Cosa portare ai concorsi pubblici: dal green pass ai libri!

Quali sono i documenti da portare ai concorsi pubblici: documenti, green pass e che cosa non portare mai: libri, appunti, smartphone e tablet.

Si tratta di qualcosa su cui ha puntato molto il governo, in particolare il Ministro della funzione Pubblica Renato Brunetta spinge molto sui concorsi pubblici per reperire personale preparato ed entusiasta che contribuisca alla ricostruzione dell’Italia post pandemia, partendo da un settore pubblico moderno ed efficiente.

In linea di massima sappiamo tutti cosa sono i concorsi pubblici. Quegli esami a cui bisogna sottoporsi per verificare la nostra preparazione ai fini di una eventuale assunzione. Una sorta di gara con noi stessi e con gli altri candidati, coi quali affrontarsi a suon di test o di elaborati. In questo quello che conta in larga misura è la preparazione e le esperienze pregresse.

Per non partire col piede sbagliato e rischiare di perdere questa occasione ancora prima di iniziare a scrivere il proprio elaborato, è più che mai importante essere preparati anche dal punto di vista delle regole imposte per partecipare a un concorso.

Regole vecchie, come quelle dei volumi, codici o manuali che possono essere portati con sé e possono essere consultati e di quelli invece da lascaire a casa. Ma anche regole nuove come quelle relative al green pass e ai presidi sanitari da usare per proteggersi dal covid 19.

Cosa è un concorso pubblico

I concorsi pubblici sono le selezioni che vengono fatte per essere assunti nella pubblica amministrazione. Possono avere delle forme anche piuttosto diverse, a seconda del tipo e del numero dei posti che devono essere coperti.

Indipendentemente dal tipo di prove, che possono essere scritte, orali o anche pratiche e dal fatto che venga valutata solo la prova o anche i titoli, cioè il percorso di studi seguito e le precedenti esperienze alcune caratteristiche non possono mai mancare.

L’articolo 1 del DPR 487 del 1994

stabilisce che il concorso deve essere svolto in modo da assicurare l’imparzialità, l’economicità e la rapidità di espletamento.

A questi fini è possibile anche fare delle preselezioni, oppure svolgere le prove in contemporanea in più sedi. Di quest’ultima modalità si è fatto ampio uso durante la pandemia così da evitare pericolosi assembramenti.

Concorsi pubblici più snelli

Già lo scorso anno un intervento legislativo ha stabilito delle regole che hanno notevolmente snellito i concorsi pubblici. Il tentativo è stato quello, pur mantenendo il rigore d’obbligo di ridurre i tempi e evitare per quanto possibile il crearsi di assembramenti.

Il decreto legge numero 44 del 1° aprile 2021 stabilisce che

i concorsi non ancora banditi, cioé quelli non ancora pubblicizzati, devono prevedere l’utilizzo di strumenti digitali e informatici. Durante lo stato di emergenza, poi potrà essere prevista una sola prova scritta e una orale.

Le stesse procedure semplificate, dovranno poi essere garantite anche in futuro, quando ci saremo liberati della pandemia ricorrendo nel modo più ampio possibile alla tecnologia e alle prove decentrate.

Prove cioè che non saranno più sostenute nello stesso spazio ampio, ma in sedi diverse pur garantendo la contemporaneità. In attesa che si arrivi a tempi più tranquilli dal punto di vista sanitario, vediamo quali sono le regole con cui avremo a che fare nell’immediato futuro.

Regole anti covid per i concorsi pubblici

Anche i concorsi pubblici, visto che si svolgono in un luogo chiuso e con la presenza di un numero elevato di persone non potevano andare esenti dalle regole che contrastano al diffusione della pandemia.

Il Governo ha infatti stabilito che l’acceso alle prove di esame è consentito solo esibendo almeno il green pass base. Ricordiamo che si tratta della certificazione che viene rilasciata a chi si sia sottoposto nei due giorni precedenti a un tampone che abbia dato esito negativo.

Con una sentenza il Tribunale amministrativo di Bologna con l’ordinanza numero 486 del 27 ottobre 2021

ha considerato come legittima l’esclusione dell’acceso alla sede di un concorso pubblico a chi mostri solo il documento che attesti che si sia sottoposto a tampone antigenico.  Perché il candidato sia considerato regolare, deve avere ed esibire un documento dotato di QR-code da leggere con l’app Verifica19.

Il protocollo del ministro della funzione pubblica ci elenca gli altri oneri a carico dei candidati che volgiano partecipare a una selezione in presenza. Si tratta in buona parte delle stesse regole che sono dettate dal buonsenso e che sono richieste anche per recarsi al lavoro.  

Innanzitutto non portare alcun bagaglio, salvo situazioni particolari. Inoltre non avere uno o più dei sintomi che possono far sospettare di avere in corso una infezione da coronavirus: temperatura superiore a 37,5 gradi, o brividi, tosse e mal di gola, difficoltà a respirare, perdita di olfatto o del gusto. Inoltre ingresso vietato a chi si trovi in quarantena o in isolamento fiduciario.

Obbligo, poi di indossare le mascherine che sono fornite dalla stessa amministrazione organizzatrice. Le stesse devono essere sempre indossate in modo corretto, coprendo sia naso che bocca e per tutta la permanenza nei locali.

Rifiutarsi di farlo, oppure di utilizzare il presidio fornito all’ingresso, perché si preferisce utilizzarne uno portato da casa, comporta l’esclusione dalla partecipazione alla prova.

Altro obbligo è quello di passare davanti a un termoscanner per verificare la temperatura, igienizzarsi le mani con i dispenser presenti in aula, e seguire sia in ingresso che in entrata i percorsi segnalati.

Documenti da portare per partecipare a un concorso pubblico

Il primo passaggio per essere ammessi a partecipare a un concorso pubblico è quello di essere identificato. Il riconoscimento viene fatto presentando un documento in corso di validità, che sia dotato di foto. A questo scopo vanno bene sia la carta di identità che il passaporto. 

Il regolamento del ministero della funzione pubblica, per ridurre al minimo i tempi di accesso consente anche la possibilità di chiedere che nei giorni precedenti sia inviato tramite posta elettronica certificata una scansione dei documenti che saranno presentati all’ingresso.

Questo non esime dall’avere in tasca un documento, ma riduce i tempi perché gli addetti dovranno solo controllare che la foto combaci e non copiare anche gli estremi dei documenti.

Quali libri posso portare a un concorso pubblico

Si ricorda che per garantire che la prova d’esame sia solo frutto del lavoro del candidato e solo di quello fatto in quella sede l’elaborato valido è solo quello scritto sui fogli consegnati dalla commissione.

Quei fogli si riconoscono perché sono firmati e vidimati dalla commissione esaminatrice. Nessun altro foglio o appunto può nemmeno comparire sul tavolo dell’esaminando.

Altra questione sono i libri di testo o i manuali, che in linea generale non possono essere consultati e neppure fatti entrare in aula. Accesso libero solo ai dizionari e ai testi di legge, ma non commentati, se autorizzati dalla commissione e se questo è previsto nel bando. Scontato, ma da ricordare che inserire foglietti, o scrivere note a lato del codice o del dizionario costituisce una scorrettezza, che se scoperta porta all’immediato allontanamento.

Questa regola andrà poi coordinata col nuovo regolamento per la gestione dei concorsi durante la pandemia che esclude che il candidato per evitare inutili rischi di contagio porti nell’aula bagagli, ad esclusione di quanto espressamente autorizzato.

Quindi informarsi, verificando anche che cosa dice il bando prima di recarsi all’esame. Avere poi l’accortezza di mostrare tutto quello che si ha con sé al momento dell’accesso, quando al limite ci verrà chiesto di lasciare in un’area dedicata tutto quanto è vietato, ma non correremo il rischio di essere accusati di aver cercato di imbrogliare come succederebbe se fossimo scoperti in seguito.

Ultima accortezza: non portare da casa la propria penna preferita. Quella che ci porta fortuna e che usiamo sempre nelle occasioni importanti. I concorsi pubblici devono essere il più anonimi possibile.

Anche l’uso di una penna o di una matita diversa da quella degli altri potrebbe essere il modo per farci riconoscere da un componente della commissione esaminatrice compiacente. In ogni momento della selezione: da quello del riconoscimento, fino alla consegna dell’elaborato possono essere usate solo le penne che ci consegnano sul posto.

Smartphone vietato nei concorsi pubblici?

La risposta a questa domanda è no. In effetti il problema si è più volte presentato davanti ai giudici, che hanno dovuto valutare se l’esclusione di un candidato beccato con un cellulare fosse legittima o meno.

A questo proposito il problema è stato risolto nel senso di valutare se effettivamente grazie a quel telefono ci fossero stati dei contatti con l’esterno, verificando i tabulati telefonici. Non avere fatto telefonate nel periodo durante il quale si sono svolte le prove è stato considerato come non avere con sé il telefono.

Questione diversa è quella dello smartphone, che oltre a fare telefonate o inviare e ricevere messaggi consente anche l’accesso a internet. In questa ipotesi anche se non risultano chiamate dai tabulati, potrebbe essere possibile che Google sia stato usato al posto dei classici appunti nascosti sotto le maniche dal maglione.

Ma a me serve solo per vedere l’ora e regolarmi sul tempo che mi avanza, e ho disattivato internet. Oppure l’ho messo in vista sul banco e si vede che non l’ho usato. Sono tutte scuse valide e che probabilmente nel corso di un processo potrebbero dare ragione al candidato escluso.

Una sentenza del Tar del Lazio la numero 01784 del 2019 a proposto di un candidato escluso dal concorso perché indossava uno smartwatch ha dato ragione al ricorrente perché in effetti il bando di concorso vietava di usare, non di portare, in aula dispostivi idonei a comunicare con l’esterno.

La domanda però è un’altra: vale la pena avere tutti questi problemi? Si ricorda che sia in termini di tempo che di cosi un ricorso di tipo amministrativo è piuttosto oneroso e il tempo perso non si recupera più.

La soluzione più semplice è quella di tenere spento lo smartphone o il telefono e ancora meglio lasciarlo all’ingresso, dove viene custodito, e poi ritiralo all’uscita.

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