Pensione anticipata 2023: quanti anni servono agli uomini per uscire dal lavoro

Gli uomini non devono per forza rispettare la regola dei 67 anni, ma posso andare in pensione prima, sfruttando una formula di pensione anticipata.

Possono richiedere la pensione anticipata i lavoratori regolarmente iscritti presso l’Assicurazione generale obbligatoria (AGO). Il trattamento pensionistico viene riconosciuto in favore dei lavoratori autonomi registrati presso la gestione speciale, come ad esempio artigiani, coltivatori diretti, commercianti. E, ancora, i lavoratori iscritti presso i fondi sostitutivi e quelli registrati presso la Gestione Separata.

La riforma pensioni più discussa risale al 1° gennaio 2012, momento in cui fu introdotta la Legge Fornero, regolamentata dall’articolo 24 del decreto legge n. 201/2011, come surroga alla pensione di anzianità.

Gli uomini che hanno maturato un montante contributivo al 31 dicembre 1995, e rientrano quindi, nel sistema misto, possono richiedere la pensione anticipata indipendentemente dall’età anagrafica raggiunta.

La prestazione economica viene rilasciata in presenza di un’anzianità contributiva non inferiore a 42 anni e 10 mesi.

Una norma regolamentata dalla circolare INPS n. 63/2015.

Pensione anticipata uomini: norme e requisiti

Nell’articolo 15 del decreto legge n. 4/2019, è presente la norma che congela l’adeguamento alla speranza di vita per i lavoratori.

Nello specifico, l’aggiornamento all’indice ISTAT viene sospeso dal periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e fino al 31 dicembre 2026.

L’INPS, ricorda che nella circolare n. 11/2019, sono presenti le regole normative per la pensione anticipata per gli uomini. Nel merito, possono richiedere il trattamento coloro che hanno maturato il requisito contributivo di 42 e 10 mesi.

Tuttavia, per i lavoratori che perfezionano i requisiti dal 1° gennaio 2019, è stata prevista una finestra mobile di tre mesi.

Pensione anticipata per lavoratori precoci

Il governo italiano nella legge n. 232/2016, all’articolo 1 comma 199, ha introdotto un ridimensionamento del criterio contributivo a 41 anni, indipendentemente dall’età anagrafica raggiunta dal lavoratore.

Nello stesso tempo, ha aggiunto un requisito lavorativo. Infatti, possono accedere a questa prestazione economica previdenziale, gli uomini che hanno maturato un anno di lavoro effettivo prima del diciannovesimo compleanno.

Inoltre, nelle disposizioni generali che regolano la misura è stato introdotto il profilo meritevole di tutela, quindi, l’adesione al trattamento si riduce per coloro che rientrano nella categoria di disoccupati, invalidi civili, caregiver (assistenti disabili gravi) e lavoratori usuranti e gravosi.

Secondo le disposizioni contenute nell’articolo 17 del decreto legge numero 4/2019, è stato congelato lo scatto per l’adeguamento all’aspettativa di vita fino al 31 dicembre 2026.

Pertanto, il requisito contributivo resta fermo a 41 anni.

In pensione con il sistema contributivo anche nel 2023

Per coloro che possiedono un’anzianità contributiva maturata dopo il 31 dicembre 1995, l’INPS procede al calcolo del trattamento attraverso il sistema contributivo.

I lavoratori che rientrano in questa casistica, possono richiedere la pensione anticipata, senza la condizione anagrafica, se hanno maturato 42 anni e 10 mesi di contribuzione.

La riduzione del montante contributivo a 20 anni, viene prevista per i lavoratori che rientrano totalmente nel sistema contributivo.

In questo caso, possono richiedere il trattamento a 64 anni, se l’importo dell’assegno non supera 2,8 volte il trattamento minimo vitale.

Nel 2022 la pensione contributiva può essere richiesta da coloro che hanno perfezionato un trattamento minimo del valore pari a 1.313,28 euro mensili, ovvero 2,8 volte il valore previsto per l’assegno sociale.

L’opzione contributiva può essere collegata alla pensione di vecchiaia e alla pensione anticipata ordinaria.

Si tratta di un trattamento riservato per i lavoratori regolarmente registrati presso l’INPS con decorrenza dal 1° gennaio 1996, per cui si prevede la liquidazione del trattamento economico previdenziale con il solo sistema o metodo contributivo.

Adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento per il biennio 2023/2024

Secondo quanto disposto dal decreto Ministeriale del 27 ottobre 2023, per il biennio 2023 – 2024 restano inalterati i requisiti.

Nel merito, l’assenza adeguamento alla speranza di vita è presente nella circolare INPS n. 28/2022, che recita:

“A decorrere dal 1° gennaio 2023, i requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici di cui all’art. 12, commi 12-bis e 12-quater, fermo restando quanto previsto dall’ultimo periodo del predetto comma 12-quater, del decreto-legge 30 luglio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, e successive modificazioni e integrazioni, non sono ulteriormente incrementati”.

Per questo motivo, si riportano di seguito, in sintesi, i requisiti di accesso alla pensione per il biennio 2023/2024, quali:

  • pensione di vecchiaia: 67 anni di età e 20 anni di contributi;

  • pensione anticipata: 42 anni e 10 mesi ( uomini 2.227 settimane) – 41 anni e 10 mesi (donne 2.175 settimane). Solo requisito contributivo;

  • pensione anticipata per i lavoratori precoci: 41 anni di contributi (2132 settimane), presenza di altri requisiti.

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