Immunità parlamentari, quali sono e cosa prevedono per deputati e senatori

Immunità parlamentari: vediamo quali sono esattamente e cosa prevedono per la classe politica. Una protezione controversa.

Si è discusso molto di immunità parlamentare di recente a seguito dell’approvazione della richiesta avanzata dal Tribunale dei ministri di Catania di autorizzazione a procedere in giudizio nei confronti di Matteo Salvini per il reato di sequestro di persona, relativamente al caso Gregoretti del luglio 2019.

L’immunità parlamentare, difatti, è un privilegio legale concesso ai membri del Parlamento per proteggerli da azioni legali e arresti arbitrari durante l’esercizio delle loro funzioni. L’obiettivo principale dell’immunità è garantire l’indipendenza e la libertà dei legislatori nell’esercizio dei loro doveri senza interferenze esterne indebite. Tuttavia, l’immunità parlamentare è un tema delicato che solleva domande sull’equità e sull’uguaglianza di fronte alla legge.

I parlamentari e l’immunità costituzionale: tutela e responsabilità

L’immunità parlamentare è una questione fondamentale nell’ordinamento italiano e costituisce un argomento di dibattito pubblico. In base all’articolo 68 della Costituzione italiana, i parlamentari godono di una forma di protezione che riguarda le “opinioni espresse e i voti dati nell’esercizio delle loro funzioni“. Questo significa che, durante l’esercizio dei loro doveri, i legislatori possono esprimere opinioni che potrebbero costituire un reato, come ingiuria o diffamazione, senza doverne rispondere penalmente.

Ma la tutela garantita dall’immunità parlamentare va oltre la protezione delle opinioni e dei voti espressi. I parlamentari, infatti, sono anche esenti da perquisizioni domiciliari o personali, arresti o altre forme di privazione della libertà personale senza l’autorizzazione della Camera di appartenenza. Tuttavia, questa autorizzazione non è richiesta in caso di arresto avvenuto in flagranza di reato o a seguito di una sentenza irrevocabile di condanna.

L’immunità del Presidente della Repubblica

Passando alla figura del Presidente della Repubblica, questo gode della forma più forte di immunità prevista dalla Costituzione italiana. In base all’articolo 90, il presidente non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o attentato alla Costituzione. A differenza dell’immunità parlamentare, quella del presidente copre tutti gli “atti” compiuti durante l’esercizio delle sue funzioni, non limitandosi solo a voti e opinioni.

Per reati funzionali, il Parlamento non ha il potere di autorizzare i giudici a procedere contro il Presidente della Repubblica. Tuttavia, è importante sottolineare che per reati non collegati alle sue funzioni istituzionali, il presidente non gode di immunità.

Le eccezioni a questa irresponsabilità presidenziale riguardano due reati gravi: l’alto tradimento e l’attentato alla Costituzione. Nonostante sia difficile definirne il contenuto in maniera precisa, il Parlamento, riunito in seduta comune e a maggioranza assoluta dei suoi membri, può mettere in stato di accusa il presidente. Successivamente, la Corte Costituzionale giudicherà il capo dello Stato.

Procedure di autorizzazione

Per avviare un procedimento penale contro un parlamentare, l’autorità giudiziaria deve richiedere l’autorizzazione del Parlamento. La richiesta viene esaminata da una commissione parlamentare che decide se concedere o negare l’autorizzazione.

Se l’autorizzazione viene negata, il procedimento penale viene sospeso fino alla fine del mandato parlamentare del soggetto coinvolto.

Limiti e critiche all’immunità parlamentare

L’immunità parlamentare è spesso oggetto di critiche, poiché può essere interpretata come una forma di privilegio e impunità per i membri del Parlamento.

I suoi detrattori sostengono che l’immunità può ostacolare la giustizia e consentire ai politici di sfuggire alle responsabilità per i reati commessi. Inoltre, l’immunità può alimentare un senso di sfiducia nell’opinione pubblica e minare la fiducia nelle istituzioni democratiche.

Negli ultimi anni, sono state avanzate proposte per limitare l’immunità parlamentare in Italia. Alcuni sostengono che dovrebbe essere limitata ai soli reati commessi durante l’esercizio delle funzioni parlamentari, escludendo così i reati comuni.

Altri propugnano l’abolizione totale dell’immunità, sostenendo che tutti i cittadini dovrebbero essere uguali di fronte alla legge.

Insomma, l’immunità parlamentare in Italia è un argomento complesso che suscita sempre diversi dibattiti e controversie, come anche in questi giorni in merito alla non sequestrabilità del cellulare del figlio di Ignazio La Russa a causa della sua immunità parlamentare.

È essenziale, quindi, che la discussione pubblica sul tema continui per trovare un equilibrio tra la protezione dei parlamentari e la responsabilità nei confronti dei cittadini. Solo attraverso un dialogo aperto e trasparente sarà possibile riformare l’immunità parlamentare in modo da rispecchiare i valori democratici e l’equità nella società italiana.

Robert Sanasi
Robert Sanasi
Copywriter. Classe 1981. Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione all'Università di Lecce per poi trasferirmi all'estero e lavorare nelle grandi aziende del digitale. Ho vissuto in Irlanda, Francia, Polonia e Slovacchia. La mia passione per la scrittura mi ha portato a scrivere e pubblicare romanzi di narrativa in Italia e Inghilterra e a specializzarmi nel Content e Copywriting in italiano e inglese. Amo la letteratura, il cinema, la musica rock e il calcio. Tornato a casa in Salento in pianta stabile, lavoro da remoto.
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