La stufa a pellet è ancora oggi la soluzione complementare di riscaldamento preferita dagli italiani, soprattutto dopo la riduzione del prezzo di vendita della biomassa che nello scorso mese di gennaio è sceso sotto i 6 euro a sacchetto.
Molti sono coloro che preferiscono le stufe a pellet al gas e all’elettricità, si perché per il 2024 la situazione sul fronte del gas naturale e dell’elettricità promette scintille.
Lo dicono le stime degli ultimi giorni, che a seguito del ripristino dell’Iva ordinaria al 22% sono previste in aumento con un incremento di +13% per la famiglia.
Ma intanto a far preoccupare è anche il possibile aumento del pellet conseguente all’abolizione dell’Iva ridotta al 10 e il ritorno dell’Iva ordinaria al 22%.
Infatti anche per la biomassa è previsto un ritorno all’Iva ordinaria a partire dal primo marzo e ciò dovrebbe provocare importanti ripercussioni sull’intero comparto pellet, dalla stufa al biocombustibile.
Proprio in vista di un possibile aumento sono tanti gli italiani che si chiedono come poter contrastare questo aumento.
Una soluzione c’è, basta seguire dei semplici consigli d’uso per abbassare i consumi del biocombustibile.
Scopriamo insieme quali sono.
Stufa a Pellet, si può spendere di meno: ecco 4 consigli per risparmiare
Tantissimi italiani negli ultimi tempi hanno acquistato le moderne stufe a pellet scegliendole come sistema di riscaldamento complementare al gas.
Oltre ad essere certamente più sicure rispetto alle tradizionali stufe a legna e ai sistemi a gas le moderne stufe a pellet rappresentano un’ottima soluzione per riscaldare le nostre abitazioni.
L’aumento del loro utilizzo è sottolineato anche dalle vendite relative al 2021 che hanno registrato un +21% rispetto al 2009 e il dato è destinato sicuramente ad aumentare ancora.
Ma è possibile risparmiare qualcosa sull’utilizzo della biomassa? La risposta è certamente affermativa, basta seguire alcuni consigli e accortezza.
1. Scegliere il pellet più conveniente
La prima cosa da sapere è che tipologia di pellet usare, va detto subito che non tutti i pellet hanno lo stesso potere calorifico: quello di faggio è più potente se paragonato a quello di abete.
2. Fare in modo che il pellet non sia umido
Il consiglio è scegliere un pellet che garantisca un’ottima resa e per farlo bisogna tenere in considerazioni l’umidità della biomassa.
Un pellet troppo umido o bagnato non garantisce una corretta combustione provocando un danni all’intero impianto di riscaldamento con conseguente aumento dei costi di manutenzione ed eventuale riparazione.
Il consiglio che è opportuno seguire è quello di acquistare pellet, con una percentuale di umidità inferiore al 10%.
3. Pulire la stufa abitualmente
Tra le tante accortezze per risparmiare sulla stufa a pellet è importante prestare attenzione alla pulizia e alla manutenzione.
La pulizia quotidiana deve essere fatta in maniera semplice e veloce mentre per la straordinaria è necessario affidarsi ad un tecnico specialista che realizzerà anche quella obbligatoria.
Occhio anche al bruciatore, perché il momento in cui si consuma maggior combustibile è il momento dell’accensione.
Il consiglio per risparmiare in questa fase è quello di impostare in fase di accensione la stufa alla massima potenza così che gli ambienti si riscalderanno in maniera veloce ed una volta raggiunta la temperatura questa potrà essere impostata ad un certo livello evitando così lo spreco di Pellet, e di conseguenza risparmiando.
Esiste infatti una correlazione diretta tra temperatura e consumo di Pellet. Più è alta la temperatura impostata in casa più Pellet verrà consumato.
La temperatura ideale è quella che non supera i 20-22 gradi per vari motivi, dal rispetto dell’ambiente ai problemi di salute causati da un ambiente troppo secco.
4. Acquistare il pellet al momento giusto
Altro consiglio per risparmiare sul pellet è quello di acquistare il combustibile nella fase pre stagionale, quando il prezzo è sotto controllo.
A dirlo sono gli esperti: meglio acquistarlo in primavera o in estate quando la sua domanda è molto bassa scegliendo i sacchi imballati singolarmente. Questo perché l’imballaggio può arrivare ad incidere fino a 26-30 euro a tonnellata.