Tecnologia, quando finisce la libertà di scelta!

La tecnologia si pone sempre tra ciò che può dirsi nuovo e ciò che vi era prima. Quando si parla di tecnologia, dove finisce la volontà dell'uomo?

La tecnologia si pone sempre tra ciò che può dirsi nuovo e ciò che vi era prima. Quando si parla di tecnologia il presente è già passato. In questo senso il nostro scegliere vede ridursi le sue libertà, sebbene ci si illuda che sia proprio il contrario. 

Solitamente ci si lascia incantare dalla tecnologia e dall’economia, credendo che ogni loro proposta sia sinonimo di novità. Ovviamente la realtà è bene diversa. Le riflessioni di alcuni autori proveranno a venirci incontro. 

Intanto, Andrea Ferrario, in un video caricato sul suo canale Youtube, ci parla della connessione tra tecnologia e guerra.

La tecnologia al vaglio degli intellettuali

Emblematico quanto enunciato da Theodor W. Adorno (1903-1969). Solo coloro in grado di comprendere come il nuovo sia uguale all’antico, potranno operare ai fini di ciò che dovrebbe essere differente. Ma l’uomo moderno si muove verso ipertecnologia e metaverso, definitiva alienazione dalla realtà effettiva, l’homo stultus. Si è incapaci a comprendere il presente guardandosi le spalle. 

Poco inclini alla comprensione del presente avvalendoci del passato, incapaci di proiettarci nel futuro. Questo poiché ingabbiati in un presente senza confini e in un modo di agire compulsivo, in strutture ardimentose, ignari di forme e scopi, solo per viversi come funzionali e inclusi nella crescita della propria produttività

Ciò che è stato è altresì sapere che si somma, diviene ed è assieme divenuto, per dirla alla Adorno. Il fondamento del presente, la sua interpretazione, dialettica, il soggetto che comprende l’oggetto, l’analisi della genealogia dei processi attuali. Con la conoscenza occorre prestare attenzione.

Nei contesti scolastici, del resto, si apprendono le competenze del fare e non la conoscenza per pensare. Sebbene gli studenti, rischio manganellate, si espongano per richiedere una scuola che passi conoscenza e che aiuti a sviluppare il pensiero critico.

La tecnologia tra il nuovo e il risaputo

Privi di qualsivoglia pensiero critico si ritiene (una sorta di credo religioso) che ogni “giocattolo” che la tecnologia e l’economia propongano sia la novità per eccellenza, il paradigma di un cambiamento epocale. Qualcuno potrebbe definirlo come feticismo ben imbastito e ingegnerizzato, ristampato dal marketing e spolpato dal potere delle multinazionali. 

Così, qualsiasi cosa si presenti come nuova (in una prospettiva tecnologica e digitale) sembrerà una epifania storica. Quando molto più probabilmente si tratterà della tradizionale e costante replica con altre tipologie di management, sebbene avente il medesimo obiettivo e fine.  

Tecnologia: la legge del tecno-capitalismo

Le analogie tra vecchio e nuovo non mancano. Vedi Amazon, vendita per corrispondenza con tanto di algoritmo. Vedi le piattaforme, nuova veste delle trascorse industrie otto-novecentesche, con con l’unica variante dell’algoritmo. Del resto la Fabbrica 4.0 si presenta comunque come taylorismo, taylorismo digitalizzato. 

La disciplina inflessibile del tecno-capitalismo non si distingue da quella di tre secoli fa. Il cambiamento sta solamente nello strumento di connessione. Poiché la rigida vuole dapprima la suddivisione, poi la sua ricomposizione, totalizzazione, integrazione, connessione in qualcosa che vada oltre le sue componenti in causa (uomini e macchine). 

Il tecno capitalismo è sì da un lato un iter economico e tecnico, ma dall’altro è anche una valente macchine dagli innumerevoli racconti di sé come processo. Narrazioni ovviamente autoreferenziali. 

Tecnologia e quarta rivoluzione industriale

Ma quanto è concreta la realtà di una quarta rivoluzione industriale? C’è chi dice che si tratterebbe solo di raggiro, retorica e propaganda del tecno-capitalismo. Una proposta illusoria, quella del nuovo, l’accettazione di ciascuno di fronte a un  dato oggettivo, privo di alternative. Un rinnovato fideismo, ideologia non distante da altre (e peggiori) del passato

Quanto nuovo il nuovo che avanza? Accettare con gioia o provare a ragionarci un attimo? Siamo davvero di fronte a una ennesima mutazione della specie e del pensiero umano?  Occorre riflettere in compagni di alcuni classici.

Il Novecento e la tecnologia

Vi sono alcune letture consigliate. Si pensi a Günther Anders, Jacques Ellul, Friedrich Georg Jünger. Da annotare anche le pubblicazioni di Emanuele Severino sulla tecnica. Da consultare Psiche e techne di Umberto Galimberti, Anime elettriche e Tecnologie del dominio, del Gruppo Ippolita, i libri di Antonio Martone.

Non si tralasci, sia ben chiaro, L’uomo a una dimensione di Herbert Marcuse. Nel testo emerge la sua espressione di società tecnologica vista come totalitarismo. Si invita anche alla lettura di Società di transizione di Max Horkheimer e Minima moralia di Adorno, entrambi editi da Einaudi. 

In questa prospettiva, allora, solamente coloro che confronteranno l’oggi con il passato saranno in seguito in grado di auspicarsi realmente un nuovo che sia effettivamente. Solo così non si cadrà perennemente tagliola psichica figlia dell’inganno di un nuovo artefatto che porta a immaginare con trepidazione una quinta rivoluzione industriale.

La tecnologia e l’inganno del nuovo

Vi sarebbero tanti esempi che darebbero risalto all’incapacità dell’uomo di comprendere le trame del mondo. Allora una rilettura di Luciano Bianciardi (1922-1971) e del suo romanzo sociale La vita agra (1962) potrebbe tornare utile. Le frasi del protagonista sono emblematiche. Sebbene si paventasse l’automazione del lavoro, la seconda rivoluzione industriale, etc., si è poi ricominciato ad assumere gli operai, senza troppe storie, con le solite irregolarità. 

Uno scenario non troppo dissimile da quello odierno, una puntuale descrizione del nostro presente. Basti soffermarsi sul depauperamento del lavoro nel capitalismo delle piattaforme e nella Fabbrica 4.0 e ragionare sulle fittizie parole date circa trasformazioni di schemi nelle relazioni produttive.

Bianciardi fu lapidario nella descrizione del boom economico. L’insorgere di bisogni fece sì che tutti lavorassero, scarpinando, pestandosi i piedi, respirando polvere,senza sosta dalla mattina alla sera. Oggi, a suon di digitalizzazione, la musica sembrerebbe non cambiare. Tutti pronti a far ditutto, la battaglia del capitale umano.

L’autore si oppose, cosa che dovrebbe insegnarci tanto. Specie oggi, in una congiuntura storica dalla portata devastante, la guerra nel cuore dell’Europa, la pandemia, la crisi ambientale e climatica. La novità? Nulla sarà più come prima. 

Tecnologia senza possibilità di scelta

Altro consiglio di lettura, The Loop. How Technology Is Creating a World Without Choices and How to Fight Back, di Jacob Ward, pubblicato per Hachette. Il testo si dipana attraverso le interviste di docenti, tecnologi e di quanti nel quotidiano si avvalgono della tecnologia, per capire come diversi prodotti siano diventati indissolubilmente intrecciati nella vita delle persone

Non è tutto. La struttura capitalista, preda le nostre fragilità psicologiche e minaccia di creare un mondo in cui le nostre scelte sono ristrette, l’agire umano è limitato e i nostri peggiori impulsi inconsci dominano la società. E così, Tra una o due generazioni saremo una specie completamente diversa: distratti, obbedienti, incapaci di resistere alle tecnologie che utilizziamo per fare le nostre scelte per noi, anche quando sono scelte sbagliate.

Analisi lucidissima, ma anche abbastanza nota. Sebbene ribadirlo non guasti. L’inquietudine (o la sicurezza, ormai assodata) dell’autore vede la tecnologia (la celebre intelligenza artificiale nella fattispecie) forgiare, anzi, plasmare un mondo privo della possibilità di scegliere (without choices, per intenderci), poiché ogni cosa sarebbe automatizzata, regolata, governata da macchine, calcoli, algoritmi

Un contesto entro il quale ci meccanizziamo sempre più, delegando e trasferendo le nostre facoltà di scelta, prima di ogni qualsivoglia analisi sulle operazioni da svolgere.

L’azione e l’operato si deve soltanto all’amministrazione e al volere di una macchina/algoritmo. Le speranze risiedono nella giustezza dei loro calcoli, tralasciando il fatto che l’esattezza non sia necessariamente sinonimo di verità, non per forza di cosa sinonimo di eticamente corretto. Ecco tracciato il percorso che conduce verso la disumanizzazione delle scelte.  

La tecnologia e la società automatizzata

In un certo senso, quella della cancellazione di ogni occasione umana relativa alla facoltà di poter scegliere liberamente è compresa nel complesso industriale e tecnico e (neo)liberale sin dai suoi primordi. 

A suo tempo lo scrisse Jean Baudrillard (1929-2007), nel lavoro ma anche nel consumo, l’illusoria potestà del fruitore e la fittizia pluralità dei beni e dei servizi di cui si potrebbe usufruire è circoscritta d’altro canto dalla proposta industriale di questi beni e servizi per mezzo di un automatismo di produzione in serie, uniformazione delle difformità e della loro realizzazione industriale. 

Si riduce in questo modo la facoltà e la libertà dello scegliere umano. Il sistema non produrrebbe per la soddisfazione delle necessità umane ma per l’appagamento del tornaconto del capitale. Se da un lato gli individui possono apparire differenti, tendenti a una sorta di individualizzazione, dall’altro non starebbero che conformandosi ai dettami della digitalizzazione della società, alla sua automazione. 

In altre parole, solitamente sta all’offerta generare la domanda. Il marketing si presenta come la struttura scientifica-tayloristica del nostro impegno di agenti consumativi. Uno scenario implicito nella sostanza e nelle occorrenze di programmazione del pianificazione del tecno-capitalismo, e che attualmente si realizza per mezzo di algoritmi predittivi e di accompagnamento.

Si tratta di un percorso che condurrebbe proprio a quella società esattamente automaticizzata e governata paventata allora dal francofortese Max Horkheimer. Nella fine del discorso, il suo principio, sarebbe necessario sfogliare nuovamente le pagine del passato per comprendere il presente. Armarsi di pensiero critico, dialettico, svelando il vero volto (ideologico) che riveste qualsiasi innovazione tecnologica e industriale. Serbarsi umani, in un mondo di macchine, essenziali o quasi alla nostra sopravvivenza. 

Redazione Trend-online.com
Redazione Trend-online.com
Di seguito gli articoli pubblicati dalla Redazione di Trend-online. Per conoscere i singoli autori visita la pagina Redazione Trend-online.com
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
780FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate