Eccezionale: gli NFT entrano nel Centre Pompidou, il famoso museo d’arte francese

Lo avreste mai pensato? Il celebre Centre Pompidou ha dato accesso agli NFT, che oggi faranno parte del suo patrimonio.

Pensare agli NFT come opere d’arte risulta ancora difficile per alcune persone.

Spesso i critici si sono accaniti contro questa tanto chiacchierata nuova tecnologia basata su blockchain, ma è innegabile come tantissimi artisti di fama mondiale abbiano scelto questo nuovo modello per esprimersi.

Oggi frenare questa sorta d’onda anomala sembra impossibile e alcuni dei musei più importanti del mondo lo hanno capito.

Così il celebre museo “Centre Pompidou” ha deciso di aprire le sue porte agli NFT. La notizia è recente ma ha fatto molto parlare di sé.

Tra pareri concordi e critiche, il famoso museo francese sembra deciso a proseguire per la sua strada, tenendo per mano per la prima volta i Non-Fungible-Token.

Alcuni in particolare.

Cos’è il Centre Pompidou?

Pensando ai musei più celebri al mondo, vi verrà forse in mente il British Museum, agli Uffizi di Firenze o magari al Louvre.

Tuttavia la quantità di musei celebri per il loro patrimonio non si fermano ai nomi più inflazionati.

Ecco, il Centre Pompidou ne è proprio un esempio.

Si tratta di un museo che si trova a Parigi, celebre per ospitare la collezione d’arte moderna della Francia e una vasta biblioteca pubblica.

Il Centro Nazionale d’arte e di cultura rappresenta una pietra miliare parigina ed è stato progettato da Piano, Franchini e Rogers.

Oggi, però, non parliamo di ciò che lo ha contraddistinto in passato, ma di ciò che lo trasporta nel futuro: gli NFT.

NFT e artisti celebri

Il mercato degli asset digitali nel 2022 non ha sorriso a molti.

Diversi sono stati gli artisti che hanno voluto lanciare le proprie collezioni token senza però riuscire ad avere chissà quale successo.

Pensiamo ad artisti del calibro di Takashi Murakami o Marina Abramovic.

I loro progetti NFT erano degni di nota, ma non hanno avuto forse la risonanza che meritavano.

Piuttosto, altri che forse non avevano chissà quale “retroscena” o nobile scopo hanno trovato un pò di fortuna.

Ciò che è chiaro agli esperti d’arte, però, è che l’interesse del mondo verso questi asset digitali si sta intensificando da entrambe le parti: artisti e fan dell’arte.

Prima assoluta: NFT e museo

Proprio a questo proposito, il Centre Pompidou ha avviato un’iniziativa che farà la differenza nel panorama artistico mondiale, non solo parigino.

Sì, perché il Centre Pompidou ha deciso di acquistare alcuni NFT appartenenti a diverse collezioni. Si tratta della prima volta assoluta per un importante museo pubblico francese.

Questo è il risultato di uno sforzo congiunto tra i team scientifici e amministrativi del Ministero della Cultura francese e il direttore del Pompidou, Xavier Rey.

A sentire il direttore, sembra che il sostegno dell’istituzione francese vada a favore di tutti quelli artisti contemporanei che si affacciano alle nuove tecnologie, trasformandole in capolavori.

La collezione che sarà parte del patrimonio del Centro di arte e cultura moderna francese sarà un esempio dell’interesse nei confronti degli artisti. Siano essi famosi o emergenti.

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Centre Pompidou acquista 18 NFT

Le opere entreranno a far parte della collezione nazionale francese di arte moderna e contemporanea, che ha acquisito arte pionieristica dei “nuovi media” dalla fine degli anni ’70, tra cui opere di Nam June Paik, Valie Export, Bruce Nauman, Bill Viola e Vito Acconci.

In particolare il museo parigino ha comprato ben 18 NFT appartenenti a 13 artisti, francesi e non.

Ma chi sono gli autori? Ecco di seguito i loro nomi: Aaajiao, Emilie Brout e Maxime Marion, Claude Closky, Fred Forest, John Gerrard, Agnieszka Kurant, Jonas Lund, Larva Labs, Jill Magid, Sarah Meyohas, Robness, Rafael Rozendaal e John F. Simon jr.

Come parte dell’acquisizione, il Pompidou prenderà l’espansione “Sentimentite-Mt. Gox. Hack”, una delle serie “Sentimentite” prodotte in collaborazione con la piattaforma Zien e basata sulterribile crollo del crypto exchange, Mt Gox. nel 2014.

Lund ha poi donato un’opera chiamata Smart Burn Contract—Hoarder (2021), un’opera d’arte basata su codice che si autodistrugge se le istruzioni iscritte non vengono seguite. Mentre Larva Labs, creatori della serie OG NFT di grande successo CryptoPunks (ora di proprietà di Yuga Labs), ha donato CryptoPunk #110.

Un motivo in più per visitare il museo? A noi sembra di sì.

Vedremo gli NFT al museo?

L’entusiasmo degli autori e di tutte le collezioni che il Centre Pompidou mostrerà nel prossimo futuro è ovviamente simbolo di quanto sia ormai reale il Web3.

L’istituzione artistica nazionale francese non si è espressa per quanto riguarda il budget a disposizione per l’acquisto degli NFT, figuriamoci per il prezzo di ognuno di essi.

Quello che sappiamo è che entro il 2023 vedremo questi Non-Fungible-Token all’interno del Centre Pompidou.

Ricordatevi di rimanere aggiornati, perché entro aprile 2023 il museo francese fornirà tutti i dettagli in merito a possibile esposizioni.

Sembra proprio che la primavera di quest’anno sia propri ricca di novità, considerando anche i dettagli in arrivo per i nuovi progetti Amazon relativi al mondo crittografico.

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