In Afghanistan torna il terrore. Un attacco kamikaze, nella città di Kabul, capitale del Paese, ha provocato moltissimi morti e feriti. Le vittime confermate, al momento, sono 32. Questo vile attentato è avvenuto in una scuola e non si esclude la matrice del terrorismo religioso.
Attacco kamikaze a Kabul, ci sono 32 vittime
Il bilancio ufficiale è di 32 morti e 40 feriti. L’attacco è avvenuto nei pressi del quartiere Basht al-Barshi, nella zona Ovest di Kabul. Il kamikaze si è recato presso una scuola della zona e, dopo aver aperto il fuoco contro la guardia dell’istituto “Kaj” è entrato al suo interno. Senza una meta ben precisa si è recato in una qualsiasi aula della scuola, mentre si stavano regolarmente svolgendo le lezioni, ed ha fatto detonare la sua cintura esplosiva.
Sul luogo della tragedia sono giunte immediatamente ambulanze e forze dell’ordine. Il panico si è diffuso in tutto il quartiere e la scuola è stata evacuata. L’esplosione, sebbene sia limitata ad una sola classe, ha provocato danni enormi alla struttura oltre alla già menzionata perdita di vite umane.
La notizia è stata in un primo momento diffusa da Al-Jazeera che l’ha ricevuta da fonti governative. A confermarla, poi, è stato il portavoce della polizia di Kabul su Twitter, che ha scritto:
“Un centro educativo chiamato “Kaj” è stato attaccato, causando purtroppo morti e feriti. Le squadre di sicurezza hanno raggiunto il sito, la natura dell’attacco e i dettagli delle vittime saranno resi noti più tardi“.
Il contesto in cui è avvenuto l’attentato
Questo attentato non può passare inosservato perché si inserisce in un contesto che va oltre la brutalità di un singolo individuo. Non si può parlare di un folle o di una mina vagante. È necessario contestualizzarlo in una sorta di guerra religiosa tra due correnti che da secoli sono opposte: sunniti e sciiti. Dal mese di agosto 2021, i Talebani hanno preso il potere in Afghanistan ed hanno instaurato un nuovo governo. Emblematiche furono le immagini del ritiro degli statunitensi dal Paese mediorientale.
La differenze ideologiche tra le due correnti principali dell’Islam portano spesso a conflitti anche violenti. I residenti del quartiere Basht al-Barshi sono quasi tutti sciiti, per la precisione Hazara. Il governo dei Talebani è di credo sunnita e dunque la convivenza tra le due parti non è serena. Gli Hazara, in passato, hanno subito violenze e persecuzioni da parte dei Talebani e anche di recente sembra che i Ras afgani non ci siano andati leggeri. Gli hazara sciiti del quartiere Basht al-Barshi sono visti come eretici e, in questo caso, oltre ad avere contro i Talebani, hanno contro anche i nemici dei Talebani: lo Stato Islamico.
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Perché proprio una scuola
Sul perché i Talebani abbiano attaccato una scuola è da ricercare nella concezione di educazione scolastica che hanno le due correnti dell’Islam. Gli sciiti sono sicuramente più “moderni” rispetto ai sunniti più tradizionalisti. Da quando i Talebani sono andati al governo in Afghanistan, è stata vietata l’istruzione alle donne. Questo programma non è ovviamente previsto nel piano didattico degli sciiti. Con molta probabilità se è stata presa di mira proprio una scuola è perché i talebani hanno voluto dare un forte avvertimento, dato che per loro il tema dell’istruzione è fondamentale.