Mentre il Governo italiano è ancora in alto mare sulla riforma delle pensioni 2024, arrivano le prime novità INPS sulla pensione anticipata: cambia tutto dal 2027, ma come?
Ci sono nuovi requisiti di accesso al pensionamento anticipato: a quale età e con quanti contributi è possibile anticipare l’uscita dal lavoro? E come si calcola l’assegno?
Tutto sulla pensione anticipata: novità, requisiti, calcolo e domanda.
Pensione anticipata, cambia tutto dal 2027: ecco le novità
Introdotta nel 2012 dalla Legge Fornero, la pensione anticipata è una finestra di uscita dal mondo del lavoro riservata soltanto ad alcune categorie di lavoratori.
I requisiti ad oggi necessari per accedervi sono in vigore fino al 31 dicembre 2026: ciò significa che dal 2027 cambia tutto.
Hanno diritto alla pensione anticipata, ad oggi:
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i lavoratori iscritti all’assicurazione generale obbligatoria;
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gli artigiani, i commercianti e coltivatori diretti iscritti alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, ai fondi sostitutivi, esonerativi ed esclusivi della stessa gestione;
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gli iscritti alla gestione separata INPS.
Grazie alla pensione anticipata, questi lavoratori possono lasciare il posto di lavoro con alcuni anni di anticipo rispetto ai colleghi, ma solo se possiedono i contributi necessari previsti dalla legge.
Pensione anticipata: ecco i nuovi requisiti INPS
Fino al 31 dicembre 2026 i requisiti di accesso alla pensione anticipata sono i seguenti:
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42 anni e 10 mesi per gli uomini;
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41 anni e 10 mesi per le donne.
Non tutti sanno, però, che è prevista anche una finestra mobile di 3 mesi, ovvero che i lavoratori che hanno maturato i requisiti per accedere alla pensione anticipata devono attendere tre mesi prima di percepire la pensione.
In adeguamento alla speranza di vita definita dall’ISTAT, a partire dal 2027 i requisiti cambieranno, e la pensione si sposterà in avanti per tutti. Come?
Secondo le elaborazioni dell’INPS, a partire dal 2027 dovrebbero esserci 4 scatti da 3 mesi ogni biennio. Ciò significa che per il biennio 2027-2028 potrebbero servire 43 anni e 1 mese di contributi per gli uomini, e 42 e 1 mese per le donne. E via dicendo per i bienni successivi.
Pensione anticipata: età e contributi necessari per lasciare il lavoro
Quale età e quanti anni di contributi sono necessari per accedere alla pensione anticipata?
Ad oggi e fino al 31 dicembre 2026 – lo ribadiamo – per accedere alla pensione anticipata occorre aver maturato almeno 42 o 41 anni e 10 mesi di contributi (rispettivamente per gli uomini e per le donne), a prescindere dall’età anagrafica.
Come si calcola l’assegno con la pensione anticipata
Ci sono diverse modalità di calcolo dell’assegno con la pensione anticipata in base agli anni di contribuzione versati prima del 31 dicembre 1995:
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per coloro che possiedono almeno 18 anni di contributi versati prima del 31 dicembre 1995, si adotta il sistema retributivo sino al 31 dicembre 2011, poi contributivo;
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per chi possiede meno di 18 anni di contribuzione prima del 31 dicembre 1995, si adotta il sistema misto, cioè retributivo sino al 31 dicembre 1995, poi contributivo;
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si applica il sistema totalmente contributivo per chi non possiede contributi al 31 dicembre 1995, oltre che per coloro che scelgono di avvalersi dell’opzione al contributivo e relativamente agli accrediti presso la gestione separata.
Ricordiamo che, qualora sussistano le condizioni e i requisiti, la pensione anticipata è cumulabile con il trattamento minimo e con eventuali maggiorazioni sociali quali l’incremento al milione.
Infine, dal 2008 è prevista la possibilità di cumulare la pensione di vecchiaia con i redditi derivanti dal lavoro autonomo o parasubordinato. Successivamente alla domanda si potrà poi avviare un nuovo rapporto di lavoro dipendente.
Quali lavori permettono l’anticipo sulla pensione?
Chi sono i lavoratori che possono inviare la domanda per la pensione anticipata? Esistono dei lavori usuranti – validi esclusivamente per i rapporti di lavoro dipendente nel settore pubblico o privato – che danno il diritto alla richiesta di anticipo sull’uscita dal mondo del lavoro.
Le quattro macro-categorie da considerare sono:
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lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti;
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lavoratori notturni a turni e/o per l’intero anno;
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addetti alla cosiddetta “catena di montaggio”, ovvero coloro che svolgono attività ripetitive;
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conducenti di veicoli, di capienza complessiva non inferiore a nove posti, adibiti a servizio pubblico di trasporto collettivo.
Tra le mansioni considerati “usuranti” rientrano anche gli operai nelle cave o nelle miniere; i lavoratori impegnati ad alte temperature o in cassoni ad aria compressa; le attività legate alla lavorazione dell’amianto, del vetro cavo; i lavori svolti dai palombari.
Tutte le attività appena descritte, per dare diritto alla pensione anticipata (Ape Sociale), però, devono essere state svolte per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni di lavoro; oppure per la metà degli anni nel corso della carriera lavorativa.
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