Crisi di Suez, ecco le possibili conseguenze per i consumatori: prezzi in salita?

Gli effetti della crisi di Suez che già si fanno sentire in alcuni comparti, rischiano di pesare sulle tasche dei consumatori italiani.

Il Commissario europeo Paolo Gentiloni ha di recente affermato che “Al momento non ci sono impatti macroeconomici significativi” del blocco degli attacchi Houthi nel Mar Rosso. Il problema è che se la crisi perdurerà, l’effetto – per ora limitato a determinati settori – finirà per arrivare, come sempre, a toccare le tasche degli italiani: dai carburanti alle bollette, ecco le possibili conseguenze della crisi nel Canale di Suez.

Le conseguenze della crisi di Suez

L’allungamento delle rotte marittime tra Oriente e Occidente, volte ad evitare gli attacchi degli Houthi nel Canale di Suez – e i conseguenti venti di guerra dopo la risposta degli USA – stanno portando ad aumenti del costo dei trasporti marittimi e dei tempi di percorrenza, con una serie di conseguenze che, nel caso del perdurare della crisi, finiranno inevitabilmente per toccare, tanto per cambiare, le tasche degli italiani. Del resto è sufficiente considerare che il 40 per cento dell’import-export italiano passa dal Mar Rosso (mentre quello mondiale si attesta intorno al 12 per cento)

Per capire la portata del problema è sufficiente pensare che, come ha calcolato Repubblica, se spedire da Shanghai a Genova un container da 12 metri di lunghezza, costava 1600 dollari prima dell’assalto degli Houthi al mercantile Galaxy Leader, oggi la quotazione per la stessa tratta è di 5200 dollari.

La “nuova rotta” che va da Singapore al Nord Europa richiede 10 giorni in più di navigazione, con un notevole aumento del prezzo del carburante e dei costi assicurativi.

L’importanza del Canale di Suez per l’Italia

Il Canale di Suez, sin dalla sua apertura, ha rappresentato per l’Italia un importante strumento nelle relazioni commerciali con l’Africa orientale, il Vicino e Lontano Oriente. In base ai dati dell’Istituto ISPI si calcola che nel 2019 su 93,8 milioni di tonnellate di merci trasportate da e verso l’Italia, 30,6 milioni avevano nel Canale di Suez il loro corridoio privilegiato.

Anche se per il momento non ci sono effetti sui prezzi e sull’inflazione, le conseguenze della crisi nel Mar Rosso cominciano a vedersi in alcuni porti strategici, come quello di Venezia: l’economia veneta, dove l’export rappresenta una voce determinante, comincia a risentire degli effetti della crisi.

La Stampa ha fatto l’esempio delle navi cargo dirette verso Medio ed Estremo Oriente: ci sono decine di container che trasportano frutta, mele e kiwi, che arrivano dai campi e dai magazzini del Saluzzese: diverse cooperative e aziende cuneesi stanno già ricalibrando le vendite verso canali italiani ed europei ma c’è il rischio di un surplus dell’offerta, con tutte le conseguenze del caso.

Le difficoltà del settore agroalimentare

Come ha spiegato il presidente di Confaagricoltura Massimiliano Giansanti:

Solo per l’agroalimentare, il transito verso i mercati asiatici vale 4 miliardi di euro di prodotti. Circumnavigare l’Africa per evitare il canale di Suez comporta problemi di conservazione dei prodotti freschi, ma anche di tipo economico, con costi raddoppiati delle merci, tensioni sui consumi e rallentamento degli scambi.

La maggior parte delle preoccupazioni, soprattutto per le aziende agricole, è quello che potrebbe accadere se la crisi non troverà una soluzione, ossia l’aumento dei prezzi delle materie prime.

L’allarme di Assoutenti su possibili rincari

Assoutenti, ha calcolato i possibili impatti della crisi in atto sulle tasche dei consumatori:

Le quotazioni del petrolio sono immediatamente salite come conseguenza dell’escalation militare in Medio Oriente, mentre le petroliere cambiano rotta e registrano forti ritardi nelle consegne – spiega il presidente Gabriele Melluso – Fattori che rischiano di determinare a breve un incremento dei prezzi di benzina e gasolio alla pompa: un aumento ipotetico del 10% dei listini al pubblico praticati dai distributori, porterebbe il prezzo medio della verde a 1,950 euro al litro, equivalente ad una maggiore spesa su base annua pari a +213 euro a famiglia solo a titolo di rifornimenti di carburante”.

I pesanti ritardi nelle consegne , unitamente ai rialzi dei carburanti, secondo Assoutenti potrebbero riflettersi in modo diretto sui prezzi al dettaglio delle merci vendute in Italia: “Un incremento di appena il +1% del tasso di inflazione ” – sottolinea l’associazione – “pesa, considerando i consumi di una famiglia con due figli, per +411 euro all’anno”.

Inoltre, c’è da considerare anche il rischio per eventuali rincari delle bollette energetiche: “Un rialzo delle quotazioni dell’energia potrebbe fermare la discesa delle tariffe di luce e gas registrata nell’ultimo periodo, portando ad una risalita delle bollette con un impatto stimato fino a +200 euro annui a famiglia” – conclude Melluso.

Vera Monti
Vera Monti
Giornalista pubblicista e precedentemente vice- presidente di un circolo culturale, scrivo di arte e politica - le mie grandi passioni - su varie testate online cercando sempre di trattare ogni argomento in tutte le sue sfaccettature. Ho intervistato vari personaggi della scena artistica nazionale e per Trend online mi occupo principalmente di politica ed economia
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