Carlo Cottarelli, il perché dietro le improvvise dimissioni e le tensioni con Schlein

Carlo Cottarelli ha annunciato le sue dimissioni come senatore, spiazzando diversi esponenti politici. Ecco tutte le ragioni dietro la sua scelta.

Carlo Cottarelli, classe 1954, ha annunciato nei giorni scorsi la sua decisione di lasciare il senato, al quale era stato eletto a settembre con il Pd, nonostante non faccia parte del partito.

Vediamo allora quali sono state le 5 ragioni che hanno spinto Cottarelli ad abbandonare il senato, e qual è stato il ruolo della segreteria di Elly Schlein in tutto questo.

Carlo Cottarelli, le dimissioni e perché ha nominato Schlein

Sono molti i perché dietro alle dimissioni di Carlo Cottarelli, come lo stesso senatore ha tenuto ha specificare durante una lunga intervista al Corriere della Sera e in una lettera aperta a Repubblica.

L’annuncio, inoltre, è stato confermato da un intervento in senato dello stesso Cottarelli, che ha già annunciato quali saranno i suoi progetti futuri dopo l’arresto della sua attività politica.

Infatti, Cottarelli ha deciso di accettare l’offerta dell’Università Cattolica di Milano, dove terrà (a titolo gratuito) una serie di corsi in Scienze Sociali ed Economiche rivolte agli studenti delle scuole superiori.

I corsi saranno in seguito estesi anche ad un pubblico più anziano e ai circoli culturali, per un totale di circa 150 visite l’anno. I temi trattati andranno dalla finanza all’inserimento nel mondo del lavoro, fino alla costituzione e all’economia.

Il suo seggio a Palazzo Madama, da settimana prossima, sarà invece occupato da Cristina Tajani.

Tuttavia, l’offerta della Cattolica offre soltanto un’occasione in più a Cottarelli per lasciare il senato: i motivi dietro le sue dimissioni, infatti, sono più complessi, e riguardano da vicino la segretaria del Pd Elly Schlein.

Leggi anche: Quanto guadagna Carlo Cottarelli? Stipendio e patrimonio dell’ormai ex senatore Pd

Carlo Cottralli: i 5 motivi dietro alle sue dimissioni

Carlo Cottarelli, infatti, ha espresso chiaramente un sentimento di disagio nei confronti dell’attuale linea del Pd, e in particolare in merito ad una serie di scelte della sua segretaria.

Vediamo allora tutte le ragioni dietro le sue dimissioni:

  1. 1.

    Un Pd “troppo a sinitra”. In primo luogo, Cottarelli ha affermato come i suoi valori socialdemocratici non fossero più compatibili con la virata a sinistra del Pd, nonostante apprezzi la scelta di una linea più netta:

    Direi che lo spostamento del Pd in un’area lontana dai miei valori liberaldemocratici ha facilitato la decisione. [Ma] Credo che Schlein abbia fatto bene a spostare il Pd a sinistra: il messaggio che adesso arriva dal Pd è più coerente con quello che dovrebbe avere un partito di sinistra. È importante che il messaggio di un partito sia chiaro.

  2. 2.

    Troppa animosità in Senato. In secondo luogo, Cottarelli ha criticato l’aumento delle posizioni estreme in Senato, molto lontane dalla sua visione della politica:

    Spesso le posizioni sono espresse “per partito preso” e i dibattiti sono solo un’occasione per attaccare l’avversario. Non intendo criticare i miei colleghi.

  3. 3.

    Le posizioni diverse dal Pd. Cottarelli ha poi espresso la sua distanza con numerose scelte politiche effettuate dal Pd:

    Di recente ci sono stati diversi casi in cui non ho condiviso le posizioni prese dal Pd, per esempio su aspetti del Jobs Act, sull’aumento delle accise sui carburanti, sul freno al Superbonus e sul compenso aggiuntivo per insegnanti che vivono in aree dove il costo della vita è alto, come suggerito da Valditara. Ho posizioni diverse da Elly Schlein anche sui termovalorizzatori, sull’utero in affitto e in parte anche sul nucleare.

  4. 4.

    Il ruolo dei valori nella società. Oltre alle posizioni politiche, sono molti anche gli aspetti sociali e in merito a determinati valori a non rientrare più nella sensibilità di Cottarelli, soprattutto il merito, che per Cottarelli ha comunque un peso nel discorso sull’uguaglianza:

    Quando ho deciso di partecipare alla campagna elettorale del Pd sono andato a leggere il documento dei valori, l’ultimo che c’era, quello del 2008: merito e opportunità erano scritti con chiarezza. Nel documento del 2023 il merito era sparito, anche un po’ criticato.

  5. 5.

    Il rischio di autocensura. Infine, proprio il rischio di dibattiti estremizzati avrebbe spinto il senatore a non esprimere la sua opinione in diverse occasioni:

    Una forte contrapposizione tra maggioranza e opposizione è probabilmente inevitabile in questo momento storico, ma i dibattiti estremizzati non sono nelle mie corde. Forse allora, nel mio piccolo, posso essere più utile al Paese tornando a commentare le politiche economiche dall’esterno, dicendo quello che penso senza il rischio di autocensurarmi.

    Leggi anche:  Sondaggi politici: il PD continua a guadagnare terreno, cala di poco Giorgia Meloni

Margherita Cerri
Margherita Cerri
Redattrice, classe 1998. Appassionata di letteratura e di scrittura, mi sono laureata in Lettere Moderne presso l'Università degli Studi di Milano con una tesi sul rapporto fra Italo Calvino e il gruppo Oulipo. Dopo alcune esperienze come aiuto bibliotecaria e insegnante, ho svolto un periodo di studio a Parigi, e infine mi sono unita a Trend Online tramite uno stage curriculare. Scrivo principalmente di cinema, spettacolo, attualità e viaggi. Motto: Qualunque cosa sogni d'intraprendere
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