Facebook, la Big Tech più a rischio sul Digital Markets Act

Facebook è la Big Tech più a rischio sul Digital Markets Act per cui venerdì è stato raggiunto l'accordo. Apple potrebbe perdere miliardi di ricavi dalle app.

Data storica quella di venerdì, visto che a Bruxelles è stato raggiunto l’accordo politico tra il Parlamento europeo e gli Stati membri della Ue sul Digital Markets Act (Dma), riforma del mercato digitale presentata nel dicembre 2020. Ovviamente nel mirino finiscono le Big Tech, i cosiddetti gatekeeper, e allo stato attuale il rischio maggiore sembra correrlo Meta Platforms. La holding di Facebook (Instagram e WhatsApp) è infatti quella che ha più perdere. “Facebook è la principale perdente poiché è la più dipendente dalla monetizzazione dei dati“, ha spiegato a MarketWatch Vasant Dhar, docente della Stern School of Business della New York University. 

La Big Tech più a rischio sul Digital Markets Act della Ue è Facebook

Google e Amazon.com stanno un po’ peggio e perdono parte del loro potere monopolistico illecito nei loro spazi ma stanno crescendo rapidamente in altre aree come l’intelligenza artificiale e il cloud“, ha aggiunto Dhar. Prima vittima del Dma potrebbero essere gli app store. Apple, in particolare, rischia di perdere miliardi di dollari di ricavi generati dalle commissioni imposte agli sviluppatori. Cupertino ha già fatto qualche modifica negli ultimi mesi, su un tema quotidianamente affrontato dai tribunali, ma quella messa meglio sembra essere Google. La sussidiaria di Alphabet o, meglio, il suo sistema operativo Android proprio settimana scorsa aveva raggiunto un accordo con Spotify Technology per offrire agli utenti un metodo di pagamento alternativo al suo all’interno dello store Google Play.

Per Vestager il Digital Markets Act porterà mercati più equi nella Ue

Quello che vogliamo è semplice: mercati equi anche nel digitale. Stiamo facendo un enorme passo avanti per arrivare a mercati equi, aperti e contestabili. Le grandi piattaforme dominanti hanno impedito ad aziende e consumatori di beneficiare dei vantaggi di mercati digitali competitivi. I gatekeeper dovranno ora rispettare una serie ben definita di obblighi e divieti. Questo regolamento, insieme a una forte applicazione della legge sulla concorrenza, offrirà condizioni più eque a consumatori e imprese per molti servizi digitali in tutta la Ue“, ha dichiarato venerdì Margrethe Vestager, commissaria Ue per la Concorrenza, dopo l’accordo raggiunto sul Dma.

Possibili sanzioni record per le Big Tech con il Digital Markets Act

Chiaramente rivolta alle Big Tech la legge tuttavia si applica anche ad aziende più piccole, a quotate che capitalizzano 75 miliardi di euro o che hanno 7,5 miliardi di entrate annuali all’interno della Ue (e almeno 45 milioni di utenti mensili). Di particolare rilevanza l’aumento delle sanzioni visto che finora quelle imposte dalla Ue non sembrano essere riuscite a portare molti cambiamenti nel modo in cui operano le Big Tech. In base al Dma, infatti, le autorità di regolamentazione europee sono autorizzate a imporre multe comprese tra il 4% e il 20% dei ricavi globali annuali se infrangono le normative sulla concorrenza.

Digital Markets Act autorizza sanzioni fino al 20% dei ricavi globali

Il che potrebbe significare, sottolinea MarketWatch, multe assai più pesanti di quelle che le Big Tech hanno dovuto affrontare negli ultimi anni. Come nel caso di Google, bersaglio di una sanzione record di 4,34 miliardi di euro nel 2018 (per avere imposto restrizioni illegali ai produttori di dispositivi basati sul sistema operativo Android e agli operatori di rete mobile per consolidare la sua posizione dominante nelle ricerche web). Nel 2021 Alphabet ha incassato quasi 260 miliardi di dollari di ricavi e ora rischia multe nell’ordine dei 50 miliardi. Idem per Apple: circa 370 miliardi i ricavi dell’ultimo esercizio, con sanzioni potenziali oltre quota 70 miliardi (di dollari). (Raffaele Rovati)

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