Mohamed Fayed, chi era il patron di Harrods e come ha fatto a diventare ricco

Morto a 94 anni, Mohamed Fayed era diventato uno degli uomini più ricchi del Regno Unito negli Anni Novanta. E anche uno dei più disperati.

Aveva i miliardi, la proprietà del (forse) più importante marchio di grandi magazzini in Inghilterra. Ma non aveva più un figlio, e per tutta la sua vita restante provò a cercare giustizia per Dodi.

Ma alla fine, a 94 anni, Mohamed Fayed ha dovuto arredersi, e si è spento nella sua magione. Dietro di sé ha lasciato una serie di successi imprenditoriali che l’avevano reso nel 1997 uno degli uomini più ricchi del Regno Unito.

E dal 31 agosto 1997 uno dei più infelici di sempre, con la morte atroce di suo figlio Dodi, insieme a Lady Diana, ex moglie dell’attuale Re Carlo III.

Mohamed Fayed, chi era il patron di Harrods

Egiziano, il mistero dietro il passato di Mohamed Fayed inizia già col suo anno di nascita. Per anni s’è creduto fosse nato nel 1933, ma solo grazie al Dipartimento del Commercio del Regno Unito che si è scoperto che il suo anno di nascita è il 1929.

La sua famiglia, di umili origini (la madre era insegnante, il padre un semplice ispettore scolastico presso Alessandria d’Egitto), non è sempre stata una “vera” famiglia, al punto che da giovane, in ritorsione alle prese filo-britanniche del padre, ha abbandonato gli studi.

Una fortuna per lui? In realtà no. Ha iniziato a vendere prima Coca Cola per le strade, poi macchine per cucire Singer porta a porta. Sarà l’incontro fortunato con il trafficante d’armi e uomo d’affari dell’Arabia Saudita Adnan Khashoggi, zio del giornalista dissidente assassinato Jamal Khashoggi, ad aprirgli la strada verso il successo.

E tra un affare non proprio trasparente (in ballo c’erano petrolio, armi, commissioni su attività speculative) e conoscenze sempre più altolocate e opulente, nel 1985 la stampa britannica presenta Mohamed Al-Fayed come il nuovo proprietario della catena Harrods.

Nata nel 1851, in occasione della Grande esposizione universale, è diventato il simbolo della Grande Distribuzione Organizzata nel mondo: si può fornire qualsiasi cosa ai suoi clienti, dallo spillo all’elefante.

Era a tutti gli effetti il “Fornitore della regina” all’ingrosso, nonché il simbolo del fu Impero Britannico, la fabbrica del mondo, che aveva davvero tutte le ricchezze del mondo alla sua portata.

E non a caso Mohamed Fayed era il miglior patron del momento per rendere il magazzino una potenza tale da far valere nell’atto di vendita del 2010 per la Qatar Investment Authority la cifra record di 1,5 miliardi di sterline.

Come ha fatto a diventare ricco Fayed

Questo è quanto si sa della sua ricchezza grazie ad Harrods, ma non di quella prima dell’acquisto del 1985.

Già partiamo dal fatto che Mohamed Al-Fayed si presentò fin dagli anni 70 con una “Al” di troppo alle stampe britanniche. In pratica è lo stesso connotato aristocratico che hanno i tedeschi col “von” e i francesi col “de”. Una patina nobiliare forse per nascondere le attività dei passati 25 anni.

Grazie al primo supporto di Adnan Khassoggi, che allora studiava nell’elegante Victoria School di Alessandria, divenne per lui il suo agente a Gedda per l’importazione di strumenti sanitari.

E mentre Adnan diventava miliardario grazie alle commissioni sulle forniture belliche all’Arabia saudita, Mohamed diventava supporter degli armatori stranieri come Leon Carasso. E “finto” armatore con Papa Doc Duvalier, il presidente di Haiti, che, credendogli, gli diede 5 milioni di dollari per costruire un terminale petrolifero.

L’anno successivo Fayed scappò a Londra con 153.000 sterline del terminal petrolifero. Con quei soldi affittò un appartamento a Mayfair, al lussuoso indirizzo di Park Lane 60. E poi comprò l’intero palazzo.

Grazie al citato escamotage dell “Al” ottenne un prestito da Imre Rochlitz, un avvocato ebreo americano specializzato in finanza non convenzionale, per sviluppare il porto di Dubai. Mohamed ottenne la commissione del 12% sui lavori e divenne direttore di Costains, la grande società di costruzioni inglese.

Anni dopo decise di uscire dalla società con un utile di 11 milioni di sterline e le sue azioni della Costain appena prima di un’inchiesta governativa. Intanto diverse sue commissioni gli avevano reso altri 50 milioni.

E poi arrivò Harrods. Prima acquistò dalla Lonrho, per 138 milioni di sterline, e grazie ad esso ottenne il controllo di Harrods. In questo mentre Fayed le fa di tutte, arrivando perfino a venire accusato di corruzione di parlamentari e di aver sottratto soldi dalle cassette di sicurezza dei suoi “soci”. Nulla che le autorità poterono mai provare.

Ma la sua fortuna s’è dovuta costellare anche di amarezze, e di tragedie.

La tragedia di Dodi e il cospirazionismo

A Fayed non mancarono le storie d’amore, e i divorzi. Nel 1954 riuscì a conquistare il cuore di Shamira, la sorella sedicenne di Adnan, ma pochi anni dopo la moglie volle il divorzio quando lui le confessò di avere avuto una relazione adulterina.

Da questo matrimonio fallito nacque Dodi, nel 1955. Lui fu il suo dolore più grande. Famoso playboy e abile seduttore, anche lui divenne famoso alla stampa britannica, ma non per meriti imprenditoriali, bensì per essere il nuovo compagno di Lady Diane Spencer, l’ex moglie dell’attuale Re Carlo III.

E di essere entrambi diventati la principale notizia di cronaca nera nel mondo, il 31 agosto 1997, quando la berlina di Dodi si schiantò rovinosamente contro un pilone di cemento della galleria del Pont de l’Alma, a Parigi.

Il padre non voleva ragionare più sulla morte tragica del figlio. In molti hanno sospettato che fosse stata causata dalle cattive abitudini gestionali di Dodi Al Fayed, come ricorda il Foglio: era abituato a dare ordini e contrordini alle guardie del corpo e agli autisti (e all’omissione dell’uso delle cinture di sicurezza), e tutto ciò può aver determinato l’esito della folle carambola dei fotoreporter parigini.

Per lui la colpa era dei regnanti inglesi, che non volevano che una di loro, Lady D., si sposasse con un musulmano e potesse portare alla luce un papabile erede al trono, primo musulmano nella storia inglese.

Da quella notte tragica del tunnel dell’Alma, Mohamed Al-Fayed ha sempre battuto la pista del complotto ordito dai Servizi segreti britannici.

Non trovò mai prove né schiaccianti né indiziarie. Anche perché in diversi dentro la famiglia Reale non erano più così legati alla tradizione religiosa: sorella, zio e il cugino della regina sono sposati a ebrei; gli amici del Principe di Galle erano anche sceicchi arabi, tanto che Carlo è addirittura presidente della Muslim Society.

In realtà Mohamed aveva vinto contro tutti, al punto da essere tra i più importanti miliardari inglesi al momento della sua morte. Ma non aveva potuto vincere contro il fato avverso.

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