Il Decreto Lavoro approvato dal Governo Meloni il 1° maggio ha anche stabilito la normativa relativa ai Fringe Benefit.
Il comunicato testuale del Governo recita che “si conferma l’incremento della soglia dei fringe benefit a 3.000 euro per il 2023, esclusivamente per i lavoratori dipendenti con figli a carico”.
Vediamo di che cosa si tratta e come si sostanzia la misura.
Riconfermata la soglia per i Fringe Benefit
Che cosa si intende quando si parla di Fringe Benefit? Si intendono compensi attribuiti dal datore di lavoro nei confronti del lavoratore che non concorrono alla formazione del reddito.
Si tratta quindi di Bonus che vengono riconfermati ai lavoratori e si stabilisce che il limite massimo di erogazione è quello di 3.000 euro. Il Decreto Aiuti Quater aveva esteso l’importo massimo di erogazione dei fringe benefit a 3.000 euro. Col Decreto Lavoro è stato quindi riconfermato per tutto il 2023. La spesa complessiva è stimata a 142 milioni di euro nel 2023 e 12 milioni per il 2024.
Attenzione, la norma riguarda però solamente lavoratori dipendenti con figli
Questo provvedimento fa parte del pacchetto di misure del ”Decreto lavoro”. Ecco come funziona.
La soglia di non imponibilità fiscale dei Fringe Benefit è stabilita a 3.000 euro, come è stato fino alla fine dello scorso anno. La norma ha però una condizione: riguarda solamente i lavoratori dipendenti con figli a carico.
Nel 2023 dunque è in vigore un nuovo aumento della soglia di non imponibilità dei fringe benefit, cioè i beni e servizi aziendali concessi al lavoratore e che non concorrono alla formazione di reddito.
Questo intervento è rivolto ad una platea di destinatari specifica ovvero i lavoratori dipendenti con figli a carico. Pertanto, per il periodo d’imposta 2023 il valore, nel limite di 3.000 euro, dei beni ceduti e dei servizi prestati dal datore di lavoro ai dipendenti con figli a carico non contribuisce alla formazione di reddito.
Quali interventi possono rientrare in questa situazione
Le aziende ad esempio potranno rimborsare le utenze domestiche ai propri dipendenti. Rientrano infatti tra i fringe benefit anche le somme erogate o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche di acqua, luce e gas.
Solo per il 2023 recita la norma, non concorrono a formare il reddito, entro il limite complessivo di euro 3.000:
- •
il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti con figli, compresi i figli nati fuori del matrimonio riconosciuti, i figli adottivi o affidati, a carico del lavoratore
- •
le somme erogate o rimborsate ai medesimi lavoratori dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, e dell’energia elettrica e del gas naturale.
Le parole del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nei giorni scorsi parlando della misura aveva sottolineato:
Il governo destina nei margini di bilancio disponibili un finanziamento per l’anno in corso, di un nuovo taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi e un innalzamento del limite dei fringe benefit per i lavoratori dipendenti con figli.
“Con queste misure – ha proseguito il ministro – il governo intende perseguire il duplice scopo di incrementare i redditi reali delle famiglie e al contempo limitare la rincorsa salari-prezzi, che renderebbe la vampata inflazionistica causata dai prezzi energetici e alimentari più sostenuta nel tempo, trasformandola in strutturale”.
Sul Fringe Benefit, per Giorgetti ”si tratta di una misura che punta a sostenere le famiglie limitando l’impatto dell’inflazione sui redditi”.
LEGGI ANCHE: Reddito di Cittadinanza, ecco chi lo perde con il nuovo Decreto Lavoro del Governo Meloni
LEGGI ANCHE: Decreto Lavoro, ecco quanto durano le nuove misure del Governo Meloni