Il sonnellino pomeridiano fa davvero bene? Ecco la risposta della scienza

Ma il sonnellino pomeridiano fa davvero bene oppure no? Il riferimento è non solo alla salute ma anche alla produttività sul posto di lavoro.

C’è chi dopo aver riposato dopo pranzo, si sente più stonato di prima. E chi invece non rinuncia alla siesta post-prandiale.

Ma il sonnellino pomeridiano fa davvero bene oppure no?

Il riferimento è non solo alla salute ma anche alla produttività sul posto di lavoro.

L’interesse a trovare una risposta definitiva a questa domanda arriva da alcuni ricercatori spagnoli, che hanno pubblicato i risultati dei loro studi sulla rivista Obesity.

Ecco dunque come il sonnellino pomeridiano influenza i vari marcatori metabolici (incluso quello dell’obesità) e la risposta scientifica a ogni dubbio al riguardo.

Sonnellino pomeridiano fa bene o no: lo studio

La ricerca a cui facciamo riferimento in questo articolo riguarda gli abitanti di Murcia, una grande città spagnola dove di solito le temperature sono elevate.

Diffusa dunque l’abitudine, tra la popolazione, di spezzare la giornata con un riposino pomeridiano, subito dopo pranzo e nel momento più caldo e afoso della giornata, soprattutto in estate.

Ebbene, gli scienziati hanno notato la variazione dei valori del sangue e della pressione arteriosa nei soggetti che riposano nel pomeriggio e in coloro che non lo fanno.

Ma non è tutto. Anche il tempo da dedicare al sonnellino è fondamentale, perché solo se breve è in grado di apportare realmente benefici all’organismo e alla salute.

In altri termini, se il sonnellino dura poco in effetti migliora prestazioni e salute, mentre se è troppo prolungato sortisce l’effetto contrario e aumenta il rischio di sviluppare alcune patologie.

Ma qual è la durata ideale del sonnellino pomeridiano? I ricercatori concordano nell’affermare che la siesta non deve superare i 30 minuti, meglio se si assesta sui 15-20 minuti.

È questo dunque il tempo ideale per recuperare le forze e l’energia per affrontare il resto della giornata, altrimenti si sortisce l’effetto contrario e si va incontro a inerzia e sonnolenza.

A cosa fa bene dormire il pomeriggio

Se per gli spagnoli si chiama siesta e da noi sonnellino, in inglese il famoso riposino pomeridiano si chiama power nap.

Meglio rispetto alle altre lingue, questa combinazione di termini ci fa davvero comprendere la forza di questo sonnellino (nap) che aiuta a riprendere energia (power), se condotto nella maniera corretta, quindi per risultare efficace.

Non è necessario che diventi un’abitudine chiaramente: se ci si sente in forma e riposati, si può continuare tranquillamente nello svolgimento delle proprie attività quotidiane.

Ma se la giornata che ci aspetta è particolarmente faticosa oppure abbia dormito male durante la notte, allora una pausa dopo pranzo, per riprendere le forze è più che salutare.

Vale la pena sottolineare anche che il caldo induce naturalmente alla sonnolenza e predispone alla sosta obbligata. Infatti, non di rado quando le temperature si alzano anche chi non è abituato a riposare nel pomeriggio, è portato a sdraiarsi per qualche minuto per riprendere fiato.

Le micro pause, nell’arco della giornata, sono fondamentali non solo per vivere al meglio la giornata lavorativa o piena di impegni familiari, ma alla lunga anche per prevenire depressione, cattivo umore ed esaurimenti nervosi.

Un sonnellino di 20-30 minuti al massimo contribuisce a scongiurare tutto questo e inoltre diminuisce anche il rischio di soffrire di ipertensione.

Quanti minuti dormire per riposarsi

Qual è dunque il modo migliore per fare un riposino subito dopo pranzo? L’ideale è evitare di mettersi a letto.

Va bene ad esempio una poltrona reclinabile o un divano, per sdraiarsi un po’ ma senza mettersi completamente in posizione orizzontale. Se proprio si sceglie il letto, è importante utilizzare un cuscino in più, così da rimanere il più possibile con la testa rialzata e non ostacolare o rallentare la digestione.

Chi soffre di reflusso esofageo potrebbe addirittura peggiorare i sintomi di cui soffre, sdraiandosi completamente dopo i pasti.

Chiarita qual è la posizione ideale per il sonnellino pomeridiano, veniamo ora alla sua durata. Come già accennato, 15-20 minuti sono il tempo massimo da rispettare per ottenere solo benefici da questa pratica.

E vediamo subito il perché.

È importante quindi puntare la sveglia, anche se dopo aver preso l’abitudine verrà spontaneo riaprire gli occhi anche prima che questa suoni.

Il sonnellino di 15-20 minuti permette di riacquistare forza ed energia, aumentando l**’efficienza del cervello**, che è una macchina molto sofisticata e come tale va trattata. Non un trattore o un camion ma una Formula 1, come suggerisce il dottor Ongaro.

Non prendersene cura significa abbassare le prestazioni ma soprattutto non sviluppare quelle capacità che invece sarebbero in grado di darci davvero una marcia in più nei vari ambiti della vita.

Quando togliere il pisolino pomeridiano

Per l’essere umano è un istinto naturale: non a caso nei bambini fino a 5-6 anni è assolutamente fisiologico e da promuovere.

Il pisolino pomeridiano invece non va bene nel momento in cui si prolunga oltre i 30 minuti. Nel medio e lungo periodo, dormire per un’ora o anche due nel pomeriggio aumenta il rischio di obesità, di malattie a livello cardio-vascolare ma non solo.

Alterare in maniera così evidente i nostri ritmi circadiani porta a cambiamenti sia a livello fisico che mentale, ad esempio aumentando la produzione di cortisolo, causando disturbi a livello gastro-intestinale, peggiora la capacità di concentrazione, la memoria e aumenta ansia e nervosismo.

Natalia Piemontese
Natalia Piemontese
Consulente lavoro online e professioni digitali, classe 1977. Sono Natalia, Piemontese di cognome, pugliese di nascita e calabrese d'adozione. Laureata in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Bari, ho conseguito un Master in Selezione e Gestione delle risorse umane. Mamma bis, scrivo sul web dal 2008. Sono specializzata in tematiche del lavoro, business nel digitale e finanza personale. Responsabile del blog #mammachebrand, ho scritto un e-book "Mamme Online, come gestire casa, lavoro e figli".
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