Social network e truffe: come riconoscere gli annunci falsi!

Social network e le truffe generate dal cambiamento delle nostre attitudini di consumo: come capirle senza cascarci e a chi rivolgersi.

I social network, da diversi anni, sono diventati il principale strumento di comunicazione per le persone di tutto il mondo.

Questo non ha generato solo nuovi codici linguistici e di comunicazione (intesa in senso lato, con produzione di fotografie, emoticon, condivisione di momenti quotidiani più o meno privati), ma anche un nuovo genere di mercato. Sono diventati uno strumento necessario alla quodianità della maggioranza degli esseri umani.

Da quando anche il commercio si è trasferito nella sfera virtuale, complici anche pandemie, isolamento, chiusura di attività fisiche nelle quali eravamo abituati ad approvigionarci.

Abbiamo imparato ad avvalerci dell’immediatezza di un touch screen anche per ordinare la cena da asporto, informarci, restare connessi con i nostri cari e con un mondo in costante metamorfosi.

I social network rimangono il trampolino di lancio per molti e-commerce neonati, che sfruttano la visibilità del logaritmo dell’una o dell’altra piattaforma per allargare la propria platea di visualizzazioni, oltre che di clientela: i like non sono solo apprezzamenti, ma hanno anche un valore in termini di affidabilità del servizio.

Quantificare esattamente quanti siano gli utenti degli ormai innumerevoli social network in circolazione è impresa che rasenta l’impossibile, ma qualcuno se l’è chiesto e approssimando ha provato a darsi una risposta.

Più di 4 miliardi di individui sono utenti di almeno un social network, nel mondo.

Si tratta di più del 57%, ovvero più della metà degli abitanti del pianeta. 

– secondo l’analisi del Digital 2021 October Global Statshot Report

Si tratta di percentuali importanti, specie se andiamo a considerare la crescita ponderale di questi indici, prevista entro la fine del 2022.

Facebook, nonostante le ultime criticità, difende ancora bene la sua egemonia, che sta per essere subissata da Instagram e dall’orientale Tik Tok.

stando alle informazioni pubblicate su instanews.it

Il problema che sta avanzando come un morbo, è che queste piattaforme, nate per scopo ludico, per aumentare i propri clienti o semplicemente per alleviare la solitudine di taluni, anche in virtù dei numeri da capogiro che producono, fanno gola a parecchi malviventi.

Truffaldini che le studiano davvero tutte per farne un uso illecito ed estorcere denaro a chi, ingenuamente, resta intrappolato nella rete. 

Vale il detto: se spari nel mucchio, prima o poi una papera la prendi.

Come i social network influenzano i consumi

Le dinamiche psicologiche alla base della scelta di un prodotto da parte di un potenziale acquirente vengono in qualche modo veicolate dalle decisioni di una massa di persone che hanno desiderato, magnificato o acquistato un prodotto.

I numeri in questo caso non rappresentano un mero consenso ma attribuiscono autorevolezza a una pagina o un marchio, e come quando si dice che piove sempre sul bagnato, più numeri avrai più numeri andrai a generare automaticamente, superata una certa soglia.

L’influenza sulle opinioni verso un servizio o un prodotto vengono fornite da un target: più consistente è il target che esprime apprezzamento verso quello specifico oggetto di consumo, più quello stasso oggetto avrà il privilegio di essere riproposto, diventare un must, essere longevo sul mercato.

Le community virtuali si sono man mano sotituite a quelli che erano i pareri dei professionisti di un settore, ai genitori, agli amici: la community non è più la famiglia o la comitiva del sabato pomeriggio, neanche i colleghi, la community è l’enorme, eterogeneo e composito agglomerato di utenze.

La community è  anche quel non luogo popolato da migliaia di persone che pigiando un tasto esprimono la propria predilezione.

Pubblicità e meccanismi psicologici

La pubblicità così come veniva intesa fino a un ventennio fa, quella televisiva ad esempio, è un’idea desueta e ben che defunta. Con l’avvento di internet e con la diffusione di massa delle connessioni social, guardiamo la televisione quasi solo per riunirci a commentare i programmi nei nostri salotti visrtuali.

Per restare aggiornati, ecco, per avere voce in capitolo.

Le aziende questo lo hanno capito fin troppo bene, infatti figure come il SEO o il Social Media Manager sono quanto mai richieste: sappiamo, tutti, che quello che viene ritenuto vincente o di poco conto, passa la gogna social prima di diventare o l’una o l’altra cosa.

Aggiungiamo a questo ragionamento pure un altro processo della mente dell’utente: il messaggio veicolato dai social non viene percepito come impersonale, ma anzi, è come se l’azienda (complici anche le indicizzazioni sempre più avanzate) si fosse rivolta proprio a noi.

E le recensioni hanno un ruolo determinante: non ci si fida della signaorina delle televendite, ma dai feedback rilasciati da chi quel prodotto l’ha sperimentato e promosso.

La certezza del consumatore deriva dal fatto che quel prodotto è stato apprezzato e consigliato da milioni di persone, che non avevano alcun interesse personale nel promuoverlo o parlarne bene.

Citando webandfood.it  la rivoluzione è avvenuta quando l’acquirenta ha capito di poter influenzare il prodotto, non viceversa.

Social network e gestione del denaro

Nell’era dello smart working e con il crollo del potere d’acquisto di soggetti, anche non disoccupati, a causa dell’aumento delle bollette e del costo della vita, un’alternativa considerata succosa in merito all’uso dei social è la possibilità di guadagnare piccole entrate extra.

su questo punto ci fa riflettere millionaireweb.it

Anche se, va detto, in questo caso, lo scoglio su cui si va a scontrare il navigatore più scaltro non è tanto l’uso e la comprensione della piattaforma (ormai le abbiamo nel sangue) quanto la capacità di generare i numeri necessari ad ottenere un guadagno palapabile.

Il potenziale fa gola a tanti. Se è vero che i consumi ormai sono dettati dai numeri di consensi, c’è chi, con ammirevole spirito imprenditoriale, vorrebbe mettersi dall’altra parte della barricata e provare a fare lo stesso, magari iniziando da una piccola pagina, un e-commerce.

Le piattaforme che permettono di generare siti di vendita da zero hanno conosciuto un vero e proprio boom in periodo di quarantena, proprio quando si è fatta palese la necessità di approviggionarsi senza contravvenire alle regole sulle restrizioni.

Il flusso del denaro sui social ha un doppio verso: c’è chi spende e c’è chi vende, poi c’è chi fa entrambe le cose.

Man mano che si acquisiscono capacità ed esperienza, c’è anche la possibilità di sgamare quella quantità di truffatori che hanno messo le mani sui sistemi informatici non per vendere o comprare, ma per rubare nella carta di credito del navigatore inesperto.

Ora vediamo insieme come stanare questi delinquenti del web.

Come riconoscere una truffa

Si sa, alle volte siamo un po’ vittime della nostra stessa frenesia. Guardiamo lo schermo del cellulare in maniera frettolosa, alla fermata dell’autobus, in una pausa caffè al lavoro, mentre aspettaimo l’uscita dei bambini dall’asilo o comunque mentre siamo distratti da altri stimoli.

Chi tenta la truffa telematica conta anche un po’ su questo: sualla carenza di attenzione. Ci ingannano, imitando i banner, i fornt, i brand alla cui vista siamo molto abituati e verso i quali nutriamo una certa fiducia, perchè ritenuti autorevoli.

L’oceano in cui questi squali si muovono è sempre più profondo, il territorio dove cercano le proprie prede ha trovato un incremento naturale con la diffusione di piccoli e grandi e-commerce.

Però è diventata anche una triste consuetudine nascondersi dietro sigle istituzionali, il nome di una banca, di un servizio statale: insomma, tutto ciò su cui andremmo a cliccare da bravi cittadini e senza sospettare una frode dietro l’angolo.

Questi soggetti si avvalgono veramente di tutto: dai social, alla tua casella mail, perfino i cari vecchi sms che ormai quasi nessuno utilizza più, perchè scalzati dalla messaggeria istantanea.

Da sottolineare come le frodi non partano mai e poi mai dagli enti o società citate, che molto spesso, anzi, si premunicono di telefonare (succede spesso con Poste Italiane) per dichiararsi estranee a certo tipo di fishing.

Il fishing, nel gergo specifico, allude proprio a quelle frodi di ambito informatico. Dall’inglese “pescare” è una parola che rende benissimo l’idea dell’azione di questi impostori che si intromettono a falso nome nel contesto di servizi legali, a pagamento, ma intascando i vostri dati e i vostri soldi senza ovviamente fornire alcun servizio.

Guardate attentamente i banner e i messaggi che vi arrivano: spesso presentano sottili inesattezze rispetto all’interfaccia dei siti originali, errori ortografici: la frode spesso si intuisce facendo caso a dettagli minimali, non da ultimo la data di emissione.

Tenete poi conto di una cosa: se la vostra banca o la posta dove avete depositato un conto corrente avessere delle comunicazioni urgenti da farvi, lo farebbero all’antica: ovvero tramite raccomandata.

Una raccomandata con ricevuta di ritorno costituisce la prova dell’avvenuta comunicazione ed è una tutela sia per il mittente sia per il ricevente.

Nel dubbio, prima di rilasciare i vostri dati sensibili cliccando su un qualunque link, abbiate cura di telefonare alla sede o al servizio clienti dell’azienda in questione per assicurarvi che di quei dati non venga fatto un uso criminoso.

Tornando ai beneamati social network, attenzione alle scontistiche urlate e ai facili entusiasmi: tutto ciò che per avere un accesso a delle informazioni vi chiede il rilascio di dati sensibili (siano anche posta elettronica o numero di cellulare) è di per sè sospetto.

Potreste trovare un interlocutore affabile dietro a certi annunci commerciali, risposte rapide e servizio cortese, per poi, a bonifico avvenuto, ricevere beni scadenti o non corrispondenti a quelli che avreste voluto acquistare. Per non parlare di tutte le volte in cui non si sono ricevuti nè un numero di tracking nè una spedizione di alcun genere.

Attenzione anche alla modalità di pagamento: dovete essere certi di poter bloccare la carta di credito o far partire una segnalazione (ad esempio a Paypall) in modo che il danno resti circoscritto.

A chi rivolgersi

Ecco i numeri utili:

L’Associazione Codici, al servizio dei consumatori vittime di frodi online o che nutrano anche solo un semplice sospetto, possono chiamare il numero:

06.55.71.996.

O mandare una mail al seguente indirizzo:

[email protected]

Inoltre, è caldamente consigliabile di fare riferimento alla Polizia Postale della vostra zona, il cui compito proprio di tutelare l’utenza e snidare questo tipo di malfattori. I numeri e i recapiti del territorio di competenza variano da regione a regione e potrete trovarli tutti qui.

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