Ecco gli impatti degli NFT sull’ambiente

I Non-Fungible Token (NFT) sono un tipo di token che vengono utilizzati come risorsa digitale unica in quanto sostituiscono un atto di proprietà verificato.

I Non-Fungible Token (NFT) sono un tipo di token che vengono utilizzati come risorsa digitale unica in quanto sostituiscono un atto di proprietà verificato. I NFT si appoggiano alla tecnologia bolockchain esattamente come le criptovalute e vengono spesso ospitati nella rete Ethereum.

Ci sono molte categorie di NFT che hanno fatto girare un mercato di 41 miliardi di dollari lo scorso anno, il che rende questo mondo piuttosto complesso e difficile da analizzare per quanto riguarda l’impatto ambientale generato.

Nello stesso tempo gli sviluppatori stanno cercando di rendere non solo gli NFT più sostenibili ma anche dei modelli per la lotta contro il cambiamento climatico come dei videogiochi educativi per generare più sensibilizzazione verso le tematiche ambientali.

Infatti considerando che gli NFT sono token, hanno un valore economico e sono scambiabili, l’impronta ecologica non dovrebbe allontanarsi troppo da quella prodotta delle criptovalute. La tecnologia blockchain presenta le stesse sfide anche per gli NFT: come vengono certificate le  transazioni? E come viene garantita la protezione della proprietà?

Secondo Samuele Marro e Luca Donno, con l’attuale meccanismo delle commissioni, spendere un dollaro in commissioni di transazione corrisponde a emettere almeno l’equivalente di 1.151 chilogrammi di CO2!

Il mondo degli NFT e la sostenibilità nel 2022

Secondo Forbes un NFT:

“È una risorsa digitale che rappresenta oggetti del mondo reale come arte, musica, oggetti di gioco e video. Vengono acquistati e venduti online, spesso con criptovaluta, e generalmente sono codificati con lo stesso software sottostante di molte criptovalute.”

Sebbene siano in circolazione oramai dal 2014, gli NFT stanno diventando molto popolari solo negli ultimi tempi soprattutto nell’acquisto e la vendita di opere d’arte digitale. Il mercato dell’arte digitale solo lo scorso hanno valeva la cifra di 41 miliardi di dollari, una somma che si avvicina al valore totale dell’intero mercato globale delle belle arti.

La tecnologia di cui si avvalgono gli NFT è molto simile a quella delle criptovalute ma concettualmente c’è una differenza fondamentale: le monete digitali sono fungibili mentre gli NFT no, questo determina la loro scarsezza e la loro unicità.

La tecnologia di cui parliamo è la blockchain, un libro mastro virtuale dove vengono raccolti dati importanti per stabilire il valore del bene o del servizio, la sua unicità e la proprietà. Questa è la stessa tecnologia di cui si avvalgono gli sviluppatori sia per creare criptovalute che per farle funzionare.

NFT e sostenibilità: la tecnologia blockchain

Secondo Forbes, la definizione di blockchain è la seguente:

“Un registro digitale distribuito che memorizza dati di qualsiasi tipo. Una blockchain può registrare informazioni su transazioni di criptovaluta, proprietà NFT o contratti intelligenti DeFi.”

Qualsiasi database convenzionale può archiviare questo tipo di informazioni ma la caratteristica unica della tecnologia blockchain è la sua decentralizzazione. Questo significa che invece di essere mantenuta in un’unica posizione e gestita da un amministratore centralizzato, molte copie identiche di un database blockchain sono conservate su più computer distribuiti su una rete.

Gli NFT permettono di acquistare certificati di proprietà su opere digitali o reali e non solo. Questo è possibile grazie alla tecnologia blockchain che ne regola nello specifico lo scambio. Come anticipato gli NFT funzionando secondo un meccanismo molto simile alle monete virtuali ma lo scambio è differente.

NFT e sostenibilità: la criptoarte

La categoria NFT più popolare è senz’altro quella artistica, chiamata anche criptoarte, e garantisce agli artisti di poter certificare la proprietà di opere digitali, di venderle o scambiarle. I compratori a loro volta diventeranno i nuovi proprietari al 100%, o parziali nel caso in cui comprassero solo una parte.

Tra le opere d’arte digitale più costose dell’ultimo anno troviamo The Merge, Pak venduto per quasi 92 milioni di dollari a 28.984 persone che hanno acquistato 266.445 unità di questo pezzo, un esempio di proprietà parziale di un NFT.

Ultimamente la criptoarte si è buttata soprattutto nella cultura pop, tanto che sempre più celebrità annunciano il loro interesse per questa tecnologia emergente di solito comprando una collezione NFT. Sebbene il coinvolgimento delle celebrità abbia svolto un ruolo chiave nell’aumentare la consapevolezza del mainstream sulla gamma di casi d’uso NFT e sul potenziale di investimento ha anche provocato molte critiche tra i fan.

NFT e sostenibilità: l’impatto della criptoarte

L’impatto della criptoarte non è lontana da quella delle criptovalute, infatti anche in questo caso il problema di base è la validazione delle transazioni, indispensabile per evitare una doppia spesa dello stesso bene o servizio. Molti sviluppatori si avvalgono dei meccanismi di consenso che certificano ogni scambio.

Dal momento che sempre più persone stanno cercando di fare investimenti consapevoli e sostenibili, anche il mondo degli NFT deve proporre soluzioni alternative per ridurre il consumo energetico dato soprattutto dal mining e dal meccanismo di consenso Proof of Work.

Uno di questi è il meccanismo di consenso Proof of Stake che effettivamente è un processo più rispettoso per quanto riguarda l’aspetto ambientale ma genera nuove critiche dal punto di vista sociale ed economico dal momento che non verrebbe più garantita l’equità.

Definire NFT green così come delle criptovalute gree non è così semplice perchè non esiste un metodo ufficiale e completo per calcolare esattamente il loro impatto.

NFT e sostenibilità: i videogiochi

Il termine sostenibilità è complesso ed implica che vengano rispettati tre pilastri fondamentali: l’ambiente, la società e l’economia. Gli NFT come le criptovalute per definirsi “amici dell’ambiente” dovranno quindi rispettare questi tre aspetti anche nella categoria dei videogiochi.

L’implementazione degli NFT nel mondo dei videogiochi implica che i loro sistemi blockchain, che tracciano e consentono il commercio, consumi molta energia e generi emissioni di gas serra dannosi per l’ambiente. Quindi anche se il loro sviluppo è molto fiorente occorre analizzare quale impatto genererebbero.

La comunità degli sviluppatori più sensibili alle tematiche ambientali si è iniziata a muovere ed ha aderito ad un impegno anti-NFT per l’impatto sull’ambientale che generano. Questa proposta è stata lanciata da Climate Replay, un team di sviluppatori che cerca di mobilitare la comunità di giocatori nella lotta contro la crisi climatica in modi divertenti, educativi e inclusivi puntando verso una crescita tecnologica sostenibile.

NFT e sostenibilità: l’impatto dei videogiochi

Il team di Climate Replay riconosce le preoccupazioni dei giocatori, assiste coloro che lavorano nell’industria dei videogiochi soprattutto nei rischi connessi all’integrazione degli NFT nei giochi; inoltre offre consigli per progettare in modo sostenibile, rivolti a chiunque lavori nel mondo dei videogiochi dagli sviluppatori agli artisti, ai produttori, ai manager e ai dirigenti.

Ciò che prevede l’impegno preso dai diversi sviluppatori che hanno aderito all Climate Replay è di considerare l’implementazione di NFT solo se è necessario per il giocatore e implica l’uso di una tecnologia che non causa danni ambientali significativi.

Inoltre secondo l’impegno, l’implementazione della tecnologia di proprietà digitale NON dovrebbe:

fare affidamento sulle criptovalute che non sono regolamentate,

avvantaggiare in modo sproporzionato i primi utenti o i giocatori più ricchi,

incoraggiare lavori informali (lavorare in un gioco esclusivamente per guadagni personali),

essere implementata senza la piena trasparenza.

NFT e sostenibilità: l’industria di lussoDopo la criptoarte ed i videogiochi, anche l’industria del lusso beneficia ha iniziato a sfruttare questa tecnologia in ottica del “fisi-digitale”, cioè una via di mezzo tra il digitale e il reale. Attraverso la tecnologia NFT le grandi marche possono fornire al consumatore un token che attesti autenticità e proprietà del bene.

In partica una sorta di “gemello digitale” da poter scambiare in un marketplace di seconda mano oppure utilizzarlo in arene di gaming virtuali. La tecnologia NFT sta contribuendo quindi ad evolvere il concetto di proprietà digitale, un fenomeno destinato a crescere e sempre più collegato ad un consumo consapevole.

Anche l’industria di lusso dovrebbe prestare attenzione agli impatti che si genererebbero dall’implementazione degli NFT e optare per una crescita consapevole e sostenibile dal momento che aprendo questa porta lascerebbero spazio a nuovi investitori non pienamente consapevoli delle proprie scelte.

Le proposte di NFT più vicine alla sostenibilità

Gli NFT generano un impatto ma allo stesso tempo potrebbero contribuire a ridurlo o a sensibilizzare maggiormente le persone sulle tematiche più importanti del giorno d’oggi, tra cui proprio gli effetti del cambiamento climatico. Askanews riporta un esempio di questi NFT, Plastiks:

“Un marketplace in cui chi si occupa di rifiuti può creare degli Nft sul loro business e legarli ad opere d’arte caricate dagli artisti”, spieg André Vanyi-Robin ceo di Plastiks. “I buyer – racconta – comprano le opere e nello stesso momento si assicurano che quella quantità di plastica a loro associata non sarà dispersa nell’ambiente, ma riciclata e riutilizzata.”

Un altro esempio è Axiom Spaceuna stazione spaziale commerciale che si è unita un mese fa alle organizzazioni che coniano NFT dallo spazio. L’azienda sembra avere un occhio di riguardo per la sostenibilità in quanto punta a ridurre al minimo la propria impronta ecologica.

Tuttavia il fatto che invece di trovare delle soluzioni per un crescita sostenibile sul nostro pianeta un’opzione sia spostarsi nello spazio non dovrebbe rallegrarci. Questo perchè ancora una volta l’essere umano sta cercando delle soluzione a breve termine senza essere davvero responsabile delle proprie azioni.

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