Andare in pensione a 60 anni è ancora possibile: ecco le uniche 3 vie sicure per il 2023

Si può ancora andare in pensione a 60 anni, ma nel 2023 sono rimaste solo queste 3 vie ad essere praticabili. Ecco quali sono, e che requisiti servono

In un periodo di grande incertezza, soprattutto per quanto riguarda l’imminente riforma delle pensioni, una certezza c’è: andare in pensione a 60 anni è ancora possibile.

Ed è possibile nemmeno in una sola maniera, bensì in 3 modi diversi. Ci sono infatti 3 vie che il futuro pensionato può percorrere per raggiungere la tanto agognata pensione, anche nei casi più difficili come l’essere sottoposti a regime misto (retributiva più contributiva).

Sono vie valide però fino al 2023. A seconda di come il Governo si muoverà per il prossimo anno, queste soluzioni sono valide soltanto se si riesce a maturare i requisiti richiesti entro certe date.

Andare in pensione a 60 anni è ancora possibile: ecco le uniche 3 vie sicure per il 2023

Prima di approfondire tutte le 3 vie, riassumiamo brevemente quali sono quelle valide per andare in pensione a 60 anni per l’anno 2023:

  • Opzione Donna,

  • Isopensione,

  • Quota 41.

Ovviamente si può sempre fare richiesta di una Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, ma in quel caso si parlerebbe di previdenza complementare. Dovresti pertanto aver versato da qualche anno dei soldi, e seguire successivamente le indicazioni per poter richiedere la cosiddetta rendita anticipata.

Altre soluzioni di pensione anticipata sarebbero con quelli previsti dalla Legge 104, ma si parla di una platea beneficiaria molto ristretta rispetto alle 3 vie che abbiamo accennato.

Opzione Donna, pensione a 60 anni ma non per tutte

La prima delle vie disponibili nel 2023 per andare in pensione a 60 anni è Opzione Donna.

Nella formula prevista dalla Manovra di Bilancio 2023, tutte le lavoratrici potranno richiederla anche se hanno compiuto 58 anni d’età. A patto però di avere, oltre a 35 anni di contributi versati, essere caregiver da almeno 6 mesi di un parente di primo grado (partner, figlio…) affetto da handicap grave, o di uno di secondo grado purché abbia anche più di 70 anni.

Si potrà richiedere Opzione Donna anche come lavoratrice affetta da handicap, purché la percentuale di invalidità civile riconosciuta sia uguale o superiore al 74%, ovvero la percentuale necessaria per maturare l’assegno d’invalidità.

Altra possibilità è quella di essere una lavoratrice o licenziata o alle dipendenze di un’impresa per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale.

Se si vuole beneficiare dell’uscita a 58 anni, inoltre, la lavoratrice dovrà avere a carico anche 2 o più figli al momento della richiesta. La maturazione dei requisiti previdenziali deve avvenire entro e non oltre il 31 dicembre 2022.

Isopensione, per lavoratori di piccole e medie imprese

Altra via per uscire a 60 anni è con l’Isopensione. Opzione anticipatoria confermata fino al 2026 grazie al Milleproroghe 2023, l’Isopensione permette al lavoratore/lavoratrice di poter procedere ad uno “scivolo aziendale”, anticipando la pensione del lavoratore uscente fino a 7 anni.

Questa opzione è disponibile solo se azienda e lavoratore soddisfano certi requisiti. Il lavoratore potrà andare in pensione 7 anni prima di quanto previsto dalla Legge Fornero a patto che gli manchino 7 anni tra contributi e anni anagrafici.

A sua volta, il datore di lavoro dovrà essere proprietario di un’azienda con più di 15 dipendenti, la quale si trova con una forte eccedenza di personale.

Tale azienda dovrà comunque stipulare accordi con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, al fine di incentivare l’esodo dei lavoratori più anziani interessati all’Isopensione.

Inoltre il datore di lavoro dovrà versare all’INPS le somme per l’assegno sostitutivo della pensione che giunge al lavoratore (assegno di esodo), e anche la contribuzione correlata.

Oltre all’accordo con le rappresentanze sindacali, prima di ottenere l’Isopensione si dovrà attendere l’autorizzazione dall’INPS, che dovrà valutare requisiti contributivi del dipendente e quelli dimensionali dell’azienda.

Quota 41 disponibile anche a 60 anni

La terza via per andare in pensione a 60 anni è con Quota 41, e anche questa prevede dei requisiti abbastanza stringenti.

Il lavoratore dovrà essere iscritto all’Assicurazione Generale Obbligatoria (o a forme sostitutive/esclusive ad essa). E avere maturato almeno 12 mesi di contribuzione effettiva prima del 19° anno d’età, così da poter rientrare direttamente nelle categorie con diritto all’APE Sociale.

Altrimenti, per andare in pensione con Quota 41, il richiedente dovrà essere:

  • disoccupato a causa di licenziamento individuale o collettivo, senza poter più fruire da 3 mesi della NASPI;

  • caregiver da 6 mesi di parente di primo grado;

  • lavoratore con invalidità civile pari o superiore al 74%;

  • lavoratore di mansioni usuranti o gravose (purché svolte da 7degli ultimi 10 anni di attività lavorativa).

Da mesi il Governo Meloni sta cercando di valutare la fattibilità di una Quota 41 per tutti. Ad oggi prevede dei limiti d’accesso abbastanza importanti, e la proposta del Governo sarebbe quella di renderla disponibile per tutti, anche per chi non è disoccupato, caregiver, invalido civile e altro ancora.

Una soluzione che costerebbe molto allo Stato, visto che renderebbe sconveniente la pensione anticipata della Legge Fornero, con quasi 42 anni di contributi richiesti. E con un anno in meno di contributi versati non è detto che l’assegno risulterà più ricco.

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