The Sinner 4, la recensione dell’ultima stagione della serie thriller

Dopo una terza stagione sottotono, arriva su Netflix la quarta stagione di The Sinner, serie tv crime antologica.

Dopo essere arrivata in Italia su Mediaset Infinity già a fine marzo di quest’anno, è sbarcata finalmente anche su Netflix l’ultima stagione, quella conclusiva, di The Sinner. La serie antologica prodotta da Jessica Biel, già protagonista della prima sorprendente stagione, è arrivata alle nuove puntate presentando al pubblico un nuovo caso appassionante, dove l’ossessione per la verità del detective Ambrose dovrà essere di nuovo messa alla prova da segreti che vengono a galla e ombre nascoste provenienti dal passato dei protagonisti.

The Sinner 4, trama dell’ultima stagione della serie antologica Netflix

Anche in pensione, il detective interpretato da Bill Pullman non ha pace. Infatti, in vacanza insieme alla fidanzata in uno sperduto paesino del Maine abitato per lo più da pescatori, Harry Ambrose dovrà indagare sulla scomparsa di Percy, una giovane che sembra essersi gettata da una scogliera. O forse è stata spinta? Il detective, da sempre impegnato nella ricerca spasmodica della verità, non può tirarsi indietro e non farsi coinvolgere dalle indagini, tanto che inizierà a cercare di scoprire di più sui cittadini del piccolo paesino, tutti potenzialmente sospettati.

Come nella prima stagione, o forse anche di più, il capitolo finale di The Sinner è ricco di colpi di scena che riguardano in particolar modo la ricca e storica famiglia della vittima, in particolare la dura nonna Meg che sembra avere molte ombre nel proprio passato. Tra spaccati che strizzano l’occhio al mondo dell’occulto, con riferimenti alla religione Wicca che sembra essere praticata sulle rive del lago. Come sempre quando l’ambientazione di un crime è uno sperduto villaggio rurale dell’entroterra americano, le atmosfere resteranno nel corso delle puntate sempre piuttosto inquietanti, riuscendo con successo a tenere incollato il pubblico allo schermo, cosa molto apprezzata per gli amanti di questo genere.

La recensione di The Sinner 4 su Netflix

Dopo un esordio sorprendente, una seconda stagione in linea con le aspettative del pubblico, e una terza un po’ deludente, la quarta stagione di The Sinner si è rivelata la degna conclusione per chiudere in bellezza la serie crime antologica. Anche in questa stagione Bill Pullman nel ruolo di Harry Ambrose offre un ritratto realistico e struggente di un detective consumato dal proprio lavoro anche una volta andato in pensione. Il personaggio interpretato da Pullman è particolarmente apprezzato dal pubblico, che ne ha potuto osservare la narrazione orizzontale nel corso delle quattro stagioni di The Sinner, per le sue capacità umane che lo portano a confessarsi e mettersi sul piano delle vittime e dei sospettati.

Tema portante di questa stagione, oltre che all’acqua, elemento fondamentale e filo conduttore forse necessario data l’ambientazione di queste nuove puntate, è il rapporto tra la religione e il peccato, questa volta visti attraverso un occhio più attento alla parte più mistica legata a questo elemento naturale. The Sinner 4 è la degna conclusione a una serie antologica legata al concetto di peccato, all’estremismo religioso, i culti e anche la filosofia nichilista, un vero gioiello per chi ama i mistery caratterizzati da una narrazione serrata e piena di colpi di scena.

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