Wimbledon, ecco come cambiano le regole col Covid

I tanti casi di Covid, hanno cambiato radicalmente le regole di Wimbledon.

Negli ultimi giorni, si è registrata un’improvvisa impennata dei casi di Covid a Wimbledon, costringendo così la federazione ad un altrettanto improvviso cambio di regole. Nonostante si possa inizialmente pensare ad un sistema basato su normative rigide, la realtà dei fatti è differente.

Si può infatti parlare di una sorta di “influenza inglese”, che ha così cambiato le sorti di numerosi match. Lasciando così il loro esito e la loro gestione, alla pura e totale indiscrezione dei tennisti. I quali, coinvolti in prima persona, hanno agito nella piena libertà delle loro azioni. Alcuni in maniera prudente, altri in maniera diametralmente opposta.

Le regole di Wimbledon col Covid

Le regole attualmente in vigore a Wimbledon, in virtù dei tanti casi di Covid insorti di recente, hanno fatto sì che alcuni capisaldi fondamentali del regolamento attuale cambiassero. Di fatti, la gestione “pandemica” del popolare torneo britannico, è totalmente a indiscrezione degli atleti coinvolti.

Di fatti, nonostante la positività, in caso di sintomi lievi o di soggetti asintomatici si può comunque prestarsi allo sport così come alla quotidianità. E questo principio, per l’appunto, vale anche per gli atleti professionisti. Decisione aspramente contestata da chi di dovere, ma mai cambiata in funzione di tale opinione.

Una lunga escalation di casistiche che dimostrano la veridicità di questo scenario, la si ha avuta proprio di recente. I tanti atleti positivi al Covid, il cui numero esatto è momentaneamente sconosciuto, hanno dunque deciso in base ai loro principi fondamentali.

Di norma, infatti, non è più prevista alcuna misura cautelare. Benché i casi siano comunque variabili, questa regola a quanto pare viene applicata a prescindere dalla gravità o meno del virus contratto. Alla base di queste normative, ci sono comunque delle figure coinvolte in prima persona che la fanno da padrona.

E questo, inevitabilmente, va ad influenzare fortemente tutto lo scenario circostante. Proprio per questo motivo, si parla spesso e volentieri di “Brexit tennistica“.

I tennisti positivi al Covid

Tra i casi di positività al Covid che sono emersi di recente, spicca sicuramente la figura di Matteo Berrettini. Il noto tennista originario di Roma, infatti, è stato costretto a dare forfait a causa della sua recente positività al Covid-19

Tuttavia, parlare di una vera e propria costrizione risulterebbe errato e fuorviante. La federazione, infatti, non vincola in alcun modo gli atleti positivi a sottoporsi ad una quarantena. Aggirando tale libertà, Berrettini ha comunque deciso di rispettare quanto è stato detto in passato.

Questo, in modo tale da poter tutelare i suoi compagni e i suoi colleghi. Oltre al nobile intento di fornire un esempio buono per tutti, considerando il fatto che non è certamente l’unico nome della lista dei positivi al virus. Benché il tennista possa giocare a tutti gli effetti, presentando dei sintomi lievi, ha deciso diversamente.

Il suo team, come è giusto che sia, ha approvato fedelmente tale decisione. Così, i quasi 50.000 spettatori che hanno deciso di assistere all’evento che lo avrebbe visto avversario del cileno Cristian Garrin. Unica consolazione, per i tanti tifosi che hanno presenziato l’area di Church Road, è stata la vittoria di Lorenzo Sonego.

Il tennista torinese, ha infatti vinto contro l’americano Denis Kudla al termine degli ordinari cinque set di gioco. In seguito al match, lo stesso atleta vincitore si è dichiarato totalmente favorevole alla decisione presa dal collega e amico Matteo Berrettini.

La non obbligatorietà del cosiddetto tampone molecolare, per gli atleti di Wimbledon, significa anche lasciare a loro una decisione molto importante. Decisione che, alle volte, si è rivelata essere piuttosto sconveniente al netto di quanto accaduto.

Il periodo buio di Berrettini sembra proseguire senza sosta, questa volta comunque conscio di aver compiuto la decisione corretta. Alla luce dei fatti recenti, dunque, il focolaio Covid sembra essere un pericolo concreto.

Potenziale focolaio a Wimbledon

Il potenziale focolaio di Wimbledon, da prematuro timore infondato sta pian piano divenendo una triste realtà concreta. Questo, in seguito ad alcune combinazioni potenzialmente pericolose in tal senso. Per esempio, il fatto che Rafael Nadal sia presumibilmente entrato in contatto con l’atleta 26enne.

Nadal, pochi giorni fa, si era infatti allenato nella stessa area di Berrettini. Novak Djokovic, invece, è entrato in contatto con il tennista croato Marin Cilic. Il cui match contro Mc Donald, è stato di fatti annullato proprio per lo stesso motivo che ha riguardato in prima persona Berrettini.

I due, dunque, nei loro rispettivi territori di allenamento sono appunto entrati a contatti con gli unici due tennisti risultati poi positivi. Tuttavia, questo numero è destinato a crescere proprio nei prossimi giorni. Con l’effettuazione di altri tamponi e test ad hoc, probabilmente, potrebbero emergere altri dati statisticamente preoccupanti.

In virtù di quello che potrebbe succedere, la libertà concessa agli stessi atleti si potrebbe rivelare un fattore determinante. 

Leggi anche: Tennis: Wimbledon, Sonego al 2° turno

Andrea Marras
Andrea Marras
SEO Copywriter, classe 1998.Ho 22 anni, un diploma presso l'Istituto Magistrale Baudi di Vesme Iglesias, e una passione per il SEO Copywriting. In passato, mi sono occupato dell'ottimizzazione di articoli di stampo sportivo per conto di testate web quali Termometro Politico e Calcio d'Angolo. Ho studiato il mondo dei social e dell'editoria online con grande impegno e dedizione, sperando che questa possa divenire la mia professione principale. Nel frattempo, oltre alle collaborazioni con varie testate di riferimento, curo anche un progetto di personal branding su LinkedIn.Il mio motto è? Chi lotta può perdere
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