Letta: “Sono tutti contro il Pd. Calenda, Conte e Renzi ancora in campagna elettorale”

Enrico Letta attacca: ”Tutti contro il Pd. Fanno opposizione all'opposizione. Calenda, Conte e Renzi sono ancora in campagna elettorale”. Le sue parole.

Enrico Letta scrive al Corriere della Sera e scrive senza troppi giri di parole che vede tutti contro il Partito Democratico. “Calenda, Conte e Renzi sono ancora in campagna elettorale, tutti e tre ritengono che fare opposizione al Pd sia più redditizio che fare opposizione al governo più a destra della storia della Repubblica”.

Ecco le parole di Enrico Letta.  E la prima reazione di uno dei leader citati, Carlo Calenda.

Enrico Letta: ”Calenda, Conte e Renzi sono ancora in campagna elettorale”

Enrico Letta inizia la sua lettera al Corriere della Sera lamentandosi in maniera chiara di un atteggiamento troppo duro nei confronti del proprio partito da parte delle altre forze che si oppongono al governo Meloni. Letta non fa giri di parole, nomina partiti nomi e cognomi: Movimento Cinque stelle, Azione e Italia viva. 

Come prima, peggio di prima – esordisce Letta -. Per M5s e Terzo polo la nuova legislatura è iniziata come era finita la precedente. Tutti contro il Pd: Calenda, Conte e Renzi sono ancora in campagna elettorale.

“Stessi i toni, simili le forzature dialettiche, a dimostrazione che, quando si tratta di piccoli interessi di parte, alla fine possono emergere paradossali affinità elettive anche tra chi ha passato anni a farsi reciprocamente la guerra e a porre a noi estenuanti veti incrociati. Nel mentre la destra ha vinto le elezioni e Giorgia Meloni governa l’Italia. Eppure, tutti e tre ritengono che fare opposizione al Pd sia più redditizio che fare opposizione al governo più a destra della storia della Repubblica”. 

Enrico Letta attacca Conte, Calenda e Renzi: ”Scelta priva del benchè minimo senso di responsabilità istituzionale”

“E’ una scelta – argomenta Letta – priva del benché minimo senso di responsabilità istituzionale. E non lo dico per le potenziali conseguenze sul Pd. Lo dico per ripercussioni certe sull’Italia. Chi fosse Giorgia Meloni e che tipo di posizionamento avesse la sua coalizione era noto prima del voto. Noto a noi quantomeno”. 

L’esordio del governo – analizza Letta – ha surclassato ogni previsione. Un debutto a base di selezione anticostituzionale dei migranti, tentativi di compressione della libera espressione del dissenso, afonia sul lavoro e contro il caro vita, tentennamenti sulla politica economica.

“Dalle promesse elettorali a una navigazione subito incerta e con una visione di cortissimo respiro. Di fronte a questo l’Italia avrebbe bisogno – scrive Letta – di una opposizione doppiamente solida, in grado di convogliare tutte le energie per contrastare la destra anzitutto sulle misure contro recessione inflazione e malessere sociale”.

Per conto nostro ci siamo posti con spirito unitario chiedendo un coordinamento delle oppposizoni. Un segnale di debolezza per taluni. La conferma a mio parere della funzione di presidio delle istituzioni e dell’interesse generale che è parte dell’identità del Pd.

“Ed è un ruolo che rivendichiamo con orgoglio visto che viene sempre prima il Paese. Anche quando la convenienza contingente suggerirebbe il contrario. E’ la nostra storia ed è una cultura politica che esalta la comunità e il bene comune e che vive l’impegno politico per il tramite della funzione di ineremediazione attribuita dalla Costituzione al partito”. 

Enrico Letta: ”Pd, un partioto che non è proprietà di nessuno se non dei suoi iscritti militanti e elettori”

Enrico Letta qui rivendica l’orgoglio di partito:

Il Pd è un partito – scrive – che non è proprietà di nessuno se non dei suoi iscritti, militanti ed elettori. Guardiamo al contesto siamo oggetto di una quotidiana ”opposizione all’opposizione” e questo fa da sfondo al congresso e incide sul suo svolgimento nel racconto pubblico. E’ un dato di fatto: niente vittimismi.

E ancora: ”Quali partiti hanno fatto di recente o fanno ancora congressi veri con leadership contese da più candidati? Nessuno. È un fatto unico, eccezionale, di cui siamo orgogliosi e per cui pretendiamo rispetto. Noi abbiamo una vera democrazia interna, gli altri no”. 

Nessuno, continua, sa chi diverrà il nuovo segretario del Pd perché saranno aderenti, iscritti ed elettori a deciderlo. E sarà un congresso efficace proprio perché l’esito non è scontato e perché noi, e solo noi, abbiamo il coraggio e la forza di porci domande scomode fin qui inevase. Verrà riscritto “il Manifesto dei valori”.

Da qui a Natale, eventi pubblici e una grande mobilitazione:

A dicembre porteremo in piazza gli italiani che chiedono una politica degna per dare protezione a cittadini, lavoratori e imprese dal carovita e dalle tante difficoltà di questo tempo tormentato.

La replica del leader del Terzo Polo Carlo Calenda: ”Una sola cosa che un grande partito come il Pd non può fare è il piagnisteo”

La prima reazione arriva via social network da Carlo Calenda, uno dei leader chiamati in causa per cognome.  Il leader del Terzo Polo scrive:

Caro Enrico Letta, c’è una sola cosa che un grande partito come il Pd non può davvero mai fare: il piagnisteo. Dalle bollette, alle regionali vi abbiamo offerto collaborazione sui contenuti. Decidete liberamente. Ma senza vittimismi.

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