Diffamazione: che significa, esempio e come fare la querela

Diffamazione: che significa? Ecco alcuni esempi e tutte le informazioni utili per fare una querela.

Diffamazione: che significa? Ecco alcuni esempi e tutte le informazioni utili per fare una querela.

Nello specifico, andremo a parlare di quando si configura l’ipotesi di reato, di che cosa dice l’art. 595 del Codice Penale, di come si prova la diffamazione ed, in particolare, di come fare, quando fare e quanto costa una querela per denunciare questo tipo di reato.

Qua sotto potrete prendere visione di un breve video, il quale è stato realizzato ed è stato pubblicato all’interno del canale YouTube dell’avvocato “Federico Rosso”, nel quale viene spiegato, in una maniera estremamente chiara e precisa, tutto quello che riguardala diffamazione ed, in particolare, che cosa si intende e che cosa prevede la legge riguardo a questa particolare tipologia di reato.

Cosa significa diffamare una persona?

Prima di partire con l’espletamento di alcuni esempi inerenti l’argomento della diffamazione e prima di rilasciare tutte quelle informazioni che possono essere utili per poter fare una querela, partiamo con la lettura del nostro breve articolo andando a sciogliere il dubbio su che cosa significa diffamare una persona.

In particolare, questo specifico istituto giuridico, il quale risulta disciplinato all’interno dell‘art. 595 del Codice Penale, prevede che il soggetto che compie questo tipo di reato, attraverso la comunicazione effettuata con più soggetti, parla, per l’appunto, a costoro, offendendo la reputazione di un altra persona.

In ambito penale, per configurarsi l’ipotesi di reato, occorre che, il soggetto che abbia ricevuto un’offesa alla propria reputazione, sia assente nel momento in cui avviene il fatto oppure che sia stato impossibilitato a capire e percepire l’offesa ricevuta dal diffamatore.

Quando si diffama una persona viene leso quello che è il suo onore e, perciò, la legge prevede delle norme a tutela dei soggetti passivi.

Inoltre, bisogna aggiungere che, in determinate situazioni, che vedremo più in avanti nel corso di questa breve guida, questa particolare tipologia di reato può configurarsi in una maniera più o meno accentuata, e ne conviene, infatti, che le pene e le sanzioni che vengono inflitte a coloro che commettono il reato saranno, rispettivamente, più o meno gravi ed elevate, in base all’entità e alle modalità con il quale il danno è stato commesso.

Diffamazione semplice e aggravata: ecco quando si verificano ed alcuni esempi

Andando subito al sodo, dunque, nel corso di questo breve paragrafo andremo a mostrare alcuni esempi di quando si verificano, nello specifico, la diffamazione semplice e quella aggravata.

In particolare, la legge prevede che questo istituto giuridico si manifesti in una modalità “semplice”, quando colui che commette questo reato non lede la reputazione e l’onore del soggetto passivo, che subisce il fatto, utilizzando per la sua comunicazione dei mezzi di comunicazione diffusi che, per così dire, “parlano a molti”.

Invece, questo particolare istituto giuridico si manifesta nella modalità “aggravata”, quando l’offesa mossa da colui che commette il reato viene comunicata in modo da ledere la reputazione e l’onore del soggetto passivo, attribuendo a quest’ultimo un fatto determinato, ovvero una circostanza concreta tesa ad individuare, in maniera chiara, uno specifico momento.

Ecco alcuni esempi nei quali si verificano le circostanze specifiche previste dalla legge di una diffamazione aggravata:

  • Diffamazione in atto pubblico;
  • Diffamazione per offese rivolte alle autorità.

Esempi di diffamazione attraverso un mezzo di pubblicità

In questo ma anche nei prossimi paragrafi andremo a mostrare alcuni esempi di diffamazione ed andremo a delineare tutti gli aspetti che caratterizzano queste particolari tipologie di reato. Nello specifico, inizieremo questa breve trattazione andando a parlare di quando viene diffamata una persona attraverso un mezzo di pubblicità.

Questa circostanza prevista dalle norme del Codice Penale evidenzia una tipologia di diffamazione di tipo aggravato. Inoltre, bisogna dire che, con la dicitura “mezzo di pubblicità”, la legge intende identificare qualsiasi strumento che risulta idoneo a divulgare e a diffondere una determinata comunicazione nei confronti di un numero indeterminato di soggetti.

Nello specifico, ecco alcuni esempi nei quali si può presentare un caso nel quale viene diffamata una determinata persona per mezzo di pubblicità:

  • Un post pubblicato su un social network;
  • Un commento sotto un post pubblicato all’interno di un social network;
  • Un articolo all’interno di un sito web;
  • Un blog tendenzioso ed eccessivamente accusatorio nei confronti di un determinato soggetto;
  • Qualsiasi altra offesa tesa a ledere la reputazione e l’onore di un’altra persona, praticata per lo più sui internet e all’interno dei social network.

Diffamazione a mezzo stampa

A differenza della diffamazione per mezzo di pubblicità, quella a mezzo stampa si verifica esclusivamente attraverso questa specifica modalità di comunicazione ed è disciplinata dalla Legge n. 47 dell’8 febbraio 1948 e da alcuni articoli presenti all’interno del Codice Penale, come l‘art. 57 c.p.

Per il resto, in linea generale, questa specifica tipologia di offesa della reputazione e della reputazione di un determinato soggetto presenta le stesse caratteristiche, si verifica nelle stesse modalità di quella per mezzo di pubblicità ed, inoltre, anch’essa risulta riconosciuta come una circostanza aggravante del reato commesso.

Anche se la legge prevede delle norme apposite per tutelare chi viene offeso da qualcun altro, viene comunque rispettata la libertà di parola e di espressione del proprio pensiero dei giornalisti, i quali sono tutelati dall’art. 21 della Costituzione Italiana e dall’art. 51 del Codice Penale, purché entro i limiti stabiliti dall norme che tutelano che subisce il reato di diffamazione, in questo caso “a mezzo stampa”.

Esempi di diffamazione per offese rivolte alle autorità

Quest’ultimo caso di diffamazione che andremo a trattare nel corso di questo breve articolo si configura in un’offesa tesa a ledere la reputazione e l’onore delle seguenti autorità:

  • Un corpo politico, ovvero un membro facente parte del Governo, del Parlamento o di un ufficio elettorale politico;
  • Un corpo amministrativo, ovvero un membro facente parte di un Consiglio Comunale, di un Consiglio Provinciale, di un Consiglio Regionale, del Consiglio di Stato, della Corte dei Conti, ecc…;
  • Un corpo giudiziario, ovvero un membro facente parte di un qualsiasi organo giuridico, sia permanente che temporaneo, sia comune che speciale;
  • Un’autorità costituita in collegio, ovvero un’offesa diretta a ledere la reputazione e l’onore di un qualsiasi ufficio pubblico, inteso nel suo complesso.

Quando c’è il reato di diffamazione? Ecco che cosa dice l’art. 595 del Codice Penale

Andando subito al sodo, l’art. 595 del Codice Penale, il quale disciplina il reato di diffamazione, stabilisce che quest’ultimo si configura quando un soggetto offende la reputazione di un’altra persona mentre comunica con più persone.

Dunque, per esserci e per configurarsi questa particolare tipologia di reato devono sussistere necessariamente entrambe le seguenti condizioni:

  • La vittima deve essere assente nel momento in cui viene diffamata;
  • Devono essere presenti almeno due persone nel momento in cui avviene il fatto.

Come fare una querela per diffamazione?

Andando subito al sodo, se si subisce questa tipologia di reato, si può fare una querela ed, in particolare, questa procedura può essere avviata in due diverse modalità:

  • Recandosi presso le autorità giudiziarie e denunciare verbalmente i fatti accaduti;
  • Depositare un atto, il quale è stato scritto precedentemente e che contiene la denuncia dei fatti accaduti.

Come si prova di aver subito delle offese alla propria reputazione? In particolare, i mezzi che forniscono delle prove nelle indagini e nelle procedure penali di questo tipo sono:

  • Le testimonianze;
  • I documenti;
  • Le chat;
  • Le registrazioni;
  • I tabulati telefonici.

Quando si può fare una querela per diffamazione?

A differenza dei reati più gravi, come la violenza sessuale e lo stalking, i quali devono essere denunciati entro un termine massimo di 6 mesi, i reati più lievi, come la calunnia, l’ingiuria e anche la diffamazione prevedono dei termini più brevi per effettuare la querela.

Infatti, l’art. 124 del Codice di Procedura Penale stabilisce un tempo massimo pari a 3 mesi per poter effettuare una querela per diffamazione, i quali partono dal momento in cui è stato commesso il reato stesso.

Quanto costa fare una querela per diffamazione?

Abbiamo già avuto modo di vedere come e quando può essere avviata questa particolare tipologia di procedura, ma non sappiamo ancora quanto costa fare una querela presso le autorità giudiziarie.

In particolare, denunciare presso le autorità alcuni fatti realmente accaduti e dei reati che hanno colpito la nostra persona è un diritto di tutti, dal momento che risulta espressione di un diritto, garantito dalla legge, per tutelare la sfera giuridica personale.

Proprio per queste motivazioni appena citate, fare una querela per diffamazione presso un’autorità giudiziaria, sia in maniera verbale che scritta, risulta essere una procedura totalmente gratuita.

Quanto dura una causa per diffamazione?

Prima di andare a terminare questo breve articolo e dopo aver parlato di tutto quello che riguarda i costi legati alla querela per diffamazione, passiamo adesso ad approfondire questo specifico argomento, andando a vedere, per l’appunto, quanto può durare una causa di questo tipo.

Nello specifico, se questo istituto giuridico viene risolto in sede stragiudiziale, la durata dovrebbe essere pari all’incirca a 10 mesi, che partono dal momento in cui viene effettuata la segnalazione dal soggetto passivo.

Invece, se si intenta una causa in sede penale per risolvere questa particolare tipologia di reato, allora la durata del processo dovrebbe essere decisamente maggiore, ovvero di circa 3-4 anni, solitamente, dal momento in cui è stata avanzata la querela presso le autorità giudiziarie.

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