La Costituzione della Repubblica Italiana tutela il diritto al congedo dei lavoratori, tutela il diritto al congedo dei lavoratori e stabilisce gli obblighi e le regole dei lavoratori. Questo rappresenta un tema molto importante non solo per i dipendenti di aziende ed enti pubblici, ma anche per chi si occupa di gestione del personale. Diamo un’occhiata a cosa dice la legge sui congedi non guadagnati e su come programmare il congedo dei dipendenti senza causare problemi alle aziende.
Ferie: cosa dice la legge?
L’articolo 36 della Costituzione dice che “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.”
Il periodo minimo di ferie di cui può godere un dipendente italiano è quattro settimane nel corso di un anno. Più precisamente, due delle quattro settimane di ferie devono essere esaurite nello stesso anno in cui sono state maturate, mentre le altre due devono essere utilizzate entro 18 mesi.
È importante sapere che non è consentito barattare le ferie non godute con il pagamento in denaro, quindi, un datore di lavoro non può proporre una busta paga più ricca al lavoratore in cambio della rinuncia alle vacanze. La richiesta di monetizzare le ferie non godute, allo stesso modo, non può essere fatta dal dipendente al titolare dell’impresa.
Non seguire queste regole di legge significa andare incontro a multe e ad altri tipi di sanzioni.
È chiaro da quanto spiegato fin qui che nessuno può vietare ad un lavoratore di usufruire delle proprie ferie e non è possibile trasformare questi periodi di pausa in una cifra da sommare allo stipendio. In realtà, esiste un altro caso in cui è concessa la liquidazione delle ferie non godute: quando per motivi contrattuali un dipendente ha diritto a un numero di giorni di vacanza maggiore di quelli stabiliti per legge.
Nella normale retribuzione concessa durante le ferie non sono compresi eventuali cifre aggiuntive dovute a prestazioni occasionali come straordinari o lavoro durante i turni di notte. Solo nel caso in cui nel contratto nazionale sottoscritto la retribuzione è composta anche dalla quota dello straordinario, allora essa viene compresa nel compenso dovuto per il giorno di ferie.
Per quanto riguarda ferie non godute e tassazione, bisogna dire che non ci sono differenze rispetto alle ferie fatte e ai giorni di lavoro svolti.
Le ferie non godute si perdono?
La risposta lapidaria è: il lavoratore non perde mai il diritto alle ferie. L’INPS calcola i contributi anche sulle ferie non godute entro i 18 mesi, quindi, il datore di lavoro è tenuto a versare la cifra corrispondente all’ente.
Infine, è necessario evidenziare che la Corte di Giustizia Europea ha stabilito attraverso sentenze che il lavoratore perde il diritto alle ferie se il datore di lavoro riesce a dimostrare di aver messo il dipendente nelle condizioni ideali per usufruire del proprio diritto, ma egli si è rifiutato.
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