Carta di credito, vittima di una truffa? La banca rimborsa

Essere vittima di una truffa che ti prosciuga il conto corrente o la carta di credito non è mai piacevole. La banca non ascolta le nostre lamentele.

Essere vittima di una truffa che ti prosciuga il conto corrente o la carta di credito non è mai piacevole. La banca non ascolta le nostre lamentele. E noi ci ritroviamo senza soldi e con la spiacevole sensazione di essere stati gabbati come degli stupidi. 

Durante gli ultimi ventiquattro mesi, contraddistinti dalla pandemia, le frodi informatiche sono lievitate in maniera esponenziale. I criminali, come le persone oneste, sono stati costretti a rimanere a casa: i furti e le truffe si sono trasformati e sono cresciute le azioni criminali compiute attraverso i computer ed Internet. A questo si aggiunge un uso, troppo spesso, poco accorto della carta di credito, la velocità dell’uso della tastiera, che troppo spesso ha portato i malcapitati utenti ad essere incautamente truffati. Malware e phishing hanno fruttato ingenti somme alla criminalità. A questo punto la domanda che in molti si pongono è se il malcapitato possa in qualche modo ottenere nuovamente i propri soldi, magari presentando una denuncia alla polizia. Ma in caso di una truffa ai danni della nostra carta di credito, la banca è tenuta a rimborsare? Proviamo a scoprire cosa prevede la legge.

Carta di credito, la responsabilità della banca

Quali sono le responsabilità della banca? Ma soprattutto quali linee deve adottare per tutelare un cliente che abbia aperto un conto corrente o sia titolare di una carta di credito? Prima di tutto, l’istituto di credito è tenuto ad adottare un sistema informatico che possa garantire la massima sicurezza delle operazioni, che vengono eseguite dai clienti: sia quelle effettuate utilizzando un e-banking, sia attraverso la carta di credito. La banca deve, inoltre, provvedere ad attuare una serie di meccanismi di controllo che permettano l‘autenticazione a doppio fattore e l’invio di notifiche sul cellulare o sms. Quello di cui stiamo parlando, sostanzialmente, è l’autenticazione forte del cliente o SCA, Strong Customer Authentication.

Grosso modo ormai quasi tutti gli utenti sanno cosa sia l’autenticazione, che si basa sull’utilizzo di due o più elementi diversi, che possono essere classificati nei seguenti modi:

  • conoscenza: ossia password o Pin, che solo l’utente conosce;
  • possesso: token o smartphone, in mano direttamente all’utente;
  • inerenza: l’impronta digitale, che caratterizza unicamente l’utente.

Ovviamente anche il cliente ha delle responsabilità nella gestione della carta di credito o del conto corrente. Tra queste ci sono la non corretta conservazione delle password o dei codici di accesso. Nel caso in cui dovesse esserci un furto, avvenuto proprio perché il cliente è stato negligente, non potrà chiedere proprio niente. Dobbiamo, però, sottolineare una cosa: la maggior parte delle persone non è esperta come gli hacker, quindi per escludere completamente le responsabilità della banca, la giurisprudenza richiede, spesso e volentieri, la prova – che dovrà essere fornita proprio dalla banca – di una colpa grave a carico del proprio cliente. Prova che non sempre è facile da dimostrare.

Quando la banca è tenuta a rimborsare!

La banca è tenuta a rimborsare se il cliente risulti essere una vittima e si ritrovi degli addebiti sulla carta di credito o sul conto corrente. Il rimborso avviene sempre che non sia dimostrato che:

  • il cliente abbia deliberatamente agito con intenti fraudolenti, arrivando a disconoscere delle operazioni che abbia effettivamente autorizzato. L’unico intento di questa operazione è quella di farsi rimborsare le somme correttamente approvate e spese;
  • il cliente non abbia provveduto, con dolo o colpa grave, agli obblighi di custodia, di comunicazione e/o a quelli contrattuali, tuttavia ciò è possibile solo se l’operazione di pagamento è stata eseguita con misure di sicurezza rafforzate.

Generalmente il correntista che non abbia agito con intenti fraudolenti viene rimborsato nel momento in cui il pagamento è stato eseguito dall’intermediario senza che siano state utilizzate le forme di autenticazione forte. Nel momento in cui questi strumenti sono stati utilizzati, il cliente non può essere rimborsato: si presuppone che il pagamento lo abbia fatto direttamente lui o non abbia custodito gli strumenti di autentificazione con la necessaria solerzia.

Frode sulla carta di credito, come farsi rimborsare

Nel caso in cui la banca non dovesse riuscire a dimostrare la colpa del proprio cliente nel custodire i codici di accesso della carta di credito o del conto corrente, dovrà necessariamente provvedere al rimborso delle somme che i criminali informatici hanno prelevato illegalmente.

A questo punto il cliente cosa dovrà fare per riuscire a tornare in possesso dei soldi che gli sono stati rubati? Il truffato dovrà provvedere ad attivare questa procedura:

  • dovrà comunicare immediatamente alla banca – tramite il call center o meglio ancora con la Pec – l’avvenuto prelievo illegittimo di denaro;
  • recarsi immediatamente alla polizia postale per sporgere l’opportuna querela;
  • presentarsi presso lo sportello della propria filiale, depositando copia della querela e presentando richiesta di rimborso delle somme trafugate dai criminali.

Dobbiamo sottolineare che, per riuscire ad ottenere l’opportuno rimborso dalla banca, è necessario presentare la denuncia in modo tempestivo. Non appena si viene a conoscenza dell’addebito illecito. In questo caso, dato che il cliente non è detto che controlli quotidianamente il proprio conto corrente o i movimenti della carta di credito, dovrà essere la banca a doverlo avvisare con strumenti elettronici in modo da metterlo in guardia, specie quando si tratta di somme di un certo valore.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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