prima del vero e proprio pagamento, dunque dovrebbero ormai essere comparse a tutti i beneficiari NASpI (ed alcuni hanno sicuramente già ricevuto il pagamento).

NASpI 2022: decalage is back

Purtroppo la prima notizia relativa alle novità NASpI 2022 non è esattamente positiva, anzi, ma era nell’aria ed era anche piuttosto inevitabile, ad essere sinceri.

Si tratta del ritorno del decalage, vale a dire il meccanismo per cui la NASpI diminuisce del 3% al mese dalla quarta mensilità in poi, cioè sostanzialmente un taglio che fa calare l’importo mese dopo mese, in modo da non costituire un eccessivo incentivo alla disoccupazione.

Un meccanismo pienamente in linea con gli obiettivi della misura, che vuole sostenere solo temporaneamente il disoccupato che, poi, dovrebbe ritornare attivo nel mondo del lavoro con una nuova occupazione, come auspicabile per chiunque a prescindere dalle misure di aiuto.

Nel 2021 questo meccanismo è stato sostanzialmente bloccato per diversi mesi, come stabilito dal Decreto Sostegni Bis, in quanto durante le fasi acute della pandemia (e non solo) ritrovare lavoro era una vera e propria utopia. 

Ora, nel 2022, il meccanismo torna ad essere attivo e proprio a gennaio si “recuperano” gli arretrati. Ciò significa che se il decalage doveva partire, per esempio, a novembre, si calcolerà a gennaio il taglio complessivo di novembre, dicembre e gennaio. Quindi, un taglio del 9% (il 3% al mese per tre mesi).

Ovviamente quanto ricevuto in più nel 2021 rimane nelle tasche degli italiani, ma il meccanismo fa calare in maniera più drastica gli importi, come visto negli esempi. Resta comunque viva la speranza che un nuovo Decreto di aiuti (in arrivo secondo le indiscrezioni a fine gennaio) possa ri-bloccare il decalage.

NASpI 2022: cosa cambia in termini di requisiti

Un altro elemento pronto a cambiare nel 2022 sono i requisiti, anche se si tratta di una novità che per molti appare marginale. 

Ricordiamo, per completezza, che l’indennità di disoccupazione è destinata alle seguenti categorie di lavoratori: 

  • Lavoratori dipendenti;
  • Soci lavoratori di cooperative di produzione e lavoro;
  • Personale artistico con rapporto di lavoro subordinato.

Per questi soggetti non è più richiesto il requisito dei trenta giorni lavorativi nell’anno precedente, a partire proprio dal 1° gennaio 2022. Non sono più richiesti, quindi, i trenta giorni lavorativi minimi nel 2021, sempre a causa della pandemia che ha impedito a molti di trovare posizioni lavorative anche occasionali.

Per il resto rimane il requisito delle tredici settimane lavorative (e quindi di contributi versati) nelle precedenti quattro annualità. Rimane invariato il calcolo dell’importo e il criterio di calcolo delle settimane spettanti, pari alla metà delle settimane lavorate nel corso dei quattro anni precedenti.

NASpI 2022: ultime novità

Se tra gli aggiornamenti rimane viva una speranza di un nuovo blocco al decalage con il Decreto Sostegni Ter previsto per fine gennaio, c’è anche qualche altra piccola novità per i beneficiari attuali.

Un’altra di quelle attive dal 1° gennaio 2022 riguarda i lavoratori over-55 per cui il decalage non si applica con gli stessi criteri, ma parte dall’ottava mensilità di indennità di disoccupazione. Un ulteriore incentivo per soggetti particolarmente colpiti dalla crisi e più in difficoltà nel trovare una nuova posizione lavorativa stabile.

Cambiano anche alcuni elementi per quanto riguarda i lavoratori agricoli, ma per tali novità più specifiche suggeriamo di visitare direttamente la pagina INPS dedicata a questa misura.

Nel complesso la NASpI mantiene invariati i suoi obiettivi, ma la speranza è quella che sia sempre meno necessaria e che le attenzioni possano finalmente essere concentrate su politiche attive del lavoro, come auspicato dal premier Mario Draghi.