Addio al segreto salariale: ecco quando entra il vigore la nuova legge

Quando entra in vigore la legge sull’abolizione del segreto salariale? Ecco tutto quello che c’è da sapere.

È in arrivo la nuova legge sul segreto salariale, in ottemperanza alla nuova normativa dell’Unione Europea. 

Stiamo parlando dell’obbligo per legge da parte delle aziende in merito alla comunicazione pubblica e trasparente legata alle proprie politiche salariali.

In questo articolo, quindi, vediamo quando entra in vigore la nuova legge sul segreto salariale, cosa cambierà e quali sono le modifiche più importanti che riguarderanno le aziende italiane in merito alla trasparenza degli stipendi.

Segreto salariale: tutte le novità

La direttiva dell’Unione Europea numero 970 approvata nel mese di maggio 2026 ha previsto l’abolizione del segreto salariale.

Si tratta di un cambiamento piuttosto rilevante. Infatti, con la nuova legge sullo stipendio trasparente, sarà possibile essere a conoscenza di quanto guadagnano le persone che svolgono lo stesso lavoro.

In questo senso, prendendo in considerazione il testo della direttiva UE 2023/970 approvata a maggio, che l’obbligo di pubblicazione dei salari dei propri dipendenti viene applicato sia ai datori di lavoro del settore pubblico che per quelli del settore privato.

L’obiettivo della direttiva europea e quindi dell’addio definitivo al cosiddetto segreto salariale è quello di andare a rafforzare l’applicazione di un principio fondamentale nell’ambiente di lavoro, ovvero quello di garantire la parità di retribuzione tra uomini e donne per una stessa mansione.

Infatti, secondo quanto sottolineato dal Sole24Ore, nell’Unione Europea le donne  lavoratrici guadagnano in media il 13% in meno rispetto ai colleghi uomini. A questo dato si aggiunge che il divario retributivo di genere è rimasto pressoché invariato negli ultimi 15 anni.

Se ti interessa l’argomento, ti suggeriamo anche il seguente articolo: Busta paga più trasparente per azzerare il gap uomo donna.

Segreto salariale: quando entra in vigore la legge

Attraverso l’obbligo di trasparenza retributiva approvato con la recente direttiva europea, quindi, anche l’Italia dovrà presto adattarsi alle nuove disposizioni sul segreto salariale.

Infatti, all’articolo 4 del Capo I della direttiva, viene chiaramente esplicitato che tutti gli Stati membri dovranno adottare delle misure necessarie per assicurare che i datori di lavoro dispongano dei sistemi retributivi per garantire la parità di retribuzione per un medesimo lavoro o per un lavoro di pari valore.

La data di scadenza entro il quale i Paesi membri dell’UE hanno la possibilità di applicare questa nuova politica aziendale, è quella del 2027.

Dunque, a partire dal 2027, le aziende e le società sono tenute all’obbligo di presentazione pubblica di tutte le informazioni e i dati relativi allo stipendio a diversi livelli.

Da questo punto di vista, l’applicazione dell’addio al segreto salariale comincia con un dossier, un report relativo all’anno 2026, in cui sarà necessario chiarire tutte le retribuzioni tra i diversi gruppi.

Da tale report, quindi, sarà verificato che non vi siano differenze retributive superiori al 5% tra i vari gruppi.

Nei casi in cui sarà appurato una violazione di quanto disposo nella normativa europea, vi sarà l’obbligo di correzione di eventuali disparità, per non incorrere in sanzioni finanziarie.

Dunque, per tutti coloro che si domandano quando arriva l’abolizione del segreto salariale, la legge entrerà in vigore a tutti gli effetti a partire dal 2027.

Cosa cambia con l’addio al segreto salariale

Tra i cambiamenti più rilevanti con l’addio al segreto salariale vi sono sicuramente quelli legati alla possibilità da parte dei lavoratori di richiedere informazioni sul livello retributivo ai propri datori di lavoro o alle aziende.

Nello specifico, l’articolo 7 della direttiva, dedicato appunto al “Diritto di Informazione” va a prevedere che i lavoratori hanno il diritto di ricevere:

informazioni sul loro livello retributivo individuale e sui livelli retributivi medi, ripartiti per sesso, delle categorie di lavoratori che svolgono lo stesso lavoro o un lavoro di pari valore.

Al contempo, tra le disposizioni prescritte con la normativa europea, è stato previsto che i datori di lavoro debbano informare con cadenza annuale tutti i lavoratori in merito al loro diritto a ricevere tali informazioni.

Inoltre, i lavoratori non possono più essere obbligati al segreto salariale. Quindi, per applicare a tutti gli effetti il principio della parità di retribuzione, le aziende e i datori di lavoro non potranno impedire ai lavoratori di rendere nota la propria retribuzione.

Leggi anche: Addio al segreto sugli stipendi: come sapere quanto guadagnano i colleghi

Viviana Vitale
Viviana Vitale
Aspirante giornalista e social media manager freelance, classe 1995. Le mie più grandi passioni sono la scrittura e il marketing digitale. Sono state proprio queste a portarmi oggi a far parte del team di redattori di Trend-online e a collaborare come professionista della comunicazione con varie aziende italiane.
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