Covid: scopri quali sono le nuove regole valide sul lavoro!

Il primo maggio è decaduto l'obbligo della la mascherina al chiuso Nemmeno il tempo di respirare la libertà, che il Governo ha rimesso l'obbligo sul lavoro!

Lo Stato d’emergenza è terminato il 31 marzo, eppure le maggiori restrizioni sono rimaste fino al primo maggio

Dal primo maggio in poi avrebbero dovuto decadere tutte le regole anti-covid, comprese le mascherine al chiuso, tranne alcune eccezioni.

Ma quante sono queste eccezioni? Il Governo è rimasto della stessa idea? Quali settori riguardano? Soprattutto sul lavoro, come sono cambiate le regole anti-Covid? O non sono cambiate affatto? Scendiamo nei dettagli!

Freno sull’abbandono delle regole anti-Covid sul lavoro

Sia il Governo che le parti sociali sono contrari ad allentare le misure anti-Covid sui luoghi di lavoro. Le mascherine, per esempio, sono state abolite dal primo maggio nei luoghi chiusi (luoghi di lavoro, negozi, locali, ristoranti), ma sono tornate obbligatorie sui luoghi di lavoro tre giorni dopo, il 4 maggio, con un dietrofront del Governo.

Le mascherine restano dunque obbligatorie sui luoghi di lavoro, anche privati, se c’è una condivisione degli ambienti. Non più “raccomandate”, dunque, ma di nuovo “obbligatorie”. 

L’Italia è l’unico paese in Europa a restare impantanato in una ragnatela dove ogni movimento viene impedito perché altrimenti si rischia di restare più incastrati di prima. 

Le limitazioni alla libertà personale continuano e i lavoratori saranno costretti a indossare ancora, anche con il caldo, le mascherine per 8,9,10 ore di lavoro al giorno.

Regole Covid sul lavoro: allentamenti delle regole rateizzati

Gli allentamenti delle regole anti-Covid sul lavoro sembra siano rateizzati in Italia, ovvero concessi a rate. 

La mascherina è tornata in soli tre giorni obbligatoria sui luoghi di lavoro privati, poi a giugno ci sarà un check, una verifica, e si stabilirà se l’obbligo per i poveri lavoratori dovrà continuare anche con il solleone di luglio e agosto. 

Ma, udite udite, negli uffici della Pubblica Amministrazione, invece, la mascherina sarà raccomandata e non obbligatoria. Se vi state chiedendo il perché, sappiate che me lo sto chiedendo anche io. 

I sindacati sono a favore di regole anti-Covid stringenti sui luoghi di lavoro

La conferma del protocollo anti-Covid è stata richiesta a gran voce dai sindacati, e hanno accolto quindi con gioia la decisione del governo. Come dice la segretaria della Cgil, Francesca Re David: “I rischi Covid sono ancora presenti”, se mai lo avessimo dimenticato. 

Anche Confesercenti è d’accordo con la scelta del Governo, anche se il vecchio protocollo era valido per la fase dell’emergenza e ora effettivamente ci sono condizioni diverse e, dunque, secondo Confesercenti, bisognerebbe aggiornare qualche contenuto. 

Confesercenti ha comunque invitato le imprese a fare in modo che i dipendenti continuino ad usare le mascherine sul luogo di lavoro, per garantire massima sicurezza a tutti.

Regole anti-Covid sul lavoro: revisione a giugno!

A giugno il governo ha proposta un controllo, o per meglio dire, una revisione, con la quale si stabilirà se sarà necessario o meno seguire ancora il protocollo sui luoghi di lavoro, oppure no. 

Ma già si parla di obbligo almeno fino al 15 giugno (ricordiamo che lo stato d’emergenza è terminato il 31 marzo).

Da quelle data in poi dovrebbero (il condizionale è d’obbligo) decadere tutte le regole restrittive tra cui l’obbligo di mascherina al chiuso in una serie di attività e l’obbligo vaccinale per gli over 50. Ma accadrà davvero o il governo, parti sociali, Confesercenti e così via, richiederanno un ulteriore prolungamento? Non possiamo dirlo. 

Covid: dal primo maggio è andato in “soffitta” il Green Pass

Dal primo maggio in poi il Green Pass è stato posto in soffitta, archiviato. Questo teniamolo a mente: il Green Pass in Italia non è stato abolito (altrimenti una nuova normativa lo avrebbe abolito) ma è stato solo “accantonato”. L‘unica eccezione riguarda le RSA, dove il Super Green Pass sarà obbligatorio almeno fino a fine dicembre 2022. 

Il Certificato, dunque, non dovrà essere più esibito sui trasporti pubblici, nei locali o a lavoro.

Covid e obbligo vaccinale sul lavoro per gli over 50, fino a quando?

L’obbligo vaccinale per gli over 50, invece, durerà fino al 15 giugno. Nella stessa data scadrà l’obbligo anche per le forze dell’ordine e tutti i lavoratori della scuola.  

I lavoratori sanitari degli ospedali, cliniche o RSA, avranno l’obbligo di presentare il Super green pass a lavoro almeno fino a fine dicembre 2022. Chi ne sarà sprovvisto sarà (ancora) sospeso dal lavoro senza stipendio. 

Obbligo delle mascherine sul lavoro, fino a quando?

Abbiamo già detto che l’obbligo delle mascherine nei luoghi di lavoro privati resterà almeno fino al 15 giugno, di mascherine Ffp2, e anche nel trasporto pubblico locale o a lunga percorrenza. 

Negli altri luoghi la mascherina viene solo “raccomandata”. Comunque le nuove norme consigliano di tenere sempre con sé una mascherina e indossarla nel caso in cui ci si trovi in un affollamento di persone. 

L’obbligo delle mascherine (anche se chirurgiche) resta anche a scuola fino a fine anno scolastico. 

Allora ricapitolando: niente più mascherine al chiuso dal primo maggio, tranne in teatri, cinema, spettacoli, mezzi pubblici dove l’obbligo scadrà il 15 giugno.

Niente obbligo nei negozi, supermercati, locali, ristoranti; ma i dipendenti di tali luoghi dovranno portarla perché il 4 maggio è stato ristabilito l’obbligo della mascherina nei luoghi di lavoro privati, anche all’aperto, addirittura, se c’è condivisione degli ambienti. Ma fino a quando varrà questo obbligo sul lavoro?

Si dice fino al 15 giugno, ma anche in questo caso non c’è alcunissima chiarezza in merito. Può essere, forse, chissà.

Ma se lavorate nella pubblica amministrazione, tranquilli, perché lì potete anche non mettere la mascherina, perché è solo “raccomandata” non è obbligatoria. 

Immaginate cosa penseranno i lavoratori del settore privato del fatto che negli uffici della Pubblica Amministrazione, la mascherina è solo raccomandata. Perché questa differenza? Il virus c’è da una parte e non c’è dall’altra? Un posto è più pericoloso di un altro?

Intanto tantissimi dipendenti, dopo il via libera del primo maggio, hanno già tolto la mascherina sul luogo di lavoro, così come i clienti. Cosa dovrebbero fare ora, ricominciare a indossarla? E se non la indossassero cosa accadrebbe? Di chi sarebbe la colpa?

Mascherine sul lavoro: l’Italia sempre con le misure più restrittive

Gli altri paesi europei ormai sul Covid hanno voltato pagina da mesi, anzi, alcuni paesi hanno proprio cambiato libro. Dopo due anni di restrizioni, di coprifuoco, di regole e regolette varie (parliamo di regole e normative sempre meno severe di quanto sia accaduto in Italia, il paese più severo da ogni punto di vista), l’Europa dice “basta”.

Svezia, Spagna, Gran Bretagna, hanno deciso: basta emergenza, basta restrizioni, basta lasciapassare (anche se paesi come Spagna e Svezia non lo hanno mai introdotto); con il Covid bisogna convivere come accade con i virus influenzali tutti gli anni. In molti paesi europei la mascherina è sparita già da marzo/aprile (per esempio in Germania dal primo aprile).

In Gran Bretagna è addirittura da Gennaio 2022 che tutte le restrizioni imposte per il Covid, compreso lo smart working, sarebbero state revocate e anche il MINI (non il Super come in Italia) green pass che era stato introdotto, insieme all’obbligo delle mascherine, sono stati completamente revocati. Questo non ha affatto provocato un aumento di morti o di ricoverati.

Il premier Johnson già a gennaio dichiarò che il Covid non era più una pandemia, ma stava diventando endemico. Inoltre i consulenti scientifici della GB avevano stabilito che il picco dei contagi nel Regno Unito ormai era stato superato.

Come risultato il Pil della Gran Bretagna è tornato in fretta ai livelli pre Covid, anzi ha avuto una crescita economica più alta del periodo del G7, con un aumento in particolare dell’occupazione giovanile. 

I ricoveri sono generalmente diminuiti sia nei reparti normali, sia nelle terapie intensive e anche questo rasserena gli animi.

In Italia, invece, regna ancora la paura e il caos. 

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