Pensione con 15 anni di contributi! Ecco come

Quale pensione con 15 anni di contributi mi spetta? A che età posso andare in pensione con 15 anni di contributi? Ultime notizie pensioni 15 anni! Ecco come.

Ho 15 anni di contributi possono andare in pensione? Quale strada posso utilizzare per andare in pensione con un’anzianità contributiva di soli 15 anni? Sono sempre maggiori le richieste d’informazioni sui diversi trattamenti pensionistici attivi nel 2022. 

Tanti lettori sono interessati alle variabili pensionistiche o, meglio, sulle varie opzioni disponibili che permettono di andare in pensione con almeno 15 anni di contribuzione. La verità è che, in tanto temono che raggiungere un futuro pensionistico dopo il 2022 sarà solo un sogno.

Molti pensano che pochi riusciranno a godersi la meritata pensione. Pesa l’assenza di un quadro pensionistico e assistenziale forte, chiaro che rispecchi i canoni almeno di una pensione equa, capace di garantire ai pensionati un futuro dignitoso. 

In un gioco di parte che si allontana da quella parvenza di tranquillità che dovrebbe rappresentare la pensione futura. 

Ad oggi, i lavoratori in presenza un montante contributivo minimo di 20 anni possono abbracciare la pensione di vecchiaia distribuita dall’INPS. Tuttavia, esistono delle diverse condizioni ufficialmente disposte dall’Istituto che permettono di accedere a un trattamento pensionistico anche in presenza di soli 15 anni di contribuzione versata. 

È possibile andare in pensione con 15 anni di contributi? Si, assolutamente. In quanto, scattano quelle eccezioni previste dalla normativa in materia previdenziale. Parliamo delle deroghe Amato, regolamentate nell’articolo 2 del decreto Legislativo n. 503/1992.

Utilizzando queste eccezioni presenti nella circolare INPS n. 16/2013 i lavoratori possono abbracciare un’uscita dal lavoro per andare in pensione con soli 15 anni di contribuzione. 

Pensione con 15 anni di contributi! Ecco come

Si, noti, attentamente che il riferimento principale cade sul termine “eccezioni”, questo fa ben comprendere che, si tratta, dell’innesco di regolamenti contemplati dall’ordinamento previdenziale.

Come riportato da La Legge per Tutti, l’anomalia che permette la pensione con 15 anni di contributi investe tutti i lavoratori in presenza di una contribuzione risalente al 31 dicembre 1992.

Ma, anche coloro che sono in possesso dell’autorizzazione rilasciata dall’INPS per la regolarizzazione dei contributi volontari sempre riconducibile al 1992. Infine, possono agganciarsi a queste singolarità i lavoratori che possiedono un minimo di 10 anni di attività lavorativa discontinua agganciata a diverse condizioni. 

E, ancora, è possibile andare in pensione con una contribuzione di 15 anni anche utilizzando le disposizioni dell’articolo 3 del decreto Ministeriale n. 282/1996 che prevede il computo nella gestione Separata.

In particolare, i lavoratori che indirizzano i versamenti nella gestione Separata possono agganciarsi al trattamento pensionistico di vecchiaia contributiva. Tuttavia, va detto che, cambia il requisito anagrafico che acquisiste un aumento di età rispetto alla pensione di vecchiaia ordinaria. 

È, importante, sottolineare che, per la pensione di vecchiaia contributiva basta un’anzianità contributiva di almeno 5 anni. Tuttavia, il calcolo della pensione ne occorre un totale di 15 anni. In sostanza, è possibile richiedere il rilascio della pensione di vecchiaia con una contribuzione di 15 anni prodotta dal computo.  

Nello stesso tempo, se il lavoratore richiedere una pensione con almeno 15 anni di contribuzione utilizzando le regole disposte dall’ordinamento previdenziale sulla presenza delle deroghe Amato, è importante considerare che viene mantenuto il requisito anagrafico ordinario. In altre parole, si va in pensione a 67 anni di età anagrafica. 

In pensione con 15 anni di contribuzione, se è presente la data del 31 dicembre 1992

Come anticipato nel paragrafo precedente, la prima deroga Amato porta il lavoratore ad abbracciare la pensione in presenza di un’anzianità contributiva di almeno 15 anni, se i versamenti risultano accreditati in una data riconducibile al 1992. In altre parole, il lavoratore per potersi agganciare a queste eccezioni deve possedere dei contributi accreditati entro la data del 31 dicembre 1992

Nel periodo temporale riferito alla contribuzione sono ammessi anche i contributi esteri, ovvero frutto di periodi di lavoro svolti presso altri Paesi. Inoltre, vengono considerati sia i contributi figurativi che i contributi da riscatto. Rientra nel conteggio, anche la ricongiunzione dei contributi.  

Possono richiedere le eccezioni disposte dell’ordinamento previdenziale sulle deroghe Amato sia lavoratori registrati presso l’Assicurazione Generale Obbligatoria che quelli annotati nei fondi esclusivi e sostitutivi

Contributi volontari: perché è importante l’autorizzazione al versamento per la pensione?

L’ordinamento previdenziale ha previsto l’eccezione della pensione di vecchiaia con un minimo di 15 anni di anzianità contributiva, anche ai lavoratori in presenza del permesso, definito anche autorizzazione rilasciata dall’Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) per i contributi volontari se riconducibile alla data 31 dicembre 1992.  

Occorre, sottolineare che, ai fini della pensione con 15 anni di contribuzione non serve che siano presenti i versamenti entro il 31 dicembre 1992, ma che l’autorizzazione rilasciata dall’INPS sia riconducibile a questa data.

In altre parole, se il lavoratore ha ottenuto nel 1992 l’autorizzazione dall’INPS per il versamento dei contributi volontari può agganciarsi alla pensione di vecchiaia contributiva, anche in presenza di accrediti successivi al 1992.

In sostanza, la seconda deroga Amato permette il perfezionarsi della contribuzione dopo il 1992 e, quindi, concede la possibilità della pensione con 15 anni di contribuzione, se è presente l’autorizzazione siglata entro il 31 dicembre 1992.

Va detto che, i dipendenti pubblici non possono richiedere questa particolare opzione. 

E, ancora, la terza deroga Amata consente di andare in pensione con 15 anni di versamenti, solo in presenza di diversi requisiti, tra cui: 

  • prevista una contribuzione non più bassa di 15 anni prodotta da lavoro subordinato, con versamenti registrati nel fondo dipendenti; 
  • in presenza un’anzianità assicurativa non più bassa di 25 anni. In questo caso, è importante che il primo versamento sia stato registrato minimo 25 anni prima dell’invio della richiesta di pensionamento. La presenza dei 25 anni di contribuzione non è vincolante, ammessi anche meno anni. 
  • durante tutto il periodo lavorativo devono risultare all’incirca 10 anni agganciati ad attività lavorativa eseguita in modo discontinuo. In sostanza, la normativa prevede meno di 52 settimane accreditate. 

Se ti interessa approfondire l’argomento sulla settimana lavorativa corta, ti consiglio la lettura di questo articolo: Andare al lavoro solo 4 giorni a settimana? Si può! Dove”

La normativa ammette la possibilità del cumulo contributivo per conseguire i 15 anni di contribuzioni necessari ai fini pensionistici. Però, è importante, che le casse dove si richiede il cumulo prevedano la possibilità di utilizzare le deroghe Amato. 

Pensione di vecchiaia contributiva: diverse regole 

I lavoratori che hanno raggiunto un’età anagrafica di 71 anni e in presenza di un’anzianità contributiva minima di 5 anni possono richiedere l’accesso alla pensione di vecchiaia contributiva, se non possiedono versamenti al 31 dicembre 1995. In caso contrario, occorre richiedere il computo nella gestione separata. 

In quest’ultima ipotesi, il lavoratore deve rientrare in altre condizioni, oltre a considerare che tutta la contribuzione viene ricalcolata secondo il sistema contributivo. 

Infine, recentemente sono state aggiornate le notizie sulla pensione anticipata, disponibili in questo articolo: “Come ottenere un anticipo pensionistico da 1.500€ al mese!”

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