Reddito di Cittadinanza, ecco chi lo perde con il nuovo Decreto Lavoro del Governo Meloni

Reddito di Cittadinanza: era attesa la stretta del Governo Meloni ed è arrivata con il Decreto Lavoro. Ecco chi lo perde e tutte le novità.

Erano attese le nuove norme in ottica restrittiva sul Reddito di Cittadinanza. E sono puntualmente arrivate in occasione del consiglio dei ministri del 1 maggio che ha dato vita al Decreto Lavoro.

Le norme contenute nel decreto prevedono una stretta a quella che era stata la misura simbolo del Movimento 5 Stelle ai tempi del Governo Conte.

Meloni aveva annunciato radicali cambiamenti e così sarà. In primo luogo per i soggetti occupabili tra i 18 e i 59 anni decade il reddito di cittadinanza nel caso ci sia il rifiuto di un’offerta di lavoro a tempo pieno o parziale. Vediamo tutte le nuove norme legate al Reddito di Cittadinanza.

Reddito di Cittadinanza, il Governo vara la stretta sulle cosiddette persone occupabili: ecco chi lo perde

Ecco chi sono le persone che perderanno il reddito di cittadinanza.

Come informa il Governo ”per le persone occupabili cioè coloro che hanno una età compresa tra i 18 e i 59 anni e non rientrano tra le categorie individuate come “fragili”, (delle quali parleremo successivamente nell’articolo) è prevista la decadenza dal beneficio nel caso di rifiuto di una offerta di lavoro a tempo pieno o parziale, non inferiore al 60 per cento dell’orario a tempo pieno e con una retribuzione non inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi e che sia, alternativamente: a tempo indeterminato, su tutto il territorio nazionale oppure a tempo determinato, anche in somministrazione, se il luogo di lavoro non dista oltre 80 km dal domicilio”.

Il Governo informa che onde evitare che ci possano essere persone che godano in maniera irregolare del beneficio saranno rafforzate l’attività di vigilanza da parte del personale ispettivo dell’Ispettorato nazionale del lavoro (INL), dell’INPS, della Guardia di Finanza e dei Carabinieri e saranno aumentate le sanzioni.

Gli incentivi per le persone che intendono assumere i beneficiari di reddito di cittadinanza

Il Governo Meloni contestualmente ha preso la decisione di dare incentivi a chi farà assunzioni ai beneficiari del Reddito di Cittadinanza.

In particolare ”i datori di lavoro privati che intendano assumere i beneficiari potranno fruire, a determinate condizioni, di incentivi nella forma di un esonero contributivo previdenziale”.

Novità anche per i patronati, le associazioni senza fini di lucro e gli altri enti di mediazione:

A loro sarà riconosciuto, per ogni persona con disabilità assunta a seguito dell’attività da loro svolta, un contributo compreso tra il 60 e l’80 per cento di quello riconosciuto ai datori di lavori.

La nuova misura nazionale di contrasto alla povertà in vigore dal 1 gennaio 2024

Giorgia Meloni ha spiegato a più riprese sia in campagna elettorale che in questi primi mesi di attività di Governo che la sua intenzione verteva principalmente a ridimensionare gli effetti della misura sulle persone che possono lavorare.

Caso diverso per chi ha ora il reddito di cittadinanza ma si trova in determinate situazioni normate da casistiche ben precise.

Il Governo ha deciso nel Decreto Lavoro di attivare dal 1 gennaio 2024 una nuova misura nazionale: questa consiste in una integrazione al reddito che viene elargita in favore dei nuclei familiari che comprendono una delle seguenti situazioni: una persona con disabilità, un minorenne o un ultra-sessantenne e che siano in possesso di determinati requisiti, relativi alla cittadinanza o all’autorizzazione al soggiorno del richiedente, alla durata della residenza in Italia e alle condizioni economiche.

Il beneficio mensile, spiega il Governo – di importo non inferiore a 480 euro all’anno esenti dall’IRPEF, sarà erogato dall’INPS attraverso uno strumento di pagamento elettronico, per un periodo massimo di 18 mesi continuativi, con la possibilità di un rinnovo per ulteriori 12 mesi. Il nucleo beneficiario sarà tenuto a sottoscrivere un patto di attivazione digitale e a presentarsi, con cadenza trimestrale, presso i patronati o i servizi sociali e i centri per l’impiego, al fine di aggiornare la propria posizione.

Reddito di Cittadinanza: ecco cosa succede a chi non rientra in nessuno di questi casi

Ci sono anche persone che non rientrano in nessuno di questi casi.

Per persone di età compresa tra i 18 e i 59 anni che si trovano ”in condizioni di povertà assoluta, facenti parte di nuclei familiari privi dei requisiti per accedere al sostegno al reddito e ai componenti di nuclei che invece lo percepiscono e che non siano calcolati nella scala di equivalenza, è riconosciuto un diverso contributo, volto a sostenere il percorso di inserimento lavorativo, anche attraverso la partecipazione a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive”.

Chi è interessato dovrà registrarsi su una piattaforma informatica nazionale, rilasciare una dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, rispondere a determinati requisiti e sottoscrivere un patto di servizio personalizzato, a seguito del quale potranno ricevere offerte di lavoro o essere inseriti in specifici progetti di formazione.

Durante la partecipazione ai programmi formativi, per un massimo di dodici mensilità, gli interessati riceveranno un beneficio economico pari a 350 euro mensili.

Assunzioni, incentivi per i datori di lavoro che assumono giovani sotto i 30 anni

Infine con l’obiettivo di favorire l’occupazione giovanile sono previsti incentivi pari al 60% della retribuzione per un periodo di 12 mesi, a favore dei datori di lavoro che assumono giovani sotto i trenta anni di età, non inseriti in programmi formativi e registrati nel PON “Iniziativa Occupazione Giovani”.

LEGGI ANCHE: Decreto Lavoro, ecco quanto durano le nuove misure del Governo Meloni

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