Turismo sostenibile o ecoturismo? Non sono la stessa cosa: ecco spiegata la differenza

Turismo sostenibile e ecoturismo non sono la stessa cosa. Ecco qual è la differenza tra i due termini.

Se valutare gli impatti del turismo è una sfida saper educare i turisti lo è ancora di più. La comunicazione di massa a partire dagli anni ’90 ha creato più danni che benefici alle comunità locali vendendo quella che si sarebbe trasformata in nuova necessità: il viaggio.

Si viaggia per diverse ragioni anche se la maggior parte delle volte gli spostamenti sono dovuti a necessità di migrazione, di vacanza o di una via di mezzo tra queste ultime. Il concetto di viaggio evolve con i processi storici, le nuove generazioni e ovviamente la globalizzazione.

Quali sono però i problemi di questo fenomeno che non rientrano tra le premesse iniziali? E come possiamo sapere gli impatti dei nostri viaggi?

Che cos’è il viaggio e chi sono i viaggiatori

Il viaggio viene definito da Treccani come:

“L’andare da un luogo ad altro luogo, per lo più distante, per diporto o per necessità, con un mezzo di trasporto privato o pubblico (o anche, ma oggi raramente, a piedi).”

Questa definizione è carica di significati, iniziando dal fatto che è trainata da un verbo iniziale il quale sottolinea il valore dello spostamento e non del solo raggiungimento della meta. Da qui si ricava il termine viaggiatore che è la persona che compie il viaggio.

La differenza sostanziale tra il turista e il viaggiatore sta essenzialmente nell’approccio della persone con il nuovo ambiente: volontà di integrazione con una nuova cultura, rispetto della diversità, apertura mentale e giudizio costruttivo.

Ovviamente non tutte le persone che viaggiano iniziano con queste premesse… Ecco quelli sono i turisti.

La nascita del turismo

Il turismo è un settore molto avanzato che negli ultimi anni è arrivato a coprire una grande fetta del PIL di un Paese. In Italia secondo i dati Istat il settore turistico sale sopra al 9% del PIL considerando anche l’indotto (come lo shopping, tabaccherie, ristoranti, bar..).

Dalla metà degli anni ’90 è scoppiato il boom del turismo che ha visto nei viaggiatori una potenziale fonte di ingresso e di apertura di nuovi posti di lavoro. Ogni Paese ha potenzialmente qualcosa da offrire che 30 anni fa ma purtroppo ancora oggi viene venduto come “esotico” o come “modello di vita”.

Le attrazioni che venivano (e vengono) pubblicizzate infatti si dirigevano alle mete naturalistiche ancora incontaminate dei Paesi meno industrializzati mentre nei Paesi già industrializzati il piatto forte era di stimolare l’acquolina di cultura, comfort e tecnologia.

L’altra faccia della medaglia del turismo

Pochi anni dopo questo boom della metà degli anni ’90 iniziano a insorgere nuove associazioni per la difesa del territorio, delle economie locali e delle comunità che stanno iniziando a vivere i primi effetti negativi del turismo. Come scrive l’Associazione Italiana per il Turismo Responsabile:

“il turismo si è affermato su scala globale, da un lato ridefinito come bisogno neoprimario per i consumatori, dall’altro energicamente e genericamente sbandierato nei Paesi del Sud del Mondo come opportunità senza vizi.”

Purtroppo però questi vizi esistono e sono particolarmente critici perchè con il passare del tempo hanno assunto una forma cronica e malata come il turismo sessuale, il turismo ricreativo della droga e il turismo religioso solo per citarne alcuni.

L’equilibrio locale viene alterato e in realtà a differenza delle premesse di crescita economica ben poco resta alle comunità locali, anzi lo sfruttamento degli operatori turistici è un sistema mafioso oramai adottato in tutto il mondo. I numeri e le statistiche non mostravano infatti quali erano e sarebbero state le condizioni per lo sviluppo del settore turistico.

Il turismo sostenibile e l’ecoturismo

Ricadute molto gravi sono state osservate in pochi anni in termini di aumento dei fenomeni naturali estremi, contaminazione ambientale ed alterazione degli ecosistemi. Questo ha impoverito le comunità e le risorse a cui attingevano, a volte creando gravi danni ai beni primari.

Arriva quindi un nuovo concetto relazionato al turismo ma anche allo stile di vita in generale: la sostenibilità ossia la soddisfazione delle proprie necessità senza compromettere quelle delle generazioni future. Spostarsi senza provocare ripercussioni è praticamente impossibile ma i danni si possono ridurre notevolmente.

Il turismo sostenibile esamina l’impatto turistico a livello ambientale, sociale ed economico delle comunità e dei territori locali. 

Successivamente nasce l’ecoturismo che sempre sulla stessa linea di pensiero crea una sorta di modello di viaggio che incentiva le persone a scegliere mete naturalistiche e a rispettare l’ambiente. La scelta dei mezzi di trasporto, dei prodotti da consumare, delle guide turistiche sono un esempio di ciò che è tenuto a prendere in considerazione una persona che sceglie l’ecoturismo.

Leggi anche: Dove fare turismo sostenibile in Italia: 5 mete da scoprire

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