Pignoramento immobiliare, tutte le strategie per cancellarlo pagando poco e in tempi brevi

Ci sono delle strategie per cancellare un pignoramento immobiliare, anche con la minima spesa e in tempi veloci. Ecco come

Se non si paga un debito, la casa è il primo bene che si rischia di perdere, perché scatta il cosiddetto pignoramento immobiliare.

È una pratica tipica nei finanziamenti o nei mutui, specie se si utilizza come garanzia il proprio bene immobiliare. In genere si evita di utilizzare il pignoramento come strumento di riscatto di un debito, perché per gli istituti di credito è anche per loro una pratica abbastanza costosa, e non sempre compensa il debito in essere.

Però ci sono delle strategie per cancellarlo, senza pagare troppo e al massimo della velocità di esecuzione.

Pignoramento immobiliare, tutte le strategie per toglierlo pagando poco e in tempi brevi

In genere il pignoramento scatta quando non si è provveduto ad estinguere il debito con un creditore, ma questo accade dopo aver fallito sia la rateizzazione sia il versamento a rata unica successivo all’interruzione della rateizzazione.

È una procedura che scatta come “ultima spiaggia”, quando il debitore non può provvedere in alcun modo e il bene su cui grava il debito è appunto un immobile. Per avere la cancellazione del pignoramento in essere si può procedere in tre modalità:

  • pagando il proprio debito;

  • raggiungendo un accordo con il creditore;

  • opponendosi al pignoramento, ottenendo l’autorizzazione del giudice.

Tralasciando il pagamento del debito, si può comunque procedere ad un accordo col creditore, e valutare una nuova modalità di pagamento del debito, se non ridurlo a seguito di negoziati. Se si raggiunge un nuovo accordo, il creditore può richiedere l’annullamento del pignoramento. Dovrà attivare la procedura di rinuncia del procedimento di esecuzione, con il deposito di un apposito atto formale in cancelleria.

Altrimenti ci si può opporre, e questo potrebbe essere la soluzione più a basso costo di tutte, perché, se dimostrata l’infondatezza delle ragioni del creditore, si potrà evitare il pignoramento.

Non è comunque una soluzione facile, perché in genere il debitore sarebbe tenuto a farsi carico di tutte le spese legali, comprese quelle della controparte, e a volte anche le spese del tribunale per lite temeraria.

Quanto costa la cancellazione della trascrizione del pignoramento

La cancellazione del pignoramento ha dei costi variabili. Questo dipende anche dalla procedura che si sta eseguendo. Se è solo la semplice trascrizione del pignoramento, si parla di 27 euro di emolumenti e diritti PRA, più 48 euro di imposta di bollo e per il rilascio del certificato di proprietà.

Altrimenti la spesa potrebbe lievitare se si vuole procedere all’opposizione. Il successo di un’operazione simile avviene quando, in sede di opposizione, si riesca a individuare errori formali nella procedura di esecuzione forzata. In questo caso si tratterrebbe di “opposizione agli atti esecutivi“.

Nel caso di contestazione della validità del credito vantato nei suoi confronti si parlerebbe invece di “opposizione all’esecuzione“.

Entrambe sono procedure che, come già accennato, comportanto delle spese non indifferente, ma in caso di successo si potrà recuperare il bene pignorato, e forse ritrovarsi col debito sospeso dal Giudice.

Si parla anche di esito fisiologico del pignoramento quando avviene un’espropriazione immobiliare con conseguente vendita del bene oggetto dell’esecuzione forzata.

Ma il Giudice può intervenire, anche subito dopo il versamento del prezzo di vendita dell’immobile, se ritiene che il prezzo offerto per la vendita dell’immobile pignorato sia inferiore al suo valore reale.

In tal caso, il Giudice può sospendere la vendita. Altrimenti, se il prezzo è equo, la vendita è regolare, e il Giudice emetterà un decreto con il quale ordina la cancellazione delle trascrizioni relative al pignoramento e all’ipoteca.

Leggi anche: Riforma Fisco, le nuove regole rendono il pignoramento più facile, ma non in questi casi

Come cancellare un pignoramento immobiliare presso l’Agenzia delle Entrate

Caso diverso è per il pignoramento immobiliare effettuato dall’Agenzia delle Entrate a seguito del mancato pagamento di tributi e imposte. Evento abbastanza raro, esso riguarda solo gli immobili successivi alla prima casa, e solo in presenza di debiti superiori a 120.000 euro.

Ricordiamo che in caso di debiti superiori a 20.000 euro, può scattare soltanto l’ipoteca sulla casa, ma non il pignoramento.

Nel caso di richiesta di cancellazione del pignoramento si devono pagare:

  • imposta ipotecaria,

  • imposta di bollo,

  • tassa ipotecaria.

L’importo complessivo è di 294 euro. Inoltre, per la cancellazione di alcune annotazioni come domande giudiziali, atti dichiarati nulli, annullati, risolti, rescissi e revocati è necessario rispettare il termine di 30 giorni dalla data dell’atto di rifermento.

Leggi anche: Pignoramento dello stipendio: ecco cosa succede se mi dimetto

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