Manovre di Governo: si riparte da pensioni, bollette e bonus

Manovre: il Governo riparte dalle pensioni. Le proposte sul tavolo: aiuti per il caro bollette e all'allentamento delle maglie sui bonus edilizi.

Superata l’elezione del capo dello Stato, il premier Draghi detta l’agenda per i prossimi mesi del Governo, che saranno caratterizzati da interventi a supporto contro il ricaro delle bollette, la gestione della pandemia e il rispetto del cronoprogramma per il Pnrr.

Saranno sicuramente mesi turbolenti caratterizzati dalle pressioni preelettorali che la maggioranza proverà ad esercitare nonostante i partiti che la compongono siano usciti pesantemente indeboliti dalla complessa partita che ha riguardato il voto per il Quirinale.

Un periodo che avrà ancora al centro delle attenzioni dell’esecutivo la gestione della pandemia e la necessità di ricalibrare le misure per la gestione della pandemia e la fine dell’emergenza fissata per il 31 marzo.

Ma dovrà anche ricercare di rispettare l’attuazione richiesta dal programa del Pnrr con l’obiettivo di ottenere anche le tranche dei fondi europei previsti per il 2022, per i quali c’è grande attenzione da parte di Bruxelles. E, inoltre, 11 mesi che saranno funzionali al completamento del ciclo di riforme in cantiere.

Le riforme da realizzare saranno numerose e alcune di queste risulteranno poco gradite ai partiti della maggioranza sopratutto in vista dell’imminente passaggio alle urne del 2023. Sono attesi quindi momenti di fibrillazione nel confronto tra i partiti e l’esecutivo a partire da temi come quello che riguarderà il riassetto della previdenza, che è stato programmato per il 7 febbraio. In quella data, infatti, sarà effettuata la prima verifica con i leader sindacali in merito allo stato di avanzamento sul tema previdenziale.

Ma, a distanza di qualche giorno dalla caotica conferma del Presidente Mattarella al Quirinale, i partiti che sostengono il governo, pur alle prese con i confronti interni e la necessità di riorganizzarsi, anche all’interno delle rispettive coalizioni, in vista delle elezioni partiti sono già molto attivi nelle loro richieste al premier.

La prima di queste è arrivata da parte di Matteo Salvini ed Enrico Letta relativamente ad un nuovo e immediato intervento nei confronti del rincaro delle bollette dell’energia.  Entrambi i leader hanno chiesto, da tempo, di valutare anche l’opzione del nuovo possibile scostamento di bilancio, sulla quale il responsabile del Mef resta molto titubante e poco propenso a dar seguito alla richiesta.

Quindi i prossimi Consigli dei Ministri saranno destinati a fornire degli evidenti riscontri circa i nuovi equilibri, tra premier e maggioranza, che contraddistingueranno i prossimi mesi dopo il netto indebolimento registrato da alcuni partiti nella settimana delle votazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica.  

Al momento la ripartenza post voto per il colle rileva quindi compattezza della maggioranza sul decreto sostegni ter e in contrasto con il governo sulla norma che limita ad una sola la cessione dei crediti d’imposta e dello sconto in fattura che fanno riferimento ai bonus edilizi.

Manovre di Governo: la richiesta di pensioni più flessibili 

Come detto, uno dei principali obiettivi di Draghi sarà la riorganizzazione della previdenza che vorrebbe andare a definire attraverso un primo accordo con i sindacati da riportare all’interno del Def  di inizio aprile, con cui si cercherà di rendere più flessibile la legge Fornero che a partire dal 2023 riporterà al metodo contributivo.

L’auspicio dai sindacati e di alcuni partiti, Lega su tutti, è che si creino delle condizioni di maggiore flessibilità in uscita andando a considerare come soglia minima di pensionamento l’età di 62-63 anni. 

Manovre di Governo: ecco i 5 delicati decreti in scadenza

Nel mese in corso si dovranno gestire i delicati decreti in scadenza, che fanno riferimento al Covid, al Milleproroghe e al Sostegni ter.

Le recenti proposte circa minori restrizioni entro marzo per chi è immunizzato presentate recentemente dal governo hanno originato conflitti con la Lega che si è dissociatata in merito al tema della gestione delle scuole (niente piu Dad per i vaccinati nelle medie e superiori) perchè ritiene discriminante la decisione nei confronti degli studenti non vaccinati. 

Senza dimenticare che anche la fase attuativa del Pnrr e il rispetto delle tempistiche programmate rischierà di mettere sotto stress i rapporti tra esecutivo e partiti di maggioranza.

Tutti temi particolarmente delicati e importanti su cui si andràa verificare il nuovo rapporto tra il premier e la maggioranza.

I segnali che arriveranno dalle prossime settimane riguardo i nuovi equillibri permetteranno di capire  cosa ci attenderà riguardo le decisioni su alcuni provvedimenti che hanno generato conflittualità nel recente passato. Prima tra tutti sarà la delega fiscale, per cui è in corso l’esame della Camera insieme con i relativi emendamenti, con tutti i capitoli che la riguardano (dal catasto alla flat tax), che dovrebbero trovare approvazione parlamentare nellla prossima primavera.

Stesso discorso anche per quanto riguarda la divisiva legge sulla concorrenza, collegata al Pnrr, che dovrebbe diventare operativa entro la fine dell’anno, ma che fin ad ora è rimasta ferma al Senato. 

Risorse di Governo non sufficienti per aiuti e bollette

Altro tema che verificherà la maggioranza dopo la votazione per il Colle, sarà sicuramente il nuovo decreto “sostegni ter” con il quale si addiviene ad stretta sui bonus edilizi e sono intraprese misure funzionali a gestire gli effetti del caro energia. Temi sui quali la maggioranza si è mostrata sin da subito molto coesa nel criticare le decisioni dell’esecutivo.

Le risorse stanziate dal Governo per il decreto ammontano a 2,2 miliardi: una partita di giro di fondi recuperati dalle pieghe del bilancio che per i partiti del centrodestra sono decisamente insufficienti per sostenere il mondo imprenditoriale in difficoltà.

E’ molto probabile che il centrodestra,  in Parlamento presenti le sue istanze finalizzate ad incrementare il contributo, in termini di aiuti,  da fornire  a imprese e famiglie in difficoltà

Lotta alle frodi: no alla stretta sui bonus 

Lo stesso decreto, inoltre, ha finito per compattare la maggioranza contro la norma del governo che limita ad una sola la cessione dei crediti d’imposta e dello sconto in fattura collegati ai bonus edilizi, dal Superbonus 110% e dai tax credit targati Covid.

Una misura richiesta dall’esecutivo guidato da Draghi che ha l’obiettivo  di contrastare frodi e riciclaggio connessi ai bonus edilizi e su cui ha posto dei seri dubbi Eurostat.

Pur condividendo l’importanza nel contrasto alle frodi, l’intera maggioranza però, con la sola eccezione di Leu, ha richiesto al governo di rivedere la sua politica preannunciando interventi in Parlamento con i quali presenterà proposte per dei correttivi.

Sicuramente anche questo dibattito contribuirà a tenere elevata la tensione politica sulla questione. 

Il progetto relativo al tema delle cessioni dei crediti d’imposta è stato portato avanti nel corso degli ultimi cinque anni proprio al Senato dal Movimento 5 Stelle e su cui il governo si è già scontrato in diverse occasioni con questa componentedella maggioranza (la cessione dei crediti di Transizione 4.0, stralciata in aula a seguito del  parere contrario della Ragioneria).

Infatti, sul tema, il M5S è partito con un forte contrasto in merito alla nuova norma trovando subito supporto nella maggioranza dalla Lega, che ha presentato delle richieste di modifica, dal Partito democraitco e dal partito di Berlusconi. 

Milleproroghe: dalle rottamazioni alle esenzioni Tosap 

Alla Camera si discuterà, poi, del Milleproroghe sul, quale, come accade solitamente, il governo sarà tenuto a dover gestire le tante richieste che perveranno dalla maggioranza. In attesa di attraversare la fase di istruttoria, sono circa 3000 gli emendamenti depositati.

Emendamenti che rappresentano correttivi destinati, come da prassi, a essere ampiamente sfoltiti ma i cui temi in molti casi rappresenteranno, con buona probabilità, momenti di fibrillazione nel dialogo tra i partiti della maggioranza e il governo.

Pnrr: a febbraio parte la prima tranche dall’Ue 

Dopo la tensione conseguente al complesso passaggio politico-istituzionale risolto in extremis con la rielezione di Sergio Mattarella, l’Europa seguirà con la massima attenzione che sia rispettata la pianificazione preventivata per l’anno in corso. Quindi, entro il mese di febbraio la Commissione Ue procederà all’erogazione della prima tranche dei fondi Pnrr da 21 miliardi.

Tra le scadenze che sono state riportate recentemente dal premier figurano quella del 30 giugno che vede l’obiettivo di ben 45 progetti con i quali l’Italia si andrebbe ad assicurare oltre 24 miliardi. L’importo andrebbe a costituire la seconda rata. Per fine anno, invece, sono programmati 55 progetti funzionali ad ottenere la terza rata.

La quarta rata da 18,4 miliardi è prevista in concomitanza con la scadenza del 30 giugno 2023 per cui sono pianificati 27 progetti.

Rispettare le scadenze vuol dire consentire all’Italia di accedere al pagamento delle tre rate per un ammontare complessivo di oltre 64 miliardi di euro. Importi che si andranno ad aggiungere alla prima di 24 miliardi in corso di verifica da parte della Ue.

Ma non basterà la sola capacità di raggiungere gli obiettivi per ottenere i fondi resi disponiibli dalla Ue. Occorrerà anche la capacità di saper spendere adeguatamente e in modo strategico quasi 50 miliardi l’anno in modo da colmare dei gap e rendere competitivo il paese .

Con il Piano nazionale di ripresa (Pnrr) il Paese avrà l’opportunità di creare il futuro della propria  economia e qualificare la propria credibilità verso l’estero. 

Va ricordato, inoltre, che, la quota di prefinanziamento assegnata dalla UE a tutti i paesi è stata di 52 miliardi e poco meno della metà è stata destinata a Roma. Per finanziare l’intero piano europeo (circa 800 miliardi), finora la Commissione ha emesso bond sul mercato per 70 miliardi. Risorse che sono state garantite dal bilancio comunitario con l’avvallo politico di tutti gli Stati membri.

Quindi dei veri e propri “common bond”, ossia una prima, embrionale mutualizzazione del debito all’interno della UE. Una svolta epocale per cui l’Europa non può permettersi che l’Italia fallisca nell’implementazione del suo Piano: ci sarebbe un effetto a cascata sull’intero percorso di integrazione. 

Redazione Trend-online.com
Redazione Trend-online.com
Di seguito gli articoli pubblicati dalla Redazione di Trend-online. Per conoscere i singoli autori visita la pagina Redazione Trend-online.com
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
785FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate