Torna il cashback, ma ha una veste tutta nuova. Scopriamola!

A volte ritornano. Questa volta a comparire, tra gli emendamenti presentanti in Commissione Finanze, c'è il cashback. Ma con uno spirito rinnovato.

A volte ritornano. Questa volta a comparire, tra gli emendamenti presentanti in Commissione Finanze, c’è il cashback. Ma con uno spirito rinnovato. Il Movimento 5 Stelle ed Italia Viva, con due documenti differenti ed indipendenti tra di loro, hanno proposto il cashback fiscale.

Le due forze politiche si sono volute muovere nella più totale e completa autonomia, presentando sue differenti emendamenti alla delega fiscale, con i quali viene chiesto di reintrodurre nuovamente il cashback, anche se questa volta più strettamente fiscale. Ma proviamo a vedere di cosa si tratta.

Il cashback torna di moda

Il cashback è un po’ come un abito classico: passano le stagioni, ma lui imperterrito continua ad essere sempre di moda. Basta dargli una spolverata, perché possa essere presentato di nuova. Questa volta a proporlo ci hanno pensato il Movimento 5 Stelle ed Italia Viva, che attraverso due distinti emendamenti alla delega fiscale, lo hanno riproposto. Vita Martinciglio, capogruppo dei Cinquestelle in commissione finanze, ha spiegato che l’intenzione dei due partiti politici era quello di far comprendere che, pur muovendosi nella più assoluta autonomia, condividevano lo stesso principio di fondo. In estrema sintesi questa è la motivazione che ha portato a non presentare un documento insieme a Massimo Ungaro, che attualmente è l’unico deputato di Italia Viva presente in Commissione.

Questo nuovo cashback, comunque, sarebbe un po’ diverso da quello che i consumatori hanno imparato ad amare lo scorso anno. Questa volta la misura non coinvolgerebbe gli acquisti, ma le detrazioni fiscali. Anche se, come già succedeva per la misura introdotta dal secondo Governo Conte, si dovrebbe continuare ad utilizzare l’App Io per ricevere i rimborsi.

Il cashback fiscale non è proprio una novità

In un certo senso il cashback fiscale non costituisce una vera e propria novità. Già dal 2020 il legame tra i pagamenti effettuati con mezzi tracciabili e le agevolazioni fiscale è in vigore, e coinvolge, principalmente, le spese che sono detraibili al 19%, con l’esclusione dei medicinali. La novità che verrebbe introdotta con questa sorta di cashback fiscale rivisto e corretto, implicherebbe la possibilità di anticipare l’accredito dei bonus rispetto alla dichiarazione dei redditi. Questo darebbe la possibilità di far emergere l’economica sommersa, ma soprattutto andrebbe nella direzione di creare un vero e proprio principio di equità fiscale. L’emendamento, che è stato presentato, ipotizza una norma che permetterebbe di costituire una base dati centralizzata, che abbia lo scopo principale di prevenire il riciclaggio del denaro. In questa banca dati dovrebbero confluire tutti gli atti notarili.

I relatori, inoltre, ritengono che questa nuova piattaforma

consentirebbe di superare l’attuale frammentarietà informativa e di individuare con più efficacia le operazioni finalizzate al riciclaggio di proventi illeciti quale, ad esempio, la stipula di un numero anomalo di atti costitutivi da parte di un unico soggetto e presso differenti notai.

Cashback, una vera e propria fissazione

Inutile negarlo, o nascondersi dietro ad un dito. Il cashback è una vera e propria fissazione per Giuseppe Conte, prima come premier e adesso come leader del Movimento 5 Stelle. Nel corso del mese di ottobre 2021, Conte era tornato a parlarne nuovamente, riuscendo addirittura a mettere in fibrillazione la maggioranza dopo aver pubblicato un post dedicati ai seguenti argomenti:

Giuseppe Conte aveva chiesto al suo successore, il premier Mario Draghi, di riattivare proprio il cashback. A raffreddare i sogni del leader del M5S ci ha pensato il Mef, che consiglia prudenza. Comunque vada, in entrambi gli emendamenti che richiedono l’attivazione del cashback fiscale, si prevede un avvio parziale della misura, che sia limitato solo e soltanto ad alcune voci di spesa. L’intento sarebbe quello di evitare un boom simile a quello registrato con il bonus casa.

A bocciare decisamente il cashback fiscale ci ha pensato il centrodestra. Annamaria Bernini, capogruppo in Senato di Forza Italia, ha affermato:

La sospensione del Cashback nel secondo semestre dell’anno è una decisione di buonsenso che farà risparmiare più di mezzo miliardo alle casse dello Stato, e il nostro auspicio è che si tratti di uno stop definitivo, perché si tratta di una misura demagogica i cui costi hanno ampiamente superato i benefici.

Come la riforma del catasto, anche il cashback sembra destinato a creare nuovi scontri tra le varie forze politiche. Il Governo, tra giovedì e venerdì della scorsa settimana, ha avuto una serie di incontri bilaterali, ma per il momento le distanze continuano a restare.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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