Chiede di pagare con POS e arriva un supplemento di 1 euro, ma è vietato: cosa dice la legge

Chiede di pagare con POS, ma sullo scontrino trova un supplemento di 1 euro. Bar rischia una multa salata: ecco perché e cosa dice la legge.

Chiede di pagare con carta e, una volta ricevuto lo scontrino, trova un supplemento di 1 euro per “Servizio Pagamento Bancomat”. È ciò che è successo a una cliente in un bar a Venezia lo scorso 7 luglio, perché aveva richiesto di pagare con la carta invece di utilizzare soldi in contanti.

È possibile, per un commerciante, richiedere un supplemento al cliente che desidera pagare con la carta? E cosa c’è da fare quando e se ci si ritrova in situazioni di questo tipo?

Quando accadono eventi di questo tipo, è bene fare un po’ di ordine in quella che è la normativa italiana in merito ai pagamenti elettronici. Il nostro Paese, negli ultimi anni, ha intrapreso una strada che si allontana sempre più dall’utilizzo del contante per imboccare quella dei pagamenti elettronici, tracciabili, nell’ottica di combattere l’evasione.

Le cose, tuttavia, non vanno sempre come ci si aspetta e, nonostante non manchino obblighi e divieti per i gestori di negozi, bar, ristoranti, nonché professionisti in diversi settori, si possono sempre verificare situazioni nelle quali questi obblighi non vengono rispettati.

È importante, dunque, che il consumatore sia consapevole di ciò che un esercente può e non può richiedere.

Chiede di pagare col POS, ma si ritrova un supplemento sullo scontrino: la vicenda

Ad aprire nuovamente il capitolo pagamenti con POS e divieti per i commercianti è la vicenda che ha visto protagonista una donna la quale, in un bar di San Donà di Piave, un comune nella città metropolitana di Venezia, ha chiesto di pagare con carta la colazione appena consumata.

È stata una sorpresa vedere che sullo scontrino, oltre ai prodotti consumati, è spuntato fuori un supplemento di 1 euro per il “Servizio Pagamento Bancomat”. In sostanza, il gestore del locale ha ritenuto di dover richiedere un supplemento semplicemente perché la donna aveva richiesto di pagare con carta anziché in contanti. Parliamo di un rincaro del 27% sul costo dell’ordinazione, il cui totale ammontava a 3,70 euro.

La donna ha chiesto spiegazioni, ma i suoi tentativi si sono dimostrati inutili, così ha preso la decisione di rivolgersi alla Polizia locale, portando con sé lo scontrino, per denunciare il fatto.

La polizia ha, in seguito, preso la decisione di informare l’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato.

È possibile richiedere un supplemento per aver pagato con il POS?

Stando a come si è conclusa la vicenda, appare chiaro che la comparsa di quel supplemento sullo scontrino della donna, in aggiunta al costo della colazione, non costituisse un comportamento accettabile.

È bene, infatti, ricordare che richiedere un supplemento o addebitare il pagamento delle commissioni POS al cliente è vietato. Lo ha ribadito anche il comandante della polizia di San Donà di Piave, il quale ha fatto menzione al Codice del Consumo e alla direttiva europea PSD2 (Payment Service Directive 2).

Il primo, infatti, recita all’articolo 62:

i professionisti non possono imporre ai consumatori, in relazione all’uso di determinati strumenti di pagamento, spese per l’uso di detti strumenti […]

Non solo, perché tali norme erano già state anticipate anche dai regolamenti dei circuiti (Visa, Mastercard ecc.).

Insomma, in ogni caso l’esercente non può aggiungere alcun supplemento, in quanto così facendo corre il rischio di multa che, in questi casi, è anche molto elevata.

Cosa rischia il locale per il supplemento per pagamento con POS

Se ci si trova in una situazione simile, quindi, si può agire in due modi:

  • o ci si rivolge alla polizia locale, come ha fatto la cliente a Venezia;

  • oppure ci si rivolge direttamente all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) mediante una segnalazione che può essere inviata anche online compilando un modulo sul sito AGCM.

Ma cosa succede, se dopo le opportune verifiche da parte dell’Autorità, risulta effettivamente un illecito? Le conseguenze non sono trascurabili, dal momento che un esercente che ha applicato un supplemento allo scontrino di un cliente perché questi ha richiesto di pagare con carta può incorrere in una multa che va da un minimo di 2.000 euro a un massimo di 5.000 euro, a seconda di alcuni fattori, per esempio la frequenza della condotta e quanti consumatori sono stati coinvolti.

Ciò significa che attuare un comportamento simile è sconveniente da più fronti. In primo luogo, perché esistono ormai molte offerte per abbassare il prezzo delle commissioni per i pagamenti elettronici e, in secondo luogo, perché la multa è davvero salata.

Inoltre, vale la pena considerare il fatto che i consumatori sono sempre più abituati a utilizzare strumenti di pagamento tracciabili e sono ormai ben consapevoli di quali sono i loro diritti. Le probabilità di ricevere una segnalazione sono, dunque, molto più alte.

Leggi anche: Il commerciante è senza Pos: si può andare via senza pagare? Ecco tutte le opzioni

 

Federica Antignano
Federica Antignano
Aspirante copywriter, classe 1993. Curiosa di SEO, trascorro la maggior parte del mio tempo a scrivere, in ogni sua declinazione. Mi sono diplomata in lingue presso il liceo statale Pasquale Villari di Napoli. Ho inizialmente lavorato in una start up, cominciando a scrivere per vendere e ora continuo ad affinare le mie capacità attraverso corsi e tanti tanti libri sulla pubblicità e sul digital marketing. Con il tempo ho scoperto anche l'interesse verso lo scrivere per informare e questo è il motivo per cui oggi sono felice di far parte del team di redattori di Trend-online.
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