Cos’è l’ergastolo ostativo: ecco cosa prevede la riforma del governo Meloni

Cos'è l'ergastolo ostativo? Tutto ciò che devi sapere sulle variazioni proposte dalla riforma del governo Meloni.

La Corte costituzionale, nel 2021, aveva dato un anno di tempo al governo per presentare una nuova riforma che rendesse l’ergastolo ostativo conforme ai principi della Costituzione italiana. Con le nuove disposizioni proposte dal Governo Meloni si va a incidere in modo diretto e immediato su quelle norme che, lo scorso anno, sono state dichiarate anticostituzionali.

In questo modo si apporta una trasformazione di rilievo nella norma che, stando al commento della Consulta, passa quindi da assoluta a relativa sul discorso della presunzione di pericolosità che, di fatti in passato, ha impedito a tutti i condannati di ottenere benefici. Si tratta nello specifico di soggetti condannati che hanno deciso di non collaborare con la giustizia.

Dunque, con la nuova riforma i condannati possono richiedere di godere dei benefici previsti dalla legge, ma ciò avverrà all’insegna di nuove, rigorose e simultanee condizioni basate sui diversi tipi di reato.

Cos’è l’ergastolo ostativo: ecco cosa prevede la riforma del governo Meloni

L’ergastolo ostativo è un particolare modello di regime penitenziario, sancito dall’art. 4 bis dell’ordinamento penitenziario, che elimina la possibilità di applicare alcuni benefici penitenziari, come ad esempio la semilibertà oppure la possibilità di svolgere un lavoro all’esterno, per i soggetti che hanno commesso reati terroristici oppure dello stesso rilievo. L’aggravante per i condannati si ha con la scelta, di natura personale oppure perché risulta irrilevante.

In tal caso, accade che la pena rende l’ergastolo una “fine pena mai” e, di conseguenza, viene meno anche il potere del giudice che non può valutare ogni caso nella sua singolarità.

Perché l’ergastolo ostativo è stato dichiarato incostituzionale

La Consulta aveva dichiarato che la legge sull’ergastolo ostativo era incostituzionale:

“L’obiettivo della pena dovrebbe essere rieducare il condannato. Bisogna quindi applicare il principio rieducativo previsto all’interno dell’art. 27 della Costituzione italiana.”

Il decreto legge emanato dal governo Meloni rischia però di subire una valutazione negativa da parte della Corte Suprema che è molto attenta ai principi di legittimità.

Capiamo ora cosa è previsto nel decreto dell’esecutivo. Con le nuove disposizioni il detenuto può godere dei benefici carcerari solo se avrà soddisfatto i seguenti requisiti:

  1. 1.

    deve scontare 30 anni di pena;

  2. 2.

    deve aver risarcito completamente le vittime;

  3. 3.

    deve dimostrare di aver chiuso ogni rapporto con la criminalità organizzata.

Dunque il reo deve dimostrare di non essere più pericoloso.

Cosa si è detto nel dibattito in aula sul principio di rieducazione

L’avvocato Araniti ha bocciato il contenuto della riforma, nel corso della pubblica udienza della Corte, sostenendo quanto segue:

“Bisogna creare una riforma della giustizia che garantisca l’attuazione, nei confronti di tutti i detenuti, del principio di rieducazione. Il suddetto decreto uccide il diritto alla speranza che non può essere negato a nessun essere umano. Pertanto spero che la Corte costituzionale ne dichiari l’incostituzionalità in virtù della violazione di uno dei principi fondamentali.”

Non è d’accordo invece l’avvocato Ettore Figliolia che considera il decreto legittimo:

“Chiedo pertanto il rimando degli atti direttamente alla Corte di Cassazione visto che, il legislatore è stato puntiglioso e rispettoso su quanto richiesto dalla stessa Corte nell’ordinanza emessa lo scorso 2021.”

Cosa stabilisce la riforma presentata dal governo Meloni

Il testo della riforma presentata dal governo Meloni stabilisce nuove linee guida da seguire nei confronti dei detenuti condannati all’ergastolo ostativo. Cosa dovrebbe fare il detenuto per poter usufruire dei benefici carcerari?

Il detenuto che vuole ottenere permessi premio oppure misure cautelari differenti dovrebbe:

  • dimostrare di aver adempiuto alle obbligazioni civili;

  • dimostrare  di aver adempiuto agli obblighi concernenti la riparazione pecuniaria conseguenti alla sentenza di condanna;

  • dimostrare quindi dimostrare di avere riparato  completamente, nel rispetto della legge, i danni cagionati alle proprie vittime;

  • dimostrare di aver chiuso ogni rapporto con l’organizzazione di tipo criminale.

Luana La Camera
Luana La Camera
SEO Copywriter, classe 1986.Vivo nella città di Cosenza, in Calabria. Laureata in Scienze Politiche presso l’Università della Calabria, sono appassionata di scrittura. A febbraio 2022 ho pubblicato “La Carta che non si ricicla” con la casa editrice 4 Punte Edizioni. Si tratta di un piccolo manuale dedicato ai principi fondamentali dello Stato italiano. Inoltre sono ideatrice del corso “Diritto costituzionale da zero” presente sulla piattaforma di Udemy. Collaboro con professionisti dell’ambito giuridico nella realizzazione di testi per siti web.
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