Il suo nome di battaglia era Tatarsky ed aveva oltre mezzo milione di seguaci sul suo canale Telegram dove, come una specie di diario, aggiornava i suoi follower sugli sviluppi della guerra in Ucraina. Scopriamo qualcosa in più su Tatarsky, che è morto ieri nell’attentato avvenuto a San Pietroburgo. Ecco chi era.
Chi era Tatarsky, il blogger e militare russo ucciso nell’attentato di San Pietroburgo
Il suo nome era Maxim Fomin, nato a Makiivka il 25 aprile 1982, aveva 40 anni. Tra i principali propagandisti filo russi, ha appoggiato da sempre l’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa e più volte ha utilizzato espressioni forti per definire gli ucraini, tra queste:
“Sconfiggeremo tutti, uccideremo tutti, deruberemo tutti. Proprio come piace a noi”.
Come riporta su Twitter il giornalista Marco Fattorini, Tatarsky dichiarò anche:
“Gli ucraini non hanno dignità umana. Se proprio li vogliamo paragonare a noi, diciamo che sono dei russi mentalmente disabili“.
Tatarsky in passato ha combattuto nel Donbass al fianco dei separatisti russi, per la precisione nel 2014 e nel 2015, quando i bombardamenti erano ancora sporadici e le milizie russe erano occupate ad annettere la Crimea.
Il blogger e militare russo è stato anche molto critico con i vertici militari russi, soprattutto in merito al disastro di Severodonetsk. A tal proposito Tatarsky dichiarò su Telegram:
“Fino a quando non scopriremo il nome di questo genio militare che ha posizionato il battaglione tattico vicino al fiume, e lui non risponde pubblicamente di questo, non ci saranno riforme nell’esercito“.
Poi aggiunse:
“L’offensiva nel Donbass è ostacolata non solo dalla mancanza di informazioni efficaci dai droni ma anche dalla mancanza di generali di livello“.
La morte di Tatarsky
Tatarsky è morto ieri, 2 aprile 2023, nell’attentato che si è verificato presso un bar di San Pietroburgo che in passato era di proprietà di Yevgeny Prigozhin, fondatore dei mercenari Wagner.
La responsabile dell’attentato è stata individuata, si tratta di Darya Trepova, una giovane 26enne, classe 1997, che è stata fermata dalle forze dell’ordine russe e su di essa pende l’accusa di “omicidio commesso in modo generalmente pericoloso con l’accusa di reato ai sensi della parte 2 dell’articolo 105 del Codice penale russo”.
La Trepova ha ammesso di aver donato una statuetta piena di esplosivo a Tatarsky. Dopo aver lasciato il bar l’ordigno è esploso uccidendo il blogger. Nell’attentato sono rimaste ferite 30 persone circa, di cui una decina in maniera grave. Sulla vicenda sta indagando l’antiterrorismo russo.
Oggi, 3 aprile 2023, molte persone hanno deciso di omaggiare Tatarsky lasciando dei fiori nel luogo in cui è stato ucciso.