Pellet, come conservarlo in maniera corretta? Ecco 3 errori da evitare

Il pellet è stato anche in questa stagione termica il combustibile più usato: ma come si conserva senza rovinarlo? Ecco 3 errori da evitare.

 

La stagione termica è agli sgoccioli, ma si sa l’avvento della bella stagione comporta manutenzione degli impianti di riscaldamento adottati per tutto questo periodo.

Per tutti dunque è arrivato il momento di mettere da parte stufe e camini, ma spesso sorge una domanda soprattutto per gli italiani che hanno scelto per riscaldarsi le moderne stufe a pellet: come si conservano i sacchi non usati della scorta invernale?

Sappiamo certamente che la conservazione del pellet richiede attenzioni specifiche e deve essere conservato nel modo giusto, questo per evitare che prenda troppa umidità diminuendone perciò prestazione e resa.

Ecco 3 errori da evitare assolutamente nella sua conservazione.

Pellet, ecco come conservarlo in maniera corretta: evita questi 3 errori

Gli italiani si sa amano il pellet: sempre più famiglie anche in questa stagione termica appena trascorsa hanno optato per integrare i vecchi impianti di riscaldamento con le moderne stufe a pellet.

Si tratta di soluzione ideali per riscaldare la propria casa a prezzi convenienti e in maniera efficiente.

Si perché grazie a numerose misure messe in campo dal governo lo scorso anno è rientrata l’allerta prezzi che aveva investito il settore del pellet con un sacchetto di 15 kg arrivato a costare 15 euro.

Ora l’allarme sembra rientrato con un sacchetto tornato ai livelli del 202, ossia intorno ai 5,19 euro. Merito come dicevamo anche della riduzione dell’Iva sul prodotto passato dal 22% al 10%.

Ma adesso si teme un prossimo rialzo visto che la misura è scaduta il 29 febbraio 2024 e non è stata rinnovata dal Governo Meloni.

Un mancato rinnovo che fa temere in questo periodo di vendita pre stagionale. Ma intanto sono molti coloro che si chiedono come conservare al meglio il pellet avanzato della stagione invernale appena trascorsa.

Ecco che molti si ritrovano magazzini e garage ancora pieni di pellet acquistato la scorsa stagione, ma come si conserva al meglio?

Il pellet di solito si conserva in imballaggi di plastica e perciò dovrebbe non rovinarsi nel tempo ma non sempre è così perché alcuni errori potrebbero comprometterne la sua funzionalità.

Non tutti lo sanno ma il nemico principale del pellet è l’umidità ed ecco perché è opportuno sistemarlo in maniera corretta ossia distante dall’acqua e da tutte le superficie e le zone che possono provocarne umidità.

Il pellet troppo umido quando brucia durante la combustione può generare problemi alla stufa a causa dell’acqua che evapora.

Dunque è necessario che questo rimanga  secco e asciutto e pertanto è necessario che rimanga distante dall’acqua.

Pellet, così eviti che si rovini

L’umidità lo abbiamo detto è nemica del pellet e perciò opportuno evitare anche quella di risalita, evitando il  contatto diretto con il pavimento.

Pertanto meglio evitare di sistemare i sacchi direttamente sul pavimento meglio sistemarli su scaffali, mensole o bancali in legno chiusi e con la presenza di assi paralleli alternati o con la presenza di fessure d’aria.

Se non avete a disposizione assi, è possibile usare pannelli isolanti o semplicemente dei cartoni per proteggere i sacchi e separarli dal suolo.

L’importante è evitare il contatto diretto con il suolo e il consiglio è di conservarli in cantina, in garage o in uno sgabuzzino quindi al riparo da agenti atmosferici.

Conservalo anche all’esterno con queste accortezze

Lo abbiamo appena detto, meglio conservare i sacchi di pellet in garage ma se non è possibile con le dovute accortezze può essere conservato anche all’esterno.

Dunque qualora si opti per tale soluzione meglio procedere ad una maggiore protezione e una maggiore attenzione dei sacchi.

Si perché oltre all’umidità, nemici del pellet sono anche i raggi solari e la pioggia.

Allora meglio coprire i sacchi con uno stato isolante di isolante oppure meglio utilizzare un silos o un serbatoio da interrare nel terreno.

Achiropita Cicala
Achiropita Cicala
Collaboratore giornalistico, classe 1985.Ho una laurea magistrale in Economia Applicata, conseguita presso l'Università degli Studi della Calabria. A percorso universitario ultimato, ho approfondito sul campo le competenze acquisite in Finanza e Statistica presso alcuni studi commerciali. Attualmente, collaboro con diverse testate giornalistiche online per le quali scrivo, con flessibilità, di argomenti che spaziano dall'economia alla politica, dal mondo della scuola a quello dell'amministrazione pubblica. Passioni? La scrittura in primis, la grafica in secundis!
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