Stalking in condominio: risarcimenti di migliaia di euro: come

Che cosa è lo stalking condominiale, come difendersi a chi fare la denuncia e in che modo sono calcolati i risarcimenti che arrivano a migliaia di euro.

Vivere in un condominio non è semplice. L’essere costretti a stare a contatto e a vedersi tutti i giorni, tende a esasperare gli animi e quelli che all’inizio sono solo dei dispetti, magari dei piccoli sgarbi possono trasformarsi in vere e proprie persecuzioni.

Atti che presi singolarmente possono passare sotto silenzio si trasformano spesso in stalking, un termine con il quale si indica una persecuzione di un soggetto verso un altro. Spesso i comportamenti presi singolarmente non sono dei reati, ma lo diventano se inseriti dentro un preciso disegno.

Molti sono i casi che sono finiti fino in tribunale e che, fatti i dovuti conti, hanno portato anche a risarcimento danni di migliaia di euro. Perché, quello di cui chi giudica deve tenere conto, non sono solo i datnn di tipo materiale fatti ad oggetti, ma anche quelli biologici e morali.

Parliamo in questi casi di problemi alla salute dovuti allo stress, alla paura, alla difficoltà di dormire. Ma anche al disagio per esempio di avere dovuto cambiare abitudini per evitare di incrociare il proprio persecutore.

Non dimentichiamo, poi che lo stalking è un reato, che viene punito anche con il carcere. La giurisprudenza della Corte di Cassazione ha comunque stabilito che per avere i danni non sia necessario passare prima davanti al giudice penale, ma basta che sia riconosciuto da quello civile.

Cosa è lo stalking

Il reato dello stalking, che per estensione può essere applicato anche ai casi in cui i comportamenti stabiliti per legge si svolgono all’interno di un condominio è previsto dall’articolo numero 612 bis del codice penale che

parla di atti persecutori definendoli come quelli in cui qualcuno tiene in modo reiterate delle condotte con le quali minaccia o molesta qualcuno in modo tale da provocare uno stato di ansia grave e perdurante, di paura o di timore per la propria incolumità.

Comportamenti di questo tipo sono puniti con la reclusione da un anno fino a sei anni e sei mesi. Sono previste delle aggravanti nel caso il fatto sia stato commesso attraverso atti informatici, contro un coniuge o un parente stretto.

Come vediamo non si tratta di un reato che prevede solo un tipo di comportamento. Sono esclusi da questa casistica e sono puniti da altri articoli del codice penale fatti che da soli costituiscono un fatto illecito: pesiamo per esempio alle lesioni personali o alle ingiurie.

In questo caso invece si ha attenzione per quei fatti, che da soli, e se fossero isolati potrebbero essere anche solo degli sgarbi, dei fastidi, che incrinano i rapporti di buon vicinato, ma che non coinvolgono la magistratura.

Quando lo stalking è condominiale

Per stalking condominiale, come più volte sottolineato dai giudici si intende il comportamento persecutorio che si svolge all’interno di un condominio. In sostanza lo stesso, o più atti che sono ripetuti in modo tale da creare, ansia, paura, o fastidio a uno o più dei vicini.

Non deve necessariamente trattarsi di qualcosa che preso da solo o fatto una sola volta sia sanzionabile, basta che ci sia la volontà di danneggiare gli altri e che questo danno si verifichi e non sia solo potenziale. Per capirci se nonostante il mio impegno per terrorizzare il mio vicino questo continua a dormire tranquillo, e non curarsi di me non siamo in presenza di stalking.

Al contrario, fatti che in genere sono del tutto innocui o anche che fanno parte della routine quotidiana possono diventare un reato.

Un esempio è quello della donna che è stata punita per avere ripetutamente continuato a lavare le scale con un detersivo a cui una vicina era allergica e dalla quale era stata prontamente avvisata.

Quindi anche fatti del tutto innocui possono integrare questo reato, ma la giurisprudenza si è spinta più in là e con la sentenza numero 28340 del 2019 la Corte di Cassazione

ha detto che per integrare questo reato sono sufficienti anche due soli episodi costituiti da minacce, molestie e lesioni e che possono essere stati commessi anche in un breve lasso di tempo.

Fermo restando che ogni caso deve essere valutato a sé, la regola è che deve trattarsi di qualcosa fatto con la consapevolezza di danneggiare un altro e deve raggiungere quel risultato. I mezzi usati e i tempi che si prende il persecutore invece possono essere i più vari.

Come dimostrare lo stalking condominiale

Se diamo per certo di essere una vittima di stalking condominiale, adesso c’è il problema di come fare per dimostrarlo davanti a un giudice. Il problema spesso è che si tratta della nostra parola contro quella del presunto persecutore. 

Allora, pur senza improvvisarci investigatori ed invadere al vita privata di altri, ci dobbiamo preoccupare di raccogliere e conservare le prove del reato.

Bigliettini di minacce, foto dei danni che sono stati fatti ai nostri oggetti, testimonianze da parte di chi abbia assistito ai fatti, o la conferma da parte di altri condomini della presenza di rumori durante la notte, o di odori sgradevoli sono alcuni esempi.

I giudici penali hanno accettato come prove anche le registrazioni delle telecamere di sicurezza situate negli ambienti comuni e in alcuni casi anche quelle fatte dalla stessa vittima.

Rimane il fatto che maggiori e più precise sono le prove portate maggiori sono le probabilità di essere creduti. Ci dobbiamo poi aspettare che l’altra parte tenti di screditarci e porti testimoni che dicano che esageriamo.

Importante, poi, nel caso abbiamo la necessità di sottoporci a cure mediche, per esempio perché dormiamo male e abbiamo bisogno di sonniferi, abbiamo attacchi di panico, o ci lasciamo sopraffare dallo stress, tenere traccia anche di referti e ricette mediche.

Potrebbe essere utile anche portare una testimonianza del fatto che abbiamo dovuto cambiare le nostro abitudini perché abbiamo paura di incontrare sulle scale il nostro persecutore.

A chi mi rivolgo per denunciare la stalking condominiale

In casi di questo tipo è sempre meglio procedere per gradi. Il primo passo è quello di cercare di parlare con il presunto persecutore facendogli presente di essere spaventato e a disagio. Spesso queste e un confronto schietto sono sufficienti a chiudere la questione.

Nel caso non cambi nulla è possibile rivolgersi all’amministratore di condominio, magari in quel caso inviando anche una comunicazione scritta di cui tenere traccia. Naturalmente qui ogni caso fa a sé ed è evidente che le cose si possono affrontare con tanta meno urgenza quanto gli episodi sono meno gravi. In alcune situazioni probabilmente è necessario passare subito a soluzioni più ufficiali.

La legge del 23 aprile 2009 numero 38

ci consente di rivolgerci al Questore e chiedere che il nostro stalker sia ammonito dall’autorità di pubblica sicurezza. Valutata la nostra richiesta il Questore potrà decidere di emettere un decreto con il quale intima al nostro persecutore di interrompere gli atti illeciti.

Questo tipo di istanza deve essere presentato a un comando di polizia, ai carabinieri o alla polizia locale, che lo trasmetteranno a chi di competenza. 

Quando lo stalking condominiale finisce il tribunale

Lo stalking è un reato che viene perseguito solo a querela della persona offesa. Si tratta cioè di un comportamento che dobbiamo segnalare o denunciare noi. Solo nel caso le vittime siano dei minorenni o dei disabili si procede d’ufficio. 

Dopo avere raccolto le prove che suffragano quanto sosteniamo dovremo presentare una querela. La stessa dovrà essere presentata entro sei mesi dal momento in cui si sono verificati i fatti. Se si tratta di comportamenti reiterati si terrà conto degli ultimi in ordine di tempo.

La Procura dalla Repubblica tramite le forze dell’ordine condurrà delle indagini e se riterrà che ce ne siano le ragioni porterà la questione davanti a un giudice penale. Al termine del procedimento lo stalker potrà essere condannato, se ritenuto colpevole, alla detenzione fino a sei anni e sei mesi.

In aggiunta o in alternativa è possibile anche che al reo sia imposto l’obbligo di lasciare la propria abitazione e di non avvicinarsi alla vittima. Alcuni casi giunti in tribunale hanno anche imposto l’obbligo di ricovero in una casa di cura.

Quali danni posso chiedere per stalking condominiale

Se il comportamento del nostro persecutore ci ha provocato dei danni, possiamo chiedere di essere risarciti. Lo possiamo fare rivolgendoci a un giudice civile con l’assistenza di un avvocato.

La possibilità è di farlo alla chiusura del processo penale, anche se la giurisprudenza ha riconosciuto risarcimenti di diverse migliaia di euro anche a vittime che avevano scelto di chiedere i danni ma di non chiedere che vi fosse anche una sanzione di tipo penale.

Ultima possibilità è quella, di costituirsi parte civile nel corso del processo penale e di ottenere al termine dello stesso, condanna e risarcimento in un unico provvedimento. Qualsiasi scelta si faccia i criteri per valutare la somma a cui abbiamo diritto sono gli stessi.

Il riferimento di legge è l’articolo 2043 del codice civile secondo il quale

qualsiasi fatto doloso o colposo che provochi ad altri un danno ingiusto obbliga chi lo ha commesso a risarcire il danno.

Pacifico è il diritto ad avere i danni materiali nel caso siano stati distrutti, sporcati o alterati dei beni di nostra proprietà. Noi però abbiamo diritto anche ai danni morali, che invece sono meno semplici da quantificare e che comprendono quelli  alla salute, all’onore, alla dignità ai rapporti affettivi.

La regola che si è data la giurisprudenza è di tenere conto del danno morale che è costituito dalla sofferenza a livello psicologico derivata dal fatto illecito.

Si deve inoltre guardare al danno biologico che è dato dalle lesioni all’integrità fisica e psicologica, siano esse permanenti o transitorie. Eventualmente valutabile anche il danno esistenziale se ci sono state delle alterazioni di rilievo ai rapporti sociali e familiari.

Tutto questo va valutato dal giudice con una certa discrezionalità tenendo conto della durata e gravità dei fatti, del rapporto causa effetto e di quali prove la vittima ha portato a testimonianza del suo stato psicologico e sanitario e di quali ne sono le cause.

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