14 anni di contributi versati bastano: ecco come andare in pensione e quanto si prende

Non sono poche le persone che hanno solo 14 anni di contributi versati. Per loro c'è ancora modo di andare in pensione: ecco come e quanto si prende

Non sono pochi in Italia ad aver maturato meno di 20 anni di contributi, anzi alcuni addirittura si fermano a 14 anni.

Secondo le disposizioni della Legge Fornero, non si può andare in pensione se non si abbia almeno 67 anni d’età e 20 anni di contributi versati.

Ma questi sono i requisiti previsti per la pensione di vecchiaia: ce ne sono a bizzeffe di uscite pensionistiche, alcune con una richiesta contributiva decisamente più bassa rispetto a quanto previsto dalla Fornero.

Va comunque segnalato che, con l’attuale modello contributivo, più anni di contributi versi e più soldi ti ritrovi nella pensione. Pertanto bisogna accettare fin da subito di ritrovarsi alla fine con una somma mensile abbastanza esigua.

14 anni di contributi versati bastano: ecco come andare in pensione e quanto si prende

Per comprendere al meglio la situazione, facciamo un esempio: un lavoratore (o lavoratrice) di 53 anni con 14 anni di contributi versati fino al 2022. Ufficialmente, per rientrare nella Fornero, bisognerebbe aspettare altri 14 anni e versare almeno altri 6 anni di contributi.

In realtà questo dipende se siano stati o meno versati dei contributi prima del 1996, anno dell’avvio del modello contributivo.

Solo chi è in regime contributivo puro, ovvero dopo aver versato i primi contributi dopo il 1° gennaio 1996, può andare in pensione con meno di 20 anni di contributi.

Dovrà solo aspettare il compimento del 71esimo compleanno, dato che con meno di 20 anni di contributi bisognerà uscire ad un’età più avanzata, secondo quanto calcolato dal corrente adeguamento dell’età all’aspettativa di vita ISTAT, al 2023 fissato a 71 anni d’età.

Se invece sono stati versati dei contributi prima del 1° gennaio 1996, il pensionato si ritroverebbe in regime misto (retributivo + contributivo), e non potrà beneficiare di questa uscita “agevolata”. Non gli sarà pertanto garantita l’uscita se non avrà tutti e due i requisiti previsti.

Davanti a questo scenario le possibilità sono due. La prima è quella di scegliere di andare in pensione usufruendo di Quote/Opzioni, ovvero:

  • Quota 103,

  • Opzione Donna,

  • Ape Sociale,

  • Rendita Integrativa Temporanea Anticipata,

  • Pensione Anticipata,

  • Uscita agevolata secondo Legge 104.

Altrimenti tocca aspettare fino al raggiungimento dei requisiti previsti. Anche perché uscire con 15 anni di contributi non garantisce un assegno sostanzioso.

Leggi anche: Pensioni, a chi spetta il maxi assegno a marzo in arrivo dall’Inps

Quanto ammonta la pensione di vecchiaia con 14 anni di contributi

Con l’introduzione del modello contributivo, chi versa più contributi ottiene una pensione più sostanziosa, e viceversa chi meno riceve a malapena la minima.

Nel nostro caso, andare in pensione con 14 anni di contributi significa ritrovarsi con una pensione annua pari al 25-35% del proprio stipendio annuo, calcolato in Retribuzione Annua Lorda. Una forbice che tende ad aumentare o diminuire se ci si ritrova nel modello contributivo puro o in quello misto.

A conti fatti, si parlerebbe di ritrovarsi l’anno prima con uno stipendio di 20.000 euro lordi, e l’anno dopo con una pensione tra i 5.000 e i 8.500 euro lordi annui.

Si rientrerebbe infatti sotto l’opzione della pensione minima, quella prevista per chi ha versato meno di 20 anni di contributi. In tal caso, si potrà avere un trattamento minimo intorno ai 571 euro, secondo le ultime disposizioni in materia di perequazione.

Diverse forze della maggioranza di Governo vogliono puntare ad innalzare la minima a 1000 euro entro i cinque anni della legislatura, un obiettivo (forse) irrealizzabile a causa degli altissimi costi che ingenerebbe. Di contro, si potrebbe optare per un’altra pensione.

Chi ha diritto alla pensione minima di 780 euro

La pensione minima sarebbe attorno ai 550-600 euro mensili (la cifra massima è prevista per gli over75), e sono tutte persone che non sono riuscite a versare almeno 20 anni di contributi prima di uscire dal lavoro.

Però dal 2018 è possibile richiedere come aiuto economico la Pensione di Cittadinanza. Si tratta di una misura di contrasto alla povertà delle persone anziane, e funziona anche come integrazione alla pensione, se troppo bassa.

Per averne diritto, bisognerà avere un reddito familiare inferiore a 7.560,00 euro per le persone sole, elevato a 9.360,00 euro nel caso in cui il nucleo viva in affitto, più un valore ISEE inferiore a 9.360,00 euro.

L’importo massimo è di 780 euro, cifra massima di copertura, che tende a diminuirsi in rapporto al reddito percepito.

In alternativa, se non si può o non si vuole andare in pensione prima e si è ancora “giovani” per lavorare, conviene aspettare e continuare a versare anni contributivi all’INPS, così da avere una pensione dignitosa.

Leggi anche: Pensione, come si lascia il lavoro con Quota 103 nel 2023: ecco le nuove regole INPS

Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
796FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate