Immunità parlamentare: cos’è e cosa cambia tra Italia ed Europa

I palazzi dell'UE sono scossi dall'inchiesta sul Qatargate. Ma cos'è l'immunità parlamentare e come cambia tra Italia e in Europa?

L’arresto di Eva Kalili fa riflettere sulla situazione delle istituzioni europee, ma soprattutto in Italia solleva anche altre domande, prima tra tutte: “come è possibile che l’ex vicepresidente sia finita in manette senza precedenti passaggi parlamentari?” E soprattutto ad inchiesta ancora aperta?

La risposta è da ricercarsi nel funzionamento dell’immunità parlamentare in Italia e in Europa e comprendere come si declini diversamente in base alla situazione.

Cosa si intende per “Immunità parlamentare”

In Italia abbiamo sentito da sempre parlare moltissimo di immunità parlamentare. Tra inchieste, elezioni più o meno discutibili, nel nostro paese, il concetto di immunità è un tasto dolente che quasi tutte le legislazioni si sono trovate ad affrontare per un motivo o per un altro.

Per immunità parlamentare si intendono quella serie di particolari prerogative concesse ai membri di assemblee legislative e sarebbe pensata principalmente per garantire l’operatività dell’assemblea stessa, ma anche la sua indipendenza.

Ecco le principali caratteristiche dell’immunità parlamentare in Italia:

  • gli eletti non sono perseguibili per le opinioni espresse e per i voti dati;

  • non possono essere perquisiti o arrestati senza che prima ci sia stata l’approvazione della Camera di appartenenza;

  • non è possibile svolgere intercettazioni o sequestro di corrispondenza senza previa autorizzazione.

Proprio per la conformazione di questa misura, in Italia sarebbe stato quasi impossibile assistere ad immagini come quelle che ci stanno arrivando ormai quotidianamente dall’Europa, che sembra decisa a fare pulizia delle ombre e dei sospetti che si sono abbattuti in queste settimane sulle istituzioni.

Le differenze tra Italia ed Europa

Ci sono però delle nette differenze tra come la stessa misura viene applicata nei vari stati e questo è il motivo per cui stiamo assistendo agli arresti di questi giorni.

In Europa si fa riferimento all’articolo 9 del Protocollo sui privilegi e le immunità dell’Unione del 2014, secondo cui i membri del Parlamento Europeo fanno riferimento alle immunità riconosciute dal proprio stato di appartenenza.

Nel caso di Kalili però le manette sono scattate a Bruxelles e non in Grecia (qui l’immunità si applica solo per pene detentive inferiori ai 5 anni).

Come è possibile quindi?

L’immunità a livello europeo, protegge gli eletti dalle azioni penali a meno che non ci sia stata precedentemente un’autorizzazione, ma è molto meno protettiva con i soggetti per quanto riguarda l’ambito delle indagini.

Sarebbero state proprio le indagini in corso ad indicare la flagranza di reato dell’ex vicepresidente, facendo così saltare lo scudo dell’immunità.

La principale differenza con l’Italia sarebbe dunque proprio questa; nel nostro paese infatti, gli eletti sono molto più tutelati sul fronte delle indagini, infatti anche l’utilizzo di strumenti legati alle investigazioni come per esempio le intercettazioni, devono essere precedentemente approvate.

Leggi anche: Perché la minaccia del Qatar di bloccare il gas è una notizia che non possiamo ignorare

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