A volte accade che lo spettacolo del calcio venga rovinato dalle azioni commesse dagli ultras. Domenica molti supporter di Napoli e Roma si sono scontrati all’altezza dell’autogrill di Badia al Pino. Vediamo cos’è successo e cosa rischiano le società.
Scontri tra i tifosi del Napoli e della Roma
La memoria torna al terribile giorno del 2007 in cui Gabriele Sandri, tifoso laziale, morì in un autogrill in seguito al colpo di pistola scoccato da Spaccarotella, un poliziotto.
Prima ci fu una lite tra tifosi che aveva allertato la pattuglia della stradale che viaggiava sul lato opposto della carreggiata.
Passano quindici anni, l’autogrill è lo stesso ma le dinamiche sono diverse così come lo sono, fortunatamente, anche le conseguenze.
Circa 300 tifosi di Napoli e Roma s’incrociano e danno il via agli scontri, e costringono le forze dell’ordine a chiudere il tratto autostradale in questione.
Un pomeriggio di follia che ancora una volta mette in cattiva luce una categoria, quella degli ultras, che di volta in volta prova a riscattare il proprio nome.
I feriti sono molti, un uomo viene portato via in ambulanza, un autogrill che a distanza di anni torna a essere la scenografia di un fatto di cronaca terribile.
Di chi è la colpa
Le forze dell’ordine sono ora alla ricerca dei responsabili, consapevoli che gli interessati sono molti.
Sono coinvolte circa 300 persone, molte di loro hanno agito a volto coperto e la loro identificazione è pertanto difficoltosa.
Secondo quanto sta trapelando la responsabilità sarebbe maggiormente dei tifosi azzurri, ma è difficile ora tirare le somme.
Una cosa è certa, è un giorno triste per il mondo del calcio che ancora una volta, al posto di unire e di promuovere valori positivi, si ritrova sulle prime pagine per l’odio e la rabbia.
Alla luce dei fatti accaduti è lecito domandarsi che cosa rischiano Napoli e Roma, e se possono incappare in sanzioni, andiamo a vedere che cosa dice la legge.
Cosa rischiano Napoli e Roma
Le azioni dei supporter ricadono sulle società, e questo ormai è un dato di fatto.
Questo però accade solamente in determinate circostanze, ovvero nel caso in cui i fatti si svolgano all’interno o nei pressi dello stadio.
È infatti ovvio che le società non possono controllare le azioni dei tifosi quando questi si trovano a chilometri di distanza. proprio com’è accaduto negli scontri di cui stiamo parlando.
Di conseguenza, Napoli e Roma non dovrebbero subire le conseguenze degli scontri tra i tifosi, il condizionale è però d’obbligo.
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L’intervento del Governo
La Giustizia Sportiva ha regolamentato le responsabilità delle società circoscrivendole a una zona ben precisa, ovvero quella dello stadio.
In particolari situazioni però, questa può venire prevaricata dall’intervento di un organo superiore, ovvero il Governo.
È già successo in passato che la Giustizia Sportiva lasciasse il posto a quella di Palazzo Chigi, e in una di queste occasioni a essere coinvolte furono proprio Napoli e Roma.
È il 2008 e i tifosi delle due squadre si scontrano ben lontani dallo stadio.
La Giustizia Sportiva non può intervenire nei confronti delle società ma il Governo sì, e vieta le trasferte ai supporter azzurri.
In quel caso la conseguenza subita dalla società è stata quella di dover rinunciare al supporto del proprio pubblico lontano dalle mura di casa, staremo a vedere se il Governo agirà allo stesso modo.
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