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3 segmenti dove cercare opportunità fra i basic material Usa

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La corsa dei titoli dei produttori di basic material americani ha lasciato delle opportunità di acquisto in Borsa? La domanda nasce guardando l’andamento del settore attraverso i listini. Nel 2021, complice un forte rally nell’ultimo trimestre dell’anno, l’indice Morningstar US Basic Materials (in dollari) ha guadagnato il 29,7% contro il +17,9% del paniere Global Markets.

Indici US Basic Materials e Global markets a confronto nel 2021

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“In generale nel settore non ci sono tante opportunità”, spiega Brian Bernard, Director della ricerca di Morningstar. “Alcuni nomi, però, sono sottovalutati. I rating sono di quattro stelle e nessuno arriva a cinque”.

I rating nei Basic material

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I segmenti in cui guardare, secondo Bernard, sono tre.

Litio

Il litio per Bernard è uno dei modi migliori per puntare sulla crescita delle vendite dei veicoli elettrici. Questi mezzi, infatti, necessitano di batterie che hanno bisogno di questo metallo per accumulare energia. “Poiché la domanda supera l’offerta, prevediamo che i prezzi del materiale rimarranno elevati nei prossimi anni”, dice il Director di Morningstar. “Nel lungo termine, stimiamo che le quotazioni si stabilizzeranno a 12mila dollari per tonnellata/metro. Un livello al di sotto dei prezzi attuali (nel 2021 sono stati toccati anche i 32mila dollari per tonnellata, Ndr), ma al di sopra dei livelli minimi toccati nel 2020”.

Gas industriale

Un altro segmento da tenere d’occhio è quello del gas industriale. Le aziende del comparto, infatti, secondo Bernard sono un utile strumento per difendersi dall’inflazione e dalla volatilità dei prezzi dell’energia. “I produttori di gas industriale hanno modelli di business resilienti, beneficiano di accordi a lungo termine con i clienti, di tariffe indicizzate all’inflazione e di meccanismi di trasferimento dei costi energetici sulla clientela”, spiega il Director. “Nel lungo termine, vediamo anche una spinta dall’idrogeno. Le aziende del gas industriale, infatti, saranno player attivi sia nella produzione che nella distribuzione”.

Chimica speciale

Un terzo segmento da seguire è quello dei prodotti chimici speciali, soprattutto quelli di aziende che hanno come clienti finali le società elettroniche. “Le tecnologie legate al 5G e l’Internet delle cose richiedono semiconduttori e componenti elettronici sempre più avanzati che, a loro volta, necessitano di prodotti chimici speciali”, dice Bernard. “Questo dovrebbe permettere alle aziende del settore di generare una crescita dei ricavi a un tasso medio annuo medio-alto”.

Di Marco Caprotti

Sondaggi politici

Il Corriere della Sera ha commissionato alla Società Ipsos di Nando Pagnoncelli due sondaggi, il primo “Scenario politico di fine anno” ed il secondo “Scenario economico e sociale di fine anno”.

Ebbene ognuno dei due merita una trattazione particolare per cui farò due video distinti.

Parto dal primo, va immediatamente precisato che non si tratta di un classico sondaggio sulle intenzioni di voto degli italiani, ossia sulle ipotetiche percentuali di consensi attribuiti ai vari partiti, bensì vengono fornite previsioni sulla distribuzione dei seggi ipotizzando diversi scenari.

Al momento limitiamoci alle previsioni sulla Camera dei deputati, quelle sul Senato comunque non differiscono in maniera significativa. E ricordo che dopo la riforma votata da tutti i partiti alla Camera verranno eletti 400 parlamentari.

Primo scenario: Rosatellum e presenza della coalizione di Centro destra e coalizione Giallo-rossa.

In pratica, tanto per capirci, si ipotizza che si presentino, da una parte, la tradizionale coalizione di centrodestra formata da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia dall’altra una coalizione di centrosinistra formata da Pd, Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana ed Art. 1.

In uno scenario simile al centrodestra andrebbero 211 Deputati ed al Centrosinistra 169. Una differenza senza dubbio molto importante. Di fatto la coalizione di centrodestra avrebbe la maggioranza assoluta, il 52,75% dei parlamentari.

I restanti 20 deputati sarebbero divisi in questo modo: 10 deputati alla lista formata da Azione e +Europa, in pratica Calenda più la Bonino. 8 Deputati alla lista formata da Italia Viva, Coraggio Italia e Noi con l’Italia.

Ed allora Italia Viva la conosciamo, è il partito di Renzi, ma ci scommetto che la maggior parte di voi in questo momento mi sta chiedendo: chi, o cosa sono, Coraggio Italia e Noi con l’Italia? Soddisfo immediatamente la vostra curiosità (che era anche la mia). Allora Coraggio Italia è il partito di Toti e Brugnaro, mentre Noi con l’Italia è il partito di Maurizio Lupi.

Ebbene Pagnoncelli mette questi tre partiti in una lista unica, a quanto ne sapevo Italia Viva gravitava nel centrosinistra, mentre i partiti di Toti e Lupi gravitavano nel centrodestra. Comunque insomma, in una simile ipotesi, conterebbero poco, non sarebbero decisivi per determinare una maggioranza parlamentare.

Infine agli altri partiti spetterebbero i due ultimi Deputati.

Secondo scenario: Rosatellum con tre coalizioni, coalizione “Lega e Fratelli d’Italia”, Coalizione giallo-rossa come prima formata da Pd, M5S, Sinistra Italiana ed Articolo 1. e coalizione di Centro formata da “Forza Italia, Azione, + Europa, Italia Viva, Coraggio Italia, Noi con l’Italia.

In pratica, insomma con Forza Italia che esce dalla coalizione di Centrodestra per formare assieme agli altri partiti una coalizione di centro.

In un caso del genere alla coalizione a due del Centrodestra andrebbero 181 seggi, a quella Giallo-rossa 182 seggi, ed a quella di Centro 35 seggi. 2 ad altri partiti.

In pratica in questo caso nessuna coalizione avrebbe la maggioranza assoluta quindi i voti della coalizione di Centro diventerebbero decisivi per formare una maggioranza.

Terzo scenario: Rosatellum con la coalizione di Centro-sinistra allargata. Quindi la classica coalizione di Centrodestra con Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, mentre nella coalizione di Centrosinistra oltre ai soliti partiti già menzionati entrerebbero a far parte Azione, +Europa, Verdi gruppuscoli vari di sinistra.

In questo caso alla lista di centrodestra andrebbero 200 seggi, a quella allargata di centrosinistra 190 seggi e quindi diventerebbero praticamente decisivi gli 8 deputati che si dividono Italia Viva, Coraggio Italia e Noi con l’Italia, oltre ai due voti che vengono sempre attribuiti agli altri partiti.

Allora, naturalmente qualche breve commento da parte mia.

Pagnoncelli facendo un sondaggio sulla distribuzione dei seggi non fornisce dati sull’astensione che tuttavia dovrebbe essere altissima. Da cosa traggo questa impressione?

Da un dato che viene fornito dalla Ipsos, ossia dalla società che ha prodotto il sondaggio. Ci dice infatti che coloro che hanno risposto al sondaggio sono state 31.400 persone, ma le persone che si sono rifiutate di rispondere al sondaggio sono state ben 130.900 ossia quattro volte tanto. 

In pratica quindi ogni cinque persone interpellate una ha risposto e quattro si sono rifiutate di rispondere, è chiaro non tutte queste persone poi non andranno a votare, però è presumibile desumere, da un dato simile, che l’astensione sarà molto alta.

Un altro aspetto che mi stupisce è che vengano ignorate forze politiche che si sono dimostrate le sole a lottare strenuamente contro le assurde politiche segregazioniste adottate dall’attuale Governo, ad esempio Italexit, la formazione politica promossa dal Senatore Paragone. 

Questo lo trovo abbastanza strano, perché, come vedremo nel prossimo video, quello che riguarderà lo “Scenario economico e sociale di fine anno”, una gran fetta del Paese è contraria al Super Green Pass, e queste persone cercheranno certamente una forza politica che li rappresenti.

Business Amazon: cosa fare se perdi l’accesso?

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Il nuovo negozio online offerto da business Amazon completamente dedicato a professionisti e aziende è così popolare e vantaggioso che non si può proprio farne a meno. Sullo store si possono trovare un grandissimo numero di prodotti di ogni genere. 

Non solo, per fare un esempio, si può vendere o acquistare ogni cosa, dai computer, ai mobili, ai prodotti per la pulizia e via dicendo. Business amazon al giorno d’oggi mette a disposizione tanti di quei vantaggi che è impossibile non usufruirne. 

Ecco perché è così prezioso: fare l’accesso amazon business giornalmente aiuta a tenere sotto controllo le spese e contemporaneamente a monitorare i dati importanti. Un bel giorno, quando hai l’account bloccato e non puoi accedere a business amazon, cosa fai? 

Et voilà: interveniamo con un articolo pensato per risolvere una situazione ben precisa: recuperare l’account amazon business. Cosa fare se perdi l’accesso a business amazon? Te lo diciamo in questo articolo con tutte le soluzioni del caso, ripercorrendo temi attuali e importanti e da non sottovalutare mai più. 

Oltre a ciò, ti spiegheremo le ragioni e motivi di sicurezza legati al problema dell’account bloccato e di conseguenza i passaggi per sbloccarlo, cosa controllare, e altri fattori fondamentali. 

Acquistare e vendere online è facile, mantenere in sicurezza i pagamenti lo è grazie ad Amazon business, il quale, tutela gli attacchi e aiuta a recuperare il profilo perduto. Ma c’è di più: a volte si può dimenticare la password o le credenziali di accesso, possono succedere tanti altri avvenimenti collegati all’account amazon business da recuperare. 

Pertanto, agiamo subito e parliamo di come risolvere. Tuttavia, è bene seguire tutte le operazioni da svolgere. Devi fare un acquisto in un tempo breve? Compare immediatamente un oggetto che ti serve? Ma non puoi accedere a business amazon? Ora risolviamo il problema in un batter d’occhio.

Nella guida troverai cosa fare se perdi l’accesso amazon business con tutte le procedure, come recuperare l’accesso con i relativi passaggi e scoprirai in maniera pratica cos’è business amazon, come funziona e quali sono i suoi vantaggi. Sei pronto? Buona lettura!

amazon business

Cos’è business amazon

Mi preme fare un chiarimento: che cos’è business amazon! Si tratta di una rivoluzione del concetto di negozio online riferito a tutti poiché vede una nuova creazione esclusiva per imprenditori e aziende

È un e-commerce di Amazon.it, in cui tutte le aziende di ogni dimensione possono registrarsi gratuitamente e creare un account così da semplificare i processi di acquisto tramite la facilità di scelta tra oltre 250 milioni di prodotti. 

Nel negozio si possono trovare beni per aziende e per di più si può usufruire della fatturazione automatica e di altri strumenti per la gestione contabile e le offerte per le aziende. Oltre a sconti sulla quantità e consegne veloci. 

Esattamente si presenta come un e-commerce riferito a coloro che vogliono usarlo per i servizi di approvvigionamento, vendita e acquisto. Lo store è una piattaforma digitale dove domanda e offerta si equilibrano tra loro e qui è possibile esaudire esigenza di ogni tipo che spaziano da un marketplace sicuro e semplice per gli acquisti e l’approvvigionamento aziendale. 

In modalità online, lo strumento è in grado di consentire la gestione delle spese. Il servizio è gratuito in tutte le sue parti e grazie alla piattaforma web le aziende possono risparmiare tempo e denaro attraverso delle pazzesche funzionalità.

Business amazon: come funziona

Sapere e conoscere tutte le funzioni di business amazon è un bene per chi lo usa o per chi vorrebbe utilizzarlo. Intuitivo e semplice, business amazon offre nel negozio diversi articoli suddivisi per categorie, le quali, soddisfano esigenze di vario genere. 

In particolare, è uno strumento di tipo classico e funziona in maniera semplicissima, simile allo standard e-commerce classico. Come funziona e a cosa serve? La destinazione dei prodotti è per aziende che vogliono rifornirsi di beni o rivenderli. 

Amazon business è uno strumento esclusivo ed è un servizio che si rivolge ad aziende, lavoratori autonomi e partite iva. In altre parole, è destinato a scuole, ditte individuali, Pmi e aziende grandi, medie e piccole. 

In sostanza, le categorie citate possono risparmiare tempo e denaro tramite amazon business, accedendo a funzionalità e prodotti esclusivi e al contempo essere guidati da operazioni strategiche.

Vantaggi business amazon

I vantaggi di business amazon sono veramente molti. In primo luogo, notiamo che è stato studiato appositamente per le aziende e le partite iva. Quali sono i vantaggi principali? Sconti e offerte, fatturazione automatica elettronica e spedizioni immediate. Altri vantaggi ma non secondari, anche ‘essi principali sono:

  • visibilità di spesa
  • strumenti di analisi e reportistica
  • confronto dei prezzi scontati
  • acquisto all’ingrosso

Questi elementi sono alcuni dei tanti vantaggi di amazon business. Approfondiamoli! Grazie alla visibilità della spesa sott’occhio si può avere processi efficienti per una maggiore visibilità e controllo della spesa. 

Confrontando le varie offerte da venditori concorrenti, accedere ai prezzi riservati dalle aziende, insieme all’ottenimento di sconti su acquisti all’ingrosso, diventano dei vantaggi super per elaborare un lavoro professionale nella propria azienda. 

Tramite gli strumenti di report si può tenere traccia delle spese individuali, di gruppo e aziendali. Con lo strumento è possibile semplificare gli acquisti, visualizzare i prezzi netti ed essere guidare le strategie.

Business amazon: cosa fare se perdi l’accesso

In questo paragrafo vedremo cosa fare se perdi l’accesso a business amazon mediante le varie e svariate numerose circostante che si propongono e presentano in varie situazioni: perché si blocca l’account business amazon anche per motivi di sicurezza, perché non si riesce ad accedere e cosa fare nel momento in cui si perde l’accesso momentaneo dell’account. 

A volte si possono inserire informazioni sbagliante nel momento dell’accesso, oppure non si ricorda la password corretta o dati delle credenziali, ecco perché è necessario fare delle operazioni di controllo. La prima cosa da fare quando perdi l’accesso è verificare di aver digitato correttamente l’indirizzo e-mail, ossia il nome utente, il numero di cellulare collegato. 

Insomma, è bene vedere quale dato occorre per accedere tra quelli scelti come preferiti in precedenza. La motivazione dell’entrata non riuscita dipende da vari fattori. 

Nel caso in cui ci sono problemi di accesso bisogna controllare di aver digitato correttamente i dati, con dei controlli specifici da effettuare come detto in precedenza, mentre, quando l’account è bloccato per motivi di sicurezza, come si procede? 

Durante un tentativo di accesso al sito può apparire un messaggio del tipo “l’account è bloccato per motivi legati alla sicurezza”. 

Nel caso appena citato è proprio Amazon che vuole difendere il sito e segnala l’errore. Questo succede solamente quando vengono inseriti i dati sbagliati di una carta di fatturazione legata al profilo poiché il sistema vuole tutelare le frodi. 

Esistono altre attività sospettose viste dagli occhi di Amazon come effettuare operazioni da un indirizzo ip diverso rispetto alla solita posizione. Quindi, dopo aver controllato di non aver inserito male i dati, il passaggio seguente da fare è contattare il servizio clienti di amazon business.

Come recuperare l’accesso a business amazon: i passaggi

I passaggi per recuperare l’accesso amazon business sono 4, di cui, uno, è direttamente fornito dall’azienda titolare: Amazon. Sarà proprio il primo che andremo ad esaminare. È possibile recuperare l’account business amazon in caso di errore della verifica in due fasi. 

Di cosa stiamo parlando? Amazon consiglia di effettuare la verifica in due fasi e se questa non va a buon fine e non si riesce ancora ad accedere, si deve provare a ripristinare il profilo per disabilitare la verifica in due fasi. 

Poi, per ottenere di nuovo l’accesso si deve dimostrare la propria identità ad Amazon con una scansione o la foto di un documento valido e solo in questo modo si può avere il rispristino dell’account. Per cui, si devono mandare questi documenti all’azienda. 

Essa consiglia anche di provare ad accedere con il metodo di backup registrato oppure usando un dispositivo affidabile quindi riconosciuto. Nel caso in cui il problema persiste, l’eCommerce più famoso al mondo offre altre opzioni per ripristinare il profilo. 

In questo link puoi seguire le istruzioni per caricare il documento di identità. Facciamo un passo indietro, prima di vedere i prossimi passaggi cerchiamo di capire che cos’è la verifica in due fasi e come si attiva o disattiva! La verifica in due fasi tratta un maggiore livello di sicurezza all’accesso in business amazon. 

Consiste nel mandare un codice di verifica durante gli accessi. Per attivarla si deve andare nell’account, selezionare accesso e impostazioni di sicurezza e cliccare su modifica al lato di impostazioni della verifica in due fasi, ossia, 2sv. 

Successivamente, bisogna seguire le istruzioni guidate. Invece, per disabilitare si deve selezionare disabilita accanto alla verifica in due fasi sempre nella stessa sezione di prima. Il secondo passaggio per recuperare l’accesso a business amazon è molto più semplice, basta cliccare password dimenticata nella pagina di accesso e provare questo tentativo. 

Il terzo procedimento per sbloccare e accedere a amazon business è contattare l’azienda: via cellulare, tramite chat o attraverso l’e-mail. 

Il numero per chiamare è 800 145 851, mentre via chat, è necessario utilizzare un account attivo o attivare uno nuovo temporaneo e spiegare la situazione, oppure via e-mail tramite il modulo “serve aiuto” e “problemi accesso amazon business” e in questa area mandare l’e-mail mediante il modulo dei contatti. 

Nel caso in cui non si riesce con nessuna delle operazioni precedenti ne esiste un’altra, l’ultima: chiamare l’assistenza clienti al numero 800 798 277.

DL Sostegni Ter: Bonus Collaboratori Sportivi 2022 al via?

Riferita per la prima volta dal Sole 24 Ore e poi confermata dalle alte sfere, arriva la notizia di un nuovo DL Sostegni 2022, con un pacchetto di misure a supporto dei cittadini, in parte simile ai due decreti precedenti che portavano lo stesso nome.

La proroga dello Stato di Emergenza infatti, ora in scadenza il 31/03/2022, e le nuove restrizioni per combattere la pandemia, in seguito all’aumento della curva contagi, rendono anche necessario erogare nuovi ristori ai cittadini, visto che la ripresa economica non è ancora ripartita al 100%.

Arriva così già in discussione e previsto per la fine del mese di gennaio 2022 un Decreto Sostegni Ter, con cui si introducono una serie di nuove misure a supporto dei cittadini.

Non essendoci ancora nessuna bozza scritta di questo nuovo decreto, che potrebbe anche essere doppio, quello che sappiamo proviene dalle informazioni rilasciate, cioè che esso dovrà con certezza contenere nuovi contributi a fondo perduto per Partita Iva, un nuovo finanziamento per la cassa integrazione (CIG) con causale Covid, il rinnovo del bonus per occasionali e stagionali. Mentre, resta invece da chiarire la posizione sul rinnovo del Reddito di Emergenza e del bonus collaboratori sportivi 2022, per cui non sono state date indicazioni specifiche e certe.

In ogni caso, quello che è stato annunciato in merito a questo nuovo decreto è che il pacchetto di aiuti dovrà concentrarsi soprattutto su quelle attività su cui maggiormente ricade il peso delle restrizioni. In effetti, le nuove regole anche dovute ai decreti per il rilascio di Green Pass e Super Green Pass rendono lo sport uno dei settori maggiormente colpiti e fanno ben sperare per la nuova erogazione di un bonus collaboratori sportivi 2022.

Nuovo bonus collaboratori sportivi 2022 con il DL Sostegni Ter? Ipotesi e probabilità 

Il bonus collaboratori sportivi gestito da Sport e Salute fu introdotto con il Decreto Cura Italia (art. 96, decreto-legge 17 marzo 2020, n.18) e poi rinnovato in più occasioni tra cui, nel 2021, il DL Sostegni e il DL Sostegni bis.

Sostanzialmente, le normative, che regolano le restrizioni al fine di contenere l’epidemia di Covid-19, e il nuovo regolamento, che regola l’utilizzo del Green Pass e del Super Green Pass, pone effettivamente il mondo dello sport in una posizione complessa con la ripresa completa delle attività ancora lontana.

A questo scopo sembra più che probabile che il nuovo DL Sostegni Ter contenga anche un rinnovo delle misure pensate a sostegno dei collaboratori sportivi, cioè con l’erogazione di un’indennità 2022.

Ovviamente, per questo nuovo decreto è prevista una tempistica relativamente breve, con il testo che dovrebbe essere pronto in bozza per la seconda metà di gennaio e da cui si potranno avere informazioni più certe sul bonus collaboratori sportivi 2022. In ogni caso, un decreto-legge pensato per le attività maggiormente colpite dalle restrizioni vigenti, dovrebbe obbligatoriamente rivolgere lo sguardo e le attenzioni anche al mondo dello sport, soprattutto dilettantistico.

Una panoramica sulle possibili misure contenute nel Decreto Sostegni 2022 è offerta dal video YouTube di Radio UCI:

  

Come e quando aspettarsi il rinnovo del bonus collaboratori sportivi 2022?

In ogni caso, se ci sarà rinnovo per il bonus collaboratori sportivi sembra difficile che questo possa prevedere un aumento di importi ai beneficiari rispetto alle precedenti erogazioni 2021, perché le casse dello Stato hanno quest’anno la coperta ancora più corta, spremute dalla Legge di Bilancio 2022 e dalla necessità di reperire una dotazione ingente per le varie Riforme, tra Fisco e Pensioni.

Ad integrare però le varie forme di aiuto ci sarà almeno il PNNR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) è più in generale la dotazione del Recovery Plan.

Anche al fine di velocizzare l’assegnazione di nuovi contributi, sembra difficile però pensare che siano attuati cambiamenti sostanziali ai requisiti di accesso e alla funzionamento generale del bonus collaboratori sportivi.

Come potrebbe funzionare il bonus collaboratori sportivi 2022? 

I due precedenti Decreti Sostegni 2021 avevano scelto, proprio allo scopo di rendere le erogazioni più veloci possibili, di non aprire nuove richieste per il bonus collaboratori sportivi, ma semplicemente accordare nuove mensilità ai già beneficiari. 

Tuttavia, lo scorso ottobre Sport e Salute, che gestisce le indennità, ha comunicato che era stata avviata la procedura di restituzione delle somme non utilizzate per l’erogazione dei bonus, annunciando anche che il capitolo si chiudeva.

Certo tale decisione era stata presa quando la scadenza dello Stato Emergenza era imminente e non teneva conto del fatto che esso sarebbe stato prorogato e che nel 2022 molte restrizioni sono ancora in atto.

Ad ogni modo, la conclusione di questo iter fa pensare che se si sceglierà per l’erogazione del bonus collaboratori sportivi 2022, si aprirà un nuovo percorso, cioè con la possibilità di inoltro nuove domande di richiesta e non solo la conferma della sussistenza dei requisiti per i già beneficiari.

Quali erano i requisiti per il bonus collaboratori sportivi 2021 e come potrebbero cambiare nel 2022

I requisiti di accesso per il bonus collaboratori sportivi 2021 erano stabiliti sulla base dei guadagni 2019, da cui dipendeva anche la somma percepita di indennizzo, in questa misura:

  • 3.600 euro, se i guadagni percepiti nel 2019 superavano i 10.000 euro;
  • 2.400 euro, se i guadagni percepiti nel 2019 erano compresi tra 4.000 e 10.000 euro;
  • 1.200 euro, se i guadagni percepiti nel 2019 erano inferiori a 4.000 euro.

Tale calcolo si basava sull’assegnazione massima a ciascun beneficiario di una cifra pari a 1.200 euro al mese. 

Ricordiamo che il bonus collaboratori sportivi non ammette tra i beneficiari i titolari di Partita Iva, né i cittadini che ricevono altra prestazione legata al Reddito, quale il RdC.

Ancora il bonus collaboratori sportivi 2022 richiedeva ai beneficiari di aver avuto un regolare contratto nel 2019 con: CONI; CIP; Enti di Promozione Sportiva; Federazioni Sportive Nazionali; Discipline Sportive Associate o una delle società dilettantistiche iscritte nel registro CONI prima di marzo 2017.

In caso di rinnovo del bonus collaboratori sportivi 2022 è ben probabile che tali requisiti rimangano sostanzialmente invariati, ma semplicemente facciano riferimento all’anno 2020 o 2021.

Per quanto riguarda poi il bonus collaboratori sportivi 2021, ricordiamo che al momento Sport e Salute è ancora impegnata nell’erogazione delle mensilità arretrate a quanti hanno fornito l’IBAN sbagliato. 

Altre novità nel Decreto Sostegni Ter 2022: CIG; bonus occasionali e ristori alla Partita Iva

Se bonus collaboratori sportivi 2022 e Reddito di Emergenza sono tra le misure dubbie, cioè ancora non è chiaro se esse saranno rinnovate con certezza dal DL Sostegni Ter, rispetto alle nuove misure introdotte abbiamo qualche certezza.

Il nuovo Decreto Sostegni 2022 conterrà infatti una proroga ed un nuovo finanziamento per la CIG con causale Covid-19, arriveranno poi nuove erogazioni del bonus per i lavoratori occasionali e stagionali, anche se non sappiamo se cambieranno in questo senso importi e requisito.

Altra certezza sarà il ritorno dei Ristori 2022 alla Partita Iva, con l’arrivo di nuovi contributo a fondo perduto, anche se non è ancora chiaro se il Governo sceglierà per una erogazione sulla classica base della calo di fatturato o se si tornerà all’assegnazione per codice Ateco di appartenenza, così da sostenere mirate categorie di lavoratori autonomi, individuate come quelle su cui la crisi si è abbattuta maggiormente.

Bollo auto e canone Rai: tutte le scadenze 2022!

Bollo auto e canone Rai sono due imposte che ogni anno i cittadini devono versare per il possesso di un’automobile e per la presenza nell’ambiente domestico di un apparecchio televisivo. Questi due pagamenti sono forse tra le tasse più odiate degli italiani, tuttavia vanno saldate ogni anno, anche nel 2022, per non incorrere in sanzioni di diverso tipo.

Per il pagamento del bollo auto, bisogna fare riferimento alle singole regioni italiane, che gestiscono in modo indipendente le modalità di pagamento, gli importi e le scadenze. Per sapere con esattezza come funziona il bollo auto per il proprio mezzo, è buona norma informarsi sulle normative presenti nella propria regione di residenza.

Questo perché il bollo auto è un’imposta di tipo regionale. Come spiega Businessonline.it, anche l’importo del pagamento è variabile:

“Per sapere quanto si paga per il bollo auto 2022 occorre fare riferimento alla normativa comunitaria sulle emissioni inquinanti riportata sulla carta di circolazione per determinare a quale direttiva sia conforme il veicolo e moltiplicare il corrispondente valore per ogni kW di potenza dell’automobile o CV.”

Bisogna anche tenere conto che è ancora presente il superbollo auto, ovvero l’aggiunta nel pagamento del bollo auto che è stabilita sulla base dell’aumento di potenza del veicolo, e con maggiori emissioni inquinanti.

In un primo momento la riforma fiscale 2022 aveva preso in considerazione la possibilità di eliminare questa imposta, tuttavia è rimasta anche per quest’anno, non rientrando nel quadro di quelle che sono state definite come micro imposte.

Per quanto riguarda invece il canone Rai, anche in questo caso si tratta di una imposta che si deve pagare, anche se non si vedono i canali Rai. L’imposta è legata direttamente alla presenza nell’abitazione (o nella struttura adibita ad attività al pubblico) di un apparecchio TV in grado di ricevere i canali Rai.

Esistono a questo proposito diversi casi di esenzione dal pagamento, sia per quanto riguarda i soggetti con una specifica età anagrafica, sia nel caso in cui nell’abitazione non sia presente un apparecchio TV. Ecco di cosa si tratta.

Bollo auto e canone Rai: le scadenze 2022

Per quanto riguarda le date entro cui provvedere al pagamento del bollo auto e del canone Rai 2022, bisogna tenere conto delle diverse casistiche. Per quanto riguarda il bollo auto, ogni regione applica le proprie regole per il pagamento dell’imposta, ma tutto dipende dalla data in cui si è effettuato il primo pagamento di questa tassa, sull’auto posseduta.

Risulta importante ricordare che il pagamento deve avvenire entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello in cui scade questa imposta. Per esempio, se il bollo auto scade alla fine di gennaio 2022, è possibile provvedere al pagamento senza sanzioni fino alla fine di febbraio 2022.

Per sapere qual è la scadenza specifica per il pagamento del bollo auto, è possibile documentarsi sul portale online dell’ACI (Automobile Club d’Italia) o dell’Agenzia delle Entrate. Allo stesso modo è possibile tramite piattaforma apposita effettuare un calcolo per conoscere l’importo del pagamento del bollo auto inserendo tutti i dati sul veicolo: la regione di appartenenza, la targa, e il tipo di veicolo.

In alcuni casi oltre al bollo auto bisogna provvedere al pagamento del superbollo auto, ovvero una tassa aggiuntiva applicata per ogni Kw di potenza che supera i 185 kw. In questo caso si tratta di 20 euro aggiuntivi per ogni Kw in più. Come spiega l’Agenzia delle Entrate, il superbollo si riduce nell’importo al trascorrere degli anni:

“Il “superbollo” è ridotto dopo cinque, dieci e quindici anni dalla data di costruzione del veicolo (che salvo prova contraria coincide con la data di immatricolazione), rispettivamente al 60%, al 30% e al 15%. Non è più dovuta decorsi venti anni dalla data di costruzione.”

Per quanto riguarda invece le scadenze per il canone Rai, va ricordata una data molto vicina: il 31 gennaio 2022. A questa data scade la possibilità di inviare il modulo per la richiesta di esenzione dal pagamento del canone Rai 2022. Si tratta di una esenzione possibile per esempio nel momento in cui nell’abitazione non è presente un apparecchio TV in grado di ricevere i canali Rai.

Il canone Rai verrà ancora per tutto il 2022 pagato insieme alle bollette per l’energia elettrica per l’utenza domestica, non verrà ancora separata l’imposta dalle bollette.

Bollo auto e superbollo 2022: casi di esonero

Il bollo auto e il superbollo auto vanno pagati sempre? Su queste imposte esistono particolari casi di esonero: si tratta di casi specifici, che sono indicati dalla comunicazione ufficiale dell’Agenzia delle Entrate. Il pagamento del bollo auto non è previsto nel caso di soggetto disabile, o di famigliare di un soggetto disabile.

Ma questi soggetti non sono gli unici per cui è previsto l’esonero dal pagamento del bollo auto. Vengono esonerati anche i proprietari di auto storiche. Si tratta di veicoli tra i 20 e i 29 anni dall’immatricolazione, che possono avere particolari agevolazioni, mentre per le auto con più di 30 anni esiste l’esonero totale dal pagamento.

L’agevolazione che riguarda le auto storiche con meno di 30 anni prevede una riduzione dell’importo del pagamento di questa tassa del 50%. L’esonero totale invece, per le auto con più di 30 anni dall’immatricolazione, è previsto unicamente se il mezzo non viene utilizzato per attività professionali.

Il superbollo auto invece non viene applicato per tutti, ma unicamente per quei proprietari di autoveicoli che superano il limite di potenza visto prima. I casi di esonero in questo caso sono da ricondurre unicamente a particolari circostanza, come la vendita dell’auto prima della scadenza del pagamento di bollo e superbollo, oppure per furto o demolizione.

Canone Rai: casi di esonero

Esistono particolari casi di esonero anche per il pagamento del canone Rai. Questa imposta anche per il 2022 viene dilazionata tramite pagamento in bolletta, insieme all’erogazione dell’energia elettrica per uso domestico. Si tratta di un importo complessivo annuale di 90 euro, suddivisi in rate da 9 euro. 

Esistono diversi casi di esonero per il pagamento del canone Rai: primo tra tutti l’esonero per le persone anziane. Si tratta di un esonero dal pagamento per tutti gli anziani che superano i 75 anni di età, purché il reddito annuale sia inferiore alla cifra di 8.000 euro. Questo esonero infatti è direttamente collegato alla condizione economica del richiedente l’esonero, non solamente all’età anagrafica.

Un altro caso di esonero dal canone Rai riguarda la mancanza dell’apparecchio televisivo per la visione dei canali Rai. Nel momento in cui nell’abitazione non è presente un apparecchio TV, è possibile richiedere di essere esonerati dal pagamento del canone Rai, entro il 31 gennaio 2022.

Questa data di scadenza riguarda la possibilità di inviare un modulo apposito con richiesta di esenzione per mancato possesso di apparecchio TV, modulo che si può trovare sul sito ufficiale dell‘Agenzia delle Entrate.

Il modulo va compilato in tutte le sue parti per dichiarare la mancata presenza di un apparecchio televisivo nell’abitazione, e inviato direttamente all’Agenzia delle Entrate, poiché il canone Rai è un’imposta vera e propria, di cui si occupa il fisco.

Per questa particolare tassa negli scorsi mesi sono state avanzate diverse ipotesi, tra cui quella di una estensione del pagamento anche per i possessori di smartphone e tablet. Ipotesi che tuttavia per il momento non è stata presa in considerazione per il 2022. Un’altra ipotesi è quella di separare il pagamento di questa imposta dalla bolletta dell’energia elettrica.

Anche in questo caso per eventuali decisioni bisognerà ancora attendere almeno fino al 2023, perché per l’anno in corso il funzionamento dell’imposta rimane invariato.

Mancato pagamento bollo auto e canone Rai: le sanzioni

Va ricordato che trattandosi di imposte obbligatorie, il mancato pagamento del bollo auto o del canone Rai può dare vita a diverse sanzioni di diverso tipo. Per il mancato pagamento del bollo auto si può incorrere in una richiesta di saldo che proviene direttamente dal fisco, e la multa aumenta con il passare del tempo.

Superato un certo periodo di tempo, indicato come un periodo di 12 mesi, non è più possibile provvedere al pagamento del bollo auto come di consueto, perché oltre alla multa vengono anche applicati degli interessi. Il mancato pagamento del bollo auto nel peggiore dei casi comporta l’emissione da parte del fisco di una cartella esattoriale, ovvero di un proprio debito che il cittadino contrae verso il fisco.

Quando il cittadino cumula diverse imposte relative al bollo auto non pagate, si può incorrere anche nella confisca del veicolo, con il ritiro della targa e il divieto di circolazione del veicolo stesso. Va infine ricordato che dopo che sono trascorsi alcuni anni, il bollo auto non pagato può andare in prescrizione.

Non solo il bollo auto, e il superbollo, ma anche il canone Rai costituisce una imposta vera e propria, per cui il mancato pagamento può portare a sanzioni importanti. Nel caso in cui il cittadino tiene nella propria abitazione un apparecchio televisivo, ma non provvede al pagamento di questa imposta, possono essere applicate sanzioni in caso di controlli anche di importi non indifferenti.

Si parla di cifre che per la sanzione possono raggiungere anche 540 euro, oltre alla richiesta di pagamento del canone non versato e di eventuali interessi maturati nel tempo. Il canone rai nell’ultimo periodo è al centro di diverse polemiche, in quanto per moltissimi cittadini questa imposta non dovrebbe essere presente.

Attualmente il pagamento di questa imposta avviene direttamente in bolletta, insieme all’utenza dell’energia elettrica, per questo motivo i fenomeni di evasione di questa tassa sono scesi, perché la stessa viene saldata in modo automatico con la bolletta. Tuttavia molti chiedono che questa tassa venga abolita, o che venga separata dalla bolletta per l’energia elettrica, perché considerata estranea alla stessa.

Novità pensioni: la decisione di Draghi è arrivata!

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Le novità emerse di recente riguardanti le pensioni, hanno fatto sì che la miriade di tematiche a riguardo cambiassero in maniera improvvisa. Questo, a sua volta, ha causato un vero e proprio boom di notizie senza alcun controllo apparente. Portando con sé anche una grande confusione, per ovvie ragioni.

Una delle novità più sorprendenti, è stata senza ombra di dubbio quella riguarda dei nuovi aumenti previsti all’orizzonte. Sicuramente, parlando di ciò, si è arrivati a capire come certe tematiche abbiano effettivamente un percorso evolutivo piuttosto rapido. Determinate tematiche, infatti, potrebbero subire dei cambiamenti radicali senza nemmeno concedere il tempo di potersene rendere conto.

Ed è proprio per questo motivo, che trattare certi argomenti nello specifico risulta essere sempre particolarmente complicato. Nonostante ciò, il mondo di internet fortunatamente presenta un numero sufficientemente adeguato di fonti a tal punto dal riuscire a documentarsi a dovere.

Una di queste, è il sito de Il Giornale, che riguardo agli aumenti citati in precedenza cita quanto segue nelle righe riportate:

Si parla in concreto di una rivalutazione al 100% per gli assegni previdenziali fino a 4 volte il minimo (2.062 euro), al 90% per quelli compresi tra le 4 e le 5 volte il minimo (cioè tra 2.062 e 2.578 euro) ed al 75% per quelli oltre 5 volte il minimo (vale a dire al di sopra dei 2.578 euro).

A sua volta, è proprio l’Inps che riporta in maniera fedele i cambiamenti che arriveranno presto in vigore riguardo alle pensioni. Un altro cambiamento presto in arrivo, è quello riguardante il decadimento delle fasce Letta, che comportano di conseguenza un ritorno agli scaglioni emanati da Prodi.

A livello economico, una misura simile risulta essere molto più leggera di per sé. Questo, poiché il processo di erogazione avviene in maniera graduale ed equilibrata, riuscendo di fatti a bilanciare la spesa in maniera molto più equa. Prima di procedere con la lettura dell’articolo, consigliamo fortemente la visione di un video appositamente pubblicato dal canale Youtube di Pensioni & Aggiornamenti

Novità pensioni: cosa ci attende per il 2022?

In vista di questo 2022 che ci attende, le novità sulle pensioni potrebbero arrivare ad avere dei risvolti decisivi. Questo, perlomeno, è ciò che traspare dalla miriade di fonti presenti in giro per il web. Le notizie di cronaca quotidiane, inoltre, sembrano parlare in maniera piuttosto chiara a riguardo.

Pare che il cambiamento sia piuttosto vicino. Alla luce di questo, dunque, è bene prepararsi ad ogni tipo di evenienza. Uno dei primi argomenti di cui bisognerebbe parlare, stando a quanto recita il sito di IPSOA, è la quota 102. Sostanzialmente, consiste in tutta una serie di cambiamenti previsti per delle categorie specifiche.

Per il momento, si può anticipare una certa risonanza per quanto riguarda il requisito anagrafico, che sarà una delle varianti principali in termini di calcolo dell’assegno pensionistico destinato all’erogazione. Nello specifico, la cosiddetta quota 102 consiste in un provvedimento che riguarda tutti coloro che nel corso di questa annata del 2022, raggiungeranno i requisiti di età pari a 64 anni e di contributi regolarmente versati, pari a circa 38 anni.

Tuttavia, questo non è affatto l’unico provvedimento che è stato preso in tal senso, ma come vedremo a breve è solamente uno di una lunga serie di normative che verranno poi aggiornate man mano che la situazione arriverà ad evolversi. Infatti, un altro argomento piuttosto in voga è quello relativo all’uscita anticipata dal lavoro.

In questo caso, la categoria di lavoratori che potrebbe venir coinvolta all’interno di un provvedimento simile è quella dei dipendenti delle piccole e medie imprese. Imprese coinvolte in una crisi economica, naturalmente. Il requisito anagrafico, in questo caso, sarà l’equivalente di circa 62 anni di età anagrafica. Ma naturalmente, il numero in questione potrebbe essere destinato a concedere degli aumenti.

Novità pensioni, cosa prevede la nuova riforma?

La nuova riforma delle pensioni, tra le tante novità è sicuramente una di quelle più attese. Questo, anche per via delle tempistiche con le quali si sta trascinando, in maniera lenta e inesorabile. Nel corso dello scorso 2021, si è infatti fatto un gran parlare riguardo questa vicenda. Ma ad oggi, si spera nel più breve tempo possibile, sembra che la questione si stia pian piano rivelando in maniera sempre più limpida.

Alcuni siti di informazione, tra cui il sito di Pensioni Per Tutti, fa riferimento ad una nuova moneta digitale di Stato. Questa moneta, per il momento non in vigore, potrebbe cambiare in maniera radicale le sorti di tale tematica. Il fatto che questo nuovo meccanismo possa potenzialmente risolvere numerose problematiche, sembrerebbe essere un parere condiviso a più riprese.

Questa moneta di fatti, secondo alcuni pareri autorevoli, potrebbe rendere molto più pulito e limpido il settore pensionistico, così come per quanto riguarda il settore dell’evasione fiscale. Tramite le transazioni digitali, potrebbe essere un problema risolvibile nel giro di un periodo piuttosto breve.

Questo, in quanto tutti gli assegni erogati e tutte le relative transazioni sarebbero tracciate e difatti renderebbero molto difficile il relativo incremento del tasso di evasione.

Ma naturalmente queste sono solamente delle ipotesi che per il momento non trovano alcun tipo di riscontro ufficiale. Il fatto che la maggior parte delle opinioni presenti sul web la pensino in maniera diametralmente opposta rispetto alle altre fazioni, non porta a nulla di buono.

Questo, in quanto il clima di chiarezza tanto atteso potrebbe subire dei gravi ritardi, considerando il fatto che i pareri in tal senso sembrano essere ancora fin troppo discordanti, per poter avere un quadro ampio riguardo questa questione.

Come al solito, sarà solamente il tempo a suggerirci ciò che desideriamo sapere in maniera approfondita. Tempo che per il momento, appare piuttosto incerto e poco chiaro.

Novità pensioni, ecco le parole di Draghi!

Le parole di Draghi riguardanti le novità sulle pensioni, sembrano aver causato un ulteriore clima di confusione, benché alcuni tratti appaiano piuttosto rivelatori in tal senso. L’obiettivo comune, come è ben risaputo, è quello di trovare un tipo di sistema basato sulla previdenza, che sia dunque flessibile e allo stesso tempo equilibrato in ogni aspetto.

Principalmente, stando a quanto riporta il sito di Repubblica, il provvedimento principale si è basato su una rivisitazione della legge Fornero. L’obiettivo primario, è proprio quello di rendere questo decreto più flessibile ed equlibrato al tempo stesso, senza dover naturalmente gravare sulle spese. A riportare ciò, è il sito stesso di Repubblica, che cita quanto segue:

«Finalmente – ha detto il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra – apriamo il cantiere della riforma per arrivare alla revisione della legge Fornero nella prospettiva di rendere il sistema più flessibile, più equo, più sostenibile». 

Le ambizioni di Draghi, dunque, sono sicuramente quelle di comprendere a fondo il modo in cui si può preservare la sostenibilità di ogni manovra. Nello stesso articolo che è stato preso in esame, infatti, si denota come il premier sia effettivamente aperto a qualsiasi tipo di consulto, così come a qualsiasi tipo di proposta.

La sua unica ambizione, dunque, si deduce essere quella di non gravare ulteriormente sul bilancio attuale e, di conseguenza, di preservare la sostenibilità nel corso del lungo periodo. Il sistema contributivo attuale, dunque, sembrerebbe essere uno scoglio insormontabile per coloro che auspicano al suo tramonto, soprattutto considerando il fatto che Draghi vorrebbe far sì che si andasse in pensione con ciò che si ha avuto modo di versare.

A maggior ragione se si dovesse trattare di un’uscita anticipata. Altra tematica piuttosto in voga quando si parla del settore pensionistico. Per il momento, nonostante la situazione possa apparire parecchio confusionaria, sembra che il tanto atteso punto di accordo sia finalmente imminente.

Novità pensioni: ecco cosa accadrà nei prossimi mesi

Le principali novità sulle pensioni riguardanti il 2022, comprendono a loro modo un clima di forte incertezza. Le ipotesi meno rassicuranti, sostengono con una certa desolazione come non si avrà alcun riscontro positivo nemmeno per il 2023. Ma indubbiamente, così come per qualsiasi tipo di ipotesi, ogni parola va presa con la dovuta cautela.

Il sito di Qui Finanza, facendo riferimento al breve periodo, sostiene come un primo passo in avanti sia stato finalmente compiuto dalla legge di Bilancio. Le principali novità emanate dalla legge menzionata riguardano infatti una proroga imminente dell’Ape sociale per un altro anno.

Poi si è parlato anche dell’estensione dell’opzione donna. Altro argomento particolarmente in voga. Per quanto concerne la tematica pensionistica, ultimo, ma non per importanza, c’è l’ingresso della quota 102, che è stato già citato in precedenza.

Novità pensioni, cosa succede per i nati nel 1956?

Un’altra categoria per cui le novità sulle pensioni hanno un interesse vitale, sono quelli nati nell’annata del 1956. In particolare, come vedremo nel corso di questo ultimo paragrafo, per quanto riguarda i docenti e i membri del personale ATA.

In passato, difatti, si ha avuto modo di scoprire come coloro che termineranno il loro incarico nel corso del 2023, potranno avere una pensione di vecchiaia in maniera anticipata. Tuttavia, le novità riguardanti la loro categoria, almeno per quanto riguarda al momento attuale, non sono ancora state emanate. Nonostante ciò, sicuramente una nuova revisione dell’attuale legge di bilancio potrebbe suggerire molti più aspetti in tal senso.

Quanto è emerso dal seguente articolo, riguarda dunque una condizione di perenne incertezza. Nonostante ciò, a partire dal premier Draghi passando per gli organi competenti, alcune questioni stanno finalmente giungendo ad una soluzione di comune accordo. Le lacerazioni viste in precedenza, dunque, stanno finalmente allentando la presa.

Quota 102: nuove istruzioni INPS per la pensione anticipata!

Tra i temi più dibattuti durante l’ultimo periodo precedente allo scattare del nuovo anno, vi era la tematica relativa alla riforma delle pensioni, divenuto l’argomento centrale soprattutto nel dibattito a Palazzo Chigi

A questo proposito, infatti, la squadra di Governo italiano attualmente guidata dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, ha deciso di elaborare una Legge di Bilancio 2022 che potesse andare incontro non soltanto verso gli interessi dello Stato e delle casse italiane, ma anche nei confronti dei bisogni dei lavoratori stessi.

Per questo motivo, a seguito di una serie di riunioni e di incontri avvenuti tra il premier Draghi e gli stessi esponenti dei principali sindacati, in particolare di Cgil, Cisl e Uil, si è finalmente raggiunto un accordo con l’introduzione all’interno della Manovra finanziaria 2022 della nuova formula di pensionamento anticipato, definita Quota 102.

Proprio in questo senso, al fine di fornire tutte le indicazioni necessarie per poter provvedere alla presentazione della richiesta per poter accedere alla formula di pensionamento in anticipo rappresentata dalla Quota 102, l’Istituto Nazionale Previdenza Sociale ha deciso di fornire una serie di istruzioni e di informazioni di carattere operativo all’interno del messaggio numero 97 pubblicato lo scorso lunedì 10 dicembre 2022.

A questo proposito, all’interno del seguente articolo, saranno effettivamente approfonditi tutti i dettagli in relazione alle caratteristiche della nuova pensione anticipata della Quota 102.

In tal senso, nei prossimi paragrafi, sarà anche evidenziato tutto quello che cambierà a seguito della cancellazione definitiva della Quota 100 e della sua relativa sostituzione con la nuova formula di pensionamento anticipato.

Quota 102: tutte le novità del Governo Draghi e cosa cambierà ora

L’approvazione da parte della squadra dell’esecutivo alla cui guida vi è attualmente il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, della nuova Manovra finanziaria 2022 ha apportato una serie di modifiche e di provvedimenti di fondamentale importanza nei confronti di tantissimi aspetti. 

Tra questi, una vera e propria rivoluzione è stata messa in atto in merito al tema della riforma delle pensione nonché delle formule di pensionamento anticipato.

Effettivamente, sulla base dell’articolo 1, comma 87 relativo alla legge numero 234 pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 30 dicembre 2021, è stata ideata una nuova formula di pensionamento anticipato volta a sostituire in maniera definitiva la precedente formula, ovvero quella della Quota 100.

In questo senso, quindi, è chiaro che la nuova Manovra finanziaria entrata ufficialmente in vigore a partire dal primo gennaio del nuovo anno 2022, ha apportato tantissime modifiche e cambiamenti in merito al sistema delle pensioni finora in vigore e che è stato applicato a tutti i lavoratori fino alla data del 31 dicembre 2021.

In particolare, ciò che cambierà soprattutto in seguito all’approvazione e all’introduzione della nuova Quota 102 riguarda sopratutto tutto quello che concerne i requisiti, sia di tipo contributivo che anagrafico, relativi a quei cittadini che intendono presentare la domanda per accedere alla pensione in anticipo.

Le novità per Quota 102: la premessa dell’INPS

All’interno del messaggio recentemente pubblicato da parte dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale in merito alla pensione INPS anticipata della Quota 102, è possibile innanzitutto riscontrare una vera e propria premessa normativa, legata quindi alle disposizioni da parte del Governo italiano che dovranno essere necessariamente rispettate da tutti i cittadini.

Per questo motivo, questi aspetti sono di fondamentale importanza, prima di procedere con il riepilogo di tutte le procedure e le modalità operative che dovranno essere necessariamente seguite al fine di trasmettere la domanda e la richiesta per poter ottenere la pensione anticipata INPS della Quota 102.

Effettivamente è consigliabile fare riferimento alle disposizioni da parte del Governo che consentono così di comprendere anche i requisiti, sia anagrafici che contributivi, necessari per il raggiungimento e l’ottenimento della pensione anticipata.

Nello specifico, all’interno del primo paragrafo del messaggio rilasciato da parte dell’Istituto INPS nella giornata del lunedì 10 dicembre 2022, il riferimento normativo della Quota 102 è quello legato al Supplemento Ordinario numero 49/L alla Gazzetta Ufficiale numero 310 del 31 dicembre 2021, in cui è stata pubblicata la legge 30 dicembre 2021, numero 234, riferita al Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario del 2022 nonché il bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024. 

In particolare è proprio l’articolo 1, al comma 87 e le lettere a), b) e c) relativo alla Legge di Bilancio 2022 che è andato a modificare le disposizioni relative alla pensione della Quota 100.

In tal senso, l’articolo in questione è stato elaborato con l’obiettivo di andare ad apporre dei cambiamenti e delle modificazioni al precedente decreto-legge del 28 gennaio 2019, numero 4, che aveva provveduto ad introdurre la Quota 100 in via sperimentale.

Chi può accedere alla Pensione Quota 102 ora?

Dunque, secondo quanto previsto all’interno della nuova Manovra finanziaria 2022, è possibile evidenziare anche chi sono gli effettivi potenziali beneficiari e destinatari della nuova formula di pensionamento anticipato della Quota 102. 

A questo proposito, si tratta dei lavoratori che svolgono un’attività di lavoro sia subordinato, relativi al contesto pubblico o anche privato, così come anche quei lavoratori autonomi, che nel corso dell’anno 2022 compiranno effettivamente 64 anni di età, purché vengano rispettati anche i limiti legati all’anzianità contributiva. 

In questo senso, la formula di pensione rappresentata dalla Quota 102 va a rivolgersi a tutti gli effetti a quei cittadini lavoratori che hanno il desiderio di smettere di lavorare prima per poter accedere alla pensione in maniera anticipata. 

Nello specifico, attualmente potranno accedere per l’anno 2022 quei cittadini che risultano essere nati entro l’anno 1958 e che hanno raggiunto i 38 anni di contributi durante il periodo compreso tra il primo gennaio ed il 31 dicembre dell’anno 2022. 

Al contrario, per quanto riguarda la pensione anticipata precedente, quella della Quota 100, questa era indirizzata nei confronti dei nati entro l’anno 1960 che hanno compiuto e conseguito tutti i contributi richiesti entro la data del 31 dicembre 2021. 

Come presentare la domanda per avere la Pensione Quota 102

In riferimento a tutte le indicazioni che sono state contenute all’interno del secondo paragrafo del recente messaggio dell’Istituto INPS numero 97 è possibile riprendere una serie di informazioni in riferimento alle procedure e alle modalità da seguire per tutti coloro che intendono provvedere alla presentazione delle domande.

A questo proposito, infatti, è necessario che il cittadino lavoratore che ha intenzione di accedere alla Pensione Quota 102 sia in possesso almeno di una tra le seguenti credenziali di accesso: Carta di identità elettronica 3.0, SPID, Carta nazionale dei servizi.

In questo senso, sarà possibile così compilare e tramettere l’istanza in maniera telematica attraverso i servizi online disponibili direttamente all’interno del portale dell’Istituto al sito www.inps.it, nella sezione dedicata alla “Domanda Pensione, Ricostituzione, Ratei, ECOCERT, APE Sociale e Beneficio precoci”.

Una volta entrati nel portale sarà necessario così scegliere l’opzione legata alla richiesta di una nuova prestazione pensionistica, e selezionare successivamente la dicitura “Anzianità/Anticipata/Vecchiaia”, proseguendo poi con la voce legata alla “Pensione di anzianità/anticipata” ed, infine, “Requisito quota 102”.

Quota 102: I casi di incumulabilità e di incompatibilità

Occorre evidenziare che secondo quanto riportato all’interno dell’articolo di PensioniOggi.it sul tema della Quota 102 vi sono alcuni casi di incumulabilità e di incompatibilità relativi a questa nuova formula di pensionamento anticipato, riferiti sia al contesto dei redditi da lavoro che con altri sostegni al reddito.

Per quanto riguarda le incumulabilità con i redditi da lavoro, è necessario sottolineare che la pensione attraverso al formula anticipata della Quota 102 non è considerata cumulabile con altri ulteriori redditi da lavoro autonomo oppure subordinato, anche nei casi in cui questi siano prodotti all’estero, che fanno riferimento ad attività che sono state svolte in data successiva rispetto all’effettiva data di decorrenza del trattamento, fino al compimento dell’età per il pensionamento di vecchiaia.

Tuttavia, è stato consentito il cosiddetto cumulo reddituale esclusivamente nei casi in cui si tratti di redditi derivati da un lavoro autonomo occasionale, che sono percepiti in maniera limitata alla soglia limite dei 5.000 euro lordi annui.

Le precisazioni INPS per chi percepisce la Quota 102

Inoltre, occorre anche precisare che tale prestazione relativa alla Quota 102 non risulta essere compatibile con la titolarità di altri trattamenti temporanei legati al sostegno al reddito che si pongono fuori al rapporto di lavoro. Si tratta ad esempio dei casi di percezione dell’indennità della Naspi, della Dis-Coll,  oppure delle prestazioni relative alla mobilità ordinaria oppure in deroga, all’assegno emergenziale che viene gestito da fondi di solidarietà. 

Allo stesso tempo, la pensione della Quota 102 non può essere considerata cumulabile neanche con le prestazioni integrative della NASpI che vengono erogate in riferimento al fondo trasporto aereo, così come anche l’indennizzo economico disposto nei casi di cessazione definitiva di un’attività commerciale oppure la percezione della formula dell’ape sociale.

Tuttavia, è anche opportuno chiarire che il raggiungimento dei requisiti sia anagrafici che contributivi legati alla formula di pensionamento anticipato della Quota 102 non vanno a determinare in alcuni modo la decadenza definitiva di questi sostegni economici.

Bonus Renzi 2022: ecco l’ultima sorpresa! Ma non per tutti!

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Come tutti noi sappiamo, la riforma dell’IRPEF approvata dal Governo Draghi ha portato a degli esiti senza precedenti

Infatti, si tratta di una vera rivoluzione. 

Ma in che senso il premier Mario Draghi ha dato il via ad una rivoluzione?

Ebbene, come sappiamo, sono stati ridotti gli scaglioni IRPEF in modo da consentire un risparmio per tutti. 

Tuttavia, come denunciato anche dai sindacati, questa misura andrebbe ad agevolare solamente coloro che percepiscono un reddito medio. Nel corso dell’articolo capiremo nel dettaglio per quale motivo si afferma ciò.

Inoltre, un’altra importante questione ruota attorno al Bonus Renzi che nel 2022 si pensa che sia stato perduto. 

Tutto ciò ha fatto infuriare moltissime persone che pensavano di dover dire addio definitivamente al Bonus Renzi nel 2022. Ma in realtà non è così!

Infatti, quello che in molti non sanno è che il Bonus Renzi ci sarà anche nel corso del 2022, ma non per tutti gli storici beneficiari. 

In questo articolo andiamo a capire meglio di cosa si tratta questa ultima novità in modo da chiarire una volta per tutte chi potrà ancora ricevere il Bonus Renzi nel 2022. 

Bonus Renzi 2022: facciamo un passo indietro. Di cosa si tratta?

Prima di andare a parlare nello specifico di tutto ciò che riguarda i beneficiari del Bonus Renzi nel 2022 dobbiamo comprendere a fondo di che misura si tratta. 

Ebbene, facciamo riferimento ad un sussidio che nasce nel 2014 e viene approvato con la Legge di Stabilità del 2015.

Ma cosa garantiva il Bonus Renzi?

Tutti coloro che ne hanno beneficiato lo sanno bene. Tale sussidio garantiva l’erogazione di 960 euro annui a tutti coloro che possedevano un reddito complessivo inferiore o uguale a 24.000 euro

Attenzione: è bene sottolineare fin da subito che la soglia prevista è salita nel 2020 a 1.200 euro annui. Di fatto si è passato da 80 euro mensili a 100 euro. 

Ma tutti i lavoratori possono aver diritto a beneficiare del Bonus Renzi?

Ovviamente in questo caso la risposta è negativa. Infatti, ci sono solo alcune categorie di lavoratori che possono beneficiare di questo sussidio. 

Innanzitutto riceveranno il Bonus Renzi coloro che hanno un lavoro di tipo subordinato oppure le persone in cassa integrazione o disoccupate. 

Ma non abbiamo ancora finito! Infatti, anche i lavoratori delle Forze dell’Ordine potranno ricevere questo bonus. 

Bene, ora che abbiamo capito di cosa parliamo quando menzioniamo il Bonus Renzi torniamo un attimo a noi ed alle novità per il 2022

Infatti, come abbiamo detto in precedenza, molte persone hanno pensato di dover dire addio al Bonus Renzi. 

Ma per quale motivo? Te lo spiego subito. 

La questione si è aperta in seguito alla riforma dell’IRPEF voluta dal Governo Draghi. 

Questa ha sicuramente portato a dei grossi cambiamenti nelle erogazioni del Bonus Renzi. Tuttavia, è da escludere la sua cancellazione definitiva. 

Ma andiamo a comprendere tutto ciò che stiamo dicendo più nel dettaglio nel prossimo paragrafo. 

Bonus Renzi 2022: cosa cambia con la riforma IRPEF?

Il Governo Draghi con il Maxi emendamento di fine dicembre ha dato il via anche alla riforma dell’IRPEF. 

Ma quali saranno le novità più importanti? Te le racconto subito. 

Come abbiamo visto, si tratta di una vera e propria rivoluzione che consiste nella cancellazione di uno scaglione di reddito. 

Vediamo quali saranno (e sono) i nuovi scaglioni IRPEF in modo da comprendere cos’è cambiato rispetto agli anni precedenti. 

I primi due scaglioni restano invariati. Infatti, il primo scaglione comprende tutti i redditi fino a 15.000 euro ed il secondo scaglione riguarda i redditi compresi tra 15.000 euro e 28.000 euro.

Cambia invece il terzo scaglione che comprende oggi i redditi inclusi tra 28.000 e 50.000 euro (in origine era fino a 55.000 euro).

Infine, avremo un ultimo scaglione per tutti i redditi superiori a 50.000 euro.

Ma quindi cos’è successo?

Ebbene, oltre alla riduzione dei redditi inclusi nel terzo scaglione, è stato cancellato anche lo storico quarto

Infatti, il “vecchio quarto scaglione” considerava i redditi compresi tra 55.000 euro e 75.000 euro. 

Quindi, come abbiamo capito, questo scaglione è stato eliminato. 

Oltre al Bonus Renzi: le critiche alla Riforma IRPEF

Anche il Ministero dell’Economia sembra averlo confermato, questa riforma dell’IRPEF sembra andare solo dalla parte di coloro che presentano un reddito medio.  

A scagliarsi da subito contro la Riforma Fiscale sono state anche CISL e UIL che hanno affermato che tale misura non andrebbe ad avvantaggiare in nessun modo i ceti meno abbienti. 

Andando a guardare la nuova distinzione degli scaglioni di reddito sembrerebbe proprio che le persone con redditi bassi andrebbero proprio a perderci, a maggior ragione considerando che molti pensavano erroneamente ad una cancellazione totale del Bonus Renzi nel 2022. 

Tuttavia, in base all’analisi fatta da CISL e UIL, coloro che otterranno i maggiori vantaggi dalla Riforma IRPEF saranno tutti coloro che presentano un reddito compreso tra 28.000 e 50.000 euro, ossia gli appartenenti al terzo scaglione. 

Proprio per protestare contro questo favoritismo è stato organizzato uno sciopero generale che però non ha fatto cambiare idea al Governo Draghi che ha mantenuto inalterato il testo dell’emendamento. 

Spesso si cerca di mitigare questi effetti favorevoli per le classi medie affermando che anche le classi meno abbienti avranno comunque dei vantaggi. 

Si tratta perlopiù di misure già presenti in precedenza e che, quindi, non comportano veri e propri vantaggi specifici della riforma IRPEF. Ebbene, tra queste misure che continueranno ad essere corrisposte a coloro con un reddito basso abbiamo ancora una volta il nostro Bonus Renzi. 

Ma andiamo a capire più nel dettaglio come funzionerà. 

Bonus Renzi 2022: ci sarà ancora! Ma non per tutti!

Ebbene sì, anche nel 2022 sentiremo parlare di Bonus Renzi. Tuttavia, ciò che è importante sottolineare fin dal principio è che tale sussidio non sarà rivolto alla totalità dei lavoratori italiani. 

Infatti, in base a quanto previsto dalla vecchia normativa, tutti potevano percepire il Bonus Renzi. 

Ovviamente, come sappiamo, l’importo corrisposto andava a scalare mano a mano che il reddito del soggetto aumentava. Tuttavia, ad oggi questo non potrà più accadere. 

Cosa cambierà? Te lo spiego immediatamente. 

Oggi o percepisci il Bonus Renzi oppure non lo percepisci. 

Ma chi sono quelli che possono essere ritenuti “salvi” e che continueranno con certezza a ricevere il Bonus Renzi anche nel 2022?

Ebbene, la prima categoria che avrà diritto a beneficiare del Bonus Renzi nel 2022 sono coloro che appartengono al primo scaglione IRPEF, quindi tutte quelle persone con redditi fino a 15.000 euro. 

Infatti, tutti questi beneficiari avranno diritto ad usufruire del bonus in modo completo, quindi di 100 euro mensili (1.200 euro annuali). Questo significa che coloro che appartengono al primo scaglione IRPEF non vedranno particolari cambiamenti.

Cosa accade invece a coloro che rientrano nel secondo scaglione?

Ricordiamo che il secondo scaglione IRPEF è composto da coloro che presentano un reddito compreso tra 15.000 e 28.000 euro. 

Ebbene, in questo caso la risposta del Governo sembra essere meno chiara

Cosa significa? In poche parole, la situazione deve essere rivista caso per caso. 

Infatti, coloro che appartengono al secondo scaglione non possono avere la certezza di poter beneficiare del Bonus Renzi. 

Ma come capiamo se tali persone hanno diritto al Bonus Renzi oppure no?

È molto semplice. Se le detrazioni superano l’imposta lorda il Bonus Renzi sarà dovuto, in caso contrario si perderà tale diritto. 

Infine, se andiamo a prendere in considerazione tutti i contribuenti con un reddito superiore a 28.000 euro possiamo affermare che il Bonus Renzi non spetterà più nel 2022. 

PayPal al passo con i competitors: nuove funzioni e design

Complice forse l’altissimo livello di concorrenza degli ultimi anni, PayPal ha deciso di aprire le finestre e far entrare un po’ d’aria di novità sulla sua app.

Sicuramente la più longeva tra tutte le app di pagamento virtuale – con i suoi 23 anni – PayPal ha sentito probabilmente forte il peso della competizione con altre app simili, tra cui Venmo e Cashapp.

Il 2021 è stato quindi un anno ricco di cambiamenti – e talvolta controversie – per PayPal, che ha deciso di aumentare l’offerta di servizi disponibili per i propri utenti.

Tuttavia, alcuni di questi servizi possono variare da paese a paese, a causa delle leggi in vigore sulla moneta elettronica: facciamo quindi chiarezza su quali funzionalità potremo davvero utilizzare con PayPal in questo 2022 e come destreggiarsi!

PayPal: interessi sul saldo

Una delle novità che ha generato il maggior clamore è la possibilità di creare un conto di risparmio su PayPal – a partire dal saldo disponibile sull’app – dove ricevere interessi maturati nel tempo, come un qualsiasi conto in banca.

“PayPal Savings” è un secondo saldo disponibile sull’app, che va a ricaricarsi tramite il saldo normale, e non ha costi né commissioni per i trasferimenti di denaro.

La percentuale di interesse è anche piuttosto vantaggiosa, ovvero il 0,4%, che può non sembrare molto, ma su 4000€ di risparmi annui ci esce un abbonamento annuo a Disney + più qualche altro sfizio.

E, come qualsiasi normale banca, PayPal erogherà gli interessi raccolti mensilmente, garantendo l’accesso ai nuovi fondi in maniera immediata.

La cattiva notizia è che in Europa non si può utilizzare PayPal Savings. O meglio, si può utilizzare, senza però la funzionalità più interessante. Secondo la legge Europea sulla moneta elettronica, l’utente non può ricevere interessi né altre competenze su un saldo come quello di PayPal.

Una bella fregatura per gli utenti che pensavano finalmente di poter utilizzare PayPal come un conto in banca vero e proprio: in questa breve guida alla legislazione sui pagamenti elettronici pubblicata sul sito della Commissione Europea, è possibile conoscere le altre limitazioni.

Non è tuttavia chiaro se la limitazione sarà permanente o PayPal riuscirà ad accordarsi per poter offrire il servizio anche in Europa, ma tutto ci fa intendere che la questione sarà molto complessa, viste le rigide legislazioni europee sulla moneta digitale.

Un’ulteriore curiosità, che per fortuna vale solo in Lussemburgo: i detentori di un conto PayPal non possono neanche fare appello ai propri diritti di consumatore, perché secondo la legge la moneta elettronica non risulta essere né un deposito un investimento.

PayPal: il pagamento a rate

Passiamo ora alle buone notizie: è confermato che il pagamento a rate di PayPal potrà essere utilizzato anche in Italia, ed è già attivo dallo scorso autunno.

Si tratta di un servizio veramente esclusivo, denominato “Paga in 3 rate”, ed è un vero e proprio finanziamento grazie al quale gli utenti PayPal avranno la possibilità di spezzare un pagamento che va dai 30€ ai 2000€ in tre rate.

Il finanziamento va a coprire la totalità dell’importo, dal prezzo dell’articolo alle spese di spedizione, fino al tasso di conversione valute o in generale qualsiasi imposta che vada ad agire sul prezzo finale dell’articolo per l’utente.

Per utilizzare la funzione “Paga in 3 Rate”, bisogna naturalmente essere proprietari di un conto PayPal ed essere maggiorenni. Il conto PayPal dovrà essere intestato ad una residenza italiana, ed il proprietario dovrà essere in possesso di un conto in banca con relativa carta in corso di validità.

Il metodo di pagamento che utilizzeremo sarà infatti quello su cui verranno prelevati i fondi utili a saldare le rate per l’acquisto.

Attenzione però: questo tipo di finanziamento è solo per un utente privato, e non può quindi andare a coprire spese di tipo professionale e commerciale con fattura relativa.

Per usufruire dell’opzione “Paga in 3 rate”, basterà selezionare PayPal come metodo di pagamento al momento del checkout e selezionare l’opzione. In quel momento, verrà addebitata solo una delle tre rate, e le altre verranno scalate nei due mesi successivi all’acquisto.

La notizia migliore è che non ci sono interessi sulle rate, e quindi l’utente andrà a pagare solo il valore effettivo dell’articolo.

Attenzione però: il finanziamento di PayPal è un finanziamento a tutti gli effetti: non onorare il debito con l’istituto potrebbe avere gravi conseguenze, tra le quali una macchia sulla reputazione creditizia che potrebbe portare difficoltà ad ottenere finanziamenti e mutui anche da istituti terzi.

PayPal: si potranno anche pagare le bollette

Con la convenzione effettuata con PagoPA, la piattaforma di pagamenti rivolti alla pubblica amministrazione, sarà possibile anche pagare le bollette con PayPal.

Il pagamento delle bollette effettuato con PayPal non presenta nessun costo aggiuntivo, ed in tantissimi provider di energia, luce, gas e telefono hanno già adottato il popolare metodo di pagamento virtuale.

Ad esempio WINDTRE, Tim e Fastweb consentono già di saldare le bollette utilizzando PayPal – nel caso in cui non sia attiva una domiciliazione automatica. Bisognerà solo accedere all’area clienti del provider che utilizziamo e selezionare PayPal come metodo di pagamento.  

Inoltre, sempre in ambito di telefonia e internet, su PayPal è anche possibile ricaricare il cellulare: Vodafone, WINDTRE e Tim permettono si selezionare PayPal come metodo di pagamento quando si acquista una ricarica online. Iliad, purtroppo no.

Come accennato in precedenza, è possibile anche pagare le bollette di luce e gas con PayPal. Tantissimi fornitori supportano questo metodo di pagamento, e risulta molto comodo se non si ha la domiciliazione su un determinato conto in banca.

Alcuni provider permettono addirittura di attivare la domiciliazione direttamente su PayPal: basterà selezionare questo metodo di pagamento in sede di attivazione, sull’area clienti del nostro provider.

Attenzione però: se Enel Energia permette di pagare le bollette con PayPal, A2A ed Eni Gas e Luce non hanno ancora adottato questo metodo di pagamento. In questo caso, è meglio attivare una domiciliazione tradizionale direttamente sul conto in banca.

PayPal come Satispay?

Negli ultimi anni si è assistito a un boom delle app di pagamento cosiddette “peer to peer”, attraverso le quali è possibile scambiare in maniera semplice e veloce denaro con i propri amici e familiari senza utilizzare un dispendioso bonifico.

Satispay è proprio una di queste app, le cui funzionalità sono spiegate nel dettaglio in questo articolo.

Tuttavia, per farla breve, si tratta di una app all-in-one che è di fatto un portafoglio digitale con cui scambiare denaro tra amici e pagare nei negozi quasi come se si utilizzasse contante, quindi senza commissioni.

PayPal ha quindi colto la palla al balzo ed implementato la funzionalità P2P anche all’interno della propria app, fornendo un sistema di transazione semplificata tra privati. Per inviare denaro, tuttavia, è necessario avere un saldo disponibile, proprio come con Satispay.

E proprio come con Satispay, grazie al Payment Hub implementato da PayPal, avremo comodo accesso a tutti i contatti – siano essi numeri di cellulari, e-mail, nomi utente o persino Facebook, se scegliamo di sincronizzare il social.

La novità è che scambiarsi denaro su PayPal sarà completamente gratuito! L’azienda ha infatti eliminato le commissioni per le transazioni tra privati. Sarà forse il peso della concorrenza?

PayPal: la nuova interfaccia rimodernata

In generale, i cambiamenti di PayPal sono davvero tanti, ma si possono tutti racchiudere in un completo restyling sia funzionale che di design all’intera applicazione.

Addio quindi all’interfaccia leggermente antiquata di una volta: PayPal diventa un portafoglio digitale, che permette agli utenti di gestire in maniera più semplice e veloce tutte le operazioni consentite all’interno.

La differenza più sorprendente è quindi visiva. La precedente app PayPal dava la priorità all’invio e alla ricezione di denaro, con il saldo dell’account come primo elemento in vista all’avvio dell’app.

La “homepage” ridisegnata dell’app PayPal è una sorta di dashboard con accesso rapido al saldo, alla quantità di criptovaluta posseduta – purtroppo per ora solo negli Stati Uniti, sob! – e alle connessioni frequenti. Altre scelte sono organizzate in schede e hub specifici.

La scheda “wallet” contiene opzioni come il deposito diretto e le carte di credito e debito di PayPal. I pagamenti peer-to-peer, il pagamento delle bollette, le donazioni di beneficenza e le comunicazioni sono tutti disponibili tramite l’hub pagamenti.

La scheda acquisti gestisce coupon e programmi fedeltà. Infine, la sezione finanziaria include criptovaluta e un nuovo conto di risparmio ad alto rendimento, ma al di fuori dell’Europa.

Con una nuova area shopping dedicata, PayPal sta entrando anche nel mondo dei coupon e delle carte fedeltà. Secondo PayPal, agli acquirenti verranno offerti sconti e offerte su centinaia di marchi, oltre alla possibilità di fare acquisti utilizzando il browser in-app.

Gli sconti si applicheranno anche agli acquisti effettuati al di fuori di PayPal: sarà possibile acquisire coupon da spendere ovunque su Internet in cui PayPal è un’opzione di pagamento.

PayPal sta inoltre sviluppando un programma di premi che offrirà cashback e credito sugli acquisti PayPal idonei. L’aggiunta di coupon è simile a quella che Google ha fatto l’anno scorso con Google Pay.

La nuova interfaccia di PayPal e le funzionalità aggiunte ci parlano quindi di un futuro non troppo lontano in cui il pagamento digitale avrà – se non del tutto – in buona parte sostituito il contante, dando spazio ad uno stile di vita cashless.

Se la pandemia ha avuto effetti devastanti in tutto il mondo, forse è almeno riuscita ad accelerare la transizione digitale già in moto dall’inizio degli anni 2000: un domani in cui l’automazione e la semplicità dello scambio di denaro sarà alla portata di tutti.  

Dai un’occhiata alle novità di PayPal anche sul video di EverEye.it!

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Bper Banca la spunta, ma Carige crolla: che succederà ora?

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A Piazza Affari l’attenzione rta alta sulla coppia Bper Banca e Banca Carige che oggi imboccano però strade molto diverse.

Bper Banca in recupero dopo il calo di ieri

Bper Banca, dopo aver inaugurato la nuova settimana con un rialzo inferiore al mezzo punto percentuale, mostra più forza oggi, salendo dello 0,97% a 1,9345 euro, con volumi di scambio vivaci, visto che fino ad ora sono transitate sul mercato oltre 12 milioni i azioni, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 13 milioni.

Banca Carige crolla dopo 4 rialzi di fila

Ben diverso il destino di Banca Carige che, dopo quattro giornate consecutive in rialzo, oggi sta crollando a Piazza Affari.

Il titolo negli ultimi minuti si presenta a 0,7968 euro, con un affondo del 10,87% e volumi di scambio boom, visto che fino ad ora sono state trattate oltre 2,8 milioni di azioni, più del doppio della media mensile pari a poco meno di 1,2 milioni.

Bper Banca: da FITD esclusiva per negoziare l’acquisizione di Carige

Il Comitato di Gestione del FITD ha deciso di concedere a Bper Banca un periodo di esclusiva di 4 settimane per il completamento di una due diligence confirmatoria, finalizzata alla sottoscrizione di un contratto di acquisizione per la propria quota in Banca Carige nel più breve tempo possibile e comunque non oltre il 15 febbraio.

Bper Banca ha confermato la valenza strategica e industriale dell’operazione, nonché i nuovi termini dell’offerta non vincolante.

Nel dettaglio è richiesto un versamento in conto capitale da parte del FITD e dello schema Volontario per 530 milioni di euro, con successiva acquisizione della partecipazione, circa l’80%, da parte di Bper Banca per 1 euro.

Prevista un’OPA sulla quota residua in Banca Carige non detenuta dal FITD nella stessa per un corrispettivo pari a 0,8 euro per azione.

Bper Banca: la nuova offerta e le differenze rispetto alla precedente

Gli analisti di Equita SIM evidenziano che le principali differenze rispetto all’offerta del 14 dicembre riguardano, la riduzione dell’aumento di capitale richiesto al FITD da 1 miliardo a 530 milioni di euro, l’acquisizione per 1 euro di una quota pari a circa l’80% del capitale della banca rispetto all’88,3% precedente.

L’OPA residua è ora su circa il 20% del capitale della banca rispetto all’11,7% precedente, con un esborso, in caso di completa adesione, pari a 120 milioni contro i 70 milioni precedenti.

Bper Banca ha ribadito le linee guida dell’operazione, ossia neutralità sul capitale, miglioramento dell’asset quality, EPS accreation dal 2023, specificando che la revisione dell’offerta è stata possibile a seguito della proroga del termine ultimo per la conversione delle DTA in crediti fiscali.

A permettere la revisione è stato anche l’accesso ad un set informativo su Banca Carige che ha consentito di stimare minori oneri sia di ristrutturazione che in merito alla risoluzione di contratti tra Banca Carige e partner commerciali.

Bper Banca-Carige: verso nascita terzo polo bancario in Italia

Gli analisti di Equita SIM giudicano positivamente la notizia: la mossa di Bper Banca sembra efficace e con un buon timing, oltre a creare le premesse per la creazione di un terzo polo bancario in Italia.

Sulla base delle loro stime e in attesa di avere maggiori dettagli, gli esperti della SIM milanese ritengono che la ricapitalizzazione in Banca Carige da parte del FITD per circa 530 milioni di euro e la conversione di DTA per circa 320 milioni di euro (post effetto fiscale) dovrebbero permettere di coprire i costi di ristrutturazione/integrazione di Carige, con l’entità che nascerebbe dalla fusione che atterrerebbe con un CET1 in area 13% e un NPE Ratio inferiore al 5%.

Gli analisti vedono spazio per un effetto positivo sull’eps a una singola cifra media al 2023 e superiore al 2024, con un 2023 Rote che scenderebbe dall’attuale 7,1% al 6,3%, mentre il rapporto prezzo/tangible equity passerebbe da 0,4 a 0,35 volte.

Buone notizie anche per Unipol

La SIM milanese giudica  la notizia positivamente anche per Unipol, principale azionista e partner industriale di Bper Banca, che avrà quindi modo di estendere il network di filiali bancarie grazie ai circa 380 sportelli di Banca Carige. La strategia sulla bancassurance sarà al centro del nuovo business plan che verrà presentato a maggio.

Non cambia intanto la view di Equita SIM che su Bper Banca lascia invariato il rating “hold”, con un target price a 2,4 euro.