Dopo giorni in ospedale, non c’è stato nulla da fare per salvare la vita della ragazza dagli effetti dello shock anafilattico causato da un tiramisù, che sarebbe dovuto essere vegano, senza proteine del latte.
La Procura di Milano indaga per individuare i responsabili dell’errore fatale che ha causato la morte di Anna Bellissario, la giovane fortemente intollerante alla proteina del latte e alle uova. Ecco chi sono al momento i quattro indagati.
Giovane morta dopo aver mangiato un tiramisù: ecco cosa è successo
La 20enne è caduta in uno shock anafilattico la sera del 26 gennaio 2023, dopo aver mangiato un tiramisù in un ristorante milanese specializzato nella cucina vegana, quindi priva di alimenti di origine animale.
La giovane soffriva di un’ipersensibilità alla proteina del latte.
La Procura si è attivata per far luce sulle dinamiche e le responsabilità che hanno permesso la contaminazione dell’alimento vegano. Sono quattro attualmente gli indagati per la morte della ragazza.
Chi sono i quattro indagati nel caso della ragazza morta in shock anafilattico
Le indagini sono subito partite e, oltre alla presenza di lattosio nel tiramisù, stanno considerando anche le analisi dell’Ats che hanno trovato tracce di uovo nella maionese prodotta dal locale, e la ragazza era allergica anche a questo ingrediente.
L’autopsia deve ancora ufficializzare le cause della morte di Anna Bellissario, ma nel frattempo il tiramisù in questione è già stato ritirato dal mercato da parte del ministero della Salute. Inoltre i quattro primi indagati appartengono proprio alla GLG srl, l’azienda con sede ad Assago che produce il tiramisù incriminato.
Si tratta del titolare dell’azienda, del responsabile di produzione e di due dipendenti, attualmente sotto la lente degli inquirenti. Le indagini sono state aperte per le ipotesi di reato “di omicidio colposo, frode nell’esercizio del commercio e vendita di sostanze alimentari non genuine”.
Sarà in questo caso necessario stabilire l’effettiva presenza delle proteine del latte nel tiramisù vegano, che in etichetta non riportava la presenza di questo allergene.