Yolo Economy, cos’è la nuova moda dei Millennial e perché sarà un problema per le aziende

Tra i Millennial si parla molto di Yolo Economy. E anche tra le imprese, che la vedono come un bel problema per il futuro stesso della produttività.

You Only Live Once. Si vive solo una volta. In pratica questa è la Yolo Economy, un’economia in cui la vita è al primo posto, e non il lavoro.

Negli ultimi anni, complice la pandemia Covid-19 e le varie crisi economiche, politiche e sociali susseguitesi, la Yolo Economy è tornata ad essere molto caldeggiata dalla generazione dei Millennial, ovvero tutti coloro che sono nati tra gli anni Ottanta e Novanta.

Meno per le imprese, che difficilmente potrebbero accettare un tipo di economia del genere, poco concorde con gli attuali regimi di produzione e di ottimizzazione.

Yolo Economy, cos’è la nuova moda dei Millennial

Come economia Yolo punta tutto sull’equilibrio tra vita lavorativa e vita privata. Sul voler vivere rispetto al dover sopravvivere.

Come concetto non è nuovissimo, se ne parla anzi da decenni, infatti ad essere i principali sostenitori della Yolo Economy non sono i giovani ventenni (la Generazione Z), ma chi ha più di 30-40 anni, ovvero i Millennial.

Sono loro a volere una visione del lavoro diversa rispetto al passato, e in loro favore la pandemia ha fatto sì che come alternativa fosse sempre più una realtà, e non una mera chimera.

L’improvviso passaggio al lavoro da remoto per le restrizioni igienico-sanitarie ha portato molti a riflettere su quanto tempo trascorrevano in ufficio rispetto alla qualità della propria vita personale.

Con la trasformazione digitale, le tecnologie avanzate per il telelavoro (o lavoro digitale) e la collaborazione virtuale senza limitazioni geografiche, riuscire a equilibrare casa e lavoro è diventato più accessibile. Una pausa forzata che le ha messe di fronte a interrogativi rimasti a lungo in sospeso.

Interrogativi pericolosi per le aziende, visto che potrebbe vanificare il mondo del lavoro e produzione.

Perché sarà un problema per le aziende

In un sistema produttivo in cui carriera, obiettivi e sacrifici sono all’ordine del giorno, la Yolo Economy potrebbe diventare un nemico per i futuri lavoratori.

A riprova di questo rischio, durante la pandemia s’è diffuso il fenomeno della Great Resignation, la Grande Dimissione da parte di giovani e non dai propri incarichi di lavoro, senza un motivo apparente se non il fatto di voler riscoprire se stessi.

Ma rinunciando alla carriera, ai sacrifici di ottenere una posizione di privilegio. Al suo posto, una semplice richiesta: una crescita tranquilla, con pochi sacrifici.

Per le aziende questo significherebbe ritrovarsi con personale che, per quanto l’impresa sia propensa a stabilizzare loro la posizione, tra contratti e benefit vari, preferisce andare da un posto di lavoro all’altro alle prime avvisaglie di tensioni.

Così facendo le aziende non avranno mai personale pienamente formato, o stabile nel tempo. A sua volta, il gap generazionale non farebbe altro che acuire sempre di più (e già in Italia è a livelli pericolosi, soprattutto tra pensionati e lavoratori).

I Millennial dovrebbero essere coloro che dovrebbero guidare le nuove imprese, invece si rischia di allungare i tempi del lavoro dei manager, o di doverlo cedere a profili ancora alle prime esperienze lavorative.

Però forse c’è una via di mezzo per venire incontro alla nascente Yolo Economy.

La sperimentazione della settimana breve

Se i Millennial desiderano maggior equilibrio, si può tentare di ridurre il carico lavorativo, e ottimizzarlo in modo da non danneggiare la produzione.

Un compromesso con la nascente Yolo Economy e l’attuale modello economico vigente è nella sperimentazione della settimana breve, ovvero una settimana lavorativa ridotta a soli 4 giorni feriali.

Stipendio fisso, stessi benefit, a cambiare è solo la conta dei giorni, creando così un weekend di tre giorni. Le prime sperimentazioni sono iniziate in Regno Unito, ed è stato condotto su 61 aziende e circa 2900 lavoratori.

Il risultato è promettente: un aumento dei ricavi di circa l’1,4%, un aumento del benessere dei lavoratori del 39% (oltre il 50% riesce ora a conciliare meglio vita e lavoro). E i casi di Great Resignation sono diminuiti del 57% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Al momento sono diversi gli Stati Europei che lo stanno adottando, anche se in forma sperimentale e solo in alcune multinazionali. In Italia soltanto le holding come Intesa Sanpaolo s’è mostrata disponibile a sperimentare la settimana da 4 giorni, pur sempre a 36 ore settimanali (ovvero 9 ore al giorno).

Se una misura come quella della settimana breve diventasse la norma, probabilmente la Yolo Economy non sarebbe più un pericolo per le imprese, e una chimera per i Millennial italiani.

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